Come ripetutamente promesso, finalmente mi accingo a raccontarvi questo viaggio di cui vi ho tante volte accennato. Uno dei miei compagni di viaggio mi sta scansionando (e pian piano mandando) un po' di foto (non tutte e 350, sarebbe lunghissimo, e poi quelle con i visi riconoscibili non le posso postare), per cui non c'è più motivo di rimandare, visto che ci tenevo a corredare il racconto con delle foto.
Tra l'altro, visto che non abbiamo mai realizzato un sito internet relativo al nostro viaggio, questo potrà diventare una specie di "surrogato", nonchè una base per il libro vero e proprio che vorremmo scriverne.
Bè, andiamo ad incominciare, e partiamo da circa un anno prima.
Andrea, uno dei miei migliori amici e gran viaggiatore nonchè motociclista, una sera che eravamo in un locale mi fa: "Che ne diresti se riprendessimo in mano il progetto di un anno fa di andare in Mongolia?". In effetti ne avevamo parlato l'anno prima, ma non se ne era fatto più nulla per vari motivi. Io, che per qualche motivo il pallino della Mongolia ce l'ho da quando ero alle scuole elementari, ovviamente non manco l'occasione e gli rispondo entusiasta: "Certo, cazzo, mi piacerebbe un casino!". "Però io vorrei andarci in moto", mi ribatte lui. E qui io sono perplesso: ho già fatto un viaggio in moto con Andrea l'anno prima, siamo stati in Spagna a Cadaques, io ero passeggero (perchè non ho mai avuto la patente per la moto). Si trattava di "soli" 1.000 km o poco più, la moto era una comoda e maneggevole Africa Twin, ma nonostante ciò a circa metà viaggio volevo morire per il male al culo, la stanchezza e la scomodità. Pensare di fare seduto sul posto del passeggero di chissà quale moto un viaggio 10 volte più lungo mi faceva venire immediatamente il mal di stomaco al solo pensiero.
Comunque, intanto l'idea era lanciata. "Chi altri potremmo coinvolgere?". Due nomi saltano fuori immediatamente: Manu, altro motociclista pazzo e persona che ha poco di umano, sembra che abbia cocaina liquida al posto del sangue nelle vene, e Marco, un vecchio amico di Andrea, di Reggio Emilia, con cui questi aveva compiuto altri viaggi motociclistici in Africa ed in Asia in passato. I due vengono contattati nei giorni a seguire, e dimostrano molto interesse per il viaggio, sicchè una sera ci si ritrova tutti e 4 in una pizzeria a Castelfranco Emilia (più o meno a metà strada tra Bologna e Reggio), nella quale Marco ed Andrea avevano sempre progettato i loro viaggi passati.
Salta subito fuori il primo problema: io vorrei evitare a tutti i costi di farmi il viaggio in moto, perchè so che non me lo godrei, e propongo di prendere una macchina da mettere al seguito delle tre moto, anche perchè su questa di potrebbero caricare la maggior parte dei bagagli, ricambi, cibo ecc. Gli altri non sono molto propensi, vorrebbero che il viaggio fosse esclusivamente motociclistico. Si discute un po' la cosa, e si rimanda la decisione ad altro momento. L'idea comunque è questa: si comprano dei mezzi di seconda-terza mano con cui arrivare fino ad Ulan Bator, dopo di che li si vende in loco e si torna a casa in aereo. Si cominciano a fare un po' di conti di quanto la cosa potrebbe venire a costare tra acquisto dei mezzi, le spese di viaggio, l'assicurazione, ecc. ecc., e viene fuori una cifra un po' troppo alta. Anche stringendo all'osso, non ci stiamo dentro, ci serve un quinto membro dell'equipaggio per dividere ulteriormente le spese.
Contattiamo Lorenzo, altro vecchio amico e buon viaggiatore. Anche lui è molto interessato, ma neanche lui vuol saperne mezza di fare il viaggio come passeggero su una moto, e mi appoggia nell'idea dela macchina. Forte di questo appoggio e della necessaria presenza della quinta persona, insisto anch'io, ed alla fine gli altri cedono: prendiamo anche la macchina.