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    Predefinito 10 dicembre - Traslazione della Santa Casa di Loreto

    Dal sito SANTI E BEATI:

    Beata Vergine Maria di Loreto

    10 dicembre

    Il Santuario di Loreto è sorto nel luogo in cui, secondo la leggenda, la dimora di Maria Vergine sarebbe stata trasportata prodigiosamente dagli Angeli. Questo santuario risale al IV secolo, ed è uno dei più antichi. Anche oggi questa basilica è meta di continui pellegrinaggi, e considerata la “Lourdes italiana. La convinzione di questa miracolosa traslazione ha spinto papa Benedetto XV a costituire la Beata Vergine di Loreto “Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronautici”.

    Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

    Patronato: aviazione ed aereonautica terrestre e spaziale

    Martirologio tradizionale (10 dicembre): A Loreto, nel Piceno, la Traslazione della sacra Casa della Madre di Dio Maria, nella quale casa il Verbo si fece carne. La stessa beatissirna Vergine poi, detta Lauretana, dal Papa Benedetto decimoquinto fu costituita Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronauti.

    Iniziamo questa scheda riportando una riflessione di papa Giovanni Paolo II, riferendosi alla Santa Casa di Loreto: “Quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita.
    Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, quella di Nazaret, che secondo il racconto evangelico, ospitò Gesù di Nazaret lungo l’intero arco della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana… La casa del Figlio dell’uomo è dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa…”.
    A partire da papa Clemente V che con una bolla del 18 luglio 1310 confermò indirettamente l’autenticità della Santa Casa, i papi nei secoli successivi confermarono nuovamente la loro devozione alla Vergine Lauretana, specie in drammatiche circostanze.
    Ma le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina a Loreto, risalgono al 1296, quando in una visione, ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle Autorità.
    Ciò ci è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300. Si riportano alcuni passi più significativi, che poi sono stati tramandati nelle narrazioni, più o meno arricchite nei secoli successivi; “L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret.
    E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri…
    Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291).
    Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine… Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”.
    Per il gran numero di gente, purtroppo succedevano anche ladrocini e violenze, per cui continua il racconto, gli Angeli la spostarono altre due volte, sempre per gli stessi motivi, depositandola alla fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova attualmente.
    “Allora accorse tutto il popolo di Recanati a vedere la detta chiesa, che stava sopra la terra senza alcun fondamento. Per la qual cosa, il popolo considerando così gran miracolo e temendo che detta chiesa non venisse a rovina, la fecero circondare da un altro ben grosso muro e di buonissimo fondamento, come ancor oggi chiaramente si vede”.
    Questo il racconto del 1465; che si fonda sull’aspetto storico dell’epoca, quando i rapporti culturali e religiosi delle comunità insediate sulle due sponde dell’Adriatico, erano intensi, per l’attraversamento delle navi veneziane e poi di quelle di Ancona e dell’attuale Dubrovnik, che trasportavano i pellegrini ai Luoghi Santi della Palestina.
    Sullo sfondo vi è la conquista della Terra Santa da parte dei mamelucchi e poi la lenta penetrazione degli ottomani nella penisola balcanica, dopo la caduta di Costantinopoli.
    Da questi eventi scaturirono le Crociate, per liberare i popoli ed i paesi dall’occupazione araba e secondo la tradizione, gli Angeli intervennero per mettere in salvo la casa della Vergine, già trasformata in chiesa sin dai tempi apostolici.
    Da allora moltitudini di fedeli si sono recati in pellegrinaggio al grandioso santuario, che racchiude la Santa Casa, iniziato a costruire nel 1468 da papa Paolo II, in breve diventò ed è, secondo una felice definizione di papa Giovanni Paolo II, “cuore mariano della cristianità”.
    Fin dall’inizio del Trecento fu già meta di pellegrinaggio, anche per quanti prendendo la strada costiera, erano diretti a S. Michele al Gargano oppure in Terrasanta; il flusso nei secoli XV e XVI diventò enorme, fino ad indurre nel 1520 papa Leone X ad equiparare il voto dei pellegrini del Santuario di Loreto a quello di Gerusalemme, che già man mano Loreto aveva sostituito nelle punte dei grandi pellegrinaggi penitenziali, che vedevano Roma, Santiago di Compostella, Gerusalemme.
    Il prodigio eclatante della traslazione della Santa Casa attirò anche, a partire dal secolo XV, la peregrinazione di re e regine, principi, cardinali e papi, che lasciarono doni o ex voto per grazie ricevute; a loro si aggiunsero nei tempi successivi, condottieri, poeti, scrittori, inventori, fondatori di Ordini religiosi, filosofi, artisti, futuri santi e beati.
    Grandi architetti furono chiamati a progettare e realizzare le opere edili, che costituiscono il grandioso complesso del santuario, che sorto come chiesa dalle linee goticheggianti, su progetti degli architetti Marino di Marco Cedrino e Giuliano da Maiano; venne poi per necessità di difesa dai pirati, che infierivano sui centri costieri, munita di un cammino di ronda e di stanze per i soldati, ad opera di Baccio Pontelli; ma non fu sufficiente, perché papa Leone X (1475-1521) fece erigere una cinta fortificata intorno al complesso, che divenne in pratica un vero e proprio castello.
    Nel frattempo intorno al Santuario, sempre più frequentato dai pellegrini, sorse un borgo che fu chiamato Villa Santa Maria e che in seguito nel 1586 papa Sisto V promosse a sede vescovile.
    L’interno del Santuario ebbe varie trasformazioni a cui lavorarono insigni artisti, come Giuliano da Sangallo che innalzò la solenne cupola, Giorgio Marini, il Bramante, il Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane, Luigi Vanvitelli.
    Per la facciata nel 1571 lavorò Giovanni Boccalini da Carpi e nel 1587 Giovan Battista Chioldi. Come pittori portarono la loro arte, per citarne alcuni, Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Lorenzo Lotto, Cristofaro Pomarancio, ecc.
    L’interno attuale del Santuario è a croce latina a tre navate, ospita sotto la grande cupola la Santa Casa, letteralmente coperta da un rivestimento marmoreo, arricchito da statue e bassorilievi raffiguranti sibille e profeti e narranti otto storie della vita di Maria, oltre a rilievi bronzei narranti alcuni episodi della vita di Gesù.
    Un incendio nel 1921, sviluppatosi all’interno della Santa Casa, la danneggiò gravemente, distruggendo anche la venerata immagine lignea della Madonna, attualmente sostituita da una copia, riccamente vestita e con il volto nero dell’originale, scurito dal fumo delle lampade.
    La raccolta religiosità dell’interno, ben specifica e fa immaginare la semplice vita di Maria, di Gesù e di Giuseppe, nella Palestina di allora, tutto invita alla preghiera ed al raccoglimento. Trent’anni dopo la costruzione della chiesa, incominciò quella del Palazzo Apostolico, che occupa uno dei lati della piazza della Chiesa e in cui sono conservati capolavori d’arte di ogni genere, compresi gli arazzi, porcellane e tavolette votive, costituenti il tesoro della Santa Casa, donato nei secoli da tanti devoti.
    Oltre 50 papi si sono recati in pellegrinaggio a Loreto e sempre è stata grande la loro devozione; alla Vergine si rivolsero i papi Pio II e Paolo II per guarire miracolosamente dalle loro gravi malattie; papa Benedetto XV (1914-1922) in considerazione della traslazione della sua Casa, dalla Palestina a Fiume e poi a Loreto, la proclamò patrona degli aviatori.
    Loreto è considerata la Lourdes italiana e tanti pellegrinaggi di malati vengono organizzati ogni anno, con cerimonie collettive come quelle di Lourdes; aggiungo una mia piccola esperienza personale, in ambedue i luoghi sacri a Maria, ho sentito improvvisamente la necessità di piangere, come se avvertissi la spiritualità nei due ambienti permeati della sua presenza.
    Innumerevoli sono i luoghi pii, chiese, ospedali o di assistenza, come pure delle Congregazioni religiose, intitolati al nome della Vergine di Loreto, il suo nome cambiato in Loredana è fra i più diffusi fra le donne; infine come non ricordare le “Litanie Lauretane” che dal XII secolo sono divenute una vera e propria orazione alla Vergine, incentrata sui titoli che in ogni tempo le sono stati tributati, anche con riferimenti biblici. Le “Litanie Lauretane” sostituirono nella cristianità, quelle denominate ‘veneziane’ (in uso nella basilica di S. Marco e originarie di Aquileia) e quelle ‘deprecatorie’ (ossia di supplica, originarie della Germania).
    La celebrazione liturgica nella Chiesa Cattolica è al 10 dicembre, in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa a Loreto.

    Autore: Antonio Borrelli








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    Caravaggio, Madonna di Loreto o dei pellegrini, 1603-1605, Chiesa di S. Agostino, Roma

    Giambattista Tiepolo, Traslazione della Santa Casa di Loreto, 1744, Galleria dell'Accademia, Venezia

    Raffaello Sanzio, Madonna di Loreto o del Velo, 1509-1510, Musée Condé, Chantilly



    Interno della Santa Casa

    La Vergine di Loreto in un'antica stampa

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    1. Il 10 dicembre la Chiesa celebra la miracolosa Traslazione della S. Casa di Loreto.
    “Qui gli Angeli innalzarono il Santo Albergo,
    che già Maria col santo Figlio accolse,
    e il portar sovra i nembi e sovra l'acque.
    Miracol grande a cui sollevo ed ergo
    La mente che altro obbietto a terra volse,
    mentre dai suoi pensier oppressa giacque.
    Questo è quel monte che onorar ti piacque
    delle tue sante mura,
    Vergine casta e pura
    del Re dei regi...".
    Questi versi, modesti di fattura e che però testimoniano una sincera partecipazione d'animo, sono stati dettati da Torquato Tasso, in occasione di un suo pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto.
    Il grande poeta epico, autore della Gerusalemme Liberata, è stato uno dei mille e mille pellegrini che hanno voluto rendere omaggio a quella che reiterate testimonianze hanno considerato la dimora terrena della Beata Vergine, dove nacque e fu educata e dove ebbe luogo, con l'annuncio dell'Angelo, il prodigio dell'Incarnazione del Verbo. Tanto lo ribadiva anche Giulio Il nel 1507 e, in seguito, numerosi pontefici.
    Un altro poeta, ben più modesto, il monaco vallombrosano Bartolomeo, verso la fine del 1400 aveva redatto i versi seguenti:
    "Com'io vi dico, questa chiesa santa
    camera fu della Vergin beata
    sì come la scriptura aperto canta,
    dov'ella nacque e fu annunciata
    in quella con Gesù sua dolce pianta
    fin ch'ebbe dodici anni accompagnata
    con lui in quella si posò e stette
    nella città che è detta Nazarette".
    Di lì a pochi anni sarebbe venuto a Loreto a sciogliere il voto suo e dei suoi compagni un marinaio che aveva compiuto con Cristoforo Colombo il "grande viaggio". Ancora più significativi furono i pellegrinaggi di oltre cinquanta papi e di grandi santi, come Brigida, Ignazio di Loyola, Luigi Gonzaga, Francesco di Sales, Carlo Borromeo, Alfonso de' Liguori ecc., ma anche scienziati e filosofi come Galilei e Cartesio. S. Giuseppe da Copertino li librava in estasi al solo vederla.

    2. Il 24 marzo 1920, vigilia della festa dell’Annunciazione, papa Benedetto XV proclamò la Madonna di Loreto patrona degli aviatori di tutto il mondo, perché, secondo la tradizione, il piccolo edificio racchiuso nel Santuario è stato trasportato dagli angeli da Nazareth. La casetta sarebbe quella abitata dalla Vergine nel momento in cui ricevette l'annuncio dall'arcangelo Gabriele. Dopo il fallimento delle Crociate, i musulmani invasero la Galilea e profanarono ogni luogo. Allora nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1291 la casa sarebbe stata trasportata miracolosamente dagli angeli da Nazareth a Tersatto, in Illiria, nei pressi di Fiume. Tre anni più tardi, il 10 dicembre 1294, forse per l'indifferenza degli abitanti di quei luoghi, sarebbe stata portata prima presso Recanati in un luogo circondato da alberi, in una zona denominata "Lauretum", e alcuni mesi più tardi, più al sicuro, sulla cima della collina dove si trova attualmente.

    3. Il primo cenno storico dell'esistenza in Loreto del santuario è contenuto in alcuni atti processuali. Nel 1313 esagitati ghibellini di Recanati avevano assalito e depredato una chiesa del luogo, asportandovi elemosine e la corona che impreziosiva la statua della Vergine lì venerata. I due sacrileghi due anni dopo finivano sotto processo; gli atti del dibattimento diventano così la prima testimonianza storica del santuario, al quale autorità civili ed ecclesiastiche si impegneranno a rendere più ricco e famoso.
    La costruzione della nuova basilica iniziò nel 1468. Trent'anni dopo si dava inizio alla fabbrica del Palazzo Apostolico adiacente. Ricorda, in una preziosa guida del santuario, padre Giuseppe Santarelli: «Le cure e i privilegi dei papi, come la saggia amministrazione interna e soprattutto la devozione dei fedeli, che innumerevoli vi affluivano da tutta Europa, avevano fatto di Loreto il più celebre santuario cattolico del tempo». In questo secolo vi lavorarono artisti quali Bramante, Sansovino, Antonio da Sangallo, Signorelli, i fratelli Lombardo e altri.

    4. La S. Casa è costituita da tre pareti che dovevano combaciare con una grotta. E infatti a Nazaret gli scavi hanno appurato che l'abitazione della Vergine, come le altre del luogo, era costituita da una Grotta scavata nella roccia, luogo di deposito e da una Casa in muratura antistante e leggermente sovrastante, luogo della vita quotidiana, oltre che da altre piccole strutture sussidiarie.
    La grotta di Nazaret e la casa di Loreto sono due parti della stessa abitazione. Infatti gli studi hanno evidenziato come la Santa Casa non abbia fondamenta proprie, si poggia su una pubblica strada, è costruita in parte in pietra, materiale non usato nella zona lauretana per mancanza di cave lapidee e in parte aggiunta in mattoni, gli unici materiali disponibili in loco. La tecnica di costruzione non è tipicamente marchigiana, anzi le pietre inserite a spina di pesce rappresentano una tradizionale tecnica di una popolazione confinante con gli ebrei, i nabatei. Se la casa di Loreto viene idealmente ritraslata a Nazaret le anomalie edilizie scompaiono e si raccorda bene con la grotta nazaretana nelle varie sue parti.



    La pia leggenda, come detto, racconta che furono gli Angeli a portare la Santa Casa a Loreto. In verità si tratta solo di tradizione, eppure è sorto nei secoli un piccolo equivoco. Fu Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio, a scoprirne l'origine. Il 17 maggio 1900 confidava in segreto al vescovo di Digione mons. Landrieux di aver scoperto alcuni documenti negli archivi vaticani, secondo i quali, una nobile famiglia bizantina di nome Angeli, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, nel secolo XIII, salvò i "materiali" della Casa della Madonna dalle devastazioni musulmane e li fece trasportare a Loreto per ricostruirvi l'attuale sacello. Dagli scavi archeologici effettuati a Nazareth e nel sottosuolo della Santa Casa di Loreto (1962-65), e da studi filologici e iconografici, oggi si va sempre più confermando l’ipotesi secondo cui le pietre della santa Casa sono state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli, che regnava nell’Epiro. Infatti, da un documento del settembre 1294, scoperto di recente, si apprende che Niceforo Angeli, despota dell’Epiro, in occasione dello sposalizio della figlia Ithamar con Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo II d’Angiò, re di Napoli, trasmette come dote una serie di beni tra i quali compaiono con spiccata evidenza: “le sante pietre portate via dalla casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”.
    Anche alcuni reperti archeologici confermano il documento de] 1294: due monete (trovate sotto la S. Casa) di Guido de La Roche, duca d'Atene dal 1287 al 130S - epoca della traslazione della S. Casa - figlio di Elena Angelo, cugina di Ithamar, e vassallo di Filippo di Taranto; una scritta su una pietra della S. Casa, dove sembra potersi leggere Ateneorum, cioè "degli Ateniesi", con riferimento all'ambito geografico e familiare degli Angelo; una moneta di Ladislao d'Angiò-Durazzo, pronipote di Filippo di Taranto e re di Napoli dal 1386 al 1414, trovata murata tra le pietre della S. Casa insieme con cinque crocette di stoffa rossa di crociati o, più probabilmente, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendevano i luoghi santi e le reliquie, e insieme con i resti di un uovo di struzzo, che subito richiama la Palestina e una simbologia riferentisi al mistero dell'Incarnazione
    Per quanto riguarda il modo con il quale la Casa è stata trasportata, ci possiamo basare su alcuni documenti storici. Un’antica xilografia del secolo XV raffigura la traslazione della Santa Casa su due piani: al centro il trasporto di una nave, carica di pietre, con due uomini dentro, ed in alto, tra le nubi, la Vergine con il Bambino che la scorta. Una successiva xilografia del secolo XVI idealizza già il trasporto su nave, perché offre l’immagine non più del carico delle pietre, ma della casa già costruita e collocata a prua. Altre raffigurazioni del secolo XVI rappresentano la S. Casa dentro una nave, in unione con l’immagine del trasporto angelico.

    5. La traslazione sarebbe avvenuta, come detto, nel 1294, quando era Papa Celestino V, che incoronato pontefice a L'Aquila il 5 luglio 1294 per volontà di Carlo II D'Angiò e trasferitosi poi a Napoli, il 13 dicembre successivo rinunciò al pontificato. Non mise mai piede a Roma. Lo sostituiva a Roma il vescovo di Recanati Salvo che era Vicarius Urbis (Vicario del Papa) e durante le assenze del pontefice esercitava un potere giuridico in spiritualibus (indulgenze, reliquie, ecc.). Perciò dovendo destinare a nome del Papa, le "sante pietre" pensò al territorio della sua diocesi e le fece approdare al suo porto, attivo già fin dal 1229 per concessione dell'imperatore Federico II. Oggi un rivestimento marmoreo protegge la Santa Casa collocata all'interno della basilica di stile tardo-gotico iniziata nel 1469 e completata nel 1587 con la facciata in stile tardo-rinascimentale. Un esempio di chiesa-fortezza con veri e propri torrioni - di recente restaurati - per gestire alla meglio le incursioni nemiche.
    Il 1700 per il santuario fu un secolo a due facce: nella prima parte godette ancora di fasti e di prestigio, culminati negli anni 50 nell'erezione del campanile. Poi, dalla Francia arrivarono prima le idee a seminare discredito, e in seguito i cannoni a provocare macerie. Le idee illuministiche anticiparono di alcuni decenni la venuta di Napoleone, il quale giunse qui la notte del 13 febbraio 1797. E come succedeva per ogni tempio da lui «visitato», Loreto fu spogliata dei suoi tesori, compreso il più grande e il più caro, la statua della Vergine, finita in un angolo del museo del Louvre dove rimase per cinque anni. Il suo ritorno nel santuario contribuì solo in parte alla rinascita della vita religiosa e turistica. La ripresa decollò solo verso la fine dell'800 con la nascita della Congregazione universale della Santa Casa, il cui compito principale era di estendere la devozione alla Madonna di Loreto, in particolare attraverso la stampa.
    Il passaggio tra i due secoli ha registrato un notevole impegno per restaurare e consolidare l'edificio, decorare le cappelle e le cupole. Il resto è storia dei nostri giorni: Loreto è, come la basilica del Santo, un santuario pontificio, con un'amministrazione propria, e rappresenta uno dei punti di riferimento della vita e delle attività pastorali della chiesa italiana, che qui ha celebrato importanti convegni.
    Il santuario è retto dai cappuccini, una quarantina circa.

    6. Una piccola annotazione. Nel "Rosarium" di Santa Caterina da Bologna (un testo redatto dalla santa nel 1440, trenta anni prima circa della Translatio del Teramano) viene riportato "per rivelazione" la vicenda storica della traslazione della Santa Casa.
    La Santa, che colloquia direttamente con Gesù, vi descrive sinteticamente il trasporto angelico della Santa Casa:
    "Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l'idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi; finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d'Italia e nelle terre della Santa Chiesa".
    Si può dubitare di una testimonianza così straordinaria?
    Santa Caterina da Bologna è l'unica Santa che, avendo il corpo incorrotto, rimane "seduta" da oltre sei secoli - contro ogni legge naturale - per un atto di obbedienza compiuto "dopo la sua morte". Ciò è da tutti constatabile recandosi a visitarla direttamente a Bologna, in Via Tagliapietre n.23, presso il Monastero "Corpus Domini".
    Può aver mentito questa Santa, riguardo alla verità del colloquio diretto avuto con Gesù e riguardo alle rivelazioni a lei fatte dal Signore, che confermano in modo straordinario la "tradizione" della miracolosa traslazione della Santa Casa ad opera degli spiriti celesti (o "angeli")?
    Dal breve testo di Santa Caterina si può, infatti, dedurre:
    - il motivo della traslazione della Santa Casa (l'idolatria);
    - la miracolosità della traslazione (avvenuta per ministero degli angeli);
    - il trasporto a Tersatto, in Dalmazia (nel 1291);
    - il trasporto "in vari luoghi" (Ancona, località Posatora, e altrove);
    - la collocazione stabile a Loreto nel 1294 (dopo più traslazioni "in
    loco": nel punto ove si trova ora la "traslazione" è del 1296);
    - il motivo della scelta (perché "terre della Santa Chiesa").

    7. La Casa nazarena in cammino, guidata da Maria, è simbolo dell’uomo in viaggio per le vie del mondo, in cielo, in terra e per mare. Per questo la Madonna di Loreto è invocata come Patrona dagli aeronauti, ma non solo; è invocata dagli esuli e dagli emigranti che, come la Casa di Nazareth trasportata di luogo in luogo, sono costretti a cambiare patria; è invocata da tutta la famiglia umana che cammina incontro a Cristo verso la Casa del Padre, accompagnata dalla Vergine.
    Possiamo quindi fare nostra la preghiera che il Papa Giovanni Paolo II ha composto e recitato nel suo primo pellegrinaggio a Loreto l’8 settembre 1979: “Signore, nostro Dio che cammini sulle ali del vento, la cui gloria è narrata dai cieli, noi ti benediciamo e ti glorifichiamo in tutte le tue opere, perché nella tua infinita sapienza hai affidato all’uomo il compito di realizzare cose belle e grandi. Porgi ascolto alla preghiera che ti rivolgiamo per intercessione di Maria, Vergine Lauretana: gli aerei che solcano i cieli propaghino più lontano nello spazio la lode del tuo nome, e servano agli uomini per esplicare più velocemente la loro attività laboriosa. Con la tua benedizione piloti, tecnici, ausiliari, operino con saggia prudenza, affinché quanti viaggiano in aereo, superato ogni pericolo, raggiungano felicemente la meta che li attende. Per Cristo Nostro Signore. Amen!”.

    Giambattista Tiepolo, Traslazione della Santa Casa di Loreto, 1753

    Filippo Balbi, Madonna di Loreto, 1850 circa, Pinacoteca Vaticana, Roma

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    Predefinito Novena alla Beata Vergine Maria di Loreto

    (dall’ 1 al 9 dicembre)

    Vergine Lauretana, nel salutarti con filiale devozione, amo ripetere le parole dell'Arcangelo Gabriele ed anche le tue:
    "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con Te" - "Grandi cose ha compiuto in me l'Onnipotente".
    Vergine Lauretana, la tua Casa è dimora di Luce e di Carità, ottieni per me la Luce vera e la Carità piena. Ottieni che la pace pervada il mio spirito talora inquieto e timoroso, che l'amore riempia la mia vita e s'irradi tutt'intorno. Prolunga, o Maria, questo momento di serena gioia, difendimi nelle tentazioni e in ogni altra difficile prova. Con la tua materna protezione Ti prego di farmi giungere alla Casa del Padre dove Tu siedi Regina. Amen.

    - 7 Ave Maria

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    Predefinito Supplica alla Madonna di Loreto

    (a mezzogiorno del 10 dicembre; si recita inoltre, il 25 marzo, il 15 agosto e l '8 settembre)

    O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera. L'umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano da tuo Figlio. O Madre! Tu portasti il Salvatore divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza.
    Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l'ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l'umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.
    Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo Ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il tuo Figlio divino. Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, egli uscì da questa Casa santa per far sentire la sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l'eco della sua parola onnipotente che illumina e converte.
    Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa universale, per l'Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio. O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell'Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!
    Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.
    Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta dei Cielo; ave, Stella del Mare! Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa Ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra. Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen.

    - Salve, o Regina

  6. #6
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    Predefinito Invocazioni alla Vergine di Loreto

    Vergine di Loreto
    prega per me

    Vergine di Loreto
    proteggimi

    Vergine di Loreto
    guariscimi

    Vergine di Loreto
    custodisci i miei piccoli

    Vergine di Loreto
    addolcisci le mie pene

    Vergine di Loreto
    intercedi per me

    Vergine di Loreto
    proteggi i miei cari

    Vergine di Loreto
    assistimi nell'ora della morte.

    Amen.

  7. #7
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    Predefinito LA MADONNA NERA - L'iconografia della Madre di Cristo nei secoli

    Incontro culturale a cura di Renato Bosoni
    Con l'intervento di Massimo de Rigo "Il mistero della Madonna Nera di Loreto"
    SABATO 4 MAGGIO 2002 ore 16.30
    Chiesetta di Cascina Linterno - via F.lli Zoia 194 - 20152 Milano

    IL MISTERO DELLA MADONNA NERA DI LORETO

    di Massimo de Rigo


    Tre anni fa, mentre era in fase di elaborazione la nostra pubblicazione "Il viaggio della Vita ad ovest di Milano" mi trovavo a Porto Recanati.

    Sopra una bancarella, tra una montagna di libri, vidi un volume sulla Santa Casa di Loreto: l'autore era monsignor Capovilla, già segretario di Papa Giovanni e delegato pontificio a Loreto.

    L'attenzione si concentrò sulla foto di misteriose croci di stoffa rossa di epoca crociata rinvenute in tempi recenti tra le pietre della Santa Casa. Mi domandai cosa univa quelle pietre ai cavalieri della Terrasanta e iniziai una ricerca che mi ha avvicinato alla figura della Madonna.

    Mentre in precedenza avevo ironizzato sul leggendario viaggio aereo della dimora di Maria da Nazareth a Loreto, ad opera degli angeli, che l'avevano sollevata dal luogo d'origine, avevano attraversato il Mediterraneo e infine l'avevano deposta dolcemente sulla collina marchigiana, da quel giorno rivisitai la Santa Casa accostandomi a quelle mura umili e all'immagine della Madonna Nera con un sentimento nuovo di sincera commozione.

    Tra le domande senza risposta, volevo capire se la dimora di Maria non era quella che si trova a Nazareth, venerata dai pellegrini nella Basilica dell'Annunciazione.

    Per chiarire il mistero ci voleva l'ostinazione di uno studioso che ho conosciuto personalmente, padre Giuseppe Santarelli, un frate cappuccino che ha dedicato la vita a indagare sulla vera origine delle pietre della casetta conservata nel Santuario di Loreto; ha pubblicato libri ed è giunto alla conclusione che la Casa di Maria fu trasportata non per via aerea dagli angeli, ma per mare. Questo può spiegare anche la mancanza di fonti scritte nei primi anni: un carico di sassi nella stiva di una nave non fa notizia quanto una casa portata dagli angeli.

    Eppure, i conti tornano…

    Punto di partenza gli scavi archeologici che aiutano a ricostruire la storia della Casa di Maria.

    A Nazareth gli scavi hanno appurato che l'abitazione della Vergine, come altre del luogo, era costituita da una grotta scavata nella roccia, luogo di deposito, e da una casa in muratura antistante, luogo della vita quotidiana.

    Per proteggere la Santa Casa i bizantini edificarono una basilica poi ampliata dai crociati.

    La data del "trasferimento" della Santa Casa è tra il 9 e il 10 maggio 1291, in una località della Dalmazia, a Tersatto, prima di essere nuovamente rimossa e riedificata in una boschetto di lauri (da cui il nome di Loreto) presso Porto Recanati la notte del 10 dicembre 1294.

    Nel maggio del 1291 i crociati persero definitivamente la Terrasanta, nonostante l'estrema difesa dei Templari nel porto fortificato di San Giovanni d'Acri.

    Ormai era certo: i mussulmani si sarebbero appropriati di una delle principali mete del Pellegrinaggio in Terrasanta, la Casa dove Maria ebbe l'Annunciazione e dove Gesù trascorse l'infanzia.

    La testimonianza di un pellegrino, Riccardo da Montecroce, nel 1289 conferma che fino a quella data la Casa di Maria si trovava a Nazareth. Ma nel 1348, quando si reca in Terrasanta un altro pellegrino, Nicolò da Poggibonsi, la Casa non c'era più: restava la grotta contro cui erano appoggiate le tre pareti e che tuttora si venera a Nazareth.

    Anche la Santa Casa di Loreto ha solo tre pareti e gli studi archeologici hanno dimostrato che si inseriscono perfettamente con ciò che resta a Nazareth. Le pietre sono dello stesso tipo e con la stessa datazione di quelle rimaste a Nazareth.

    Chi erano, dunque, materialmente gli “angeli” che la trasferirono dove ora si trova?

    Le croci in stoffa rossa che ho voluto vedere con i miei occhi al Museo di Loreto, la data del "trasferimento", ma anche la Madonna Nera che viene venerata nella Santa Casa non lasciano dubbi.

    Questa fu solo l'ultima delle imprese leggendarie dei Templari, monaci cavalieri dal mantello bianco come gli angeli, che probabilmente furono di casa anche qui nella grangia di Linterno, un luogo di ospitalità quando via Fratelli Zoia era la "via longa" e corrispondeva ad un percorso di pellegrinaggio che portava a Roma e in Terrasanta durante l'epopea delle crociate nel XII e XIII secolo.

    La croce patente sull’arcata d'ingresso dell'adiacente cascina Barocco e i due misteriosi capitelli con croci di Lorena presenti in cascina, ma più ancora la sua accertata dipendenza dall'hospitale dei monaci cavalieri di San Giacomo al Ristocano, la legano molto probabilmente ai Templari.

    L'Ordine dei Templari era uno dei più potenti e misteriosi Ordini religiosi che si colloca nel contesto storico delle Crociate e che deve il suo nome al fatto di avere il suo quartier generale a Gerusalemme, nel luogo dove sorgeva il Tempio di Salomone.

    I Templari si definivano "i poveri soldati di Cristo" ed avevano un'organizzazione di tipo monastico, secondo la Regola benedettina di "castità, povertà ed obbedienza".

    Diventare Templare voleva dire accettare regole durissime e, attraverso il giuramento, spogliarsi della propria identità e donare la propria vita all'Ordine.

    Le loro imprese erano senza firma, secondo il loro motto "Non nobis, Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam" (non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo Nome dà gloria) così come i loro caduti erano senza lapide poiché, come viene riportato in un piccolo cimitero a Chiaravalle di Fiastra "il loro Nome è scritto nel libro della Vita".

    Questi incredibili monaci cavalieri univano alla spiritualità degli ecclesiastici, la determinazione degli uomini d'arme.
    Potenti e temuti in Europa, erano considerati le guardie dei pellegrini che proteggevano da briganti e calamità naturali, mentre in Terrasanta costituivano l'ultimo baluardo della Cristianità.
    Gli eserciti che tornavano in Europa dopo ogni crociata li lasciavano come unici difensori dei luoghi santi.

    Il loro coraggio era leggendario ma sapevano anche garantire lunghi periodi di pace con le popolazioni mussulmane ed ebraiche, con le quali si confrontarono per due secoli assimilandone usi e rituali.

    Non solo, quindi, uomini d’arme, ma anche una presenza importante nel delicato - e tutt’ora precario – equilibrio di luoghi sacri a tre religioni.

    Colui che ispirò la loro Regola e fu sempre il loro riferimento fu San Bernardo di Chiaravalle, la più alta autorità spirituale dell'epoca a cui si deve la grande forza espansiva del culto di Notre Dame, nostra Signora Maria, a cui dedicò ben 356 nuove fondazioni. Nel Paradiso dantesco è San Bernardo a guidare Dante alla vista di Dio per sua intercessione presso la Madonna.

    Anche questa chiesetta è dedicata a Santa Maria Assunta e la Festa dell'Assunzione di Maria del 15 agosto era da tempi remoti la festa della Linterno.

    Vorrei leggere un brano tratto da un inno liturgico dell'epoca di San Bernardo: "O Vergine di Salute, Stella del mare, Tu che avesti per Figlio il Sole di Equità, Creatore della Luce, o sempre Vergine accogli la nostra lode, Regina del cielo, che dispensi rimedi ai malati, Grazie ai devoti, Gioia agli afflitti, celeste Luce al mondo e speranza di salvezza"…
    Da questa preghiera del XII secolo traspare l'associazione di Maria con la Luna che riflette la luce del Sole: nostro Signore. Così la Luce divina si diffonde nel nostro mondo che non può sopportare direttamente l'intensità di questa Luce. Pensando al rapporto tra il Sole e la Luna, si può comprendere come la dolcezza e lo spirito materno di Maria sia il tramite, la mediazione della Luce divina in terra.

    Ma la Madonna Nera di Loreto ha un riferimento che riconduce anche al mito del santo Graal, il sacro contenitore simbolo di perfezione interiore e di Sapienza.
    La ricerca del Graal era l’ideale del cavaliere Templare.
    A quell'epoca, le strade pullulavano di uomini in cammino: mercanti, pellegrini, predicatori e cavalieri erranti. Nel viaggio verso la Terrasanta, i pellegrini provenienti dal nord, alzando gli occhi al cielo vedevano la Costellazione della Vergine: era questa la direzione di Gerusalemme.

    Lungo il percorso, in molte cattedrali legate ai Templari, come a Notre Dame di Chartres, era tracciato un labirinto che i fedeli percorrevano in ginocchio fino al centro per simboleggiare il faticoso viaggio che portava alla rinascita spirituale. La meta era anche il premio: la Gerusalemme celeste, il Graal.

    A Loreto, secondo un'antica tradizione, i pellegrini percorrono in ginocchio il perimetro della Santa Casa e, sorprendentemente, nella litania di Loreto la Vergine Maria viene descritta come "vaso spirituale, vaso dell'onore, vaso unico di devozione": nel grembo della Madonna, infatti, si era manifestato Dio.

    La statua della Madonna Nera di Loreto è una copia di quella originale, distrutta da un incendio nel 1921, data che corrisponde misteriosamente a quella rovesciata della translazione…

    Gli studiosi hanno appurato che la prima immagine venerata nella Santa Casa era un'icona dipinta in legno, di probabile origine orientale. Potrebbe avere riferimenti alla Grande Madre e a Iside: così come nell'iconografia, a Iside è associata la Luna attraverso le corna che ha sulla testa, la Madonna Nera di Loreto ha il simbolo delle falci di luna sulla veste. A Lei si rivolgono con speranza i malati, così come tutte le Madonne Nere vengono venerate come guaritrici.

    Il collegamento tra Maria e Iside potrebbe riallacciarsi ai tre anni trascorsi dalla Sacra Famiglia in Egitto, un tema trattato con ricchezza di particolari dal vangelo apocrifo arabo-siriaco.

    Molto probabilmente le prime comunità cristiane mediorientali e la Chiesa Copta avevano adottato aspetti e simbologie del culto di Iside a quello Mariano che i Templari assimilarono e trasferirono poi in Europa.

    Anche il Corano venera la figura di Maria come Madre di Gesù che è paragonato al primo uomo, Adamo, poiché creato direttamente da Dio.

    Una curiosità: nel 1797 Napoleone, tra il bottino che portò a Parigi, fece trasportare al Louvre la statua della Madonna di Loreto, classificata come “statua di legno orientale di scuola egizio-giudaica”. Venne restituita 5 anni dopo.

    Durante il lungo assedio a San Giovanni d'Acri nel 1291, sopravvisse ancora una ridotta templare a Chateau Pelerin, nei pressi di Nazareth: immaginiamo l'ultima grande impresa dei monaci cavalieri Templari superstiti che smontano alacremente la Casa di Maria, circondati da un nemico che travolge ogni resistenza, e riescono a farla partire via mare alla volta dell'Europa.

    Ma perché poi la Santa Casa finì a Loreto e non rimase sulla costa dalmata?
    Fu trasferita nelle Marche nella notte del 10 dicembre 1294 quando era Papa Celestino V "colui che fece il gran rifiuto" e non mise mai piede a Roma. Il potere effettivo era esercitato dal suo vicario - Salvo - che, guarda caso, era vescovo di Recanati. Nulla di più probabile, quindi, che questi abbia voluto far approdare le Sacre pietre a Porto Recanati, uno dei principali scali vaticani, ed abbia preteso che la Casa della Sacra Famiglia si fermasse nella sua diocesi.

    C’è un prezioso documento, un quadro del '500 conservato nel museo del Santuario, dove si possono vedere le varie tappe del tragitto verso Loreto.

    La Santa Casa fece un vero pellegrinaggio prima di essere traslata definitivamente dove si trova: prima nel territorio di Recanati presso il suo porto, ma poiché il luogo era frequentato da briganti venne trasferita in un podere dove due fratelli litigarono per contendersi le offerte dei pellegrini, per cui la Casa fu definitivamente collocata su una strada pubblica dove attorno, poi, sorse il Santuario.

    Un Santuario fortificato e difeso come una roccaforte, per il timore continuo che i Turchi lo attaccassero per prendersi la sacra reliquia e ridarla all’Islam.

    Sul legame tra la Casa di Maria e i Templari, occorre aggiungere la presenza tra le sue mura di una pietra con inciso un antico simbolo raffigurante una croce semicosmica. Questo simbolo, segno di pienezza e incompletezza del cielo e della terra, è caro ai monaci cavalieri del Tempio che, nella zona, avevano numerose domus.

    Tuttora è rimasta in piedi, tra Osimo e Loreto, la chiesa di San Filippo con i resti dell'antica mansione templare, mentre sul portale d’ingresso della vicina Sirolo è ancora visibile una croce patente simile a quella di Cascina Barocco. La croce è intaccata dall’intervento, per fortuna malriuscito, di uno scalpellino che ne voleva eliminare la presenza, ma questa è un’altra storia…

    Messi insieme tanti tasselli, comincia a definirsi un mosaico chiaro e la verità finalmente prende corpo.
    La Santa Casa e la Madonna Nera di Loreto sono da sette secoli una delle principale mete di pellegrinaggio della Cristianità. Gli atti di un processo nel 1315 testimoniano infatti come Loreto era già un centro di devozione internazionale: l'icona della Vergine col Bambino era circondata da torce e immagini di cera.
    Ogni anno, la notte del 10 dicembre, sulle colline delle Marche si accendono innumerevoli fuochi che ripropongono alle genti il messaggio dell'Annunciazione che ridà speranza all'umanità.
    La gente del posto celebra così il misterioso passaggio di Maria su queste terre in cerca di un luogo dove fermarsi, così come accadde la notte del primo Natale.
    I loro bracieri indicano la via a schiere di pellegrini in marcia e invitano Maria a sostare presso le loro case.

    "Loreto è anche casa nostra" dicono i pellegrini.
    Presso queste umili pietre i fedeli, peccatori e penitenti, ritrovano da sempre uno spirito di fratellanza: in passato c'era la tradizione di farsi imprimere sulla pelle uno stampo con l'immagine della Madonna e il Bambino a ricordo del pellegrinaggio.

    Tra i devoti della Madonna di Loreto ricordiamo Papa Giovanni che venne qui a prepararsi spiritualmente al Concilio e Papa Woytjla che disse "Questa Casa fu il luogo della Santa Famiglia. Essa fu il primo tempio, la prima chiesa su cui la Madre di Dio irradiò la sua Luce con la sua maternità".
    La Madonna accoglie tutti.
    Questo mio intervento è solo un piccolo omaggio alla Madonna che, come abbiamo visto, unisce non solo cristiani ortodossi e cattolici, ma anche mussulmani e oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di ritrovare l’unione, la pace.
    Come ha detto padre Colin, fondatore dei Maristi: "Maria è stata il sostegno della Chiesa nascente: lo sarà fino alla fine dei tempi".

    Massimo de Rigo

    FONTE

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    Santa Casa di Loreto

    (The Holy House of Loreto).

    Since the fifteenth century, and possibly even earlier, the "Holy House" of Loreto has been numbered among the most famous shrines of Italy. Loreto is a small town a few miles south of Ancona and near the sea. Its most conspicuous building is the basilica. This dome-crowned edifice, which with its various annexes took more than a century to build and adorn under the direction of many famous artists, serves merely as the setting of a tiny cottage standing within the basilica itself. Though the rough walls of the little building have been raised in height and are cased externally in richly sculptured marble, the interior measures only thirty-one feet by thirteen. An altar stands at one end beneath a statue, blackened with age, of the Virgin Mother and her Divine Infant. As the inscription, Hic Verbum caro factum est, reminds us, this building is honoured by Christians as the veritable cottage at Nazareth in which the Holy Family lived, and the Word became incarnate. Another inscription of the sixteenth century which decorates the eastern façade of the basilica sets forth at greater length the tradition which makes this shrine so famous. "Christian pilgrim", it says, "you have before your eyes the Holy House of Loreto, venerable throughout the world on account of the Divine mysteries accomplished in it and the glorious miracles herein wrought. It is here that most holy Mary, Mother of God, was born; here that she was saluted by the Angel, here that the eternal Word of God was made Flesh. Angels conveyed this House from Palestine to the town Tersato in Illyria in the year of salvation 1291 in the pontificate of Nicholas IV. Three years later, in the beginning of the pontificate of Boniface VIII, it was carried again by the ministry of angels and placed in a wood near this hill, in the vicinity of Recanati, in the God, it took up its permanent position on this spot three hundred years ago [now, of course, more than 600]. Ever since that time, both the extraordinary nature of the event having called forth the admiring wonder of the neighbouring people and the fame of the miracles wrought in this sanctuary having spread far and wide, this Holy House, whose walls do not rest on any foundation and yet remain solid and uninjured after so many centuries, has been held in reverence by all nations." That the traditions thus boldly proclaimed to the world have been fully sanctioned by the Holy See cannot for a moment remain in doubt. More than forty-seven popes have in various ways rendered honour to the shrine, and an immense number of Bulls and Briefs proclaim without qualification the identity of the Santa Casa di Loreto with the Holy House of Nazareth. As lately as 1894 Leo XIII, in a Brief conceding various spiritual favours for the sixth centenary of the translation of the Santa Casa to Loreto, summed up its history in these words: "The happy House of Nazareth is justly regarded and honoured as one of the most sacred monuments of the Christian Faith; and this is made clear by the many diplomas and acts, gifts and privileges accorded by Our predecessors. No sooner was it, as the annals of the Church bear witness, miraculously translated to Italy and exposed to the veneration of the faithful on the hills of Loreto than it drew to itself the fervent devotion and pious aspiration of all, and as the ages rolled on, it maintained this devotion ever ardent." If, then, we would sum up the arguments which sustain the popular belief in this miraculous transference of the Holy House from Palestine to Italy by the hands of angels, we may enumerate the following points: (1) The reiterated approval of the tradition by many different popes from Julius II in 1511 down to the present day. This approval was emphasized liturgically by an insertion in the Roman Martyrologium in 1669 and the concession of a proper Office and Mass in 1699, and it has been ratified by the deep veneration paid to the shrine by such holy men as St. Charles Borromeo, St. Francis de Sales, St. Ignatius Loyola, St. Alphonsus Liguori, and many other servants of God. (2) Loreto has been for centuries the scene of numerous miraculous cures. Even the skeptical Montaigne in 1582 professed himself a believer in the reality of these (Waters, "Journal of Montaigne's Travels", II, 197-207). (3) The stone on which the original walls of the Santa Casa are built and the mortar used in their construction are not such as are known in the neighbourhood of Loreto. But both stone and mortar are, it is alleged, chemically identical with the materials most commonly found in Nazareth. (4) The Santa Casa does not rest and has never rested upon foundations sunk into the earth where it now stands. The point was formally investigated in 1751 under Benedict XIV. What was then found is therefore fully in accord with the tradition of a building transferred bodily from some more primitive site.

    It must be acknowledged, however, that recent historical criticism has shown that in other directions the Lauretan tradition is beset with difficulties of the gravest kind. These have been skilfully presented in the much-discussed work of Canon Chevalier, "Notre Dame de Lorette" (Paris, 1906). It is possible that the author has in some directions pressed his evidence too far and has perhaps overstated his case, but despite the efforts of such writers as Eschbach, Faloci-Pulignani, Thomas, and Kresser, the substance of his argument remains intact and has as yet found no adequate reply. The general contention of the work may be summarized under five heads: (1) From the accounts left by pilgrims and others it appears that before the time of the first translation (1291) there was no little cottage venerated at Nazareth which could correspond in any satisfactory way with the present Santa Casa at Loreto. So far as there was question at all in Nazareth of the abode in which the Blessed Virgin had lived, what was pointed out to pilgrims was a sort of natural cavern in the rock. (2) Oriental chronicles and similar accounts of pilgrims are absolutely silent as to any change which took place in 1291. There is no word of the disappearance at Nazareth of a shrine formerly held in veneration there. It is not until the sixteenth century that we find among Orientals any hint of a consciousness of their loss and then the idea was suggested from the West. (3) There are charters and other contemporary documents which prove that a church dedicated to the Blessed Virgin already existed at Loreto in the twelfth and thirteenth centuries, that is to say, before the epoch of the supposed translation. (4) When we eliminate certain documents commonly appealed to as early testimonies to the tradition, but demonstrably spurious, we find that no writer can be shown to have heard of the miraculous translation of the Holy House before 1472, i.e., 180 years after the event is supposed to have taken place. The shrine and church of Loreto are indeed often mentioned; the church is said by Paul II in 1464 to have been miraculously founded, and it is further implied that the statue or image of the Blessed Virgin was brought there by angels, but all this differs widely from details of the later accounts. (5) If the papal confirmations of the Loreto tradition are more closely scrutinized it will be perceived that not only are they relatively late (the first Bull mentioning the translation is that of Julius II in 1507), but that they are at first very guarded in expression, for Julius introduces the clause "ut pie creditur et fama est", while they are obviously dependent upon the extravagant leaflet compiled about 1472 by Teramano.

    It is clearly impossible to review here at any length the discussions to which Canon Chevalier's book has given rise. As a glance at the appended bibliography will show, the balance of recent Catholic opinion, as represented by the more learned Catholic periodicals, is strongly in his favour. The weight of such arguments as those drawn from the nature of the stone or brick (for even on this point there is no agreement) and the absence of foundations, is hard to estimate. As regards the date at which the translation tradition makes its appearance, much stress has recently been laid by its defenders upon a fresco at Gubbio representing angels carrying a little house, which is assigned by them to about the year 1350 (see Faloci-Pulignani, "La s. Casa di Loreto secondo un affresco di Gubbio", Rome, 1907). Also there are apparently other representations of the same kind for which an early date is claimed (see Monti in "La Scuola Cattolica", Nov. and Dec., 1910). But it is by no means safe to assume that every picture of angels carrying a house must refer to Loreto, while the assigning of dates to such frescoes from internal evidence is one of extreme difficulty. With regard to the papal pronouncements, it is to be remembered that in such decrees which have nothing to do with faith or morals or even with historical facts which can in any way be called dogmatic, theologians have always recognized that there is no intention on the part of the Holy See of defining a truth, or even of placing it outside the sphere of scientific criticism so long as that criticism is respectful and takes due regard of place and season. On the other hand, even if the Loreto tradition be rejected, there is no reason to doubt that the simple faith of those who in all confidence have sought help at this shrine of the Mother of God may often have been rewarded, even miraculously. Further it is quite unnecessary to suppose that any deliberate fraud has found a place in the evolution of this history. There is much to suggest that a sufficient explanation is afforded by the hypothesis that a miracle-working statue or picture of the Madonna was brought from Tersato in Illyria to Loreto by some pious Christians and was then confounded with the ancient rustic chapel in which it was harboured, the veneration formerly given to the statue afterwards passing to the building. Finally, we shall do well to notice that at Walsingham, the principal English shrine of the Blessed Virgin, the legend of "Our Lady's house" (written down about 1465, and consequently earlier than the Loreto translation tradition) supposes that in the time of St. Edward the Confessor a chapel was built at Walsingham, which exactly reproduced the dimensions of the Holy House of Nazareth. When the carpenters could not complete it upon the site that had been chosen, it was transferred and erected by angels' hands at a spot two hundred feet away (see "The Month", Sep., 1901). Curiously enough this spot, like Loreto, was within a short distance of the sea, and Our Lady of Walsingham was known to Erasmus as Diva Parathalassia.

    Bibliography

    Of the older works on Loreto it will be sufficient to mention ANGELITA, Historia della Translatione etc. (first printed about 1579, but written in 1531). It is founded upon Baptista Mantuanus, Teramano, and a supposed "tabula, vetustate et carie consumpta". The official history of Loreto may be regarded as contained in TURSELLINUS, Lauretanae Historiae Libri V (Rome, 1697); and MARTORELLI, Teatro istorico della S. Casa nazarena (3 vols., fol., Rome, 1732-1735). In more modern times we have VOGEL, De ecclesiis Recanatensi et Lauretana (written in 1806, but printed only in 1859), and LEOPARDI, La Santa Casa di Loreto (Lugano, 1841). Both these writers showed an appreciation of the grave critical difficulties attending the Loreto tradition, but they did not venture openly to express disbelief.
    A new epoch in this discussion, already heralded by FATHER GRISAR at the Munich Congress; by M. BOUDINHON in Revue du Clerge Francais, XXII (1900), 241; by L. DE FEIS, La S. Casa di Nazareth (Florence, 1905), and by LE HARDI, Hist. de Nazareth (Paris, 1905), was brought to a climax by CHEVALIER, Notre Dame de Lorette (Paris, 1906). Among the learned Catholic reviews which have openly pronounced in Chevalier's favour may be mentioned the Analecta Bollandiana, XXV (1907), 478-94; Stimmen aus Maria-Laach, II (1906), 373; Revue Biblique, IV (1907), 467-70; Revue Benedictine, XXIII (1906), 626-27; Zeitschrift f. Kath. Theologie, XXVI (1906), 109-16; Theologische Quartalschrift, XCIX (1907), 124-27; Revue d'Histoire Ecclesiastique, VII (1906), 639-58; Historisches Jahrbuch, XXVIII (1907), 356; 585; Revue des Questiones Historiques, LXXXI (1907), 308-10; Revue Pratique d'Apologetique, III (1906), 758-61; Revue du Clerge Francais, XLIX (1906), 80-86, and many others. On the same side may further be mentioned BOUDINHON, La Question de Loretto (Paris, 1910); BOUFFARD, La Verite sur le Fait de Loretto (Paris, 1910); and CHEVALIER, La Santa Casa de Loretto (Paris, 1908). See also the articles on Loreto in the Kirchliches Handlexikon (Munich, 1908), and in HERDER'S Konversations-Lexikon (Freiburg, 1907).
    The articles that have openly taken part against Chevalier's thesis are comparartively few and unimportant, for example in L'Ami du Clerge (1906-1907); a series of articles by A. MONTI in La Scuola Cattolica (Milan, Jan.-Dec., 1910); and other articles of more weight by G. KRESSER in Theol. praktische Quartalschrift (Tübingen, 1909), 212-247. Isolated works in favour of the Loreto tradition are those of ESCHBACH, La Verite sur le Fait de Lorette (Paris, 1908); F. THOMAS, La Santa Casa dans l'Histoire (Paris, 1909); POISAT, La Question de Loreto (Paris, 1907); FALOCI-PULIGNANI, La Santa Casa di Loreto secondo un affresco di Gubbio (Rome, 1907).
    For an account of Loreto in English reproducing the old traditions from an uncritical standpoint see GARRATT, Loreto the New Nazareth (London, 1895).

    Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. XIII, New York, 1912

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    Saturnino Gatti, Traslazione della Santa Casa di Loreto, 1510 circa, Metropolitan Museum of Art, New York

    Guercino, S. Bernardino da Siena in preghiera dinanzi alla Vergine di Loreto, 1618, Pinacoteca, Cento

 

 
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