SICILIA: L’INDIPENDENTE, QUANDO BORSELLINO DIVENNE IL MITO DEL FUAN
Roma - Borsellino di sinistra? Nient’affatto. Dopo aver pubblicato un editoriale di Italo Bocchino, vice presidente dei deputati di AN, che ha chiesto a Rita Borsellino di ritirare la sua candidatura per l’Unione in rispetto della memoria del fratello, L’Indipendente torna sull’argomento nel numero di domani pubblicando una serie di testimonianze sul magistrato palermitano ucciso in un attentato dalla mafia.
Nel 1989, a Siracusa, si tenne una conferenza nazionale del Fuan, l’organizzazione universitaria missina. Invitato dal senatore del Msi Pippo Tricoli, suo amico di vecchia data, arrivò da Marsala, dove era procuratore della Repubblica, Paolo Borsellino. Viaggiava da solo su una alfetta blindata, scassatissima. Racconta Maurizio Gasparri dell’esecutivo nazionale di AN all’Indipendente: “quella è una delle immagini che più mi ha colpito dell’uomo. Gli chiesi esterrefatto: giudice, e se le fanno un attentato? Lui, con un’alzata di spalle: ‘se mi vogliono colpire mi colpiscono. Scorta o non scorta’. Col senno di poi, come dargli torto”.
Gasparri ricorda la frase con cui il magistrato concluse il suo intervento (“ragazzi, non rinunciate mai ai vostri ideali. Portateli avanti finchè non avrete i capelli bianchi”) e la standing ovation che i giovani universitari gli tributarono. “Borsellino parlava il nostro linguaggio. Toccava le corde giuste. Quello fu un momento particolare. Quasi irreale. Nello stesso tempo, i giovani di destra lo iscrivevano nel pantheon ideale degli propri eroi civili, affianco a personalità come Muccioli o Don Gelmini, e si rassegnavano a salutarlo, consapevoli dei rischi ai quali il suo operato lo esponeva”. Gasparri quindi critica duramente la decisione della sorella di Paolo Borsellino di candidarsi con la sinistra: “la signora Rita sta facendo del “casellismo” usando come mezzo la notorietà del fratello. Ma Paolo Borsellino era l’anti-Caselli per eccellenza. Dispiace vedere quel cognome messo al servizio di una causa che lui, da vivo, non avrebbe servito mai”.
Anche Giuseppe Ayala, componente del pool antimafia con Falcone e Borsellino, oggi senatore dei Ds, conferma all’Indipendente le simpatie politiche del magistrato: “Che Borsellino fosse un uomo di destra non si discute. Racconto un aneddoto. Alle politiche del 1992 ero candidato in Sicilia per il Partito Repubblicano. Chiesi sostegno agli amici Falcone e Borsellino, che si resero disponibili a partecipare ai mie convegni elettorali. Paolo, però, un giorno mi prese da parte e mi disse a muso duro: ‘sappi che neanche se mi spari ti voto. Io sono monarchico e di destra’. Poi però lo fece. Neanche il suo attivismo giovanile era un mistero per noi. Ma mai e poi mai si sognò di usare la toga per fare politica”.
Nell’articolo, è riportata anche la testimonianza di Fabio Tricoli, giornalista del Tg5, che racconta il rapporto di amicizia fra Paolo Borsellino e il padre Pippo, senatore del Msi, e le esperienze giovanili dei due nella Giovane Italia.