Manifesto del sindacalista, dubbi nel correntone. Berlinguer chiede «un programma di popolo, non solo di vertici»
Referendum, Bertinotti incalza Cofferati
Raccolte 500 mila firme per l’estensione dell’articolo 18, se ci sarà il via libera voto in primavera
ROMA - Appare quasi come una risposta al «manifesto» di Sergio Cofferati l'annuncio spedito ieri da Rifondazione comunista: dopodomani verranno consegnate alla Corte di Cassazione le 500 mila firme necessarie per i referendum su lavoro, scuola (a difesa della pubblica) e ambiente promossi con altre organizzazioni. Sei quesiti, tra cui però uno centrale nella polemica a sinistra: «In particolare - sottolinea infatti un comunicato del partito di Fausto Bertinotti - si è raggiunto l'obiettivo delle sottoscrizioni necessarie per chiedere l'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori a tutte le aziende». Questo referendum ha avuto l'appoggio di una parte dei Ds (Socialismo 2000 e qualcuno della sinistra); il sostegno dei Verdi (con qualche tentennamento, visto che tutta una fascia di piccole e medie aziende agricole di riferimento non gradisce); e l'avallo di un settore della Cgil, oltre che di componenti della società civile. Contrari invece gli altri, primo fra tutti proprio il segretario generale del sindacato di Corso Italia. Il quale ha avviato altre mobilitazioni: dalla raccolta di firme (5 milioni è il traguardo prefissato) sotto un documento contro il Patto siglato da Cisl e Uil con il governo e per l'ampliamento di diritti anche ai lavoratori atipici, all'ipotesi di indire una consultazione referendaria quando le leggi collegate al Patto (che riguardano la modifica dell'articolo 18) dovessero essere varate.
DIVERSITA’ - La diversità tra Ulivo e Rifondazione è stata rimarcata ancora una volta da Cofferati nella sua intervista al Corriere della Sera («il Prc ha una collocazione esterna al centrosinistra; in vista delle elezioni si confronteranno per trovare un punto di contatto») e Bertinotti del resto ha subito rivendicato l'autonomia del proprio partito: «Abbiamo un progetto comunista autonomo. Cofferati è innovativo nella forma ma conservatore nella sostanza». Se ci sarà il via libera di Cassazione e Corte costituzionale e i referendum si svolgeranno in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, la battaglia a sinistra si annuncia molto aspra. Ma sono molti altri i terreni di scontro, a partire dal «controllo» dei no global: storicamente di Rifondazione ma ora chiamati al dialogo anche da Cofferati.
Il progetto annunciato dal leader Cgil continua infatti a creare turbolenze nel centrosinistra: piace ai prodiani, a parte della sinistra Ds, al Pdci, ai Verdi, ai movimenti; sconcerta gli altri. All'idea di un comitato di 20 saggi per definire il programma dell'Ulivo, il capogruppo alla Camera della Margherita Pierluigi Castagnetti continua a preferire un governo ombra, formato da personalità come Amato, Bersani, Bindi, D'Alema, Letta, Visco... «anche Cofferati potrebbe farne parte». E per quanto riguarda il leader unico, può essere giusto, ma dovrebbe essere scelto nel 2006 e non nel 2004: «sarebbe più prodiano, no?», commentano sempre dalla Margherita.
SINISTRA INTERNA - Il correntone diessino cerca di assestarsi: «Non siamo noi ad essere spiazzati. Mi incuriosiscono ad esempio certi silenzi...», dice Pietro Folena facendo riferimento ai leader del suo partito e della coalizione. E se Giovanni Berlinguer, guida dell'area, chiede al numero uno della Cgil un «programma di popolo e non solo di vertici», per Folena si tratta comunque di «una sostanziale convinta condivisione del progetto cofferatiano. La linea del Grande Ulivo è giusta, è proprio quello che abbiamo indicato al Congresso di Pesaro in qualità di minoranza. La maggioranza non capiva...». Molto soddisfatto anche il senatore Antonello Falomi: «Finalmente è chiaro che Cofferati non è né un estremista né un massimalista. Ribadisce la necessità del bipolarismo ma non concede nulla alla logica dell'inciucio, questa è la vera alternativa al centrodestra. Qualcuno a sinistra ha sensibilità diverse? Non è una novità». Mantiene infatti tutte le sue critiche il fondatore di Socialismo 2000, Cesare Salvi: «Cofferati esprime idee che sono sempre state di Veltroni. Io sono per l'unità a sinistra e contrario al bipolarismo con questo maggioritario».
Daria Gorodisky
Corriere della Sera 7 agosto 2002