Fulvio Aurora
«Sanità: Nel campo della Sanità il Governo, salvaguardando i principi universalistici del servizio sanitario nazionale, abbandonerà, nella logica della devoluzione, la pretesa di indicare modelli organizzativi rigidi da applicare su tutto il territorio…». Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia spiega cosa in concreto il Governo intende fare; le parole sono contraddittorie, ma l'effettiva volontà di andare verso un sistema sanitario diverso che rende residuale il servizio sanitario nazionale, è chiara ed evidente. Infatti il ministro dichiara che le Regioni (devoluzione) dovranno predisporre delle Mutue integrative o sostitutive cui i cittadini possono o devono (se sono sostitutive) accedere per rispondere alle loro necessità di salute. La prima Mutua o assicurazione riguarderà i malati cronici non autosufficienti: di fronte ad una contribuzione dei datori di lavoro e dei lavoratori, secondo il modello tedesco, viene definita una risposta in caso di non autosufficienza prevalentemente monetaria, cioè al cittadino non autosufficiente verrà corrisposta una somma di denaro per acquistare sul mercato i servizi che gli servono. Naturalmente i soldi non basteranno. Il cittadino pertanto che ha pagato le imposte per la sanità, che in alcuni casi ha pure pagato i ticket, che avrà pagato per contrarre l'assicurazione (quindi il suo salario verrà ad essere diminuito), dovrà aggiungere altro denaro per avere una risposta compiuta. Sempre che il nostro cittadino ipotetico il denaro ce l'abbia, altrimenti si arrangerà…, ovvero ridurrà la sua speranza di vita.
A questo tipo di misura si aggiunge la modifica del prontuario terapeutico, ovvero il passaggio di molti farmaci - visto che la principale imputata secondo il Dpef è la spesa farmaceutica - dalla fascia gratuita a quella a pagamento. Peggio dei ticket perché si pagherà tutto il costo!
Il cittadino - che può - viene spinto con queste misure e con quelle che da anni si stanno prendendo, ultimamente acuite, di riduzione ed eliminazione di servizi e di posti letto ad andare anche autonomamente verso la stipula di assicurazioni private o mutue sostitutive, di nuovo quindi dando una spallata finale all'esistenza di un diritto stabilito dalla Costituzione.
Le misure stabilite dal Dpef riguardano anche un'ulteriore razionalizzazione delle strutture di cui non è dato conoscere l'entità, che certamente non saranno poca cosa.
Il Governo quindi sta facendo il salto di qualità: non è semplicemente una stangata che taglia il salario e peggiora le condizioni dei servizi, ma è un vero e proprio passaggio ad un altro sistema. Nessuno lo ha chiesto (a parte la Confindustria e le Assicurazioni), nessuno lo vuole, eppure è stato stabilito ed ora, conformemente al decisionismo di Berlusconi, di Formigoni e degli altri verrà messo in atto.
Non possiamo rimanere indifferenti. Nessun democratico può farlo, movimenti, organizzazioni sindacali, associazioni o partiti. Dichiarazioni contrarie durissime sono arrivate dai partiti del centro sinistra e dai sindacati, ad esempio dall'ex ministra Rosy Bindi, dalla responsabile dei problemi della sanità della Cgil, Gloria Malaspina, come pure dal segretario del sindacato dei medici di famiglia Mario Falconi.
Tutti saranno d'accordo nel ritenere che la pur necessaria battaglia parlamentare che dovrà arrivare fino all'ostruzionismo non sia sufficiente, occorre andare oltre, ci vuole la mobilitazione e la lotta, e prima che sia troppo tardi.
Questa è la nostra intenzione e il nostro appello.
Liberazione 12 luglio 2002
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