I suoi rapitori hanno proceduto
all'esecuzione del giornalista italiano
allo scadere dell'ultimatum:
"Immagini agghiaccianti"
Enzo Baldoni è stato ucciso
Al Jazeera: "Abbiamo un video"
I terroristi: "L'Italia se ne doveva andare dall'Iraq"
Nelle ultime ore erano sembrati aprirsi spiragli di trattative
ROMA - Enzo Baldoni è stato ucciso. I suoi rapitori hanno inviato alla tv satellitare Al Jazeera un video con l'esecuzione del giornalista freelance sequestrato il 20 agosto scorso. "Sono immagini agghiaccianti", ha detto un funzionario italiano che ha potuto visionarlo. "Abbiamo ricevuto il filmato che mostra Enzo Baldoni dopo essere stato ucciso", ha detto un giornalista di Al Jazeera alla Reuters, aggiungendo di non volerlo mostrare "per rispetto della famiglia". Probabilmente il giornalista è stato ucciso con un colpo d'arma da fuoco. Nel video vi sarebbero immagini confuse di una colluttazione conclusasi con l'uccisione dell'ostaggio.
La tv ha anche detto che Baldoni sarebbe stato ucciso per il mancato ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. "L'Esercito Islamico in Iraq ha annunciato di aver compiuto l'esecuzione dell'ostaggio italiano rapito in Iraq - ha detto al Jazeera, citando un comunicato - su ordine del suo legittimo tribunale". Baldoni, prosegue il comunicato, è stato ucciso perché "l'esecuzione risponde al rifiuto del governo italiano di ritirare i suoi soldati dall' Iraq entro 48 ore". La procura di Roma chiederà al Qatar di poter acquisire il video.
La notizia dell'assassinio di Baldoni arriva all'improvviso e gela le speranze che nelle ultime ore sia la famiglia che la Croce rossa italiana incominciavano a nutrire. L'ultimatum lanciato dal sedicente Esercito islamico dell'Iraq al governo italiano era scaduto oggi alle 16, ma qualche spiraglio nella trattativa per la sua liberazione sembrava essersi aperto.
C'erano alcuni elementi che inducevano all'ottimismo. Per esempio la natura di quell'ultimatum. Gli esperti, fin dal primo momento, avevano ritenuto non ultimativa la scadenza e considervano le 48 ore solo un termine per altre richieste. Tutti si aspettavano Quello che si aspettavano gli uomini dei Servizi era un secondo video, con nuove indicazioni.
Non solo. Anche i familiari erano ottimisti sui canali che sembravano aprirsi. Ancora oggi la moglie di Baldoni, Giusy Bonsignore, aveva espresso "piena fiducia nell'operato della Croce rossa italiana e del suo commissario straordinario Maurizio Scelli". "Sappiamo quanto la Croce Rossa Italiana abbia fatto e stia facendo per alleviare le sofferenze del popolo iracheno. Confidiamo nella sua azione per poter riabbracciare presto Enzo", aveva detto. E anche il commissario straordinario della Cri Scelli si era detto "preoccupato, ma ottimista".
Invece tutto inutile. Inutili le trattative, inutile l'appello di ieri del ministro degli Esteri Franco Frattini su Al Jazeera per difendere il "giornalista coraggioso", andato in Iraq "per aiutare".
Restano però molti interrogativi. Non solo su dove esattamente si siano inceppate le trattative, ma anche sulla ricostruzione della cattura di Baldoni. Il settimanale Diario per il quale il giornalista freelance lavorava solleva molte perplessità sulla versione fornita dalla Croce rossa con cui Baldoni viaggiava quel giorno. In un'inchiesta che verrà pubblicata nel numero in edicola domani, Diario accusa l'organizzazione di essere stata reticente su alcuni passaggi importanti.
Non si sa nulla per esempio, sostiene il settimanale, delle ore della mattina di venerdì 20 agosto quando Baldoni era a Kufa insieme alla Cri prima che quest'ultima tornasse a Bagdad. Non si sa se, quando e con chi Baldoni avesse deciso di lasciare la città. Non si capisce perché in un primo tempo la Croce rossa abbia detto che Baldoni non era mai arrivato a Najaf, cosa smentita dalle immagini televisive della troupe della Rai che era con loro.
repubblica.it
26 agosto 2004