Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Madonnina del Pantano (Civitavecchia)

    Il dossier: «Non c'è spiegazione umana»

    Civitavecchia, ecco le prove del miracolo

    La diocesi: «Dieci anni fa la Madonnina pianse lacrime di sangue». Il mariologo De Fiores: «Qui c’è il dito di Dio»


    «Sono trascorsi dieci anni da quando a Civitavecchia, in un giardino della famiglia Gregori (2-6 febbraio 1995) e poi nelle mani del vescovo diocesano Girolamo Grillo (15 marzo 1995), si sono susseguite 14 lacrimazioni di sangue in una statuetta della Madonna. Dopo l’interessamento della stampa che ha fatto rimbalzare la notizia in Italia e in tutto il mondo, i giornali ormai non ne fanno parola. Similmente, anche gli storici tacciono, teologi e pastori si sono chiusi in un riserbo e silenzio assoluto». Eppure, «i pellegrini di ogni parte d’Italia, d’Europa, anzi del mondo accorrono e manifestano la loro devozione con la preghiera e la frequentazione dei sacramenti. I pellegrinaggi alla parrocchia di S. Agostino, in contrada Pantano, dove è collocata la Madonnina, non conoscono flessioni, sono una realtà che si rinnova continuamente e produce consolanti frutti di conversione e di spiritualità».
    Con queste parole inizia l’introduzione al corposo dossier che sta per essere pubblicato sul giornale della diocesi di Civitavecchia e che il Corriere ha potuto esaminare in anteprima. Una serie di relazioni e di documenti, quasi tutti inediti, che fanno il punto del «caso» da ogni prospettiva, da quella teologica a quella giudiziaria, pastorale, medica (su Internet sarà consultabile, tra pochi giorni, sul sito www.civitavecchia.netfirms.com). L’insieme è impressionante: gente di responsabilità, persone autorevolissime nei rispettivi campi e, dunque, abituate a misurare le parole, non esitano a esporsi e ad arrendersi alla realtà. Tutto, dicono unanimi, fa pensare che in quell’angolo di terra alle porte di Roma si sia verificato un evento che non ha spiegazione umana e che rinvia al mistero del Soprannaturale.

    IL DIARIO DEL MONSIGNORE - Colpisce, innanzitutto, la testimonianza di monsignor Grillo, il vescovo costretto a passare dal radicale scetticismo all’accettazione dell’enigma, sotto l’impatto violento di un evento tanto imprevisto quanto sconvolgente. Nel dossier che viene ora pubblicato, il presule riproduce un suo diario inedito, che ha un andamento in qualche modo drammatico. Come molti, di certo, ricordano, il mattino del 15 marzo di quel 1995 in cui tutto è iniziato, il presule prese tra le mani la statuetta della Madonna che era stata relegata in un armadio della sua casa. Monsignor Grillo si era opposto all’intervento della magistratura, che aveva addirittura ordinato il sequestro e apposto i sigilli. Aveva anch’egli protestato, ma in nome della libertà religiosa, non certo per convinzione della realtà dei fatti. Con alle spalle solidi studi e lauree nelle migliori università ecclesiastiche, aveva a lungo lavorato negli uffici della Segreteria di Stato, dove l’atmosfera non è di certo pervasa di misticismo ma di pragmatismo se non, talvolta, di scetticismo. Nominato vescovo, il monsignore non aveva incoraggiato devozioni popolari e tradizioni arcaiche, bensì cercato di fondare tra la sua gente una spiritualità tutta biblica e liturgica. Il suo diario testimonia l’incredulità un po’ infastidita con cui accolse le prime notizie della lacrimazione di sangue, il cestinare i rapporti del parroco, il divieto ai sacerdoti di recarsi sul posto, il rivolgersi segretamente alla polizia perché indagasse sulla famiglia Gregori, di cui diffidava. È lui stesso che ricorda l’esclamazione di un cardinale amico: «Povera Madonnina, in che mani sei capitata! Proprio in quelle di monsignor Grillo, che si darà da fare per soffocare tutto!».

    QUEL GIORNO DI MARZO - Non fu dunque con particolare devozione che, quel giorno di marzo, tolse dall’armadio la statua ormai dissequestrata. Tutte e tre le persone presenti con lui nella stanza videro prima di lui, che teneva in mano l’oggetto sacro, il verificarsi dell’incredibile: le lacrime di sangue che cominciarono a defluire dagli occhi, raggiungendo lentamente il collo. Il vescovo non usa eufemismi per descrivere la sua reazione, quando si accorse di quel che succedeva. Non a caso la sorella si mise a gridare, vedendolo barcollare e impallidire in modo impressionante, e corse fuori, con un dito bagnato di sangue, invocando l’aiuto di un medico, un cardiologo, che difatti poco dopo accorse. Ce n’era bisogno. Annota il presule, tra l’altro: «Quasi svenuto mi accascio su una sedia», «ho rischiato di morire dallo schianto, ho subito uno choc tremendo, che mi ha lasciato tramortito anche nei giorni seguenti», «subito d’istinto ho chiesto a Maria la mia conversione e il perdono dei miei peccati».

    ARRESO AL MISTERO - Fu così che la Madonnina poté prendersi la sua materna, benigna rivincita. Fu lo stesso Grillo, lo scettico, colui che sperava che da Roma gli giungesse l’incarico di chiudere la faccenda e di tornare a una religiosità «seria» (mentre dai vertici del Vaticano gli raccomandavano apertura di spirito, anche all’imprevisto), fu dunque lo stesso monsignore che, con solenne processione, dall’armadio di casa sua portò in chiesa la statuetta per esporla alla venerazione dei fedeli.
    Fedeli per i quali egli stesso e i suoi collaboratori hanno fatto e fanno molto, perché il pellegrinaggio, incessante, cosmopolita, sia una vera, completa, esperienza spirituale. Almeno cinque confessori sono al lavoro per molte ore, ogni giorno; liturgie, adorazioni eucaristiche, rosari, processioni, litanie si susseguono senza sosta.
    Scrive, nel decennale, monsignor Girolamo Grillo: «Sono stato costretto ad arrendermi a questo mistero. Ma la mia convinzione è aumentata sempre di più vedendo le benefiche conseguenze. Il Vangelo ci dà un criterio: giudicare dai frutti la bontà di un albero. Qui, i frutti spirituali sono straordinari».

    PASSATE AL SETACCIO - Accanto alla testimonianza, anche umana, del vescovo, è di grande importanza quella di padre Stefano De Fiores, religioso monfortano, uno dei maggiori specialisti viventi in studi dedicati alla Vergine. Autore di testi fondamentali come Maria nella teologia contemporanea, curatore del Nuovo dizionario mariologico, docente nella più illustre delle università pontificie, la Gregoriana, padre De Fiores è ben noto agli studiosi e ai lettori come uomo di grande prudenza, di distinzioni sottili, così come si addice a uno specialista di quel livello. Colpisce, dunque (e rende davvero pensosi) la conclusione del cauto professore: a Civitavecchia, non c’è altra spiegazione logica e sostenibile se non l’accettazione di un intervento divino. Padre De Fiores motiva la sua conclusione passo dopo passo, in un intervento denso di teologia, ma al contempo informatissimo sullo svolgimento degli eventi. Sono dunque valutate criticamente tutte le testimonianze, a partire da quella di Jessica Gregori, allora bambina di meno di sei anni, della sua famiglia, del parroco, del vescovo stesso. Sono poi passate al setaccio tutte le ipotesi che potrebbero spiegare «naturalmente» la lacrimazione. In base agli elementi disponibili e al ragionamento, è escluso che si tratti di «frode o trucco», di «allucinazione o autosuggestione», di «fenomeno parapsicologico». Giunti infine, per via di logica, alla dimensione inquietante del mistero, è escluso anche che si tratti di «opera del demonio». Intervento divino, dunque? E perché, con quale significato? Il teologo inizia qui un’analisi che mostra quale ricchezza spirituale possa celarsi dietro un evento in apparenza così semplice, dietro a quelle lacrime versate per 14 volte. Persino la sconcertante scoperta che si tratta di sangue maschile finisce per rivelarsi come un ulteriore segno di credibilità, nella dimensione cristiana. È anche in base a questa profondità di senso che padre De Fiores si arrende egli pure, alla pari del vescovo, e cita il Vangelo di Luca: «Qui c’è il dito di Dio». Non è davvero poco, per chi conosca le prudenze dei professori, soprattutto se universitari, di discipline ecclesiastiche.

    DNA NEGATO - Importante pure quanto nota, in un altro studio di questo dossier, un esperto dei fatti: «Il problema del Dna ricorre continuamente quando si parla della vicenda della Madonnina di Civitavecchia. La domanda che tanti si pongono è la seguente: perché i Gregori hanno rifiutato l’esame del Dna? Si vede un tale rifiuto come indice di qualcosa da nascondere. Si insinuano, così, ombre e dubbi circa la loro onestà. Ebbene al riguardo occorre sapere come stanno realmente le cose. Innanzitutto, è necessario dissipare ogni dubbio, affermando che la famiglia Gregori si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue».
    In effetti, come viene ampiamente spiegato, furono gli specialisti — a cominciare da quel luminare della medicina legale che è il professor Giancarlo Umani Ronchi, docente nella non sospetta, laicissima Università La Sapienza di Roma — a sconsigliare decisamente un esame del Dna. Un simile test, in effetti, viste le condizioni createsi e la situazione dei reperti, avrebbe portato confusione più che chiarezza, rischiando di dare indicazioni fuorvianti e scientificamente non attendibili. Ai Gregori che si misero subito a disposizione fu spiegato, dal pool dei tecnici, che proprio la ricerca della verità suggeriva di non procedere.
    Insomma, dieci anni dopo, pare assodato che le colonne di pellegrini che confluiscono su Civitavecchia (e il numero si accresce di anno in anno) sono richiamate da un evento del quale non è facile sbarazzarsi, rinviando a superstizioni e credenze popolari da rifiutare. Ne era convinto, lo sappiamo, persino il vescovo, che i fatti hanno però trasformato nell’apostolo fervente non solo della Madonna (di cui sempre fu devoto) ma proprio di quella «Madonnina». Arrivata per giunta, ad infittire il mistero, proprio da un altro luogo enigmatico per eccellenza: Medjugorje.

    Vittorio Messori

    Fonte: Corriere della sera, 23.1.2005

    La Madonna di Civitavecchia con le lacrime di sangue

    Monsignor Grillo depone la Madonna piangente su un altare, in un'immagine del 2002 (Reuters)

  2. #2
    Dal 2004 con amore
    Data Registrazione
    15 Jun 2004
    Località
    Attorno a Milano
    Messaggi
    19,247
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

  3. #3
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    «Credo alle lacrime della Madonnina» Ecco la firma di Wojtyla

    di Andrea Tornielli


    Da Roma

    La «prova» è un documento di due pagine, datate 8 ottobre 2000, che porta la firma dell’allora vescovo di Civitavecchia, Girolamo Grillo. E una sigla inconfondibile: quella di Papa Wojtyla. Ieri il prelato, intervistato da Uno Mattina, ha confermato personalmente la notizia pubblicata per la prima volta il 25 gennaio di tre anni fa dal Giornale: Giovanni Paolo II credeva nella Madonnina di Civitavecchia, la statuina di gesso che nel febbraio 1995 pianse lacrime di sangue. Volle venerarla e averla con sé in Vaticano. E cinque anni dopo volle lasciare un attestato che provasse questa venerazione.

    Monsignor Grillo, inizialmente scettico, venne «invitato» a essere più possibilista sull’ipotesi soprannaturale proprio da Papa Wojtyla, che riteneva quello delle lacrime di Maria un messaggio importante. Nel documento, che viene ora mostrato per la prima volta dopo che il prelato è stato autorizzato a farlo, si legge la ricostruzione di quella straordinaria serata, quando Grillo oltrepassò le mura vaticane portando con sé la piccola statua di gesso di proprietà della famiglia Gregori. «Come Ella ricorderà - scriveva il vescovo nella lettera per Wojtyla - prima di sederci a cena, durante la quale abbiamo parlato della lacrimazione di sangue della “Madonnina di Civitavecchia” avvenuta anche fra le mie mani, abbiamo pregato assieme dinanzi alla stessa effigie della Madonna, che Ella ha benedetto, mettendole, sul capo, dopo averla baciata, una piccola corona d’oro e nelle mani la coroncina d’oro del Rosario che la statuina tuttora porta con sé».

    «Mi disse quindi - scriveva ancora Grillo a Papa Wojtyla - che, per ora, sarebbe stato meglio non parlare di questo incontro e che un giorno sarei stato libero di dirlo al mondo... Desidero esprimere viva gratitudine a Vostra Santità per l’“Atto di affidamento” di tutta la Chiesa fatto alla Madonna con la solenne concelebrazione eucaristica di domenica 8 ottobre in piazza San Pietro, accogliendo così anche una mia proposta in tal senso, presentata a Vostra Santità in seguito alla lacrimazione di sangue della Vergine».

    Infine, nel documento, il vescovo di Civitavecchia ribadiva l’autenticità di quanto avvenuto: «In pieno possesso delle mie facoltà di intendere e volere, in tutta franchezza e verità... dichiaro di aver visto il 15 marzo 1995 alle ore 8.15 lacrimare nelle mie mani la statuina della Madonna proveniente dalla parrocchia di Sant’Agostino in Civitavecchia. Di questo sono stato testimone oculare e pertanto non posso minimamente dubitare della sua realtà. Tuttora - scriveva ancora Grillo - non riesco a spiegarmi come ciò sia avvenuto, mancando ogni trucco o inganno sia all’interno della statuina già accuratamente passata ai raggi X, sia in me e nei miei familiari che eravamo in stato di piena coscienza né propensi ad assistere ad una nuova lacrimazione». A questo testo, che ricordava quanto accaduto, Giovanni Paolo II volle apporre, con la calligrafia già tremolante, la sua sigla e la data, 20 ottobre 2000.

    Nel documento e nel diario personale, il vescovo non si spinge oltre. Ma risulta evidente che il mistico Karol Wojtyla considerava quelle lacrime un «segno» importante. Com’è noto, manca ancora un pronunciamento ufficiale e definitivo della Chiesa su quel mistero. Ma quanto è accaduto non potrà non avere un peso.

    Fonte: Il Giornale, 5.2.2008

  4. #4
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Purtroppo il fatto che l'avvenimento di Civitavecchia fosse creduto pure da Wojtyla, mi susciuta qualche dubbio. Giovanni Paolo II, infatti, credeva a tutto; era un credulo: pensava persino che il Corano fosse cosa sacra da baciare con venerazione!!!!! O credeva alle pseudo-apparizioni di Medjugorie
    Insomma che se un avvenimento fosse creduto come autentico pure da papa Wojtyla non è un buon segno. Purtroppo.

 

 

Discussioni Simili

  1. La Madonnina fluorescente
    Di Rick Hunter nel forum Paganesimo e Politeismo
    Risposte: 37
    Ultimo Messaggio: 14-11-13, 22:36
  2. La Madonnina fluorescente
    Di Rick Hunter nel forum Laici e Laicità
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 22-10-13, 08:03
  3. La Madonnina fluorescente
    Di Rick Hunter nel forum La Filosofia e il Pensiero Occidentale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 18-10-13, 22:46
  4. Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 06-08-12, 20:00
  5. Fuori dal pantano
    Di blasco nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 22-05-06, 11:27

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito