di Giancarlo Lannuti

La prospettiva di elezioni politiche anticipate - per ora soltanto teorica, ma comunque esplicitamente evocata dal primo ministro Sharon - sta mandando in fibrillazione il partito laburista, al cui interno cresce l'opposizione al sostanziale appiattimento sulla linea dura di Sharon che fin qui ha caratterizzato la partecipazione del partito al governo di unità nazionale. Negli ultimi giorni due clamorosi gesti di sfida hanno agitato le acque laburiste: prima l'uscita dal governo del vice-ministro della Difesa Dalia Rabin-Pelossof, figlia dell'ex-primo ministro e firmatario degli accordi di Oslo Yitzhak Rabin, assassinato nel novembre 1995 da un integralista ebraico; poi le dimissioni dal parlamento di Shlomo Ben Ami, già ministro degli Esteri nel governo Barak. Entrambi sollecitano l'uscita del partito laburista dal governo Sharon, e il loro gesto chiama dunque esplicitamente in causa le responsabilità sia dell'attuale leader del partito e ministro della Difesa Benjamin Ben Eliezer sia dello stesso ministro degli Esteri Shimon Peres, che atteggiandosi a «colomba» ha di fatto garantito una costante «copertura» alla politica del primo ministro.
Shlomo Ben Ami, braccio destro di Barak durante le trattative di Camp David nel luglio 2000, si è opposto fin dall'inizio alla partecipazione del partito laburista al governo di unità nazionale ed è giunto alla decisione di lasciare il parlamento proprio per dare uno scossone, visto che l'attuale leadership continua a respingere ogni ipotesi di dissociazione dalla politica di Sharon. Dalia Rabin ha dapprima aderito al governo, con un gesto che qualcuno ha interpretato come una rottura rispetto alla eredità politica del padre; ma già da parecchi mesi ha capito che la strada imboccata da Sharon è una strada senza uscita e in palese contraddizione con la linea di Oslo e si è quindi battuta per la rottura della coalizione, in una posizione tanto più difficile in quanto vice proprio di Ben Eliezer, leader ufficiale del partito e fautore convinto della linea «dura».

Il malessere che regna nelle file laburiste - e che nelle settimane precedenti alla formazione del governo Sharon aveva fatto temere addirittura una possibile scissione - viene dunque nuovamente allo scoperto; e adesso è la stessa leadership di Ben Eliezer ad essere messa in discussione, dopo essere stata duramente contestata al momento della sua elezione, avvenuta con un margine di voti assai ristretto e con l'esplicita accusa di brogli. Alla già nota candidatura del presidente della Commissione Esteri e Difesa del parlamento Haim Ramon si aggiunge ora a sorpresa quella del popolare sindaco di Haifa Amram Mizna, che prima ancora di essere ufficialmente annunciata ha già il sostegno di autorevoli esponenti del partito come il ministro delle scienze e dello sport Matan Vilnai. Se ci saranno le elezioni anticipate la partita non sarà facile per i laburisti, poiché malgrado la crisi economica la linea dura di Sharon ha ancora il consenso della maggioranza dell'opinione pubblica, anche se il margine diminuisce di giorno in giorno; la ricerca di una nuova leadership e di una nuova credibilità può apparire dunque decisiva per affrontare il confronto con il premier in carica o magari con il suo diretto antagonista all'interno del Likud, l'ex-premier Benjamin Netanyahu, a sua volta in crescita di consensi.

Liberazione 13 agosto 2002
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