Giovani senza lavoro, in Italia è dramma
Rapporto Ocse: le donne le più penalizzate


Castalda Musacchio

Per i giovani, in Italia, il lavoro è un vero e proprio dramma. A descrivere una situazione al limite dell'allarme sociale è l'Ocse che ha stilato l'ultimo rapporto sulle prospettive occupazionali pubblicato ieri. Il tasso dei giovani senza lavoro (tra i 20 e i 24 anni) corrisponde al 29, 5% della popolazione attiva. Nella classifica fra i paesi più industrializzati siamo superati solo dalla Polonia che ha un tasso di disoccupazione tra i giovani pari al 37, 5% della popolazione attiva. E, tra questi, le più penalizzate sono le donne.
L'Italia è anche il fanalino di coda per l'occupazione "in rosa": lavorano solo il 50,7% delle donne contro una media dei paesi Ocse del 69%. Solo la Spagna fa peggio, con un tasso di occupazione del 50,6%. L'Italia può vantare inoltre anche uno degli scarti più alti tra lavoro femminile e maschile: 33,9% contro una media del 18,6 della zona Ocse. Di nuovo, in questa tabella negativa, si posiziona peggio di noi solo la Grecia con il 35,9%, seguito dalla Spagna con il 34,8%. Nonostante l'occupazione delle italiane che hanno un livello di studi superiori salga al 78,7% contro una media Ocse dell'82, 1%, nella maggior parte dei casi, sono in poche ancora a occupare posti di responsabilità. Solo lo 0,3% infatti occupa funzioni di direzione, il tasso più basso dei paesi industrializzati e la metà della media Ocse (0, 6%).

Le cose non vanno meglio se si considerano i dati globalizzati e riferiti all'intera area Ocse. Il rallentamento dell'economia si tradurrà tra i paesi maggiormente industrializzati nel 2002 in una cifra record di disoccupati pari a 35,6 milioni, 2,7 milioni in più rispetto al 2001. Solo in Europa occidentale i senza lavoro saranno 20,4 milioni, cifra tuttavia in linea con la media degli ultimi dieci anni. E ai dati corrispondono anche riflessioni dalle prospettive cupe. «La crescita dell'occupazione - dichiara ancora l'Ocse - è stata bassa in maniera significativa nel 2001 e si attende ancora in calo nel 2002».

«Il ritmo dell'occupazione - prevede ancora l'organizzazione parigina - si riprenderà solo nel 2003» con un numero di disoccupati che scenderà a 34,9 milioni. Il rapporto sottolinea come il fenomeno "disoccupazione" si è fatto sentire soprattutto negli Stati Uniti dove, nel 2002, i disoccupati saliranno a 7,9 milioni, al di sopra dei 7,5 milioni della media dal 1989 al 1999. Si tratta, rileva l'Ocse, della prima volta che l'occupazione europea, stimata in salita dello 0,3%, supera la performance Usa. Tasso che è, invece, destinato a scendere con maggior forza solo in Italia dove dovrebbe attestarsi al 9, 1% contro il 9, 6% del 2001. Ma il dramma resta in tutta la sua gravità.


Liberazione 10 luglio 2002
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