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Risultati da 1 a 10 di 86
  1. #1
    Alvise
    Ospite

    Predefinito L'Economia Sociale di Mercato ed il "Modello Renano"

    Tratto da: "Germania" di Palermo e Woelk

    La solidità economica della Germania è parte dell'immaginario collettivo. Per decenni, a partire dalla ricostruzione del dopoguerra, il paese si è identificato, all'interno ed all'estero, come l'economia trainante del continente europeo, grazie alla forza della sua industria e alla compattezza del sistema di relazioni industriali. Una sapiente e fortunata combinazione di libertà economica e di intervento pubblico ha saputo garantire una crescita relativamente armoniosa e territorialmente bilanciata, prezzi stabili e una complessiva pace sociale tra industria e sindacati.

    Il sistema ha radici lontane, specie nella politica economica del cancelliere Bismarck e nella legislazione sociale che l'ha accompagnata. E' nella seconda metà dell'Ottocento che politica economica e politica sociale vengono inscindibilmente unite. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la conferenza di Potsdam del 1945 stabilisce che sia mantenuta l'unità economica della Germania occupata. Tuttavia, le insanabili divergenze tra le potenze occidentali e l'Unione Sovietica quanto alla concezione economica, portano fin da subito alla creazione di zone economiche profondamente diverse tra l'area di occupazione occidentale e quella sovietica. La ricostruzione economica inizia - ormai di fatto per le sole zone occidentali - nel 1948, con la riforma monetaria e il piano Marshall, il programma di aiuti alla ricostruzione economica e infrastrutturale lanciato dall'allora segretario di Stato statunitense.

    Conformemente alla tradizione di forte interventismo statale nell'economia, la nuova parola d'ordine, il principio ispiratore della politica economica della nuova Germania guidata dal Cancelliere Adenauer* e dal Ministro dell'Economia Erhard**, è l'economia sociale di mercato: un sistema basato sulla libera iniziativa economica bilanciata dal limitato ma costante intervento dello Stato per mantenere l'equità sociale. Il concetto di economia sociale di mercato nasce soprattutto nella scuola di Friburgo al tempo della dittatura, ed è fortemente ispirato sotto il profilo ideologico dalla dottrina sociale della Chiesa. L'obiettivo è la creazione di un sistema economico che consenta e promuova lo sviluppo dell'individuo nel quadro di un sistema politico che si prenda cura del bene pubblico e dell'assistenza ai più deboli. Il padre dell'economia sociale di mercato nella sua attuazione pratica è Ludwig Erhard, che in 18 anni di governo, prima come Ministro per gli Affari Economici, poi come Cancelliere, riesce a guidare lo sviluppo di un sistema economico che consente di conciliare la promozione della libertà economica con il controllo e la regolazione pubblici. Lo Stato interviene a garanzia della libera competizione, gestendo la distribuzione dei redditi e dei patrimoni e regolamentando la politica strutturale e finanziaria. Sostanzialmente l'intervento pubblico regolatore mira a evitare l'eccessiva concentrazione di potere nei diversi settori creando e mantenendo le condizioni per una competizione effettiva.

    Dopo non poche difficoltà iniziali, il sistema prende piede e ottiene soprattutto il consenso sociale indispensabile al proprio funzionamento. Specie i primi spettacolari risultati nella lotta alla disoccupazione e alla mancanza di abitazioni convincono anche gli scettici a sposare le linee fondamentali di questa politica.

    Note:
    *Konrad Adenauer (1876-1967), Cancelliere dal 1949 al 1963. Partito: CDU.
    **Ludwig Erhard (1897-1977). Ministro dell'Economia dal 1949 al 1963, Vicecancelliere dal 1957 al 1963, Cancelliere dal 1963 al 1966. Partito: CDU.

    [Continua...]

  2. #2
    Alvise
    Ospite

    Predefinito

    Nel 1959 il Partito Socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD), nel famoso programma di Bad Godesberg rinuncia espressamente e definitivamente all'ideologia marxista e si avvicina alla politica economica sociale di mercato. L'intero "arco costituzionale" tedesco condivide gli obiettivi della crescita economica bilanciata dall'intervento pubblico, della forte tutela dei diritti sociali, della collaborazione sociale, dell'uniformità del tenore di vita e di sviluppo tra le varie parti del Paese.

    E' il momento del massimo sviluppo economico. Il maggiolino della Volkswagen diviene il simbolo del successo mondiale dell'industria automobilistica tedesca e della motorizzazione di massa. Vengono approvate moltissime leggi in ambito sociale, dalle assicurazioni alle pensioni alla lotta alla disoccupazione, e il clima economico favorevole consente una maggiore partecipazione dei lavoratori alla vita dell'impresa attraverso appositi organismi che contribuiscono alla cosiddetta democratizzazione dell'economia.

    [Continua...]

  3. #3
    Alvise
    Ospite

    Predefinito Il ‹‹Modello Renano››

    In questo momento di grande crescita e di prima stabilizzazione [inizio degli anni '60] si radica e si propaga il cosiddetto "modello renano", quel sistema economico complessivo fatto di economia sociale di mercato, di relazioni industriali, di politiche pubbliche, di cooperazione sociale e di una forte garanzia dei diritti sociali dei lavoratori che accompagna la fase più florida dell'economia tedesca, portandola ai vertici mondiali e proponendosi, per questo, come modello vincente e, forse, irripetibile. La caratteristica principale è la collaborazione tra le parti socali che si instaura e si esprime nel finanziamento congiunto da parte di datori di lavoro e lavoratori delle assicurazioni pensionistiche. di malattia e di disoccupazione, le quali, per questo motivo, sono tra le più alte del mondo, così come i salari. Il cosiddetto partenariato sociale tra sindacati e imprese si esprime, inoltre, nell'istituzionalizzazione del conflitto nel quadro del diritto sindacale e del lavoro, concordato tra le parti sociali. Dal 1949 le 16 sigle sindacali tedesche, organizzate per categorie economiche, sono riunite in un unico sindacato dei lavoratori, il Deutscher Gewerkschaftsbund, e questo ha assicurato la forza contrattuale e impedito la divisione ideologico-partitica tra le rappresentanze dei lavoratori. Gli scioperi sono stati per questo molto rari, anche se, nelle poche volte in cui si sono avuti, sono stati particolarmente duri ed efficaci.

  4. #4
    Piu Stato e meno mercato
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    L'economia sociale di mercato è una bufala. Altro non è che capitalismo assistito: gli utili ai privati e gli errori sullo Stato.

  5. #5
    SMF
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    a me nn sembra male excalibur...anzi...

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da EXCALIBUR
    L'economia sociale di mercato è una bufala. Altro non è che capitalismo assistito: gli utili ai privati e gli errori sullo Stato.
    Così è: non a caso, sentiamo perfino parlare di quella boiata allucinante del "conservatorismo sociale". Insomma, meccanismi neoliberisti con una patina di filantropia e spirito caritatevole, degno delle suggestioni protestanti più pelose ed ipocrite. Qualcosa di simile alla società inglese ai tempi della regina Vittoria...

  7. #7
    Alvise
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da EXCALIBUR
    L'economia sociale di mercato è una bufala. Altro non è che capitalismo assistito: gli utili ai privati e gli errori sullo Stato.
    L'economia sociale di mercato, così come concepita e realizzata nelle Germania del dopoguerra, per quanto perfettibile, è la forma di politica economica più vicina ad una concezione tradizionale dell'economia.

    L'elevato grado di corporatività e la risoluzione istituzionale dei conflitti di classe, tipici del modello tedesco, nonché la collaborazione di classe, anche in campo previdenziale, presenta affinità con visioni organiche e corporative.

    La cogestione degli anni '60 e '70 è stata la realizzazione sociale che più si è avvicinata, nel concreto, alla tanto sbandierata (per quanto scarsamente attuata) socializzazione della RSI.

    La garanzia della libera concorrenza e la lotta alle concentrazioni (trust) dovrebbero essere visti non solo come un tentativo di rendere il mercato più funzionale secondo lo schema dell'economia classica, ma anche come ostacolo al capitale sovranazionale.

  8. #8
    Alvise
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    Citazione Originariamente Scritto da C@scio
    Così è: non a caso, sentiamo perfino parlare di quella boiata allucinante del "conservatorismo sociale". Insomma, meccanismi neoliberisti con una patina di filantropia e spirito caritatevole, degno delle suggestioni protestanti più pelose ed ipocrite. Qualcosa di simile alla società inglese ai tempi della regina Vittoria...
    Che c'entra?
    Dove lo vedi il neoliberismo nel modello renano e nell'ESM?

  9. #9
    SMF
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    Citazione Originariamente Scritto da C@scio
    Così è: non a caso, sentiamo perfino parlare di quella boiata allucinante del "conservatorismo sociale". Insomma, meccanismi neoliberisti con una patina di filantropia e spirito caritatevole, degno delle suggestioni protestanti più pelose ed ipocrite. Qualcosa di simile alla società inglese ai tempi della regina Vittoria...
    scusa, ma c'è una bella differenza fra il cosiddetto "conservatorismo compassionevole" alla Bush con l'economia sociale di mercato che è di fatto una versione modernizzata di concetti quali la socializzazione e l'alternativa corporativa.
    Alemanno e Storace, così come tutta la destra sociale, s'è sempre prodigata affinchè A.N. e l'intera coalizione di cdx abbandonassero il liberismo (anche se in una versione moderata o "nazionale") per "adottare" l'Economia Sociale di Mercato...se è quel "di mercato" che di dà fastidio, beh nn so che dirti

  10. #10
    Alvise
    Ospite

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    Esiste un brutto vizio diffuso, ovvero che, ogni qual volta si legge la parola "mercato", si alza una barriera psicologica.

    Tale vizio non è molto diverso da quello che alza tale barriera al comparire della parola "sociale".

    Il mercato e la libera iniziativa privata sono molto più antichi del capitalismo moderno. C'erano durante l'antichità e durante il medioevo, e molto prima della riforma prostestante.

    Lo stesso Weber, nel suo celebre saggio, si premura di chiarire che con "capitalismo" lui non intende il capitalismo in generale (quale quello medievale, quello antico, quello tradizionale...) bensì il capitalismo moderno, al quale era sottesa una certa etica del profitto fine a sé stesso come sommo valore morale, un determinato geist, sul quale egli disserta ampiamente.

 

 
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