Dall'Omelia di san Giovanni Crisostomo sul cimitero e la croce.
Nostro Signore percorre oggi gli abissi delle tenebre. Oggi egli ha spezzato le porte di bronzo e ha rotto le spranghe di ferro. Osservate come sono esatte queste espressioni desunte da Isaia. Non si dice che Cristo ha aperto le porte di bronzo, ma che le ha spezzate, rendendo inutile la prigione. Non ha tolto i chiavistelli, li ha rotti, perché non esista più carcere. Senza porte e senza catene nessuno è imprigionato, pur finendo in quell'antro. Se Gesù Cristo ha spezzato le porte, chi le riparerà? Nessuno rimette in piedi quello che Dio ha rovesciato.
Quando un principe invia una lettera per graziare un prigioniero, agisce in modo diverso: lascia porte e custodi, per cui chi esce di prigione è convinto che quel luogo riceverà altri pensionanti: forse i medesimi, forse altri al loro posto. Ma Cristo, volendo insegnarci che il regno della morte era abolito, ne ha spezzato le porte di bronzo. Il Profeta le chiama porte di bronzo, per esprimere il carattere crudele e inesorabile della morte. Nello stesso senso Dio disse a Israele indurito nel male: La tua cervice è una sbarra di ferro e la tua fronte è di bronzo.
Vuoi capire fino a che punto la morte era dura, inflessibile, implacabile? Per la lunga durata dei secoli che precedettero l'avvento di Cristo, nessuno riuscì a strappare alla morte un suo prigioniero. Fu necessario il re degli angeli in persona per costringerla. Cristo ha cominciato con l'incatenare l'uomo forte di cui parla il vangelo, poi gli ha preso tutti i suoi averi. Ecco perché il Profeta aggiunge che il Signore si è impadronito di tesori nascosti e di ricchezze ben celate. In certi luoghi oscuri si possono distinguere gli oggetti con una torcia; ma il regno della morte era così tenebroso e orrendo, che nessun raggio di luce vi era mai penetrato. Ecco perché si parla di tesori nascosti e di ricchezze ben celate. Là non c'erano che tenebre fino al giorno in cui vi scese il Sole di giustizia per illuminare tutto e cambiare l'inferno in cielo. Infatti, il cielo è dovunque c'è Cristo.
Hai visto l'ammirabile vittoria? Hai visto la nobilissima impresa della croce? Potrò mai dirti qualcosa di più meraviglioso? Considera il modo con cui ha vinto e resterai ancora più ammirato. Cristo ha vinto il diavolo con gli stessi mezzi con cui aveva ottenuto vittoria il diavolo. Lo sbaragliò con le stesse armi usate da lui. Senti in che modo.
Una vergine, un legno e la morte furono i simboli della nostra sconfitta. La vergine era Eva, non aveva infatti ancora coabitato col marito; il legno era l'albero; la morte la pena di Adamo. Ma ecco ancora una vergine, un legno e la morte, già simboli della sconfitta, diventare ora simboli della sua vittoria. Al posto di Eva c'è Maria, al posto dell'albero della scienza del bene e del male, c'è l'albero della croce, al posto della morte di Adamo la morte di Cristo.
Vedi come colui che aveva vinto viene ora sconfitto con gli stessi suoi mezzi? Presso l'albero il diavolo abbatté Adamo, presso l'albero Cristo sconfisse il diavolo. E quell'albero mandava all'inferno, questo invece richiama dall'inferno anche coloro che vi erano già scesi. Inoltre un altro albero nascose l'uomo vinto e nudo, questo invece innalza agli occhi di tutti il vincitore spoglio. E quella morte colpì tutti coloro che erano nati prima di essa. Chi può narrare i prodigi del Signore?
Hai compreso la vittoria? Hai capito il modo con cui hai vinto? Apprendi ora come questa vittoria fu riportata senza nostra fatica e sudore. Noi non abbiamo bagnato di sangue le armi, non siamo stati in battaglia, non siamo stati feriti; la battaglia non l'abbiamo nemmeno vista, eppure abbiamo riportato vittoria. Del Signore è stato il combattimento, nostra la corona.
Poiché la vittoria è anche nostra, imitiamo i soldati e, con voci di gioia, cantiamo oggi le lodi e l'inno di vittoria. Diciamo, lodando il Signore: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Tutto questo ci è stato procurato dalla croce gloriosa: la croce, trofeo eretto contro il demonio, arma contro il peccato, spada con cui Cristo ha trafitto il serpente: la croce volontà del Padre, gloria dell'Unigenito, gaudio dello Spirito Santo, onore degli angeli, presidio della Chiesa, vanto di Paolo, difesa dei santi, luce di tutto il mondo.
Quando c'è buio in casa, si accende la lampada: la si colloca in alto e la notte se ne va. Ugualmente l'universo era immerso nelle tenebre, ma Cristo ha elevato la croce come fiaccola luminosa e ogni tenebra fu dissipata. E come la lampada proietta lontano la luce, così la croce portava il Sole di giustizia che irradia sul mondo intero.