Sto leggendo con interesse - anche se con non poca diffidenza - Impero di Negri - Hardt.
Bisogna premettere che l'intero libro si inserisce nell’evento fondamentale costituito dall’irruzione della "post-modernità" (cioè il nuovo ordine della globalizzazione) nel mondo moderno. Tale avvento produce secondo Negri alterazioni strutturali a livello politico, sociale, economico e culturale.
La tesi, affascinante, di Negri è che sostanzialmente il proletariato non ha cessato di vincere negli ultimi vent’anni, ma è stato invece l'artefice sia delle crisi del Capitale del 74-75 sia dei conseguenti cambi di paradigma del capitalismo. Quindi il proletariato è stato artefice anche dell'uscita dalla modernità e dell'entrata nell'ordine della globalizzazione. Cioè il fantomatico "Impero" secondo Negri "costituisce una risposta all’internazionalismo proletario".
In particolare Negri afferma che la sconfitta degli USA nella guerra del Vientam e le lotte degli anni '70 hanno sancito la fine del modello "disciplinare" (che regolamentava le libertà di movimento e di azione dei corpi in ambiti spazio-temporali appropriati: ciò che il singolo soggetto era a scuola o al lavoro, era diverso da ciò che era a casa, in famiglia, o negli spazi della socialità ludica) e aperto invece la strada alla post-modernità e al mondo globalizzato.
Questa tesi viene ripresa anche analizzando la caduta dell'URSS e del socialismo realizzato. In particolare Negri afferma che:
"il sistema (sovietico ndc) è entrato in crisi ed è infine crollato soprattuto per la sua strutturale incapacità di superare il modello della governabilità disciplinare, sia nelle articolazioni produttive tayloriste e fordiste, sia nelle forme del comando politico socialista keynesiano che modernizzavano all'interno del sistema, mentre agivano imperialisticamente all'esterno"
Cioè L'URSS entrà in crisi perchè perde la sfida della post-modernità. Questa sfida però non viene lanciata dai "nemici" (USA) ma dalla forza lavoro interna caratterizzata da nuove soggettività che chiedevano "nuovi" bisogni rispetto ai quali il sistema sovietico non riuscì a rispondere:
"L'ideologia della guerra fredda definiva totalitaria quella società mentre, in verità, si trattava di una società attraversata da parte a parte da istanze creative e da tensioni di libertà estremamente forti, tanto quanto erano duri i ritmi dello sviluppo economico e della modernizzazone culturale. L'Unione Sovietica non era una società totalitaria, ma una dittatura burocratica"
La cosa che colpisce è che Negri mette sullo stesso piano le lotte all'interno del sistema sovietico con quelle del proletariato nei paesi capitalistici, quelle lotte che secondo Negri portò i vai governi (anche L'URSS) in uno stato di crisi costringendoli alle riforme e, infine alla ristrutturazione.
"Come nei paesi capitalistici, si stavano delineando nuove figure della forza lavoro che esprimevano staordinarie capacità produttive sulla base di nuove virtualità intellettuali delle produzione. La nuova realtà produttiva [...] fu rinchiusa dai leader sovietici nelle gabbie disciplinari di un'economia di guerra, e venne blindata dalle strutture dell'ideologia lavorista e dello sviluppo economico socialista, cioè da una gestione socialista del capitalismo che non aveva più senso."
"Il gioco micidiale tra repressione ed energia della moltitudine provocò il collasso del mondo sovietico, facendolo cadere come un castello di carte. [...] I Settori del lavoro immateriale e intellettuale ritirarono il loro consenso al regime e il loro esodo lo condannò a morte"
In conclusione secondo Negri la sconfitta dell'URSS, fu una sconfitta causata dalla vittoria del socialismo nella modernizzazione, in una fase in cui le nuove soggettività desideravano, invece, l'ingresso nelle postmodernità.
Che ne pensate di questo "originale" teoria???
Salut,
Paddy G.