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Discussione: Pasqua di Resurrezione

  1. #1
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    Predefinito Exsultet

    Exsultet iam angelica turba caelorum:
    exultent divina mysteria:
    et pro tanti Regis victoria tuba insonet salutaris.

    Gaudeat et tellus tantis irradiata fulgoribus:
    et, aeterni Regis splendore illustrata,
    totius orbis se sentiat amisisse caliginem.

    Laetetur et mater Ecclesia,
    tanti luminis adornata fulgoribus:
    et magnis populorum vocibus haec aula resultet.

    Quapropter astantes vos, fratres carissimi, (1962: "adstantes")
    ad tam miram huius sancti luminis claritatem,
    una mecum, quaeso,
    Dei omnipotentis misericordiam invocate.

    Ut, qui me non meis meritis
    intra Levitarum numerum dignatus est aggregare,
    luminis sui claritatem infundens,
    cerei huius laudem implere perficiat.

    (1962: Per Dominum nostrum Iesus Christum filium suum: Qui cum eo vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus. Per omnia saecula saeculorum. R. Amen.)

    V. Dominus vobiscum.
    R. Et cum spiritu tuo.
    V. Sursum corda.
    R. Habemus ad Dominum.
    V. Gratias agamus Domino Deo nostro.
    R. Dignum et iustum est.

    Vere dignum et iustum est,
    invisibilem Deum Patrem omnipotentem
    Filiumque eius unigenitum,
    Dominum nostrum Iesum Christum,
    toto cordis ac mentis affectu et vocis ministerio personare.

    Qui pro nobis aeterno Patri Adae debitum solvit,
    et veteris piaculi cautionem pio cruore detersit.

    Haec sunt enim festa paschalia,
    in quibus verus ille Agnus occiditur,
    cuius sanguine postes fidelium consecrantur.

    Haec nox est,
    in qua primum patres nostros, filios Israel
    eductos de Aegypto,
    Mare Rubrum sicco vestigio transire fecisti.

    Haec nox est,
    quae peccatorum tenebras columnae illuminatione purgavit.

    Haec nox est,
    quae hodie per universum mundum in Christo credentes,
    a vitiis saeculi et caligine peccatorum segregatos,
    reddit gratiae, sociat sanctitati.

    Haec nox est,
    in qua, destructis vinculis mortis,
    Christus ab inferis victor ascendit.

    Nihil enim nobis nasci profuit, nisi redimi profuisset.
    O mira circa nos Tuae pietatis dignatio!

    O inaestimabilis dilectio caritatis:
    ut servum redimeres, Filium tradidisti!

    O certe necessarium Adae peccatum,
    quod Christi morte deletum est!
    O felix culpa,
    quae talem ac tantum meruit habere Redemptorem!

    O vere beata nox,
    quae sola meruit scire tempus et horam,
    in qua Christus ab inferis resurrexit!

    Haec nox est, de qua scriptum est:
    Et nox sicut dies illuminabitur:
    et nox illuminatio mea in deliciis meis.

    Huius igitur sanctificatio noctis fugat scelera, culpas lavat:
    et reddit innocentiam lapsis et maestis laetitiam.
    Fugat odia, concordiam parat et curvat imperia.

    In huius igitur noctis gratia,
    suscipe, sancte Pater, laudis huius sacrificium vespertinum,
    quod tibi in hac cerei oblatione sollemni,
    per ministrorum manus
    de operibus apum, sacrosancta reddit Ecclesia.

    Sed iam columnae huius praeconia novimus,
    quam in honorem Dei rutilans ignis accendit.

    Qui, licet sit divisus in partes,
    mutuati tamen luminis detrimenta non novit.
    Alitur enim liquantibus ceris,
    quas in substantiam pretiosae huius lampadis
    apis mater eduxit.

    (1962: O vere beata nox,
    quae exspoliavit Aegyptios,
    ditavit Hebraeos!
    Nox in qua terrenis caelestia,
    humanis divina iunguntur.)

    (O vere beata) nox,
    in qua terrenis caelestia, humanis divina iunguntur!
    Oramus ergo te, Domine,
    ut cereus iste in honorem tui nominis consecratus,
    ad noctis huius caliginem destruendam,
    indeficiens perseveret.

    Et in odorem suavitatis acceptus,
    supernis luminaribus misceatur.
    Flammas eius lucifer matutinus inveniat:
    Ille, inquam, lucifer, qui nescit occasum:
    Christus Filius tuus,
    qui, regressus ab inferis, humano generi serenus illuxit,

    (1962: Precamur ergo te, Domine: ut nos famulos tuos, omnemque clerum, et devotissimum populum: una cum beatissimo Papa nostro N. et Antistite nostro N., quiete temporum concessa, in his paschalibus gaudiis, assidua protectione regere, gubernare et conservare digneris. Respice etiam ad eos, qui nos in potestate regunt, et, ineffabili pietatis et misericordiae tuae munere, dirigere cogitationes eorum ad iustitiam et pacem, ut de terrena operositate ad caelestem patriam perveniant cum omni populo tuo. Per eundem Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus: per omnia saecula saeculorum. R. Amen.)

    et vivit et regnat in saecula saeculorum.

    R. Amen.

    R. Amen.

    EXULTET

  2. #2
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    Predefinito Pasqua di Resurrezione

    Dal sito SANTI E BEATI:

    Pasqua di Risurrezione del Signore

    (celebrazione mobile) - Solennità

    Martirologio Romano: In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne.

    Se il Natale è la festività che raccoglie la famiglia, riunisce i parenti lontani, che più fa sentire il calore di una casa, degli affetti familiari, condividendoli con chi è solo, nello struggente ricordo del Dio Bambino; la Pasqua invece è la festa della gioia, dell’esplosione della natura che rifiorisce in Primavera, ma soprattutto del sollievo, del gaudio che si prova, come dopo il passare di un dolore e di una mestizia che creava angoscia, perché per noi cristiani questa è la Pasqua, la dimostrazione reale che la Resurrezione di Gesù non era una vana promessa, di un uomo creduto un esaltato dai contemporanei o un Maestro (Rabbi) da un certo numero di persone, fra i quali i disorientati discepoli.
    La Risurrezione è la dimostrazione massima della divinità di Gesù, non uno dei numerosi miracoli fatti nel corso della sua vita pubblica, a beneficio di tante persone che credettero in Lui; questa volta è Gesù stesso, in prima persona che indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini, che trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna, per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo.
    La Pasqua è una forza, una energia d’amore immessa nel Creato, che viene posta come lievito nella vita degli uomini ed è una energia incredibile, perché alimenta e sorregge la nostra speranza di risorgere anche noi, perché le membra devono seguire la sorte del capo; ci dà la certezza della Redenzione, perché Cristo morendo ci ha liberati dai peccati, ma risorgendo ci ha restituito quei preziosi beni che avevamo perduto con la colpa.

    Racconto evangelico

    Esaminiamo adesso la cronologia degli avvenimenti che seguirono alla morte e sepoltura di Gesù. La sepoltura fu una operazione provvisoria, in quando essendo ormai un’ora serale e si approssimava con il tramonto il Sabato ebraico, in cui è noto era proibita qualsiasi attività, il corpo di Gesù fu avvolto in un lenzuolo candido e deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia, appartenente a Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio, ma ormai seguace delle idee del giovane “Rabbi” della Galilea.
    Le operazioni necessarie per questo tipo di sepoltura, che non era l’inumazione nel terreno, e cioè il cospargere il corpo con profumi ed unguenti conservativi e l’avvolgimento dello stesso corpo con fasce o bende (ne abbiamo l’esempio nel racconto di Lazzaro risuscitato dallo stesso Gesù); queste operazioni, dicevamo, furono rimandate a dopo il Sabato dalle pie donne, le quali dopo aver preparato gli aromi e visto dove era stato deposto il corpo di Gesù, alla fine si allontanarono.
    Dopo la Parasceve (vigilia del Sabato) quindi appena dopo sepolto Gesù, i sacerdoti ed i Farisei si recarono da Pilato dicendogli che si erano ricordati “che quell’impostore quando era ancora in vita, disse: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risorto dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!”.
    E Pilato, secondo il solo Vangelo di Matteo, autorizzò il sigillo del sepolcro e dispose alcune guardie per controllarlo.
    Trascorso il Sabato, in cui tutti osservarono il riposo, Maria di Magdala, Maria di Cleofa e Salome, completarono la preparazione dei profumi e si recarono al sepolcro di buon’ora per completare le unzioni del corpo e la fasciatura; lungo la strada dicevano tra loro, chi poteva aiutarle a spostare la pesante pietra circolare, che chiudeva la bassa apertura del sepolcro, che era composto da due ambienti scavati nella roccia, consistenti in un piccolo atrio e nella cella sepolcrale; quest’ultima contenente una specie di rialzo in pietra, su cui veniva deposto il cadavere.
    Quando arrivarono, secondo i Vangeli, vi fu un terremoto, un angelo sfolgorante scese dal cielo, si accostò al sepolcro fece rotolare la pietra e si pose a sedere su di essa; le guardie prese da grande spavento caddero svenute. Ma l’Angelo si rivolse alle donne sgomente, dicendo loro: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”.
    Proseguendo con il racconto del Vangelo di Matteo, le donne si allontanarono di corsa per dare l’annunzio ai discepoli. Piace ricordare che anche l’annunzio della nascita di Gesù avvenne tramite un Angelo a dei semplici pastori, così anche la Sua Risurrezione viene annunciata da un Angelo a delle umili donne, che secondo l’antico Diritto ebraico, erano inabilitate a testimoniare, quindi con questo evento che le vede messaggere e testimoni, viene anche ad inserirsi un evento storico nella socialità ebraica.
    Lungo la strada lo stesso Gesù apparve loro, che prese dalla gioia si prostrarono ad adorarlo e il Risorto disse loro: “Non temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
    Proseguendo nella lettura del Vangelo di Matteo (che è l’unico ad indicare l’esistenza di un drappello di guardie), mentre le donne proseguirono veloci alla ricerca degli apostoli per avvisarli, alcuni dei soldati di guardia, rinvenuti dallo spavento provato, si recarono in città a riferire ai sommi sacerdoti l’accaduto.
    Questi allora, riunitasi con gli anziani, decisero di dare una cospicua somma di denaro ai soldati, affinché dichiarassero che erano venuti i discepoli di Gesù di notte, mentre dormivano e ne avevano rubato il corpo, promettendo di intervenire in loro favore presso il governatore, se avessero avuto delle punizioni per questo.
    Questa diceria, propagata dai soldati, si è diffusa fra i Giudei fino ad oggi. Se colpa si potrebbe attribuire alle autorità religiose ebraiche dell’epoca, questa riguarda l’ostinazione nello sbagliare anche di fronte all’evidenza, pur di non ammettere l’errore commesso; “quel timore che venga rubato il corpo, quelle guardie al sepolcro, quel sigillo apposto per loro richiesta, sono la testimonianza della loro follia ed ostinazione” (s. Ilario); in realtà tutto ciò servì soltanto a rendere più certa ed incontestabile la Resurrezione.
    Quando le donne raggiunsero gli apostoli e riferirono l’accaduto, essi corsero verso il sepolcro, ma Pietro e Giovanni corsero avanti, al sepolcro arrivò per primo Giovanni più giovane e veloce, ma sulla soglia si fermò dopo aver visto il lenzuolo (Sindone) a terra, Pietro sopraggiunto, entrò per primo e constatò che il lenzuolo era per terra, mentre il sudario, usato per poggiarlo sul capo dei defunti, era ripiegato in un angolo, poi entrò anche Giovanni e ambedue capirono e credettero a quanto lo stesso Gesù, aveva detto in precedenza riguardo la sua Risurrezione.
    A questo punto, con gli apostoli che se ne ritornano tutti meravigliati e gioiosi verso la loro dimora, riempiti di certezza e nuova forza, termina il racconto evangelico del giorno di Pasqua; Gesù comparirà altre volte alla Maddalena, agli Apostoli, ai discepoli di Emmaus, a sua madre, finché non si avrà la sua Ascensione al cielo; gli Evangelisti raccontano in modo diverso questi avvenimenti connessi con la Resurrezione, ma in sostanza simili nell’insegnamento.

    Liturgia e Veglia Pasquale

    Adesso è utile descrivere l’aspetto liturgico della Pasqua, che è bene ricordare è il culmine della Settimana Santa, è festa di grande solennità per il mondo cristiano, prosegue con l’Ottava di Pasqua e con il Tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino all’altra solennità della Pentecoste.
    Dopo il silenzio, penitenza e meditazione del Sabato Santo, la liturgia prevede la grande Veglia pasquale, che è la celebrazione più importante dell’anno liturgico e quella che più esprime la gioia della fede in Gesù Cristo risorto e Salvatore dell’uomo.
    La notte nella quale il Signore passa dalla morte alla vita, segna il punto più alto della storia religiosa dell’umanità; fin dai primi secoli, i cristiani l’hanno celebrata con la più grande solennità. Sant’Agostino la chiama “la madre di tutte le veglie sante, durante la quale il mondo intero è rimasto sveglio”.
    Nel corso di questa notte, la Chiesa celebrava e celebra la Resurrezione di Cristo, battezzando nuovi cristiani e domandando a coloro che già lo sono, di rinnovare tutti insieme gl’impegni del loro Battesimo.
    La Veglia pasquale è una celebrazione complessa ed unitaria, che si svolge in momenti successivi: 1) Liturgia della Luce; 2) Liturgia della Parola; 3) Liturgia Battesimale; 4) Liturgia Eucaristica.
    Il rito si svolge nella notte, simbolo della vita, che senza Cristo, è immersa nelle tenebre dell’ignoranza e dell’errore, del peccato e della morte.

    LITURGIA DELLA LUCE – Benedizione del nuovo fuoco

    La cerimonia si svolge all’esterno della chiesa, tutta oscurata; il celebrante benedice il fuoco nuovo in un braciere, simbolo dello Spirito Santo e della virtù teologale della Carità, infusa in noi nel Battesimo.
    Benedizione del cero pasquale
    Segue la benedizione del cero pasquale, grande cero che rimarrà acceso durante le cerimonie liturgiche, per tutto il Tempo Pasquale e che verrà spento il giorno di Pentecoste, dopo la lettura del Vangelo; la sua origine sembra risalire al IV secolo.
    Il cero viene ornato da cinque grossi grani d’incenso, disposti a forma di croce e dalle lettere dell’alfabeto greco Alfa e Omega, che sono rispettivamente la prima e l’ultima, che alludono a Cristo, principio e fine di tutta la realtà.
    Per la benedizione il sacerdote usa questa formula: “Il Cristo ieri e oggi / Principio e fine / Alfa e Omega. A lui appartengono il tempo ed i secoli. A lui la gloria e il potere / per tutti i secoli in eterno. Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose, ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore”.
    Poi il celebrante attinge dal fuoco benedetto, la fiamma per accendere il cero pasquale, mentre pronunzia. “La luce del Cristo che risorge glorioso, disperda le tenebre del cuore e dello spirito”. Il cero rappresenta anche la virtù teologale della Fede, che illumina il cammino di santificazione del cristiano.
    Processione d’ingresso
    Guidati dalla fiamma del cero pasquale, la processione avanza nella chiesa oscurata, mentre il sacerdote canta per tre volte con tonalità crescenti, le parole: “Lumen Christi” o “Cristo luce del mondo” a cui i fedeli rispondono “Deo gratias” o “Rendiamo grazie a Dio”; ad ogni sosta si accendono progressivamente le candele dei ministri e poi quelle di tutta la chiesa.
    Man mano la luce vince le tenebre in un suggestivo simbolismo; la processione è simbolo della virtù teologale della Speranza, del cammino del popolo di Dio nella via della santificazione.
    L’annuncio pasquale
    Davanti a tutta l’Assemblea cristiana, che tiene la candela accesa in mano, il celebrante o il diacono canta l’Exultet o annuncio pasquale, in cui invita la Chiesa ad innalzare un inno di ringraziamento e di lode al Signore misericordioso, che ha redento l’umanità dal peccato.
    Sono note due versioni dell’Exultet, la romana e l’ambrosiana, la cui attribuzione è dubbia, forse fra i probabili autori è compreso anche s. Ambrogio; anche se se ne ha prova fin dal IV secolo a Roma, nella liturgia fu introdotto più tardi, fra il VI e VIII secolo. Al termine, spente le candele e sedutasi, l’assemblea ascolta il canto del ‘Preconio’ da parte del diacono.

    LITURGIA DELLA PAROLA

    Vengono letti sette brani del Vecchio Testamento, narranti la creazione del mondo, il sacrificio di Abramo, l’esodo dall’Egitto, il passaggio del Mar Rosso e alcune profezie dei profeti biblici; il filo conduttore che unisce queste letture è la notte, sia dell’atmosfera sia del cuore, ma Dio vegliava e dall’oscurità si accese improvvisamente la luce.
    Poi viene intonato il canto del ‘Gloria’, con il suono delle campane, l’illuminazione completa della chiesa, il suono dell’organo, tutto simboleggiante l’avvenuta Resurrezione di Cristo e del significato e beneficio che ne è scaturito per gli uomini. Segue il canto dell’Alleluia, che per tutto il periodo della Quaresima era stato omesso nella liturgia, in segno di mestizia per la Passione di Gesù. Infine c’è la lettura del brano evangelico secondo Luca (24, 1-12) che narra la scoperta da parte delle donne e poi degli Apostoli dell’avvenuta Resurrezione.

    LITURGIA BATTESIMALE

    Viene posto a vista dei fedeli un catino con l’acqua che sarà utilizzata per i futuri Battesimi, compresi quelli, se ve ne sono, di questa santa notte. L’acqua viene benedetta dal celebrante (essa è simbolo del dono della Grazia e della Vita nuova, comunicata da Cristo) dopo la recita delle Litanie dei Santi; la benedizione effettuata con l’immersione del cero pasquale, una o tre volte, è accompagnata da bellissime preghiere del celebrante, che per motivi di spazio non riportiamo, essendo un po’ lunghe.
    Seguono le promesse battesimali rinnovate dall’Assemblea, dopo se vi sono dei battezzandi si procede con il Battesimo di essi e al termine tutti i presenti, a ricordo del proprio battesimo, vengono aspersi con l’acqua benedetta. Terminato questo rito, il sacerdote e il lettore recitano la preghiera dei fedeli, omettendo in questa occasione la recita del Credo.

    LITURGIA EUCARISTICA

    A questo punto la liturgia diventa quella solita della celebrazione della Messa, con Prefazio, preghiere, antifone proprie della festività di Pasqua e si conclude con la solenne benedizione del celebrante.
    Durante il giorno della Domenica di Pasqua le celebrazioni delle Messe sono come al solito, ma caratterizzate di solennità.

    Storia della Festa – Tradizioni

    La datazione della Pasqua, nel mondo cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, la prima era composta da ebrei convertiti e la celebrava subito dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dell’anno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana.
    Mentre i cristiani convertiti dal paganesimo, la celebravano nel primo giorno della settimana, cioè la Domenica (il Sabato ebraico), questo criterio fu adottato dalla Chiesa d’Occidente. La controversia durò parecchio, coinvolgendo sante ed autorevoli figure di vescovi di ambo le parti, come Policarpo, Ireneo e papi come Aniceto e Vittore I; solo con il Concilio di Nicea del 325, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera.
    Tralasciamo tutte le successive controversie su questo problema; oggi la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile denominandola così Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita. Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate, come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste.
    La Chiesa contempla per i cattolici l’obbligo del Precetto Pasquale, cioè confessarsi e ricevere l’Eucaristia almeno una volta nel periodo pasquale. Legata alla celebrazione della Pasqua, vi sono alcune tradizioni come ‘l’uovo di Pasqua’; l’uovo è da sempre il simbolo della vita; per i cristiani l’uovo di Pasqua è simbolo del sepolcro, vuoto all’interno, ma che contiene in sé la più grande sorpresa: la Resurrezione, simbolicamente nell’uovo di cioccolato che si regala, si trova perciò una sorpresa.
    Nel pranzo pasquale viene aspersa la tavola imbandita, intingendo nell’acqua benedetta un rametto di ulivo, distribuito nella Domenica delle Palme.
    Il Papa da antichissima data impartisce la solenne benedizione “Urbe et Orbe”, cioè a Roma ed al Mondo. Fra le tantissime manifestazioni civili e folcloristiche, che si effettuano nel mondo in questo giorno di festa, citiamo per concludere, solo lo ‘scoppio del carro’ a Firenze, con tutto il contorno di corteo in costumi d’epoca.

    Autore: Antonio Borrelli





    Carl H. Bloch, Pala della Resurrezione, XIX sec.

    Carl H. Bloch, Resurrezione, XIX sec.

    Carl H. Bloch, Resurrezione, 1881

    Carl H. Bloch, Cena di Emmaus, XIX sec.

  3. #3
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    Albrecht Altdorfer, La Resurrezione di Cristo, 1516 circa, Kunsthistorisches Museum, Vienna

    Andrea del Castagno, Resurrezione di Cristo, 1447, Sant'Apollonia, Firenze

    Beato Angelico, Resurrezione di Cristo e le donne al sepolcro, 1440-41, Convento di S. Marco, Firenze

    Giovanni Bellini, Resurrezione di Cristo, 1475-79, Staatliche Museen, Berlino

    Dieric Bouts il Vecchio, Resurrezione di Cristo, 1450-60, Norton Simon Museum of Art, Pasadena

    Giotto di Bondone, Resurrezione di Cristo (Noli me tangere), 1304-06, Cappella Scrovegni (Cappella Arena), Padova

  4. #4
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    El Greco, Resurrezione di Cristo, 1577-79, Chiesa di Santo Domingo el Antiguo, Toledo

    El Greco, Resurrezione di Cristo, 1600-05, Museo del Prado, Madrid

    Matthias Grünewald, Dittico della Annunciazione e Resurrezione di Cristo, 1515 circa, Musée d'Unterlinden, Colmar

    Hans Memling, Altare della Passione, particolare della Resurrezione di Cristo, 1491, Museum für Kunst-und Kulturgedichte, Lubecca

  5. #5
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    Terry Watkins, La Resurrezione di Cristo

    Hans Memling, Resurrezione di Cristo, Museum of Fine Arts, Budapest

    Peter Paul Rubens, Resurrezione di Cristo, 1612, O.-L. Vrouwekathedraal, Antwerp

    Peter Paul Rubens, Resurrezione di Cristo

    Bartolomeo Schedoni, Le due Marie al sepolcro, 1613, Galleria Nazionale, Parma

    Correggio, Noli me tangere, 1525 circa, Museo del Prado, Madrid

  6. #6
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    Benjamin Gerritsz Cuyp, L'Angelo del signore apre la Tomba di Cristo, 1640 circa, Museum of Fine Arts, Budapest

    Hans Holbein il Giovane, Noli me tangere, 1524 circa, Royal Collection, Hampton Court

    Beato Angelico, Noli me tangere, 1440-41, Convento di San Marco, Firenze

    Agnolo Bronzino, Noli me tangere, 1561, Musée du Louvre, Parigi

  7. #7
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    Alonso Cano, Noli me tangere, 1640 circa, Museum of Fine Arts, Budapest

    Duccio di Buoninsegna, Noli me tangere, 1308-11, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

    Tiziano Vecellio, Noli me tangere, 1512 circa, National Gallery, Londra

    Agnolo Bronzino, Noli me tangere

    Bertholomeus Spranger, Noli me tangere, 1591, National Museum of Romania, Bucarest

    Louis de Silvestre, Noli me tangere, 1735, Gemäldegalerie, Alte Meister, Dresda

    Guercino, Cristo risorto appare alla Vergine, 1629, Pinacoteca Comunale, Cento

  8. #8
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    Predefinito Víctimae pascháli laudes

    Víctimae pascháli laudes *
    immólent Christiáni.

    Agnus redémit oves *
    Christus innócens Patri
    reconciliávit peccatóres.
    Mors et vita duéllo conflixére
    mirándo*
    dux vitae mórtuus, regnat vivus.

    Dic nobis, Maria,
    quid vidísti in via ?
    Sepúlcrum Christi vivéntis *
    et glóriam vidi resurgéntis.

    Angélicos testes,
    sudárium et vestes.
    Surréxit Christus spes mea *
    praecédet vos in Galilaéam.

    Scimus Christum surrexísse a
    mórtuis vere *
    tu nobis, víctor Rex, miserère.
    Amen. Allelúia.



    William Holman Hunt, The Risen Christ with the Two Marys in the Garden of Joseph of Arimathea, 1847, Londra



    Gustave Doré, L'Angelo annuncia la resurrezione di Cristo

  9. #9
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    Predefinito Christus vincit

    Christus vincit! Christus regnat!
    Christus imperat!

    Joanni Paulo II Summo Pontifici et universali Patri,
    pax, vita et salus perpetua!

    N. N. Reverendissimo Episcopo nostro
    et universo clero et populo el commisso
    pax, vita et salus perpetua!

    Tempora bona veniant!
    Pax Christi veniat! Regnum Christi veniat!

  10. #10
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    Predefinito Regina coeli

    Regina coeli, laetare, alleluia:
    Quia quem meruisti portare, alleluia.
    Resurrexit sicut dixit, alleluia.
    Ora pro nobis Deum, alleluia.

    V. Gaude et laetare, Virgo Maria, Alleluia,

    R. Quia surrexit Dominus vere, alleluia.

    Oremus: Deus qui per resurrectionem Filii tui, Domini nostri Iesu Christi, mundum laetificare dignatus es: praesta, quaesumus, ut per eius Genetricem Virginem Mariam, perpetuae capiamus gaudia vitae. Per eundem Christum Dominum nostrum.

    R. Amen.

 

 
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