Bush stipula accordi bilaterali per evitare la Corte
Non basta l'impunità di un anno


R. E.

Gli Stati Uniti vogliono negoziare patti bilaterali con i paesi firmatari del Tribunale penale internazionale che assicurino l'immunità ai propri soldati, per evitare in modo permanente la giurisdizione del Tpi. Lo ha rivelato ieri il New York Times, sottolineando che a Washington, nonostante la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che sottrae per una anno i soldati statunitensi alla giurisdizione del Tribunale, si continua a temere che la Corte possa essere strumentalizzata a fini politici. Per questo, a quanto riferisce il quotidiano newyorkese, l'amministrazione repubblicana ha deciso di proseguire sulla strada dei negoziati bilaterali. La soluzione è prevista dal Trattato di Roma istitutivo della Corte che, all'art 98, permette ai diversi paesi di negoziare l'immunità delle proprie truppe su base bilaterale. Washington ha già concluso due accordi di questo tipo con Israele e con la Romania (l'ambasciatore rumeno a Washigton ci ha tenuto a specificare l'accordo non ha nulla a che fare con la richiesta della Romania di entrare nella Nato. Una decisione al riguardo è attesa questo autunno). In pratica entrambi i Paesi si impegnano a non consegnare truppe statunitensi alla Corte. E l'Italia, secondo fonti dell'amministrazione Bush citate dal Times, è uno dei prossimi Paesi che saranno contattati per la stipula di un accordo. Insomma si sta profilando un vero e proprio boicottaggio del Tpi da parte di un gruppo di paesi capeggiati dagli Stati Uniti, che intendono così continuare a fare il bello e il cattivo tempo in ogni parte del mondo. Gravissimo il fatto che il governo italiano si accingerebbe a far parte di questo gruppo.
«Noi stiamo lavorando con un certo numero di paesi per concludere accordi simili - ha detto Philip Reeker, portavoce del Dipartimento di Stato - con un ampio numero di paesi e abbiamo apprezzato che la Romania fosse il primo tra questi a fare ciò».

Il presidente Bill Clinton aveva firmato il trattato che stabiliva la nascita della Corte nel 2000, a pochi mesi dalla fine del suo mandato presidenziale, senza tuttavia far ratificare dal Senato questo provvedimento sostanzialmente di facciata. Nel mese di maggio infatti Bush revocò la firma dando il via ad una vera e propria guerra contro il Tpi. Dure critiche alla politica della Casa Bianca sono arrivata dall'organizzazione umanitaria Amnesty International. «E' un vero oltraggio la posizione americana - ha detto Alex Arriaga, direttore per le relazioni con il governo della sezione Usa - gli Stati Uniti dovrebbero appoggiare la causa della giustizia». Come è noto l'amministrazione americana teme che l'istituzione del Tpi possa ritorcersi contro i 9000 americani "peacekeepers" che stazionano in nove paesi ed erano riusciti appunto ad ottenere dalla Corte la citata impunità per un anno, che potrebbe verosimilmente essere prorogata. Ma l'estensione degli accordi bilaterali dimostra ancor più il servilismo esistente nel mondo nei confronti dell'unica superpotenza.

Liberazione 8 agosto 2002
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