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    Giacobino 1799
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    Thumbs up Brights ... verso una concezione naturalistica del mondo

    [mid]http://www.fmboschetto.it/musica/vacanze_romane_matia_bazar.mid[/mid]

    Siamo brillanti o cretini?
    di Piergiorgio Odifreddi
    Il 21 giugno 2003 il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato un articolo del noto biologo Richard Dawkins, autore di capolavori divulgativi quali Il gene egoista (Mondadori, 1994) e L’orologiaio cieco (Rizzoli, 1993), nel quale veniva portato per la prima volta a conoscenza del grande pubblico un nuovo meme: una parola-concetto, cioè, destinata a riprodursi culturalmente alla stessa maniera in cui i geni si riproducono geneticamente.
    Si tratta dell’aggettivo bright, “brillante” o “illuminato”, sostantivizzato a indicare coloro che possiedono una visione naturalistica del mondo. La parola richiama direttamente la luce della ragione accesa dall’Illuminismo, e si contrappone a “oscuro”, che caratterizza invece gli oscurantisti che guardano al mondo in maniera soprannaturale e mistica. Ovvero, i credenti d’ogni religione: in particolare, quella dalla quale deriva la parola “cretino”, introdotta nel Settecento per indicare i cristiani delle regioni alpine della Savoia, nelle quali era diffusa la disfunzione tiroidea che oggi si chiama appunto cretinismo.

    Benché la creduloneria sia un’analoga disfunzione mentale, l’atteggiamento religioso è considerato normale in molti Paesi e culture, compresi quelli tecnologici occidentali. E anormale viene invece considerata la condizione naturale dell’uomo, indicata appunto mediante termini negativi (non credente, agnostico, ateo, senza Dio) volti a rafforzare la posizione opposta del credente e del teista. È per cambiare questo stato di cose che, nel marzo del 2003, Paul Geisert e Mynga Futrell hanno introdotto in California il termine bright, che Dawkins ha cominciato a diffondere col suo articolo.

    Si tratta, in sostanza, di incominciare a pretendere che i credenti portino, riferendosi agli illuminati che non abboccano alla loro fede, lo stesso rispetto che altri emarginatori e oppressori sono ormai costretti a portare verso molte altre categorie di emarginati e oppressi. Visto che non ci si riferisce (più) alle donne come “non uomini” o “sesso debole”, agli omosessuali come “non eterosessuali” o “finocchi”, agli africani o agli orientali come “non bianchi”, “negri” o “musi gialli”, e ai popoli in via di sviluppo come “non occidentali” o “sottosviluppati”, così è giunta l’ora di smetterla di chiamare “non credenti” o “atei” coloro che, semplicemente, non accettano superstizioni e miti.

    Naturalmente qualcuno penserà che parlare di emarginazione e oppressione per gli “illuminati” sia eccessivo, poiché l’Inquisizione ha smesso da tempo di far girare le ruote della tortura. Ma nel suo articolo Dawkins portava due esempi che, nei mesi seguenti sono diventati emblematici in Italia e negli Stati Uniti: l’esposizione dei crocifissi e dei comandamenti nei luoghi pubblici.

    Tra parentesi, vale la pena di ricordare che, di fronte a parallele azioni dei tribunali per imporre la rimozione di un crocifisso a L’Aquila, e di un monumento dei comandamenti in Alabama, in ottemperanza alla separazione costituzionale fra Stato e Chiesa, oltre che appunto per rispetto verso gli “illuminati”, le reazioni sono state contrapposte: negli Stati Uniti il monumento è stato rimosso, insieme al ministro della Giustizia che si opponeva alla rimozione; in Italia è stata invece rimossa la sentenza, dopo che contro di essa si erano mossi il ministro degli Interni e il Capo dello Stato, rimasti saldamente inchiodati al loro posto insieme al crocifisso.

    Per tornare alle prove di emarginazione e oppressione dei non credenti, Dawkins citava anche un sondaggio Gallup del 1999 negli Stati Uniti, in cui veniva chiesto agli intervistati se avrebbero votato per un candidato con certe caratteristiche. Le risposte positive sono state il 90% per un candidato cattolico, o ebreo, o battista, o mormone, o nero, o donna, il 59% per un candidato omosessuale, e il 49% per un candidato ateo. E questo nonostante gli atei negli Stati Uniti, secondo un’indagine del Forum sulla Religione e la Vita Pubblica, siano circa 30 milioni: dunque, molti di più di ciascuna delle minoranze citate, donne a parte! Se questa non è emarginazione, che cosa lo è?

    A proposito di Stati Uniti, a iniziare a diffondervi il meme bright in grande stile è stato il noto filosofo Daniel Dennett, autore di capolavori divulgativi quali Brainstorms (Adelphi, 1991) e La mente e le menti (Rizzoli, 2000). In un articolo del 12 luglio 2003 sul New York Times egli dichiarava che bisogna avere il coraggio di dire a bambini e ragazzi che non c’è niente di male (e molto di bene) a non credere in Dio, e che i non credenti hanno diritto a un rispetto uguale (se non maggiore di) a quello accordato a coloro che credono in fantasmi, spiriti, elfi, babbi natale e dèi.

    Sia Dawkins sia Dennett sottolineano che i non credenti sono la maggioranza fra gli scienziati: più precisamente, il 60%, oltre che addirittura il 93% dei membri dell’Accademia delle Scienze statunitense. Il che dimostra, se ce ne fosse bisogno, che identificarli come bright è giusto, perché più si è intelligenti e brillanti, e meno si risulta essere credenti e creduloni (o, se si preferisce, cretini). Non stupisce, dunque, che all’appello dei bright abbiano già risposto anche alcuni Nobel, dal fisico Shelton Glashow al biologo Richard Roberts.

    Abbiamo chiesto a quest’ultimo, vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 1993 per la scoperta della segmentazione dei geni, perché sia uscito allo scoperto dichiarandosi un bright. Ci ha risposto: «Perché sono ateo, e non ho paura di dirlo». E perché non crede? «Perché non vedo nessuna ragione per credere in qualunque tipo di divinità. E se non ci sono prove dell’esistenza di un Dio, perché mai dovremmo inventarcelo?». La scienza e la religione possono comunque coesistere? «Certamente. Non c’è nessun motivo perché debbano combattersi, visto che non hanno niente in comune: la religione inizia dove la scienza finisce». Ma la scienza può rispondere a domande che sono apparentemente di natura teologica, quali l’origine dell’universo o della vita? «Finora la scienza non ha ancora risolto questi problemi, ma non mi sembra di grande aiuto postulare come spiegazione un’ipotesi indimostrabile, quale appunto Dio. Dire che Dio è la risposta, è solo un altro modo di dire che non sappiamo quale sia la vera risposta». La scienza può dunque sostituire la religione, nel mondo moderno? «Perché mai si dovrebbe sostituire la religione con qualcosa di diverso dall’ateismo? La scienza è solo scienza, mentre la religione è essenzialmente una costruzione sociale che qualcuno, in genere i diseredati, trova utile, e qualcun altro sfrutta politicamente, per il potere che ne deriva».

    Sulla scia di Dawkins, Dennett, Glashow e Roberts, molti non credenti sono già usciti allo scoperto dichiarandosi bright. Chiunque sia interessato a seguirli può consultare il sito www.the-brights.net, nel quale sono descritti gli obiettivi del movimento, che si riducono sostanzialmente a promuovere la conoscenza di una visione naturalistica del mondo, a farne riconoscere pubblicamente l’importanza civile, e a educare la società ad accettarla.

    Ma, come sottolinea Dennett, i bright non rappresentano che la punta esposta e visibile dell’iceberg dei non credenti, che probabilmente costituiscono una maggioranza silenziosa sommersa dalle urla e dal clamore dei fondamentalisti. Lo conferma il sito www.celebatheists.com, che riporta un elenco di personalità che hanno dichiarato in occasioni svariate, e indipendentemente dai bright, il loro rifiuto della religione. Fra essi si trovano menti straordinarie di ogni genere: scrittori come José Saramago e Salman Rushdie, attori come Dario Fo e Woody Allen, musicisti come Pierre Boulez, informatici come Bill Gates e Marvin Minsky, linguisti come Noam Chomsky, scienziati come Francis Crick e James Watson…

    Quest’ultimo, ad esempio, premio Nobel per la Medicina nel 1962 per la scoperta della struttura a doppia elica del DNA, e uno degli scienziati più famosi del Novecento, ci ha detto: «Mi considero molto fortunato a essere senza Dio. L’unico problema che ha chi non è religioso, è decidere se vuole o no migliorare la qualità della vita, senza far del male a chi gli sta intorno». È sempre stato ateo? «Dalla prima adolescenza. Mio padre non era credente, e mia madre era una cattolica irlandese. Io ho fatto la comunione e la cresima, ma subito dopo me ne sono andato. Non mi è mai piaciuta l’alleanza della Chiesa cattolica col fascismo. E nemmeno il Papa». Neppure quello attuale, che qualche apertura alla scienza l’ha pur fatta? «A me sembra che abbiano tutti la stessa gran confusione in testa».

    Affermazioni simili ci ha fatto Harold Kroto, premio Nobel per la Chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene, la molecola di carbonio a forma di pallone da calcio: «Poiché sono ateo, per me l’etica si riduce al fare il minor male possibile al prossimo». Una volta ha detto di essere addirittura un ateo devoto. «Una volta, appunto. Oggi sono un ateo militante. E se le cose peggiorano, diventerò un ateo fondamentalista». Perché? «Perché credo che ci siano due tipi di persone al mondo: quelle che hanno credenze mistiche, e quelle che non ce l’hanno. Questi ultimi credono che la vita sia tutto ciò che abbiamo, e che dobbiamo godercela e aiutare gli altri a godersela. Gli altri pensano che la vita futura sia più importante di quella presente, e temo che faranno saltare in aria il mondo».

    Il maggior pericolo per l’umanità non è forse, oggi, il fondamentalismo religioso? «No, peggio. È che l’1% dell’umanità ha seri problemi mentali, e una buona parte di questi matti trova giustificazioni religiose per la propria pazzia». Ma non si può essere religiosi in un senso più alto, vedendo Dio nelle leggi della natura? «Credere, come Einstein, nel Dio di Spinoza, che si rivela nell’armonia del creato, ma non si interessa delle fedi e delle azioni dell’uomo, è la stessa cosa che essere atei. Il vero problema è che la maggioranza della gente vive una vita miserabile, e ha un bisogno disperato di aggrapparsi a qualcosa. Solo una minoranza riesce a uscirne e accettare che questa vita è tutto ciò che c’è, e che quando è finita, è finita».

    Naturalmente, sarebbe inutile continuare a domandare a oltranza opinioni sulla religione a scienziati famosi: a parte i rari poveri di spirito alla Zichichi, che confermano la regola, le loro risposte ricalcherebbero quelle che abbiamo sentito. Accettiamo, allora, la realtà: che chi pensa non crede, e chi crede non pensa. Voi che pensate e non credete, dunque, non abbiate paura: unitevi ai bright di tutto il mondo, perché vostro è il Regno della Terra.

    da www.uaar.it



    PERCHÉ NASCE IL MOVIMENTO DEI BRIGHTS?
    LO SCOPO
    SEI UN BRIGHT?
    Perché nasce il movimento dei Brights?
    Attualmente, la concezione naturalistica del mondo non è sufficientemente rappresentata in gran parte delle culture. Lo scopo di questo movimento è quello di creare una sorta di «cappello» capace di ottenere forza e riconoscimento sociale. C’è molta diversità tra persone che hanno una concezione naturalistica del mondo. Sotto questo vasto cappello, in qualità di Brights, queste persone potrebbero avere la possibilità di acquisire influenza sociale e politica in una società largamente pervasa da elementi sovranaturalistici.
    Lo scopo
    Promuovere la pubblica conoscenza della concezione naturalistica del mondo, la quale è libera da elementi sovranaturali e mistici.

    Guadagnare pubblico riconoscimento affinché persone che condividano questa concezione del mondo possano intraprendere azioni di massima su materie di pubblico interesse.

    Educare la società al principio della piena ed eguale partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica.
    Sei un Bright?
    «Bright» in inglese significa «brillante» sia in senso proprio che figurato: quindi anche «intelligente, sveglio». Non c’è differenza quindi con il corrispondente termine italiano. Per omogeneità di espressione, tuttavia, continueremo a usare il termine «Brights» perché quello è il nome adottato da chi si riconosce in una concezione del mondo naturalistica e si trova in sintonia con questo manifesto.
    Grammaticalmente il termine Bright, sia in inglese che in italiano, è per lo più un aggettivo, ma può essere usato anche come sostantivo. Si auspica anzi che tale termine possa entrare nell’uso corrente e arrivi a definire (come appunto una sorta di cappello, un termine onnicomprensivo), tutti coloro che si riconoscono nella concezione naturalistica del mondo.
    Rifletti sulla tua concezione del mondo per stabilire se essa sia effettivamente libera da elementi sovranaturali e mistici come divinità, energie, forze, ectoplasmi e altre entità varie. Controlla le diciture summenzionate in grassetto.
    Se scopri di ritrovarti in queste definizioni, sei libero di unirti a noi in questo progetto di cambiamento della pubblica opinione: il movimento dei Brights. Se questi primi sforzi avranno successo, essi avranno effetti a lungo termine. Se sei un Bright, faccelo sapere, così potremo contarti tra i nostri. Dillo ad altri, così potremo contare anche loro tra i nostri. Stiamo formando una comunità di Brights al fine di intraprendere azioni sociali e politiche. I Brights includono anche coloro che fanno parte di associazioni agnostiche, atee, di libero pensiero, umaniste, laiche e scettiche e anche coloro che pur non religiosi non sono ufficialmente affiliati ad alcun gruppo.

    Possiamo, noi Brights, influire sulla pubblica opinione solo lanciando una nuova parola di uso comune? Ovviamente è tutto da vedere, ma se l’idea ti affascina, continua a visitare questo sito e scoprire qualcosa di più del movimento Brights.

    Siccome grandissima parte della letteratura su questo argomento è in inglese, i link che seguono vi rimanderanno ad articoli, saggi e scritti varî prodotti in tale lingua. Ci riserviamo la possibilità di tradurre alcuni dei contributi più importanti, previa autorizzazione degli autori di tali scritti. La casa-madre dei Brights si trova al sito web www.the-brights.net.

    da: http://digilander.libero.it/brightitalia/

  2. #2
    brescianofobo
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    Agile contromossa dell'ex bright Ferrara e Buttiglione: hanno visto che Bush ha vinto grazie a 4 milioni di bigotti dell'ultradestra e intendono portare la destra italiana sui valori cristianti.

    Amici di destra, sempre avanti, avanti così, sulla strada dell'integralismo.


    La Stampa 07 Novembre 2004

    DOPO LA BOCCIATURA UE, UN HAPPENING PER IL RILANCIO

    Buttiglione: basta caccia alle streghe ora mobilitiamoci noi

    Il filosofo passa al contrattacco, riempie un teatro a Milano
    e lancia con Giuliano Ferrara il «manifesto» dei cristiani «teo-con»
    «Vogliamo un mondo in cui si sia santi o peccatori, ma non ignavi»


    di Jacopo Iacoboni
    inviato a MILANO

    ALTRO che le occhiute Charlotte Cederschiöld e Adeline Hazan, magari in commissione a Strasburgo ci fossero stati Luigi Giussani e Giovanni Testori! Loro avrebbero capito Buttiglione. «Vent’anni fa sono stato grande amico di Testori, un geniale teatrante italiano, e il maggiore esperto di arte lombarda, quasi un precursore, culturale intendo, della Lega. Ebbene, era omosessuale e cristiano». Gelo in sala. Ancora col «peccato»? «Testori mi diceva “sì sono un peccatore, ma non pensare di essere migliore di me perché anche tu lo sei, anzi, forse lo sei in modo peggiore”. Aveva ragione».
    E invece, siccome sciaguratamente Testori e don Giussani non c’erano, eccolo qui il filosofo, in questo teatro stracolmo dove non si scappa, o sei santo o peccatore, a spiegarsi per la centounesima volta, «purtroppo un’ampia parte della stampa ha dato una rappresentazione falsa di tutta la storia», «la parola “peccato” non l’ho introdotta io, mi è stato chiesto, sei volte, se pensassi che l’omosessualità è un peccato. Ho risposto “I may think”, posso anche pensarlo, però non credo sia rilevante in questa sede». Ma oggi c’è una differenza fondamentale: è la prima uscita pubblica dopo la bocciatura Ue e dall’autodifesa siamo passati al contrattacco, dall’arringa, prima imbarazzata poi soltanto timida, al manifesto programmatico. «C’è una nuova Inquisizione che arde roghi e fa la caccia alle streghe e allora sì, sono la strega cattolica, anzi, siccome bisogna stare attenti alle parole perché per una parola si viene condannati, sono lo stregone».
    Sipario. Teatro Nuovo, piazza San Babila. Giuliano Ferrara, il laico che ha lanciato la «guerra culturale» per dare ai cristiani la libertà di dire che sono cristiani, ha convocato assieme alla rivista Tempi questo vis à vis con il filosofo «perché sì, mi sta simpatico, e rivendico la qualifica di “atei devoti” che hanno iniziato a dare a noi del Foglio». Quella definizione la userà tre quattro volte nella sua lunga peroratio, al punto che uno pensa che potrebbe perfino essere questo, il nome di questo «partito»: CAD, Cristiani e atei devoti, anche se non sarà filologicamente un «partito». Lo dice Ferrara: «Non fondiamo un movimento né un partito, ma un arcipelago di idee unite da due passioni, la politica andata a cercare dove sta, cioè tra le persone, e la libertà». Lo ripete Buttiglione: «Io ho già un partito, l’Udc, quello che vogliamo è un movimento trasversale per la libertà, anche di un cristiano, di dire quello in cui crede». Ma poiché il filosofo ritiene di esser stato impiccato a una parola, non cavillate sulla parola «partito» e chiedetevi: che gente alimenta questo «partito dei Bush all’italiana», il sessantenne che legge il Sole e la liceale con il crocefisso al collo, il ciellino e Tiziana Maiolo, il fogliante di stretta osservanza (strano, veste come i radical chic, giacchetta di velluto, jeans, camicia botton down) e il trentenne democratico (sì, democratico) di Chicago che ha una Fullbright alla Statale di Milano? Chi abbiamo davanti, quali sono le ragioni di questo popolo, e quali riferimenti culturali li agitano? Perché, dice Ferrara, «abbiamo mille passioni e idee che ci coinvolgono e ci implicano».
    E allora. Il fondatore di Comunione e Liberazione, Luigi Giussani, e don Benedetto Croce, perché non possiamo non dirci cristiani, Chesterton e il prete Gilberto Venturino (che consigliò a Buttiglione di leggerlo, in anni remoti), il cardinale Ratzinger ma anche padre Ralph (quello di Uccelli di rovo), Kant e la Madonna, castità e umana debolezza, ascetismi e compromessi terreni, Pim Fortuyn e padre Pio, Theo Van Gogh e La mala educación, la guerra preventiva e la «guerra culturale giudaico-cristiana», la Chiesa che tutti abbraccia e la Chiesa (parole di Buttiglione) che «è stata anche lei fin troppo secolarizzata» senza contrastare quanto doveva i processi di scristianizzazione. Invece, «la vittoria di Bush dimostra che c’è una nuova fase di ricristianizzazione e di ritorno ai valori fondamentali». L’America ne è l’esempio.
    Suona musica da sud degli States, un cd di Valentina Oriani che canta gospel antichi. Vecchi militanti di CL si abbracciano. Gad Lerner è venuto per preparare l’Infedele. C’è Michele Saponara, da amico. Daria Bignardi. Buttiglione si commuove. Parla della moglie e gli scappa una lacrima: «Grazie a Pia sono riuscito ad attraversare questa vicenda». Tutto, visto da qui, ha a che fare con il cristianesimo: per affinità o per opposizione. L’Europa, «su matrimonio e famiglia, a partire da Bruxelles, vogliono forzare delle decisioni sugli stati membri: questo è contro la costituzione Ue». L’America, «è in piena ricristianizzazione». Almodóvar, «anche lui figlio del cristianesimo. Se odia la Chiesa è come un bambino che odia sua madre quando, a torto o a ragione, si sente tradito». Frattini, «mi sembra abbia valori importanti». Cristiani naturalmente.
    In sala santi e peccatori tacciono quando il filosofo li evoca, «dobbiamo lottare per un mondo in cui si sia santi e peccatori, ma non si sia costretti a essere ignavi in un Limbo». Ma questo è già Dante, e magari porterà più fortuna di Kant.



    DOPO MARX, LENIN, CRAXI E BERLUSCONI ECCO L'ULTIMO IDOLO DI GIULIANO FERRARA: IL NUOVO LEADER TEO-CON[.

    DIO, PATRIA, FAMIGLIA LE PAROLE D'ORDINE DEL NUOVO MOVIMENTO

  3. #3
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    Predefinito Brights

    .... a parte le seghe mentali di Brunik .... noto fondamentalista anti-berlusconiano .... questa iniziativa, tendente a promuovere la pubblica conoscenza della concezione naturalistica del mondo, libera da elementi sovranaturali e mistici, allo scopo di creare le condizioni per intraprendere azioni di massima su materie di pubblico interesse ... e' da cogliere in senso positivo .. tanto piu' che puo' essere utilizzata proprio come strumento di educazione della società al principio della piena ed eguale partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica .... finalita' specifica e peculiare proprio dell'azione repubblicana .... cioe' dell'azione politica tendente a coagulare in soluzioni valide quelli che sono gli interessi generali del vivere civile .... del bene comune .... della Res Publica.
    Unica preoccupazione solo quella che questa new-age del brightismo ... non diventi un fondamentalismo alla rovescia ... e si rimanga ben allineati e coperti sulla necessita' di un contenitore laico a tutte le nostre umorali o intellettive interazioni sociali.

    http://www.nuvolarossa.org/modules/news/
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ROCKY.mid[/mid]

  4. #4
    brescianofobo
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    Nuvolarossa, ora che ti sei espresso sui Brights (bene) e sul fondamentalista Brunik (male), che ne diresti di esprimerti su Buttiglione e Ferrara, che sostengono esattamente le tesi opposte a quelle dei laici come me?

    O con Brunik o con Buttiglione-Ferrara, su questo argomento non ci piove.

    Su, fa finta per un momento di non essere un integralista antiprodiano e mostra al forum intero di avere un cervelletto tutto tuo.

  5. #5
    brescianofobo
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  6. #6
    brescianofobo
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    Amici, mi sa che non lo sapremo mai se Nuvolarossa la pensa come Brunik o come Buttiglione.

    Gli ideali sono una cosa, la realpolitik del PRI un'altra.

  7. #7
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    ... guarda che se il messaggio del duo Buttiglione-Ferrara e':
    «Vogliamo un mondo in cui si sia santi o peccatori, ma non ignavi»

    credo che ci sia da essere d'accordo ... e mi sembra anche in sintonia con lo spirito del Thread .... l'importante e' il non essere degli ignavi ... cioe' dei menefreghisti .... credo che sia un messaggio molto piu' laico che non confessionale ... come si potrebbe attribuire a Buttiglione.

    http://www.nuvolarossa.org/modules/news/

  8. #8
    brescianofobo
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    Anche Nuvolarossa figlio del cristianesimo. Chi odia la Chiesa è come un bambino che odia sua madre quando, a torto o a ragione, si sente tradito, dice Buttiglione, e il nostro ex mangiapreti Nuvolarossa sottoscrive in pieno...


  9. #9
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    ... io non odio nessuna Chiesa .... ma ho sempre sostenuto che la visione ed il concetto di divinita' che ognuno puo' avere (compreso anche la mancanza) ... e' un fatto intimistico ed individuale ... e che tutti i credo sono accoglibili ... purche' non in contrasto con le leggi dello Stato ... in questo caso sono i "credo" che devono allinearsi allo Stato e non viceversa.
    Se c'e qualcuno che si schiera invece in maniera poco laica sull'argomento e' proprio quell'Eugenio Scalfari che, su Repubblica di stamani, al titolo: "Non possiamo non dirci laici", opera una strumentale divisione tra fideisti guerrafondai ed analoghi fideisti ortodossi ... assegnando a Bush la prima definizione e per se la seconda ... buonista e pacifista ... contravvenendo con cio' alla prima e vera regola di un laico e cioe' attribuirsi l'ortodossia della verita' e condannare gli altri all'eresia ... ed in questo caso addirittura il popolo americano nella sua intierezza ... perche', e' bene ricordarlo, al di la' della vittoria di Bush ... il Congresso americano all'unanimita' ha accettato la politica della guerra preventiva in Iraq ... ed il Congresso in Usa rappresenta il Popolo americano.
    Ecco ... Eugenio Scalfari .... si attribuisce edonisticamente la patente di laico ... ma in questa occasione ha fatto .... spudoratamente ... la figura dell'ignavo che, di fronte alla tragedia etnica dei curdi e del nazi-fascismo di Saddam, ha argomentato, osservato, supercazzolato come meglio di lui nessuno sa fare, e poi ha tirato diritto .... fregandosene pilatescamente le mani.

    http://www.nuvolarossa.org/

  10. #10
    brescianofobo
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    http://213.215.144.81/public_html/im...ato_moglie.jpg
    UNA COPPIA DI FATTO CHE VIVE NEL PECCATO: L'EX COMUNISTA ADORNATO CON LA CONCUBINA SCOLLACCIATA NON SI VERGOGNANO A MOSTRARSI IN PUBBLICO AD UN PARTY AZZURRO

    Silenzio: parla l'Ideologo di Forza Italia.

    Amici repubblicani, i veri laici devono portare la parola di Dio tra la gente.

    Imbracciate la croce, unitevi ai vostri parroci ed andate nelle strade a parlare di Dio e di Berlusconi, l'angelo che corre nel turbine e guida la tempesta.

    Il Giorno 09-11-2004
    [INTERVISTA Adornato (FI): «La politica è anche visione morale»
    «Silvio segua le orme di Bush e parli di Dio e di valori»
    «Cristo è stato il primo liberale della storia
    Ci ha insegnato lui la laicità, non Montesquieu»

    di Andrea Cangini

    ROMA - Dicono che George W. Bush abbia vinto le elezioni grazie al voto dei cristiani evangelici. Ha vinto insomma, perché si è presentato come, sono parole sue «l'angelo che corre nel turbine e guida la tempesta». Ha dichiarato «guerra al Male». ha detto che «Dio non è neutrale», ha combattuto l'aborto e gli omosessuali, e ha vinto. E poiché anche Berlusconi si è presentato come «l'unto del Signore», viene il sospetto che il Verbo teo-con potrebbe presto caratterizzare la politica del Cavaliere Nella doppia veste di presidente della commissione e Cultura della Camera e ideologo di Forza Italia, Ferdinando Adornato, non lo nega. Anzi: «Purtroppo - dice - fino ad oggi, Berluscon ha insistito poco sulla propria visione morale».
    La dottrina teocon, dunque, appartiene alla Cdl?
    Sì. Berlusconi evoca la stessa dimensione evocata da a Bush, con la differenza che in America quell'universo d valori è consolidato storicamente ...» .
    Mentre da noi...
    «Da noi è radicato nelle coscienze della gente, ma non in quelle dell'élite».
    Forse perchè abbiamo una storia diversa?
    «Nient'affatto. Pensiero liberale e pensiero cristiano sono identici e tutti e due sostengono il primato della persona. Insomma, il primo liberale è stato Cristo».
    Un tempo si diceva fosse stato il primo comunista. «Storie, la laicità dello Stato l'ha inventata lui, mica Montesquíeu. Il cristianesimo indica il Bene. ma non obbliga nessuno a seguirlo..». Neanche quando rende illegale l'aborto? «Occorre trovare un punto di equilibrio tra i diritti individuali e i diritti delle comunità».
    E l'aborto...
    L'aborto non è un diritto individuale».
    E cos'è?
    «Un omicidio, una dolorosa necessità come la guerra. Per questo dico che va consentito sentito ma al tempo stesso limitato il più possibile». Qualcuno potrebbe dire che lei è un clericale... «E invece sono un laico, che però si batte contro il fondamentalismo laicista che pervade l'Europa e nega a politici come Buttiglione il diritto di aderire alla morale cattolìca... Così si anestetizzano i valori».
    «I nostri diritti costituzionali derivano da Dio»: l'ha detto Bush. Non è un po' troppo?
    «No, la Costituzione e la storia americane si fondano su quei valori. E Roosvelt o Wilson o Reagan citavano Dio anche più di quanto non faccia Bush». In Italia, invece, fino ad oggi i politici hanno derubricato i temi etici a «questioni di coscienza». «Un grave errore. Il futuro si costruisce solo partendo dalla propria storia e dai propri valori...».
    ...e quelli cattolici godono del favore dei sondaggi.
    «Sì, ma le assicuro che a muoverci non è un calcolo elettorale ma l'esigenza, sia pur tardiva, di reagire al relativismo culturale in nome della libertà individuale». Bene, ma rischiate il grottesco. L'azzurro Giro ha detto che nel voler tagliare le tasse «Berlusconi si ispira alla Bibbia» ed esprime «un precetto morale». «Dal punto di vista politico, ammetto l'esagerazione. Ma dal punto di vista filosofico. la teoria sta in piedi». Ovvero?
    «II leviatano europeo è un'offesa alla Bibbia e all'alleanza tra Dio e popolo, mentre la rivoluzione fiscale insiste sulla centralità dell'uomo rispetto allo Stato». Sia Bush che Berlusconi si accreditano come uomini della Provvidenza... «Per la verità, Berlusconi non l'ha mai fatto. Ed è un peccato».
    Perché?
    «Perché la politica è anche visione morale e il cattolicesimo liberale di Dante e Manzoni rappresenta la tradizione del nostro Paese». Il pensiero laico, invece...
    «Senta, pur non credendo che Cristo sia risorto io credo al messaggio del la sua crocifissione. E' per questo che, in sieme a Pera, Ferrara e tanti altri laici, mi batto in difesa dei valori per onorare i quali Cristo è morto».
    Solo un dubbio: se la partita è così importante, perché Berlusconi ha ritirato la candidatura di Buttiglione all'Ue?
    «Al cinquanta per cento, avremmo dovuto rispondere in maniera forte, è vero, ma non l'abbiamo fatto per non incrinare il processo di unificazione europea. Abbiamo salvato il corpo dell'Europa per scongiurare la nascita di un nuovo Hitler o di un nuovo Stalin, ma da oggi ci batteremo per la sua anima».


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