Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito A Genova, un anno dopo :)

    1. Genova: abitanti 6.000.000.000
    2. Elettrogasparri
    3. Disobbedire a Bossi & Fini
    4. Carta anno uno
    5. Gli appuntamenti della settimana



    *** 1. Genova: abitanti 6.000.000.000 ***

    Era scritto sulle magliette del Genoa social forum: "Voi G8, noi
    6.000.000.000". Genova è il luogo dove centinaia di migliaia di persone si
    assunsero la responsabilità di dar voce a tutti coloro che non ce l'hanno.
    La copertina del nuovo numero di Carta settimanale, in edicola giovedì a
    Roma e Milano e venerdì in tutta Italia, vuole riproporre questo impegno,
    nei giorni in cui si ricorda quel che avvenne un anno fa.

    Lo facciamo, naturalmente, dedicando gran parte del numero a Genova.
    Il programma delle giornate genovesi di quest'anno.
    Un'inchiesta sui sindacati, confederali e non, e il loro rapporto con il
    "movimento dei movimenti".
    La città, dove vi è preoccupazione, per l'anniversario, come spiega in un
    articolo Monica Lanfranco, e la cui ex "zona rossa" rischia di diventare una
    zona commerciale.
    La narrazione di quel che avvenne, la elaborazione di un "mito" fondante di
    quella "comunità aperta" che è il movimento, come dicono in un'ampia
    intervista i cinque Wu Ming.
    Il tentativo di capire meglio, attraverso l'inchiesta che venne realizzata
    un anno fa, intervistando ottocento persone che manifestavano a Genova, da
    un gruppo di ricercatori e docenti, una dei quali, Donatella Della Porta, ne
    scrive ampiamente.
    Infine, proponiamo il punto di vista di Carta su quel che è accaduto in
    questo anno, e sulle prospettive: una proposta di discussione rivolta a
    tutti.

    Ma non è finita: nel nostro sito internet, www.carta.org, che per
    l'occasione ha una home page speciale, troverete tutti i documenti, i
    programmi, gli approfondimenti e, giorno per giorno, resoconti di quel che
    accade. Inoltre, il questionario da compilare, per chi ha subito danni
    provocati dai gas usati a Genova dalla polizia.

    E in edicola, insieme a Carta, manifesto, Unità e Liberazione, ci sono
    ancora il Libro bianco e il cd-rom del Gsf sul luglio del 2001.

    Buon viaggio verso Genova.
    http://www.carta.org/rivista/settima...8/sommario.htm
    http://www.carta.org/


    *** 2. Elettrogasparri ***

    Il ministro delle telecomunicazioni, Gasparri, talvolta torna ad essere quel
    che è sempre stato, un fascista. Con un decreto legislativo arbitrariamente
    connesso alla "legge obiettivo" sulle Grandi Opere, ordina ai sindaci di
    tacere sulla collocazione delle nuove antenne per telefonini. Ma
    l'Associazione nazionale dei comuni si ribella, come racconta in un
    articolo, sul nuovo numero di Carta, il sindaco di Grottammare, Massimo
    Rossi. Mentre Guido Santonocito, del Wwf, spiega in una documentata
    intervista perché l'elettrosmog fa male.
    http://www.carta.org/rivista/settima...8/sommario.htm


    *** 3. Disobbedire a Bossi & Fini ***

    La legge sull'immigrazione è stata approvata, e la disobbedienza si sta
    organizzando. A dirlo non sono solo i movimenti, ma voci autorevoli
    dall'interno della Caritas. Un'intervista.
    http://www.carta.org/rivista/settima...8/sommario.htm


    *** 4. Carta anno uno ***

    Grazie per gli auguri numerosi e per i molti questionari, sul giornale, che
    ci stanno tornando compilati. Ci servono a lavorare meglio. In questo nuovo
    numero del settimanale, ripubblichiamo il questionario: compilatelo!
    http://www.carta.org/rivista/settima...estionario.htm


    *** 5. Gli appuntamenti della settimana ***

    Per chi non potesse venire a Genova, ci sono sempre gli appuntamenti dei
    Cantieri sociali. Date un'occhiata a cosa succede nella vostra città.
    http://www.carta.org/agenda











    Se volete suggerirci altri indirizzi ai quali inviare la no news letter o se
    invece non volete più riceverla, scrivete a carta@carta.org

  2. #2
    Quin igitur expergiscimini?
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    Predefinito "Genova-G8: c'ero anch'io". Le memorie di Catilina.

    Un anno fa ero a Genova. Colgo l' occasione offerta dal messaggio di yurj, per pubblicare alcune mie riflessioni risalenti a quei giorni.

    .1.
    E' chiaro che i fatti di Genova hanno sorpreso per le loro dimensioni e la loro violenza. In particolare è emersa in tutta la sua evidenza una realtà fino a quel momento sfuggente, tanto da far sospettare a lungo che fosse un fenomeno mediatico-militare intermittente e addirittura virtuale. In effetti quello che è successo a Genova non era successo a Seattle un anno e mezzo fa, né a Nizza né a Praga né a Goteborg, sebbene ogni tappa annunciasse un'escalation.
    Insomma, non sappiamo neppure bene come chiamarli, vedo che l'espressione più ricorrente è "compagni anarchici" e allora la prendo per buona, perché da lì imposterò poi qualche considerazione.
    Innanzitutto, comunque, è bene stabilire- come ha osservato David Brayden, uno dei pionieri del "popolo di Seattle"- che questi "compagni anarchici" si annunciano come una componente stabile., la tragica variabile indipendente e permanente del movimento in tutte le sue articolazioni.
    E allora è meglio che ci chiariamo le idee. Perché va bene denunciare l'operato della "polizia cilena", smascherare le sue inadempienze e violenze, ma è altrettanto essenziale sciogliere un equivoco.
    A Genova ci siamo stati, ma la valutazione degli avvenimenti e il giudizio politico mi sembra che non coincidano.
    Esprimo quindi, in maniera conclusiva, quella che è la mia opinione su questa svolta fondamentale.
    Io non ritengo che i "compagni anarchici" che hanno operato a Genova siano dei sognatori, idealisti candidi incapaci di violenza, se non quando- provocati dalla polizia "cilena"- si trasformano in eroici guerrieri che difendono i cortei. Credo invece che la loro visione e la loro pratica politica nulla abbiano a che vedere con il comunismo.
    Dichiarare la propria contrapposizione a livello politico nei confronti dei "compagni anarchici" non significa, peraltro, "criminalizzarli", ma operare per la chiarezza della rispettive posizioni.
    Si può partire, ovviamente, dal presupposto che tutte le informazioni che sono state diffuse in questi giorni sui fatti di Genova siano menzogne del Sistema e in quel caso si può anche concludere che le documentate distruzioni di 83 auto, 41 negozi, 34 banche, 9 uffici postali, 6 supermercati, 16 distributori di benzina, 8 edifici tra pubblici e privati, 1 centralina per il rilevamento dell'inquinamento, ecc. ecc. rappresentino tutte l'inevitabile conseguenza delle azioni di legittima difesa dei "compagni anarchici" per fermare la polizia "cilena".
    A mio avviso- invece- visto che li abbiamo classificati come "compagni anarchici", esse sono un'espressione della pratica insurrezionalista storicamente tipica di alcuni filoni dell'anarchismo, sono la vecchia "propaganda del fatto", le azioni esemplari per risvegliare le masse dall'apatia adeguate ai tempi (anche se i Genovesi a quanto ho visto stavano tappati in casa, sembrava di essere in una città spettrale). Nella concretezza della lotta politica, l'anarchismo ha assunto infatti caratteristiche eterogenee, ma alcune costanti- come quella di cui sto parlando- sono rimaste. E lo dico senza alcuna indignazione, senza voler "criminalizzare", ma per rimarcare il mio totale dissenso politico rispetto a questa impostazione.
    Un discorso simile vale per gli arresti effettuati nella notte del 22 luglio. Condannata, naturalmente, la barbarica irruzione della polizia, si viene a sapere che fra gli arrestati (molti tedeschi, inglesi, ecc.) non pochi risultano avere precedenti penali… Anche in questo caso- al di là delle invenzioni e montature poliziesche- dobbiamo riconoscere, senza criminalizzare né scandalizzarci, che siamo dinanzi ad un'altra caratteristica storica dell'anarchismo.. E di nuovo mi chiedo: tutto questo che cosa c'entra con il comunismo? A meno che, quando parliamo della necessità di individuare un nuovo soggetto rivoluzionario, non ci riferiamo agli "outsiders" di marcusiana memoria, ma non mi sembra proprio.
    Che senso ha, quindi, per tutti i motivi che ho detto, prendere a spada tratta le difese degli "anarchici" a Genova o fare chissà quali sottili distinzioni?
    Io ribadisco il mio totale dissenso politico nei confronti della loro ideologia e delle loro pratiche, e ciò non significa- ripeto-"criminalizzarli".
    Non voglio convincere nessuno, ognuno di noi continuerà a tenersi le sue valutazioni. Però si sappia che su quanto è successo a Genova evidentemente non la pensiamo tutti allo stesso modo. Nella qual cosa non ci vedo nulla di scandaloso.

  3. #3
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    Predefinito "Genova G8: c'ero anch'io". Le memorie di Catilina.

    .2.
    Non è facile riprendersi velocemente da una Caporetto come quella del 20-21 luglio, riemerge- in chi ha vissuto nel passato esperienze simili (anche se mai a questo livello di caos e di cialtroneria) una specie di "dolore della memoria", quasi che 30 anni fossero passati invano e non avessero insegnato niente.
    Proprio per questo occorre discutere e ragionare ancora, capire quale può essere il nostro compito in questa fase.
    Io vedo una estrema pericolosità nella tenaglia che si sta stringendo sul movimento antiglobalizzazione, costituita dalla dalla direzione direzione GSF da un lato e dagli "anarchici insurrezionalisti" dall'altro. E' questo il centro del problema, non l' improbabile avvento di una "dittatura militare alla cilena"; forme di violento autoritarismo possono essere favorite semmai proprio dallo stringersi di tale tenaglia, come hanno dimostrato i fatti di Genova.
    "Una frittata di fragole e sangue, ecco cosa ha fatto l'intellighentia del GSF. Dopo aver protestato contro la militarizzazione della città ora Agnoletto accusa il governo di non aver arrestato i cattivi". Questa la lapidaria dichiarazione di Oreste Scalzone, che fotografa tuttavia l'amara verità.
    Quale bilancio politico si può trarre da tutta la vicenda, dunque? A mio avviso, ciò che di tragico è accaduto non è stato il prezzo di una rivoluzione tentata, ma solo l'effetto provocato dagli ultras della violenza antisistema tollerati da una Sinistra che si presenta radicale a parole e nelle posture, mentre nei fatti rivela la riproposizione di vecchie e fallimentari idee riformiste: questa globalizzazione è cattiva, ma se ne auspica una buona e diversa. Tollerati al fine di creare il clima giusto per ricompattare l'area dopo i ripetuti rovesci elettorali.
    I manifestanti erano la carne da cannone dell'opposizione, di tutta l'opposizione di sinistra e anche di centrosinistra, quella che fisicamente non era presente, ma che aveva scelto Genova per il G8 e che sarebbe stata a Palazzo se non avesse perso le elezioni. Il corteo di sabato andava annullato: non si possono portare in piazza centinaia di migliaia di persone, tra cui tantissimi adolescenti, e trasformare i cortei in tram dai quali gli "insurrezionalisti" di mezzo mondo possono salire o scendere a loro piacimento. Agnoletto sapeva: sapeva di non poter disporre o di non voler disporre di un adeguato servizio d'ordine in grado di controllare la situazione. E le famose tute bianche di Casarini, che giorni prima avevano lanciato dichiarazioni di guerra, che cosa hanno fatto per impedire il peggio?
    Le parole di Bertinotti: "Voglio esprimermi con assoluta chiarezza: prima di tutto sulle ipotesi di autodifesa che circolano tra molti compagni: va respinta ogni ipotesi di ricostruzione di servizi d'ordine". Al loro posto "bisogna diffondere capillarmente una molteplicità di strumenti. Dai giornali ai filmati, dalle istantanee ai volantini; e bisogna interloquire a fondo con quell'area del giornalismo democratico che ha fornito cronache oneste e serie. Penso ai pull di avvocati come punto di riferimento".
    Rischiamo di avere così ancora cortei inermi, utilizzati strumentalmente per diventare luogo delle violenze degli "anarchici insurrezionalisti" e della polizia. Il futuro è davvero buio. Noi- credo- possiamo soltanto sottrarci alla morsa di questa assurda tenaglia e svolgere, nei limiti delle nostre possibilità, un'opera di informazione e di denuncia di quanto sta accadendo e di quanto si sta preparando.

  4. #4
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    Predefinito "Genova G8: c'ero anch'io". Le memorie di Catilina.

    .3.
    TESTIMONIANZA DI FRA' DANILO (Convento di Nostra Signora del Monte - San Fruttuoso)

    "VENERDI' 20 LUGLIO - I cortei si sono trovati allo sbando. Innanzitutto ho notato la mancanza di leader.
    I Black Bloc sono stati una cosa orribile, con una tattica suo modo intelligente. Li ho visti in azione in piazza Giusti, veramente una furia umana: saccheggiavano tranquillamente il supermercato e poi incendiavano la banca. Ho provato uno choc non tanto per la violenza quanto per la calma di quelle persone. Una cosa interessante del Black è la capacità di cambiare la personalità in cinque minuti, dalla violenza alla estrema gentilezza, persone anche di una certa cultura, non degli sciocchi. Difficili da decifrare […] Non so indicare le soluzioni tecniche, ma certamente qualcosa si poteva fare. Sembra impossibile che gruppi abbiano potuto scorrazzare liberamente al di là delle grate della zona rossa".


    TESTIMONIANZA DI PASQUALE SCIMECA (regista)

    "VENERDI' 20 LUGLIO - Corso Buenos Aires è pieno di poliziotti; 300/400 a piedi e sulle camionette; gli elicotteri volano a bassa quota. Il nemico è là in fondo al corso, in via Tommaseo. E' da lì che si alza il fumo nero. Un paio di cassonetti rovesciati sull'asfalto e incendiati, formano una barricata e da dietro la barricata ci sono una cinquantina di ragazzi vestiti di nero e mascherati. Un paio di loro avanzano oltre la barricata e tirano pietre sui poliziotti, gli altri con mazze di ferro e punteruoli devastano due banche, cabine del telefono e danno fuoco a una macchina. Due file di poliziotti avanzano a passo di marcia, alcuni di loro si fanno avanti e sparano candelotti lacrimogeni. Ma giunti a una cinquantina di metri dalla piazza spunta un funzionario in borghese che urla: "Fermi, smettete di sparare". I poliziotti si fermano, riprenderanno ad avanzare solo quando, dopo aver distrutto piazza Tommaseo, i Black Bloc si saranno ritirati.
    […]
    Dietro alla piazza c'è un commissariato, e lì davanti vi sono alcuni poliziotti in divisa che chiacchierano tranquillamente con uomini in borghese vestiti come i manifestanti di prima […] Giungiamo nelle stradine che fiancheggiano il muro della stazione di Brignole. Qui troviamo un gruppo di tute nere. Sono spagnoli. Una decina di loro improvvisano una specie di danza al suono di tamburi. Il mio operatore li riprendere. Loro si lasciano riprendere. Sono tranquilli, quando parlano davanti alle telecamere alzano le dita in segno di vittoria. Ma all'improvviso spunta un gruppo di tre, quattro persone. Sono vestiti come gli altri, hanno un passo e un atteggiamento da militari. Sono armati con mazze e bastoni, parlano veneto e daNno ordini secchi. Si accorgono del mio operatore che li sta riprendendo, gli si scagliano contro, gli sfasciano la telecamera e gli sequestrano la cassetta."

 

 

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