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Discussione: La perfida cannabis

  1. #1
    Roderigo
    Ospite

    Predefinito La perfida cannabis

    Scoop da ombrellone dell'Espresso svela tutte le "verità" scientifiche sullo spinello

    La perfida cannabis

    Nichi Vendola

    Un servizio che sembra commissionato da San Patrignano, un florilegio di citazioni illustri che fa davvero tenerezza per lo zelo da neofita del verbo proibizionista. Sarebbe facile prendere venti nomi prestigiosi dell'Accademia e farci su un servizio di segno opposto. Ma il punto è un altro. Nessuno intende fare l'apologia di nessuna sostanza: semplicemente vogliamo imparare a scegliere, a controllarci e a controllare ciò che ingeriamo o inspiriamo, a capire il senso e le conseguenze dei nostri gesti.


    C'era una volta L'Espresso, settimanale controcorrente d'inchiesta, di battaglia delle idee, di grandi polemiche politiche: figlio di quella sinistra "radicale" e salveminiana che, seppur minoritaria, contribuì in modi originalissimi a svecchiare la cultura e il costume della sinistra storica e in particolar modo di un Pci spesso affetto da bigottismo. Oggi quel giornale non c'è più da un pezzo, l'inchiesta è praticamente scomparsa dal panorama giornalistico (con rare e pregevoli eccezioni), le idee nascono e muoiono sulla battigia degli edicolanti, le polemiche sono le solite melense finte provocazioni del "bestiario" addizionate di effervescenti bustine di Minerva. Sotto gli ombrelloni d'agosto, poi, la carta stampata vive la sua più frivola epopea e i suoi colpi di sole. E siamo tutti abituati e rassegnati ai servizi sulle vacanze intelligenti e su quelle sceme, sulle prodezze erotiche degli italiani abbronzati, sulle ultime fantasmagoriche diete, sull'arte dei tatuaggi, sulla metafisica delle erbe o sulla fisica delle spiagge. Se non c'è un fosco delitto passionale, un portiere di notte pedofilo o una contessa decapitata, il giornalismo nostrano va letteralmente in apnea. Oppure si inventa scoop di sabbia e di acqua marina. Questa settimana L'Espresso, con la sua copertina e con un servizio che pare commissionato da San Patrignano, ci svela finalmente tutte le verità "scientifiche" sulla perfida cannabis: droga maledetta doppiamente perché considerata "leggera" e innocua, consimile alla cocaina per i traumi psicofisici che produce sugli assuntori, inutile se non dannosa nella terapia del dolore. Insomma, lo spinello brucia il cervello. La sinistra smetta di essere portatrice insana di certe suggestioni libertarie e si occupi con più serietà dell'educazione della gioventù traviata. Il florilegio di citazioni illustri, nel servizio firmato da Antonella Fiori, fa davvero tenerezza, per la sua probabile buona fede e per lo zelo da neofita del verbo proibizionista, chi di voi, folla di permissivi incoscienti, ha titoli per poter contrastare la parola nientemeno che della Susan Greenfiel «titolare della cattedra di Farmacologia Sinaptica della Oxford University, autrice di 150 pubblicazioni eccetera?». Personalmente provo disagio e complessi di inferiorità dinanzi alla parola "Sinaptica". La scienza è scienza, come dice Maurizio Gasparri. E se la scienziata oxfordiana dice che depenalizzare il possesso e l'uso di marijuana è un'idea tossica: come si fa a controbattere? Ed ecco, come colpo di grazia, il conseguente secondo scoop de L'Espresso: neppure Asia Argento si fa più le canne e dice basta agli eccessi e ai vizi da "dark lady": una vera letizia! Quasi una Moratti! O una Maria Goretti! Qui, diciamo, la scienza scivola verso il cabaret. E noi pensiamo ad anni di faticosi studi, di accumulo di libri e di controinformazione sulle sostanze psicotrope, alle splendide opere del rimpianto Giancarlo Arnao sulle droghe e sulla loro mitologia. Pensiamo a quei documenti che dimostrano come fu costruita, per ragioni economiche e politiche, l'impostura su quell'erba "cattiva" che poi fu messa all'indice.

    Pensiamo anche al fatto che la politica non deve sostituirsi alla comunità scientifica per dire ciò che fa bene e ciò che fa male (non mancano illustri studiosi che vantano gli effetti benefici di una alimentazione geneticamente modificata): ma deve semplicemente decidere le strategie più efficaci di difesa della salute pubblica. Forse al noto rotocalco progressista mancano informazioni sulla realtà planetaria delle politiche proibizioniste: su quanti danni abbiano prodotto dal lato della domanda (i consumatori di sostanze) e su quanti affari abbiano consentito di sviluppare sul lato dell'offerta (i produttori e i trafficanti). Persino la flebile sinistra clintoniana su queste cifre di inutili punizioni e di immensi business cominciava a ragionare. E l'Europa, da Tony Blair fino ad Aznar, sta aprendo la strada a percorsi di sperimentazione anti-proibizionista. Lo diciamo all'incauta giornalista che ci ha propinato il suo scoop: non ci vuole molto a prendere venti nomi prestigiosi dell'Accademia e a farci su un servizio di segno opposto a quello da lei confezionato. Il punto è un altro. Si dia conto, ma con correttezza, della ricchezza del dibattito scientifico. Ma si ragioni anche di quella varietà di fenomeni che sono stretti nella tenaglia del narcotraffico e della dipendenza: la mafia è stata rafforzata dal sistema mondiale della proibizione, la proibizione ha alimentato il consumo sporco e pericoloso, la proibizione ha disseminato per il pianeta esorcisti e stregoni della salvezza. Nessuno qui intende fare l'apologia di nessuna sostanza: semplicemente vogliamo imparare a scegliere, a controllarci e a controllare ciò che ingeriamo o inspiriamo, a capire il senso e le conseguenze dei nostri gesti. Costruendo alfabeti di sobrietà e criticità che ci emancipino dalla cultura del consumo vorace, dell'abuso ignorante, della dipendenza. Ma attenzione all'abuso di tutte le sostanze: nella redazione de l'Espresso dovrebbero evitare l'abuso di bufale...

    Liberazione 9 agosto 2002
    http://www.liberazione.it

  2. #2
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    Predefinito

    Nichi, con la sua prosa dannunziana, ci sintetizza il libertarismo alla radicale (non a caso viene citato l' Arnao) di un' ala di Rifondazione. Per fortuna però dentro Rc c'è anche chi- come Curzi- la pensa molto diversamente. Per l' intera questione si rimanda al thread "La droga e la Cia" su questo stesso forum.
    Quanto all' articolo di Nichi, mi fa tornare in mente una frase di Machiavelli, tratta dalla sua opera "Vita di Castruccio Castracani":

    "Et vedendo che voi potete intendere et vedere et che voi non intendete nè vedete quello di che, non ch'altro, si maravigliano e nemici vostri, mi persuado che Iddio non ci habbi ancora gastigati ad suo modo et che ci riserbi ad maggior flagello"

  3. #3
    Claude
    Ospite

    Predefinito

    Originally posted by Catilina
    Nichi, con la sua prosa dannunziana, ci sintetizza il libertarismo alla radicale (non a caso viene citato l' Arnao) di un' ala di Rifondazione. Per fortuna però dentro Rc c'è anche chi- come Curzi- la pensa molto diversamente. Per l' intera questione si rimanda al thread "La droga e la Cia" su questo stesso forum.
    Quanto all' articolo di Nichi, mi fa tornare in mente una frase di Machiavelli, tratta dalla sua opera "Vita di Castruccio Castracani":

    "Et vedendo che voi potete intendere et vedere et che voi non intendete nè vedete quello di che, non ch'altro, si maravigliano e nemici vostri, mi persuado che Iddio non ci habbi ancora gastigati ad suo modo et che ci riserbi ad maggior flagello"
    ...E la pensa di molto male.

  4. #4
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    Predefinito Premetto e dico

    Premesso che non sono, per mia scelta (nel senso che non ne sento il bisogno, così come non sento il bisogno di bere caffè), un consumatore di cannabis e/o altre sostanze definite droghe leggere e/o pesanti, considero tuttavia corretto l'intervento di ieri del compagno Vendola su Liberazione.
    Mi sembra che la questione stia dentro a due grandi filoni, egualmente importanti: la libertà di ognuni di noi e il modo migliore per sconfiggere il mercanteggiare sulle sostanze stupefacenti, la battaglia insomma contro le tanto celeberrime "narcomafie".
    Resto un sostenitore dell'antiproibizionismo proprio per questo.
    Poi, se qualcuno mi chiede cosa ne penso dell'uso della cannabis, io personalmente posso tranquillamente rispondere che non mi oppongo al suo uso fino a che questo non ecceda nell' "abuso" o nella coartazione della libertà altrui.
    Sciocchezze come l'equazione cannabis=drogato le lascio alla Lega Nord di Bossi e ai giovani fascistelli di An.
    Altre sciocchezze come l'equazione drogato=criminale le lascio alla sola stupidità umana che, però, spesso fa più danni del presunto criminale tossicodipendente.

    Marco

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  5. #5
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    Predefinito E allora con Miccichè come la mettiamo?

    Va bene. Allora, mettiamo che l' informativa dei carabinieri circa la consegna di una partita di cocaina all' attuale viceministro dell' Economia Miccichè dovesse rivelarsi esatta. Tu come reagiresti?

  6. #6
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    Predefinito Canna-bis? o niente?

    Io non ho detto che la legge va violata. Io ho semplicemente detto che, personalmente, ritengo che il proibizionismo non faccia altro che portare candidi sorrisi danarosi ai mafiosi, i quali trafficano beatamente attraverso le coste della Sicilia dalle lontane regioni dell'America latina ecc.
    Per stroncare questi sporchi commerci, alla cui base stanno sfruttamento e schiavizzazione delle persone, occorre cambiare proprio la legge e far sì che, con uno strumento quale quello del diritto, si possa eliminare ogni possibilità di trovare di "contrabbando" sostanze che sono ritenute "droghe".
    Se qui in occidente poi, persone come un Miccichè o altri farebbero o fanno uso di cannabis o di altro prodotto (magari sintetico e chimico, come l'ecstasy...) per mania, moda o altro è un problema della nostra malata cultura americanista.
    Vi sono persone e popolazioni che devono masticare l'hashish per sopportare la fatica del trasporto di legname o pietre, proprio nelle regioni del Brasile di Chico Mendes, dove la manodopera è schiavizzata alla massima potenza.
    La legge in Italia proibisce, lo so, l'uso della cannabis. Si rispetti la legge, ma si faccia di tutto per disobbedire civilmente (io non sono un "disobbediente" alla Casarini, anzi non nutro nessuna simpatia per tale soggetto...) e, se uno si vuole fumare una canna, uno spinello a mio parere deve essere libero di farlo, a patto che ciò non diventi fonte di danno per egli stesso e per gli altri.
    L'organizzazione mondiale della Sanità non ha mai verificato scientificamente che nessuno sia morto a causa del consumo della cannabis, che, peraltro, viene usata terapeuticamente per alzare, diciamo così, il morale dei malati terminali di cancro o di aids.

    Saluti comunisti.

    Marco

  7. #7
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    Predefinito Grande!

    "Caro Curzi,
    si è riaccesa con particolare vivacità, su questo giornale, la polemica antiproibizionista. Ebbene, da vecchio comunista che non si è mai drogato (e riaffermo con forza il diritto a stare nel nostro partito anche a quelli come me) io ritengo che drogarsi, anche con gli spinelli, sia non solo un errore, ma anche una stupidità. Probizionismo dunque? No, assolutamente. Liberalizziamo pure lo spinello, ma usarlo, ciò premesso, per me rimane una stupidità".
    V. C., Trieste
    (da "Lettere al Direttore", in "Liberazione", 11 agosto 2002 )

    Sottoscrivo appieno il contenuto di questa lettera, rilevando come purtroppo la corrente liberal di RC punti ormai alla liberalizzazione non degli spinelli (che già sono di fatto ampiamente liberalizzati dalla normativa vigente), bensì di tutti i tipi di sostanze stupefacenti, come si desume dall' articolo di Nichi che apre questo thread.

  8. #8
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    Predefinito Ma resta il problema

    Tu sottoscriverai appieno anche il contenuto di quella lettera che anche io ho letto su Liberazione. Ma il problema resta: proibizionismo o antiproibizionismo.
    Agganciarsi al moralismo cattolico o ipersalutista qui serve a poco.
    Dobbiamo verificare quale delle due strade produce non solo meno danno per gli esseri umani, ma riesce a neutralizzare lo schifoso commercio di stupefacenti nel mondo.
    E' mio parere che la strada del proibizionismo non faccia che alimentare questi commerci e che uccida molti giovani non tanto con uno spinello, quanto con l'eroina.

    Marco

  9. #9
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    Predefinito Arcobaleni

    Avrai senz'altro notato la nuova veste grafica di questo forum, dove è diminuito assai il colore rosso, sostituito da un bel cielo azzurro con tanto di arcobaleno. Falce e martello almeno sono rimasti, anche se un po' piccolini.
    Ad ogni modo, quale significato dare all' arcobaleno? Io la penso così: che in Rc, una volta accettate le pregiudiziali anticapitaliste e antifasciste (perchè se uno non le accetta, può benissimo far riferimento ad altri partiti) su tutta una serie di questioni- ad esempio quella della droga- possono civilmente convivere posizioni assai differenti, come la tua e la mia. Sono problemi di coscienza, si dice.
    E tu come lo vedi l' arcobaleno?

  10. #10
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    Talking Il mio arcobaleno: comunista, comunista, comunista!

    Caro Catilina,
    intanto ti dirò che mi piace molto il tuo nickname: il personaggio descritto da Sallustio nella sua "Congiura" mi ha sempre intrigato molto.
    Che ne penso dell'arcobaleno? Graficamente mi ha fatto piacere vedere questa trasformazione con inserito il simbolo del PRC nel mezzo del cielo.
    Fuor di metafora, sono tra coloro che nello scorso congresso hanno sostenuto gli emendamenti proposti dal compagno Claudio Grassi e da altri 54 membri del CPN (la c.d. area de "l'ernesto") in merito alle tesi di maggioranza, per le quali ovviamente ho votato.
    Questo mio sostegno all'area de "l'ernesto", alla quale faccio riferimento, deriva dal voler condividere una comune battaglia ideale e politica all'interno del partito per rimarcare la sua origine e la sua disposizione di "classe", per una rifondazione comunista non sprofondata nel solo movimentismo, ma semmai rimarcatamente COMUNISTA, e quindi fortemente anticapitalista.
    Troppo spesso, anche nelle tesi di maggioranza, ho letto la parola "liberismo" e non il termine "capitalismo".
    Il liberismo non è il capitalismo, e viceversa.
    Il liberismo è un fenomeno interno al sistema di produzione capitalistico che, come comunisti, combattiamo.
    Il mio arcobaleno, quindi non può che essere comunista. Comunista, comunista, comunista, come titolava un bellissimo articolo del compagno Raphael Rossi (coordinatore dei GC di Torino) su "l'ernesto" (numero 2 di quest'anno - lo potete leggere sul sito www.lernesto.it ).
    Un caro saluto.

    Marco


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