La Camera ha approvato martedì scorso la proposta di legge dell' UDC (Unione Democratici Cristiani) e quella analoga dei Verdi, per il riconoscimento e la valorizzazione degli oratori parrocchiali. Il provvedimento prevede una serie di agevolazioni pratiche, immobiliari, organizzative e fiscali.
Quindi la nostra società "più libera e avanzata"- come ha dichiarato il capogruppo UDC Volontè- sarà fondata su una discriminazione di partenza: un bambino "cattolico", con il sostegno riservato agli oratori, avrà certamente più scelta, riguardo alle opportunità formative, di un bambino "laico".
Se un genitore cattolico decide di demandare alle strutture parrocchiali la gestione del tempo libero e dell' educazione del proprio figlio, ne ha ovviamente pieno diritto. Ma non è corretto che queste cose vengano finanziate da tutti, compresi i cittadini che cattolici non sono e che quindi non vorranno usufruire degli oratori. Naturalmente il provvedimento è stato votato dalla Casa delle Libertà... dei cattolici... (e i repubblicani che cosa avranno detto?) e ha fatto lo stesso anche una parte dell' Ulivo (quella erede della tradizione cattocomunista).
Si sono astenuti i socialisti. Solo Rifondazione e Pdci hanno tenuto alto l' onore laico votando contro il provvedimento.
La deputata Tiziana Valpiana del PRC ha infatti affermato che la legge è discriminatoria: "Chi è di fede cattolica avrà dei vantaggi non universalmente condivisi".
Chi può darle torto? Comunque, prima che la legge passi anche al Senato, una soluzione per estendere i privilegi di genitori e figli cattolici a tutti ci sarebbe: una bella... "illuminazione sulla via di Damasco" delle famiglie laiche...