User Tag List

Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 21
  1. #1
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo

    Disc. 185, in PL 38, 997-999

    Svégliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svégliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo.
    Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
    Prepariamoci a celebrare in letizia la venuta della nostra salvezza, della nostra redenzione; a celebrare il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. «Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore» (1 Cor 1, 30-31).
    «La verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6). «E la giustizia si è affacciata dal cielo» (Sal 84, 12). L'uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. «La verità è germogliata dalla terra«, perché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto» (Gv 1, 17). «La verità è germogliata dalla terra»: la carne da Maria. «E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «l'uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo» (Gv 3, 27).
    «Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio» (Rm 5, 1) perché «la giustizia e la pace si sono baciate» (Sal 84, 11) «per il nostro Signore Gesù Cristo», perché «la verità è germogliata dalla terra» (Sal 84, 12). «Per mezzo di lui abbiamo l'accesso a questa grazia in cui ci troviamo e di cui ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio (Rm 5, 2). Non dice «della nostra gloria», ma «della gloria di Dio», perché la giustizia non ci venne da noi, ma si è «affacciata dal cielo». Perciò «colui che si gloria» si glori nel Signore, non in se stesso.
    Dal cielo, infatti per la nascita del Signore dalla Vergine... si fece udire l'inno degli angeli: «Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà» (Lc 2, 14). Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? «Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo» (Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell'unità.
    Rallegriamoci dunque di questa grazia perché nostra gloria sia la testimonianza della buona coscienza. Non ci gloriamo in noi stessi, ma nel Signore. E' stato detto: «Sei mia gloria e sollevi il mio capo» (Sal 3, 4): e quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l'ha fatto figlio dell'uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell'uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.

  2. #2
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 88-92

    24 DICEMBRE

    VIGILIA DI NATALE


    Finalmente - dice san Pier Damiani nel suo sermone per questo giorno - eccoci giunti dall'alto mare nel porto, dalla promessa alla ricompensa, dalla disperazione alla speranza, dal lavoro al riposo, dalla vita alla patria. Gli araldi della divina promessa si erano succeduti uno dietro l'altro; ma non portavano nulla con sé, se non il rinnovamento di quella stessa promessa. Perciò il nostro Salmista si era lasciato andare al sonno, e le ultime note della sua arpa sembravano accusare il ritardo del Signore. Tu ci hai respinti - diceva - ci hai trascurati, e hai rimandato l'arrivo del tuo Cristo (Sal 88). Quindi, passando dal lamento all'audacia, aveva esclamato con voce imperiosa: Mostrati dunque, tu che sei assiso sui Cherubini! (Sal 79). Assiso sul trono della tua potenza, circondato da squadre volanti di Angeli, non ti degnerai di abbassare gli sguardi sui figli degli uomini, vittime d'un peccato commesso da Adamo, è vero, ma permesso da te medesimo? Ricordati di quello che è la nostra natura; tu l'hai creata a tua immagine e somiglianza; e se ogni uomo vivente è vanità, lo è anche nell'essere fatto a tua immagine e somiglianza. Abbassa dunque i cieli e scendi: abbassa i cieli della tua misericordia sugli infelici che ti supplicano, e almeno non dimenticarci in eterno.

    Isaia a sua volta, nella violenza dei suoi desideri, diceva: A causa di Sion non tacerò; a causa di Gerusalemme, non mi riposerò, finché il giusto che essa attende non si alzi finalmente nel suo splendore. Forza dunque i cieli, e scendi! Finalmente, tutti i profeti, stanchi da una troppo lunga attesa, non hanno cessato di far risuonare di volta in volta le suppliche, i lamenti e spesso anche le grida d'impazienza. Quanto a noi, li abbiamo ascoltati abbastanza; abbiamo ripetuto per abbastanza tempo le loro parole. Si ritirino ora; non c'e più gioia e consolazione per noi, fino a quando il Salvatore, onorandoci di baciare la sua bocca, non ci dica egli stesso: Siete esauditi.

    Ma che cosa abbiamo sentito? Santificatevi, figli d'Israele, e siate pronti: perché domani scenderà il Signore. Il resto di questo giorno e appena la metà della notte ci separano ancora da quel glorioso incontro, ci nascondono ancora il Bambino divino e la sua meravigliosa nascita. Correte, o brevi ore; compite rapidamente il vostro corso, perché possiamo presto vedere il Figlio di Dio nella sua culla e rendere i nostri omaggi a questa Natività che salva il mondo. Penso o Fratelli, che siate dei veri figli d'Israele, purificati da tutte le brutture della carne e dello spirito, pronti per i misteri di domani e pieni di sollecitudine a testimoniare la vostra devozione. È almeno quanto io posso giudicare, secondo il modo in cui avete trascorso i giorni consacrati ad aspettare la venuta del Figlio di Dio. Ma se tuttavia qualche goccia del fiume della mortalità ha toccato il vostro cuore, affrettatevi oggi a tergerla, e a coprirla con il bianco velo della Confessione. Io posso promettervelo dalla misericordia del Bambino che sta per nascere, per colui che confesserà i propri peccati con pentimento, la luce del mondo nascerà in lui; le tenebre ingannevoli svaniranno, e gli sarà dato il vero splendore. Perché come potrà essere rifiutata agli infelici la misericordia, nella notte stessa in cui nasce il Signore misericordioso? Scacciate dunque l'orgoglio dai vostri sguardi, la temerità dalla vostra lingua, la crudeltà dalle vostre mani, la voluttà dai vostri reni; ritraete i piedi dalle strade tortuose e quindi venite e giudicate il Signore se, in questa notte, non forza i cieli, se non scende fino a voi, se non getta in fondo al mare tutti i vostri peccati".
    Questo giorno santo è, infatti, un giorno di grazia e di speranza, e dobbiamo passarlo in una pia e religiosa letizia. La Chiesa, derogando a tutte le usanze abituali, vuole che se la Vigilia di Natale viene a cadere di Domenica, l'Ufficio e la Messa della Vigilia prevalgano sull'Ufficio e sulla Messa della quarta Domenica di Avvento: tanto queste ultime ore che precedono immediatamente la Natività le sembrano solenni! Nelle altre Feste, per quanto importanti possano essere, la solennità non comincia che ai primi Vespri; fino ad allora la Chiesa si tiene nel silenzio, e celebra i divini Uffici e il Sacrificio secondo il rito quaresimale. Oggi, al contrario, fin dallo spuntare del giorno, all'Ufficio delle Laudi, sembra già cominciare la grande Festa. L'intonazione solenne di questo Ufficio del mattino annuncia il rito Doppio; e le Antifone sono cantate prima e dopo ciascun Salmo o Cantico. Alla Messa, si usa ancora il color; viola, ma non si flettono le ginocchia come nelle altre Ferie dell'Avvento; e non vi è più che una sola Colletta, invece delle tre che caratterizzano una messa meno solenne.

    Entriamo nello spirito della santa Chiesa, e prepariamoci, con tutta la gioia dei nostri cuori, ad andare incontro al Salvatore che viene a noi. Osserviamo fedelmente il digiuno che deve alleggerire i nostri corpi e facilitarci il cammino; e fin dal mattino pensiamo che non sentiremo più riposo finché non avremo visto nascere, nella ora santa, Colui che viene ad illuminare ogni creatura; perché è un dovere per ogni figlio fedele della Chiesa Cattolica, celebrare con essa questa felice Notte durante la quale, nonostante il raffreddamento della pietà, l'universo intero veglia ancora all'arrivo del suo Salvatore: ultime vestigia della pietà degli antichi giorni che si cancellerebbero solo per terribile sventura della terra.

    Percorriamo nello spirito di preghiera le principali parti dell'Ufficio di questa Vigilia. Innanzitutto, la santa Chiesa comincia con un grido di avvertimento che serve di Invitatorio al Mattutino, d'Introito e di Graduale alla Messa. Sono le parole di Mosè che annuncia al popolo la Manna celeste che Dio manderà l'indomani. Anche noi aspettiamo la nostra Manna, Gesù Cristo, Pane di vita, che nascerà in Betlemme, la Casa del Pane.
    INVITATORIO

    Sappiate oggi che il Signore verrà; e fin dal mattino vedrete la sua gloria.
    I Responsori sono pieni di maestà e di dolcezza. Niente di più lirico o di più commovente della loro melodia, in questa notte che precede la notte in cui viene il Signore in persona.
    R). Santificatevi oggi, e siate pronti: perché domani verrà * la Maestà di Dio in mezzo a voi. V). Sappiate oggi che il Signore sta per venire; e domani vedrete * la Maestà di Dio in mezzo a voi.

    R). Siate costanti; vedrete venire su di voi l'aiuto del Signore. O Giudea e Gerusalemme, non temete! * Domani sarete liberate, e il Signore sarà con voi. V). Santificatevi, figli d'Israele, e siate pronti. * Domani sarete liberati, e il Signore sarà con voi.

    R). Santificatevi, figli d'Israele, dice il Signore; perché domani il Signore scenderà. * Ed egli toglierà da voi ogni languore. V). Domani, l'iniquità della terra sarà cancellata; e il Signore del mondo regnerà su di noi. * E toglierà da voi ogni languore.
    A Prima, nei Capitoli e nei Monasteri, si da in questo giorno l'annuncio della festa di Natale, con una solennità straordinaria. Il Lettore che è una delle dignità del Coro, canta su un tono pieno di magnificenza la seguente lezione del Martirologio, che gli assistenti ascoltano in piedi, fino al momento in cui la voce del Lettore fa risuonare il nome di Betlemme. A questo nome, tutti si inginocchiano, fino a che la grande notizia sia stata completamente annunciata.
    OTTAVO GIORNO PRIMA DELLE CALENDE DI GENNAIO

    L'anno della creazione del mondo, quando Dio all'inizio creò il cielo e la terra, cinquemilacentonavantanove: dal diluvio l'anno duemilanovecentocinquantasette: dalla nascita d'Abramo l'anno mille e quindici: da Mosè e dall'uscita del popolo d'Israele dall'Egitto l'anno millecinquecentodieci: dall'unzione del re Davide l'anno mille e trentadue: nella sessantacinquesima Settimana, secondo la profezia di Daniele: nella centonovantaquattresima Olimpiade: dalla fondazione di Roma l'anno settecentocinquantadue: da Ottaviano Augusto l'anno quarantaduesimo: tutto l'universo essendo in pace: alla sesta età del mondo: Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell'eterno Padre, volendo consacrare questo mondo con la sua misericordiosissima Venuta, essendo stato concepito di Spirito Santo, ed essendo passati nove mesi dalla concezione, nasce, fatto uomo, dalla Vergine Maria; in Betlemme di Giuda: LA NATIVITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO SECONDO LA CARNE!
    Così tutte le generazioni sono comparse successivamente davanti a noi [1]. Interrogate se avessero visto passare Colui che noi aspettiamo, hanno taciuto, fino a quando, essendosi fatto sentire il nome di Maria, è stata proclamata la Natività di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo. "Una voce d'allegrezza è risuonata sulla terra nostra - dice a questo proposito san Bernardo nel suo primo sermone sulla Vigilia di Natale - una voce di trionfo e di salvezza sotto le tende dei peccatori. Abbiamo sentito una parola buona, una parola di consolazione, un discorso pieno di bellezza, degno d'essere raccolto con la maggiore sollecitudine. O monti, fate risuonare la lode; battete le mani, alberi delle foreste, davanti al volto del Signore; perché eccolo che viene. O cieli, ascoltate; o terra, presta l'orecchio; creature, state nello stupore e nella lode; ma soprattutto tu o uomo! GESÙ CRISTO FIGLIO DI DIO, NASCE IN BETLEMME DI GIUDA! Quale cuore, fosse anche di pietra, quale anima non si scioglie a queste parole? Quale più dolce annunzio? Quale più gradito avvertimento? Si è mai sentito nulla di simile. Ha mai ricevuto il mondo un simile dono? GESÙ CRISTO FIGLIO DI DIO, NASCE IN BETLEMME DI GIUDA! O brevi parole che ci annunciano il Verbo nel suo abbassamento! Ma di quale soavità non sono ripiene! L'attrattiva di questa dolcezza di miele ci porta a cercare degli sviluppi a queste parole; ma mancano i termini. Tale è infatti la grazia di questo discorso, che se provassi a cambiarne un solo iota, ne diminuirei il sapore: GESÙ CRISTO FIGLIO DI DIO, NASCE IN BETLEMME DI GIUDA!".

    MESSA


    Nell'Epistola, l'Apostolo san Paolo, rivolgendosi ai Romani, annuncia loro la dignità e la santità del Vangelo, cioè di quella buona novella che gli Angeli faranno risonare nella notte che si avvicina. Ora, l'argomento di questo Vangelo è il Figlio che è nato a Dio dalla stirpe di Davide secondo la carne, e che viene per essere nella Chiesa il principio della grazia e dell'apostolato, mediante i quali egli fa in modo che dopo tanti secoli noi siamo ancora associati al gaudio di sì grande Mistero.
    EPISTOLA (Rom 1,1-6). - Paolo servo di Gesù Cristo, chiamato apostolo, segregato pel Vangelo di Dio, Vangelo che Dio aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture, intorno al suo Figliolo (fatto a lui dal seme di David, secondo la carne, predestinato Figliolo di Dio per propria virtù, secondo lo spirito di santificazione, per la risurrezione da morte), Gesù Cristo Signor nostro, per cui abbiamo ricevuto la grazia e l'apostolato, per trarre in suo nome all'obbedienza della fede tutte le genti, tra le quali siete anche voi chiamati (ad essere) di Gesù Cristo.
    Il Vangelo della Messa riporta il passo nel quale san Matteo narra le inquietudini di san Giuseppe e la visione dell'Angelo. Era giusto che tale storia, uno dei preludi della Nascita del Salvatore, non fosse omessa nella Liturgia; e fin qui non si era ancora presentata l'occasione di porvela. D'altra parte, questa lettura conviene anche alla Vigilia di Natale, a motivo delle parole dell'Angelo, il quale indica il nome di Gesù come quello che deve essere dato al Figlio della Vergine, e il quale annuncia che questo figlio meraviglioso salverà il suo popolo dal peccato.
    VANGELO (Mt 1,18-21). - Essendo Maria, la madre di lui, sposata a Giuseppe, avanti che convivessero si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla occultamente. Mentre egli stava sopra pensiero per queste cose, ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere teco Maria, la tua consorte, perché ciò che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Partorirà un figlio cui porrai nome Gesù, poiché sarà lui che salverà il popolo suo dai peccati.
    --------------------------------------------------------------------------
    NOTE

    [1] La Chiesa, in questo solo giorno e in questa sola circostanza, adotta la Cronologia dei Settanta, che colloca la nascita del Salvatore dopo l'anno cinquemila, mentre la Volgata non da che quattromila anni fino a tale evento: in questo essa concorda con il testo ebraico. Non è qui il caso di spiegare tale divergenza di cronologia; basta riconoscere il fatto come una prova della libertà che ci è lasciata dalla Chiesa su questa materia.

  3. #3
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Dai “Discorsi” di san Pietro Crisologo

    Vi parlerò oggi, fratelli, di quanto il beato evangelista ci ha riferito sul mistero della nascita di Cristo. Ecco - dice - come avvenne: sua madre, Maria,essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarlo, decise di licenziarla in segreto (Mt 1,18). Come «giusto» lui che non volle discutere sul concepimento della sposa? Se non si informa del motivo che mette in dubbio la sua castità e preferisce abbandonare Maria che rivendicare l'onore del suo matrimonio? Decise di licenziarla in segreto (Mt 1,19-20): atteggiamento di un uomo più misericordioso che giusto, per parlare in modo umano. Infatti davanti a Dio non c'è vera misericordia senza giustizia, né vera giustizia senza misericordia. Le virtù, se noi le separiamo l'una dall'altra, cessano di essere virtù: se si ha l'equità senza la bontà, si diventa spietati e la giustizia senza pietà diventa crudeltà autentica. Veramente giusto fu dunque Giuseppe, perché fu anche buono, e buono perché giusto. Volle essere buono, e perciò non fu crudele; giudicò con benevolenza e perciò osservò la giustizia: non volle farsi giudice e perciò si astenne dal giudizio. L'animo del giusto bruciava sotto i colpi della novità dell'evento: davanti a sé contemplava la sposa pregnante ma vergine; piena del dono non meno che di pudore; trepida per il frutto ma certa della sua integrità; rivestita di maternità altrettanto che di verginale decoro.

    Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1,19-20). Notate, fratelli, come nella persona di Giuseppe viene indicata tutta la generazione, tutta la famiglia, tutta la stirpe di Davide. Giuseppe, figlio di Davide. Nato dopo ventisette generazioni, in che senso è detto figlio di Davide, se non perché in lui viene svelato il mistero di una stirpe, è adempiuta una promessa, è suggellato il celeste concepimento di un bimbo divino nel seno di una vergine? La promessa di Dio Padre era stata espressa a Davide con queste parole: Il Signore ha giurato e non ritratterà la suo parola: il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono (Sal 131,11). Sì, proprio il frutto delle tue viscere, il frutto del tuo grembo, perché l'Ospite divino discese dal cielo nella dimora della carne, senza però lasciarsi chiudere dai limiti di un corpo e ne uscì senza aprire il seno verginale; si adempi così quello che leggiamo nel Cantico dei Cantici: Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata (Ct 4,12).

    Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo (Mt 1,20). Concepì una vergine, ma dallo Spirito Santo; partorì una vergine, ma Colui che aveva predetto Isaia: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un Figlio, che chiamerò Emmanuele (Is 7,14), che significa Dio-con-noi. Maledetto l'uomo che confida nell'uomo (Ger 17,5). Ma stiamo ad ascoltare quelli che chiedono chi sia nato da Maria. Tu concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (Lc 1,31). Perché Gesù? Ce lo spiega l'apostolo: Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra (Fil 2,10). E ora, presuntuoso, domandi chi è Gesù? Lo chiamerai Gesù, perché salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1,21). Ma non li salverà dalle mani di un altro, bensì dai suoi peccati. Che Dio soltanto possa perdonare i peccati, se non arrivi a crederlo dalla bocca dei fedeli, credilo almeno a motivo dei giudei che dicevano sogghignando: Tu, che sei uomo, ti fai Dio? e: Chi può rimettere i peccati, se non Dio solo (Gv 10,33; Mc 2,7)? Negavano la divinità appunto perché non credevano al suo potere di rimettere i peccati. E tu crederesti ch'egli rimette i peccati, quando stenti a riconoscerlo Dio? Il Verbo si è fatto carne affinché la carne dell'uomo sia elevata alla gloria di Dio, non già perché Dio sia mutato nella infermità della carne. L'Apostolo lo conferma: Chi si unisce al Signore, forma con lui un solo spirito (1 Cor 6,17).

  4. #4
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Omelia attribuita a san Massimo di Torino

    Homelia 65, in PL 57, 385-386

    Fratelli, quale mistero della fede religiosa è più glorioso e insigne di questo? La sterile concepisce, il muto parla, bambini nascosti nel grembo materno preannunziano il futuro gaudio dell'universo. Sotto l'antica legge l'uomo mortale non poteva mantenere la sua natura ordinata verso Dio, fino a quando per una nuova grazia dell'alto fu offerto a tutti un nuovo mistero di salvezza.
    Ecco dunque Giovanni, di cui Isaia profetò dicendo: Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio” (Is 40,3).
    Molto opportunamente è detto "voce" colui che a gran voce dà questo lieto annunzio: il Figlio unico di Dio è venuto dal cielo assumendo la nostra carne umana. Davvero il precursore è "voce", perché al suo annunzio squillante i mortali, sordi da gran tempo, cominciano a udire il segnale del loro riscatto. Giovanni Battista, come aveva sciolto la lingua del padre diventato muto, così rende gli orecchi degli uomini capaci di accogliere l'annuncio della salvezza.
    Giovanni grida nel deserto, dove la sua predicazione non è disturbata dal chiasso di una folla straripante o dagli scherni degli increduli; nella steppa solitaria possono udirlo soltanto coloro che nell'unico intento di rendere culto a Dio cercano l'araldo della parola che salva. E colui che annunziò loro la verità, non esiterà di rimproverare a Erode le illecite nozze, incurante di offendere un re. Egli non rifuggirà neppure lo squallore del carcere o la morte di spada ad opera del tiranno.
    Ascoltiamo ancora un momento, fratelli, che cosa predicava a vantaggio di noi tutti l'araldo del Salvatore: Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Che vuol dire preparare la via al Signore se non offrire al Giudice che scende dal cielo la dimora di un cuore semplice, purificato dalla colpa? Raddrizzare i sentieri di Dio è l'invito perché tu disponga il cammino della tua vita in modo che il Signore si compiaccia volentieri di percorrerlo quando verrà a te nella sua bontà.

  5. #5
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Dai Discorsi di Isacco della Stella

    Sermo 1,17-19, in SC 130, 94-96.

    La Sapienza di Dio, il Figlio per natura, la destra del Padre, la bocca che proclama la verità, annunzia che i poveri sono beati (cfr. Mt 5,3), destinati ad essere re nel Regno eterno.
    Il Verbo di Dio sembra dire: "Voi cercate la beatitudine, ma non sta dove la cercate. Voi correte, ma fuori strada. Ecco la via che conduce alla felicità: la povertà volontaria per causa mia. Ecco la beatitudine: il regno dei cieli in me. Correte molto, ma male; più andate veloci, maggiormente smarrite la strada giusta. La via è la povertà, non la beatitudine; questa via si percorre per giungere alla mèta".
    Non temiamo, fratelli; ascoltiamo da poveri il Povero che ai poveri raccomanda la povertà. Crediamo alla sua esperienza. Povero egli nacque, povero visse, povero morì. Volle morire, non arricchirsi. Crediamo perciò alla Verità che ci indica la strada che conduce alla vita. È una via ardua ma breve, mentre la beatitudine sarà eterna. È una via stretta, ma che conduce alla vita e guida al largo i nostri passi. Tuttavia è un cammino scosceso perché si inerpica: non camminiamo forse verso il cielo?
    Di qui la necessità di alleggerirci da ogni peso nel nostro andare. Che vogliamo? Cerchiamo davvero la felicità? La Verità ci mostra la vera beatitudine. Vogliamo sul serio la ricchezza? Il re divino distribuisce i regni e fa i re.

  6. #6
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Dalle Omelie di Severo di Antiochia

    Homelie 63, in PG 8, 294-295.298.

    Il profeta Zaccaria aveva un tempo vaticinato l'apparizione del Verbo, divenuto uomo per causa nostra: Ecco un uomo il cui nome è Sole che sorge; egli dal di sotto spunterà (Zc 6,12 Volgata).
    Una verità profonda è racchiusa in questo oracolo; il profeta dice infatti che il nome del Messia è Sole che sorge, e in realtà, il Verbo è la luce della luce del Padre, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9).
    Il suo nome rivela la sua origine. Caratteristica della luce del sole è illuminare dall'alto e proiettare i suoi raggi su quanto deve rischiarare. Ma poiché il Sole di giustizia, la luce inaccessibile, si è fatto uomo incarnandosi, è davvero spuntato dal basso. Quando assunse la condizione di schiavo e si umiliò di sua spontanea volontà, egli si mostrò progressivamente, per brillare infine in tutto lo splendore della divinità. Ecco perché Zaccaria annunziava così il prodigio: Ecco un uomo il cui nome è Sole che sorge; egli dal di sotto spunterà. Colui che ha tutto creato, è venuto a restaurare e ricreare, mediante la sua incarnazione divina, non un'altra creatura, ma quella che era caduta e aveva subito la corruzione del peccato. Egli si è calato spontaneamente come fermento in tutta la massa dell'umanità, è divenuto il secondo Adamo. Con la sua risurrezione ci ha liberati e ci ha fatto passare dalla condizione mortale e terrena, che era la nostra, alla vita incorruttibile del cielo.

  7. #7
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Dalle Omelie di Origene sul vangelo di Luca

    Homelies sur saint Luc, hom 22, in SC 87, 301-302

    Non è Giovanni che ha riempito ogni burrone (cfr. Lc 3, 5), ma il nostro Signore e Salvatore. Ognuno di noi osservi quello che era prima di avere la fede: si accorgerà che era un burrone profondo, un burrone in pendio che sprofondava negli abissi. Ma quando è venuto il Signore Gesù e ha inviato quale suo vicario lo Spirito Santo, ogni burrone è stato colmato. È stato riempito con le buone opere e i frutti dello Spirito Santo. La carità non lascia che in te resti un burrone, perché, se possiedi la pace, la pazienza e la bontà, non soltanto cesserai di essere un burrone, ma comincerai a diventare "montagna" di Dio. Il testo citato da Luca continua: I passi tortuosi siano diritti. Ognuno di noi era tortuoso - ammesso che oggi non lo sia più - e la venuta di Cristo, che si è compiuta anche nella nostra anima, ha raddrizzato tutto quello che era tortuoso. A che ti serve infatti che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima? Preghiamo perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi e possiamo dire: Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2, 20). Se Cristo vive in Paolo e non vive in me, che vantaggio ne ho? Ma quando egli sarà venuto anche in me e io ne gioirò come ne ha gioito Paolo, anch'io potrò dire come Paolo: Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Consideriamo ancora tutto quello che è annunziato all'avvento di Cristo. Niente al mondo era più aspro di te. La tua condotta era ingiusta, ingiuste le tue parole e le tue opere. Ma è venuto il mio Signore Gesù, ha spianato le tue asperità, ha mutato in strade dritte tutto il tuo disordine, perché in te sorgesse una strada senza inciampi, un cammino dolce e puro, lungo il quale in te Dio Padre potesse procedere e Cristo Signore in te potesse fissare la sua dimora e dire: Io e il Padre mio verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14, 23). Il testo continua: Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (Lc 3, 6)! Uomo, un tempo eri carne; ebbene, mentre eri carne, anzi mentre ancora sei carne, ecco il prodigio, vedi già la salvezza di Dio.

  8. #8
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Martirologio tradizionale (24 dicembre): Vigilia della Natività di nostro Signore Gesù Cristo.

  9. #9
    «Mi honor se llama fidelidad»
    Data Registrazione
    06 Aug 2004
    Messaggi
    656
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Della nascita di Gesù, per la notte del Santo Natale

    S. Alfonso Maria de Liguori - Novena del Santo Natale

    DISCORSO X - Della nascita di Gesù, per la notte del Santo Natale.



    Evangelizo vobis gaudium magnum...
    quia natus est vobis hodie Salvator.

    (Luc. II, [10], 11).

    Evangelizo vobis gaudium magnum. Così disse l'angelo a' pastori, e così dico a voi in questa notte, anime divote. Vi porto una nuova di grande allegrezza. E qual nuova di maggior allegrezza può darsi ad un popolo di poveri esiliati dalla patria e condannati alla morte, che quella d'esser già venuto il lor Salvatore non solo a liberarli dalla morte, ma ancora ad ottenere loro il ritorno alla patria? E ciò è quello appunto che stanotte io vi annunzio: Natus est vobis... Salvator. È nato Gesù Cristo, ed è nato per voi, per liberarvi dalla morte eterna e per aprirvi il paradiso, ch'è la patria nostra, dalla quale avevamo avuto il bando in pena de' nostri peccati. Ma acciocché siate grati in amare d'oggi in poi questo vostro nato Redentore, lasciate ch'io vi metta avanti gli occhi, dove è nato, e com'è nato, e dove questa notte si ritrova, affinché possiate andare a trovarlo e a ringraziarlo di tanto beneficio e tanto amore. Cerchiamo lume a Gesù ed a Maria.

    Lasciate dunque ch'io vi rappresenti in breve l'istoria della nascita di questo Re del mondo ch'è sceso dal cielo per la vostra salute. Volendo Ottaviano Augusto imperator di Roma sapere le forze del suo imperio, volle che si facesse una general numerazione di tutti i suoi sudditi; e perciò ordinò a tutti i presidi delle provincie, e tra gli altri a Cirino preside della Giudea, che facessero venire ciascuno a scriversi, con pagare insieme un certo tributo in segno del comun vassallaggio: Factum est... edictum..., ut describeretur universus orbis (Luc. II, [1]). Pubblicato che fu quest'ordine, ecco Giuseppe che subito ubbidisce, né aspetta che prima partorisca la sua santa sposa, che stava già vicina al parto. Subito, dico, ubbidisce, e si mette in cammino con Maria pregna del Verbo Incarnato, per andare a scriversi nella città di Betlemme, ut profiteretur cum Maria... uxore praegnante. Il viaggio fu lungo, mentre come portano gli autori, fu di 90 leghe, viene a dire di quattro giornate;lungo e strapazzoso, dovendosi andare per montagne e per vie aspre, e con venti, pioggie e freddo.

    Quando entra la prima volta il re in una città del suo regno, quali onori non se gli apprestano? quanti apparati, quanti archi trionfali! Preparati dunque, o felice Betlemme, a ricever con onore il tuo Re, mentre ti avvisa il profeta, che già viene a visitarti il tuo Signore, ch'è Signore non solo di tutta la Giudea, ma di tutto il mondo. E sappi, dice il profeta, che fra tutte le città della terra tu sei la fortunata, che s'ha eletta per nascere in terra il Re del cielo, affin di regnare poi non già nella Giudea, ma ne' cuori degli uomini, che vivono nella Giudea ed in tutta la terra: Et tu, Bethleem Ephrata, parvulus es in millibus Iuda; ex te mihi egredietur qui sit dominator in Israel (Mich. V, 2). Ma ecco già entrano in Betlemme questi due gran pellegrini, Giuseppe e Maria che porta seco nell'utero il Salvator del mondo. Entrano nella città, vanno alla casa del ministro imperiale a pagare il tributo, ed a scriversi nel libro de' sudditi di Cesare, dove si scrive anche la prole di Maria, cioè Gesù Cristo, ch'era il Signore di Cesare e di tutti i principi della terra. Ma chi li riconosce? Chi va loro ad incontro per onorarli? Chi li saluta, chi l' accoglie? In propria venit, et sui eum non receperunt (Io. I, [11]). Vanno essi da poveri, e come poveri son disprezzati, anzi peggio che gli altri poveri son trattati e discacciati. Sì, perché stando ivi, factum est autem, cum essent ibi, impleti sunt dies, ut pareret (Luc. II, [6] ). Intese Maria ch'era già arrivato il tempo del parto, e che 'l Verbo Incarnato voleva in quel luogo e in quella notte nascere e farsi vedere al mondo. Ond'ella ne avviso Giuseppe, e Giuseppe con fretta si diede a procurar qualche alloggio tra le case di quei cittadini, per non portare la sposa a partorire nell'osteria, che non era luogo decente per una donzella che partoriva; tanto più che in quel tempo stava quella piena di gente. Ma non trovò chi li desse udienza, e verisimilmente da alcuno fu anche rimproverato come sciocco, in condurre la sposa vicina al parto in quel tempo di notte e di tanto concorso. Sicché fu costretto finalmente, per non restare in quella notte in mezzo alla via, di portarla alla pubblica osteria, dove v'erano già anche molti poveri alloggiati in quella notte. Vi andò; ma che? anche di là furono discacciati; e fu risposto loro che non ci era luogo per essi: Non erat eis locus in diversorio (Luc. II, 7). Vi era luogo per tutti, anche per li plebei, ma non per Gesù Cristo.- Quell'osteria fu figura di quei cuori ingrati dove molti dan luogo a tante creature miserabili, e non a Dio. Quanti amano i parenti, amano gli amici, amano anche le bestie, ma non amano Gesù Cristo, e niente fan conto, né della sua grazia, né del suo amore. Ma disse Maria SS. ad un'anima divota: Fu disposizione di Dio, che mancasse a me ed a mio Figlio alloggio tra gli uomini, acciocché l'anime innamorate di Gesù gli offerissero se stesse per alloggio, e con amore l'invitassero a venire nei loro cuori (Vedi il P. Patrign.).

    Ma seguitiamo l'istoria. Vedendosi dunque discacciati da ogni parte questi poveri pellegrini, escono dalla città per ritrovare almeno fuori di essa qualche ricovero. Camminano all'oscuro, girano, spiano; finalmente vedono una grotta che stava cavata in un sasso del monte sotto la città. Scrive il Barrada, Beda e Brocardo, che il luogo dove nacque Gesù Cristo, era una rupe scavata sotto il muro di Betlemme, separata dalla città, a guisa d'una spelonca, che serviva d'alloggio agli animali. Allora disse Maria: Giuseppe mio, non occorre passare più avanti, entriamo in questa grotta e qui fermiamoci.

    Ma come? rispose allora Giuseppe; sposa mia, non vedi che questa è grotta tutta svadata, fredda, umida, che da ogni parte scorre acqua? non vedi che questa non è stanza d'uomini, ma è stalla di bestie? Come vuoi stare qui in tutta questa notte, e qui partorire? Eppur è vero, allora disse Maria, che questa stalla, questa è la reggia, il palagio regale in cui vuol nascere in terra il Figlio eterno di Dio.

    Oh che avran detto gli angeli in vedere entrar la divina Madre a Partorire in quella grotta! I figli de' principi nascono nelle stanze addobbate d'oro, si apparecchiano loro culle ricche di gemme, panni preziosi, col corteggio de' primi signori del regno. E poi al re del cielo si apparecchia per nascervi una stalla fredda e senza fuoco? poveri pannicelli per coprirlo, un poco di paglia per letto, ed una vil mangiatoia per riporvelo? Ubi aula?, dimanda san Bernardo, ubi thronus? Dov'è la corte, dov'è il soglio regale, dice il santo, per questo Re del cielo, s'io non vedo altro che due animali che stan per fargli compagnia, e che un presepio di bestie, dove ha da esser collocato? - O grotta fortunata che avesti sorte di vedere in te nato il Verbo divino! O presepe fortunato che avesti l'onore di accogliere in te il Signor del cielo! O fortunate paglie che serviste di letto a colui che siede sulle spalle de' serafini! Ah che in considerare la nascita di Gesù Cristo e 'l modo come nacque, dovressimo tutti ardere d'amore; e in sentir nominare grotta, mangiatoia, paglia, latte, vagiti, tali nomi - pensando alla nascita del Redentore - dovrebbero essere per noi tutte fiamme d'amore, e saette che ci ferissero i cuori. Sì, voi foste fortunati, o grotta, o presepe, o paglie; ma son più fortunati quei cuori che amano con fervore e tenerezza questo amabilissimo Signore, ed infiammati d'amore l'accolgono poi nella santa comunione. Oh con qual desiderio e contento va Gesù Cristo a riposare in un cuore che l'ama!

    Entrata che fu Maria nella spelonca, subito si pose in orazione, e venuta già l'ora del parto, si scioglie i capelli, in segno di riverenza, spargendoli sulle spalle; ed ecco che vede una gran luce, sente nel cuore un gaudio celeste, bassa gli occhi, e oh Dio che mira? mira già sulla terra un bambino, così bello ed amabile, che innamora, ma che trema, che piange, e collo stender delle mani dà segno di voler esser preso tra le di lei braccia: Extendebat membra quaerens Matris favorem, secondo la rivelazione fatta a S. Brigida. Maria chiama Giuseppe. Vieni, Giuseppe, disse, vieni a vedere ch'è già nato il figlio di Dio. Viene Giuseppe, e in vedere Gesù già nato, L'adora in mezzo a un fiume di dolci lagrime: Intravit senex, et prosternens se plorabat prae gaudio (Revel., ibid.). Indi la S. Vergine con riverenza prende l'amato Figlio, e se lo pone in seno. Cerca di riscaldarlo col calore delle sue guance e del suo petto: Maxilla et pectore calefaciebat eum cum laetitia et tenera compassione materna. - Considerate la divozione, la tenerezza, l'amore che allora provò Maria in vedersi tra le braccia e in seno il Signore del mondo, il Figlio dell'Eterno Padre, che si era degnato di farsi anche figlio di lei, scegliendola per sua Madre tra le donne.- Avendolo poi già in seno Maria, l'adora come Dio, gli bacia i piedi come a suo Re, e poi la faccia come a suo Figlio. Indi cerca subito di covrirlo, e fasciarlo co' panni. Ma, oh Dio, che i panni sono aspri e rozzi perché son panni di poveri; e son freddi, sono umidi, e in quella grotta non v'è fuoco da riscaldarli!

    Venite, monarchi, venite imperatori, venite tutti, o principi della terra, venite sù ad adorare il vostro sommo Re, che per amor vostro nasce e nasce così povero in questa spelonca. Ma chi comparisce? niuno. In propria venit, et mundus eum non cognovit (Io. I). Ah che il Figlio di Dio è venuto nel mondo, ma il mondo non vuol conoscerlo. Ma se non vengono gli uomini, ben vengono gli angeli ad adorare il lor Signore. Così comanda l'eterno Padre per onor di questo suo Figlio: Et adorent eum omnes angeli eius (Hebr. I, 6). Vengono in gran numero, lodando il loro Dio cantano con giubilo: Gloria in altissimis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis (Luc. II, 14). Gloria alla divina misericordia che in vece di castigare gli uomini ribelli, fa che lo stesso loro Dio prenda sopra di sé il castigo, e così li salvi. Gloria alla divina sapienza che ha trovato il modo di soddisfare insieme la giustizia e di liberare l'uomo dalla morte da esso meritata. Gloria alla divina potenza, in abbattere le forze dell'inferno in maniera così ammirabile, col venire il Verbo divino da povero a patire dolori, disprezzi e morte, e così tirarsi i cuori degli uomini ad amarlo, ed a lasciar tutto per suo amore, onori, beni e vita: come han fatto poi tante donzelle, tanti giovani, anche nobili, e principi, per esser grati all'amore di questo Dio. Gloria finalmente al divino amore, mentre ha ridotto un Dio a farsi bambino, povero, umile, a vivere una vita penosa, ed a fare una morte spietata. per dimostrare all'uomo l'affetto che gli porta, e per guadagnarsi il di lui amore. Agnoscimus in stabulo potentiam exinanitam, sapientiam prae amoris nimietate infatuatam. Vediamo in questa stalla, dice San Lorenzo Giustiniani, la potenza di un Dio quasi annichilata; vediamo un Dio ch'è la stessa sapienza, per lo troppo amore che porta agli uomini, quasi impazzito.

    Orsù, Maria invita tutti, nobili e plebei, ricchi e poveri, santi e peccatori, ad entrare nella grotta di Betlemme, per adorare e baciare i piedi al suo Figlio già nato. Entrate dunque, anime divote, entrate a vedere sul fieno il Creatore del cielo e della terra in forma d'un piccolo bambino, ma così bello, e così luminoso che manda per tutto raggi di luce. Ora ch'è nato e sta su quella paglia, la grotta non è più orrida, ma è divenuta un paradiso. Entriamo su e non abbiamo timore. È nato Gesù, ed è nato per tutti, per ognun che lo vuole. Ego flos campi - egli ci fa sapere ne' sagri Cantici - et lilium convallium (Cant. II, 1). Si chiama giglio delle valli, per darci ad intendere che siccome egli nasce sì umile, così solamente gli umili lo trovano; perciò l'angelo non andò ad annunziar la nascita di Gesù Cristo a Cesare o ad Erode; ma a poveri ed umili pastori. Del resto egli si chiama fiore de' campi, perché sta esposto per farsi trovare da tutti: Ego flos campi, commenta Ugon cardinale, quia omnibus me exhibeo inveniendum. I fiori de' giardini stan chiusi e son riserbati tra le mura, non è permesso a tutti di trovarli e di prenderli; all'incontro i fiori de' campi sono esposti a tutti; chi li vuole, li prende; e tale vuol essere Gesù Cristo, esposto ad ognun che lo vuole. Entriamo su, la porta è aperta: non est satelles, dice S. Pier Grisologo, qui dicat non est hora. I monarchi stan chiusi nelle lor reggie, e le reggie stan circondate da' soldati: non è facile aver udienza da' principi: chi vuol parlarci, molto ci ha da stentare; più volte dovrà essere licenziato, con sentirsi dire: Ritornate in altro tempo, ora non è tempo di udienza. Non va così con Gesù Cristo. Egli se ne sta in quella grotta, e vi sta da bambino, per allettare ognun che viene a cercarlo; e la grotta è svadata, senza guardie e senza porte, sicché ciascuno può entrarvi a suo piacere quando vuole, per trovare e parlare, ed anche abbracciare questo picciolo Re, se l'ama e desidera.

    Entrate dunque sù, anime. Ecco là, guardate in quella mangiatoia, su quella povera paglia quel tenero pargoletto che piange. Vedete come è bello; mirate la luce che manda, l'amore che spira quegli occhi inviano saette a' cuori che lo desiderano; quei vagiti son fiamme a chi l'ama; la medesima stalla, le stesse paglie gridano, dice S. Bernardo: Clamat stabulum, clamant paleae, e vi dicono che amiate chi vi ama: amiate un Dio ch'è degno d'infinito amore, e ch'è sceso dalle stelle, e si è fatto bambino, si è fatto povero per farvi intendere l'amor che vi porta, e per guadagnarsi colle sue pene il vostro amore. Dimandategli sù: Ahi vago bambinello, dimmi, a chi sei figlio? Risponde: La madre mia è questa bella e pura verginella, che mi sta accanto. E 'l Padre tuo chi è? Il Padre mio, dice, è Dio. E come! tu sei figlio di Dio, e stai così povero? così umile? in questo stato chi mai ti riconoscerà? chi ti rispetterà? No, risponde Gesù, la santa fede mi farà conoscere per quel che sono, e mi farà amare dall'anime ch'io son venuto a redimere e ad infiammare del mio amore. Io non son venuto. dice, a farmi temere, ma a farmi amare; e perciò ho voluto comparire a voi la prima volta che mi vedete, da bambino cosi povero ed umile, acciocché così più mi amiate, vedendo a che mi ha ridotto l'amore ch'io vi porto. Ma dimmi, Bambino mio, perché giri gli occhi d'intorno? che vai guardando? Ti sento sospirare, dimmi, perché sospiri? Oh Dio ti sento piangere; dimmi, perché piangi? Sì, risponde Gesù, io giro gli occhi d'intorno, perché vo cercando qualche anima che mi desidera. Sospiro per desiderio di vedermi a canto qualche cuore che arda per me, come ardo io per lui d'amore. Ma piango, e per questo piango, perché non vedo, o vedo troppo poche anime e cuori che mi cercano e mi vogliono amare.

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    26 Jul 2003
    Località
    Codigoro (Ferrara)
    Messaggi
    735
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Preghiera a Gesù Bambino



    O Bambino amorevolissimo, o amore infinito, quanto mi hai amato! O fornace di carità, come non arde il mio cuore nel sentire nominare si bel nome divino? Gesù amor mio, nome disceso dal cielo, prima che fosti concepito, l'Arcangelo Gabriele annunziò a Maria questo dolcissimo nome. O salute di tutte le genti, nome a cui si inchina il cielo, la terra e l'inferno, nome terribile al demonio. Nome di latte e di miele, ad ogni anima che Ti ama. Con il tuo nome posso ogni cosa. Nome che può salvarmi e darmi salute e gaudio eterno nel cielo. Fammi la grazia di ben imprimerTi nel mio cuore e nella mia mente, affinché non ami altro che Te, non pensi altro che Te, tesoro del Paradiso, gaudio e splendore di eterna gloria. Amen

    Madre Maria Celeste Crostarosa (Napoli 1696 - Foggia 1755)

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Tutti licenziati la vigilia di Natale
    Di LupoSciolto° nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 151
    Ultimo Messaggio: 04-01-14, 10:01
  2. Vi piace di piu' la vigilia di natale o S. silvestro?
    Di Segesto II nel forum Il Seggio Elettorale
    Risposte: 65
    Ultimo Messaggio: 02-01-11, 14:41
  3. Vigilia di Natale in casa Linus
    Di benjamin_linus nel forum Prima Repubblica di POL
    Risposte: 16
    Ultimo Messaggio: 27-12-10, 13:41
  4. Orrore alla vigilia di Natale
    Di Liberale nel forum Fondoscala
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 25-12-07, 00:15
  5. Vigilia di Natale
    Di pensiero nel forum Il Seggio Elettorale
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 24-12-03, 18:02

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito