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Risultati da 1 a 10 di 66

Discussione: III Guerra Mondiale

  1. #1
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    Predefinito III Guerra Mondiale

    Passando alla fantageopolitica, costruendo un grande scacchiere mondiale futuro, vedete possibile uno scenario tetro di un III conflitto su scala mondiale?

  2. #2
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    no perchè l'asse UE Cina non ha avversari

  3. #3
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    Una terza guerra mondiale la vedo chiara e netta COME MINIMO nei prossimi 20 anni, ma non credo che verrà iniziata volontariamente dalle grandi potenze. Secondo me il fattore determinante che porterà all'esplosione di un grande conflitto sarà dato dall'azione combinata di proliferazione nucleare incontrollata e dall'abisso sempre più forte tra ricchi e poveri nel pianeta. Detta in due parole: un giorno un matto(o un eroe, dipende dai punti di vista) si alzerà, dirà "mi sono rotto i coglioni" e polverizzerà qualche milione di persone con un paio di bombette atomiche facendo ricadere la colpa un pò su tutti. Poi partiranno i missili e buonanotte al secchio.

  4. #4
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    Lo scenario di un II conflitto nucleare mi sembra non tetro, ma semplicemente di stratta concatenazione logica.

    Tanto il capitalismo, che il monetarismo a base fiduciaria, sono sistemi instabili per definizione (il capitalismo non può equilibrarsi se non nel momento in cui la rendita ha raggiunto il massimo livello possibile, e quindi eliminato salari e profitti d'impresa ; azzerando ogni possibilità produttiva, per obsolescenza delle infrastruttura ed indisponibilità di potere di acquisto in capo ai consumatori. La moneta fiduciaria si gonfia incorporando - in forma di debito - quote crescenti di futuro, sino a sfondare ogni limite di ridicolo).

    Quindi, le crisi di sovrapproduzione e depressione (quali quella del 1929) sono strutturali ed inevitabili. Checchè si dica del New Deal rooseveltiano, gli U$A non ne sarebbero mai usciti - la disoccupazione, calata nel 1934 per le misure deficiti spending, era risalita nel 1938 - ove non fosse stato scatenato il cd. II conflitto mondiale (I guerra nucleare).

    Essendosi ora determinata una crisi analoga, ma assai peggiore per asprezza e dimensioni, il sistema capitalsita U$raeliano è destinato a perire in maniera ben più repentina e fragorosa del crollo del sistema sovietico di una ventina di anni fa. Nulla può salvarlo da una cirsi dieci volte maggiore di quella del 1929 - tranne una guerra dieci volte più distruttiva di quella del 1939. (L'inizio della cirsi sistemica del capitalismo potrebbe essere collocato tra lo scoppio della New Economy nel 2000 e la fine della cheap energy nel 2005. La guerra per scacciare la crisi dovrà essere scatenata tra il 2010 ed il 2015, non oltre).

    Entro dieci anni circa, quindi, qualcuno - forse George Bush II the I, forse qualcun altro espresso dalle medesime dinamiche sociali ed economiche dovrà decidere su una semplice opzione :
    - salvare il sistema capitalista (guerra sì) ;
    - ovvero lasciarlo perire (guerra no).

    In buona sostanza, dovrà decidere tra la salvezza della finanza o quella dell'Umanità (bella versione macrosistemica del vecchio caro "o la borsa o la vita"). Quale potrebbe essere la sua decisione ?




    E' assolutamente evidente che siamo spacciati !

    Circa gli schieramenti, l'unico dubbio è se la Cina (Estasia) si schiererà con l'Eurasia o con l'Oceania (tanto per restare su Orwell). Giorni fa avrei detto "sicuramente con noi", ora comincio a nutrire qualche dubbio. Lo capiremo nei prossimi mesi, dalle fluttuazioni dello Yuan rembimbi.
    E' infatti assiomaticamente vero che - come dice Pasquino - un blocco dalla UE alla Cina sarebbe assolutamente superiore e vincente,

    ma è pur vero che probabilmente, nel II conflitto nucleare, la differenza tra vincitore e sconfitto potrebbe essere inintelligibile !

    Cari ed ottimistici saluti a tutti.

  5. #5
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    Nel contesto della discussione sull'egemonia a stelle e strisce si è innestato un discorso di geopolitica, molto fantosioso, su futuri scenari, certo che un tetro scenario del genere sembrebbe la massima conseguenza di analisi di questo genere.

    A dire il vero, temo anch'io che un grosso conflitto avrà luogo nei prossimi anni e per la prima volta non avrà come teatro l'Europa, ma l'Asia. Ci sono du o tre micce che potrebbero innescarlo, ma come ricordato in precedenza la causa sarà il logoramento del sistema economico capitalista che non avrà modo di riciclarsi oltre. I credo che la crescita del mercato russo(e dell'Est in generale) prima e poi di quello cinese, ci salveranno da un conflitto di queste dimensioni per almeno 20-30 anni. Nel 2035 bisognerà vedere quali saranno i blocchi che si saranno venuti a formare, in particolare quanto sarà alto l'attrito India-Pakistan o Mondo arabo-Israele. Poi lo sfacelo economico, in Europa e USA(soprattutto) porterà verso il baratro del conflitto, a meno che questi blocchi non saranno tanto impoveriti ed impotenti da essere preda delle nuove grandi potenze: Cina, India, Russia e Pakistan. Ma chissà, può darsi che l'ingresso di Russia e Ucraina nell'UE daranno nuova linfa all'Europa, che l'UE sarà un personaggio geopolitico vero, o(rara opportunità), che si giocherà il mantenimento dell'economia capitalista sfruttando la crescita economica di qualcun'altro(Sud-Asiatico, Medio Oriente, o meglio ancora Africa)...In questo caso il conflitto sarebbe rimandabile a tempo indeterminato e bisognerebbe riscrivere di nuovo il sistema di alleanze, le unioni internazionali, il ruolo di nuove potenze(l'Indonesia ha 206 milioni di abitanti, quarta popolazione mondiale, con il 23°PIL mondiale, inferiore a quello norvegese! La Nigeria a 122 miolioni di abitanti, ottava popolazione mondiale, 55° PIL mondiale, addirittura meno del Lussemburgo!). Tuttavia, la fine della bilateralità e poi anche quella della monolateralità(crisi USA), porterà ad una pericolosissima multilateralità nucleare, questo in particolare per i programmi di riduzione degli armamenti. Quando Russia ed USA avranno così tanto azzerato i loro arsenali ed India, Pakistan e Cina li avranno così tanto aumentati, da essere alla pari, la guerre saranno possibili, con distruzioni catastrofiche e conseguenze inimmaginabili. Questo è uno dei motivi per cui ritengo sbagliati gli accordi SALT(in particolare II e III)...

    Miles Insulae

  6. #6
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    In origine postato da Lorenzo
    o(rara opportunità), che si giocherà il mantenimento dell'economia capitalista sfruttando la crescita economica di qualcun'altro(Sud-Asiatico, Medio Oriente, o meglio ancora Africa)...In questo caso il conflitto sarebbe rimandabile a tempo indeterminato e bisognerebbe riscrivere di nuovo il sistema di alleanze, le unioni internazionali, il ruolo di nuove potenze(l'Indonesia ha 206 milioni di abitanti, quarta popolazione mondiale, con il 23°PIL mondiale, inferiore a quello norvegese! La Nigeria a 122 miolioni di abitanti, ottava popolazione mondiale, 55° PIL mondiale, addirittura meno del Lussemburgo!).
    Lorenzo il sistema non può rinascere per effetto della crescita economica di sempre nuove nazioni... per il semplice motivo che la sua esistenza è basata sul presupposto che vi siano nazioni sottosviluppate da sfruttare per materie prime, manodopera di dimensioni numeriche spropositate e salari ridicoli.
    Fino ad adesso il sistema dell'apertura periodica di sempre nuovi mercati(altro assioma base del capitalismo) ha funzionato perchè vasta era ancora la porzione di pianeta da suddividere tra ricchi e poveri, ma adesso stiamo raggiungendo il limite... abbiamo raggiunto il punto di rottura: ci sono tante nazioni povere che cercano di raggiungere quelle ricche e potrebbero farcela, ma quelle ricche frenano il loro sviluppo perchè sanno che il sistema non può reggere... non possono esserci solo nazioni ricche: già oggi il cosiddetto "Occidente" brucia OGNI ANNO risorse pari a quelle che la Terra rigenera IN UN ANNO E MEZZO, impossibile continuare così, figuriamoci con lo sviluppo di altre nazioni.
    Avremo un momento che qualcuno si stancherà... e gli straccioni faranno crollare la fortezza...

  7. #7
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    Io mi riferivo, se pur in maniera totalmente incompleta(e me ne scuso), ad un livellamento, anzicché una crescita generalizzata. Voglio dire che se il prodotto deve rimanere costante è ovvio che alla crescita di qualcuno deve corrispondere il declino di qualcun'altro. Sfortunatamente chi sta in cima deve scendere ed in cima ci siamo noi, il livello fra l'altro ci porta all'instabilità, cioé alle guerre, come accennavo per gli arsenali nucleari.

    Miles Insulae

  8. #8
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    Secondo me è più probabile lo scoppio di conflitti regionali. Guerre mondiali vere è proprie è impossibile dirlo con precisione, comunque non penso nel futuro prossimo.

  9. #9
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    come dicevo in un altro post, non credo che sia possibile una III GM nell'immediato futuro. Sono d'accordo con ART: ci saranno delle guerre regionali per interessi limitati.
    Mi trovo d'accordo con la visione di Iron, sul tizio che si alza la mattina e fa il matto.
    Sulle motivazioni economiche/di sviluppo avanzo una critica: non è detto che, in caso di crescita di paesi oggi poco sviluppati, noialtri dobbiamo trarre per forza un danno o percorrere la china del crollo. Perchè il prodotto deve rimanere costante? Perchè, se si allarga la famosa "fetta di torta" degli altri, la nostra deve calare per forza? Non si potrebbe ingrandire tutta la famosissima torta? Magari un domani i paesi sottosviluppati riusciranno a usare meglio il denaro, e i loro governanti la smetteranno di comprare carri armati e di farsi palazzi presidenziali di lusso, investendo meglio. Mentre scrivo... ci credo poco anch'io, ma chissà...
    un'ultima cosa. Sono in pochi in grado di fare la III GM, magari contro gli USA. Prima di farlo penseranno se sia il caso di andare in guerra contro l'egemone o se, per caso, non sia meglio sfruttare a proprio vantaggio il sistema economico che l'egemone stesso ha creato. Mi spiego meglio: i terroristi non cercano di distruggere Internet perchè creato dal nemico americano, ma lo usano CONTRO il nemico americano per organizzare attentati, far vedere come sono bravi nello sport del taglio della testa,e così via.
    Insomma, la Cina (tanto per dirne una) potrebbe vivere alle spalle dell'egemone americano e farsi i suoi affari, senza sfidarlo ad un duello dal quale uscirebbe sconfitta l'umanità intera.

    saluti!

  10. #10
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    Predefinito Convincetemi please I !

    I convincimenti esposti da Art, Lorenzo, (in parte) Iron, ed ora anche Veltro, sono confortanti ed incoraggianti.

    Mi piacerebbe quindi condividerli : però non riesco, mi sembrano troppo chiaramente espressione di wishful thinking .

    Due aspetti mi sembrano spiccatamente poco realistici.

    Il primo, è quello, lessicalmente ben esposto da Veltro, sull'allrgamento della torta e di tutte le conseguenti fette.


    In un'economia basata sulla produzione e sul lavoro, avrebbe certamente ragione ; perchè di produzione ben può esservi abbondanza. Anzi, la storia di cento secoli di esistenza umana organizzata è in buona sostanza la cronaca di un viaggio verso l'abbondanza, grazie all'aumento della produttività consentito dallo sviluppo delle conoscenze e delle tecniche (ho evidenziato il "quasi", poichè quello che stiamo vivendo è uno dei rarissimi momenti storici di regresso dello sviluppo umano).

    Esiste però una differenza concettuale tra abbondanza e ricchezza, facilissima (ma sottaciuta dall'attuale condizionamento culturale).
    La ri-spiego con un esempio.

    Immaginate un ecosistema chiuso : ad esempio, cento uomini (e donne, sperabilmente) su un'isola altrimenti - e precedentemente - non antropizzata.

    Per superare emergenza, ristrettezza e bisogno, hanno bisogno di acquisire (con la raccolta, l'agricoltura e la pesca) circa 60.000.000 di calorie alimentari all'anno (e, se l'isola non è equatoriale, almeno altrettante calorie termiche per scaldarsi) ; e di un surplus alimentare per svolgere i lavori per la necessaria raccolta delle acque etc.

    Se mancano l'obiettivo, saranno afflitti da penuria carestia ed al limite inedia (la torta sarà piccola, nell'esempio di Veltro); se lo superano, godranno di una certa abbondanza (Veltro direbbe una grande torta, con fette bastevoli per tutti).
    Centrare l'obiettivo è in effetti piuttosto semplice ; il lavoro umano, sostenuto dall'umana intelligenza e dalle attuali conoscenze, permette ad una simile comunità - superato qualche problema organizzativo per realizzare gli utensili - di assicurarsi una tranquilla abbondanza con poco sforzo, purchè vi siano almeno tre o quattro ettari di buona terra coltivabile o acque decentemente pescose.

    SE non vi sono, è inevitabile che vi sia penuria per tutti, o quanto meno per qualcuno ; e, verosimilmente, conflitti. Se vi sono, e i cento componenti della comunità non sono completamente stronzi, vi sarà abbondanza per tutti. Fine della storiella.


    SE PERO' spostate i termini della questione dall'abbondanza (di risorse fisiche, di beni naturali della vita) alla ricchezza (di valori convenzionali), vedete che i termini della questione cambiano completamete. Infatti abbondanza e penuria sono termini oggettivi ed ASSOLUTI (sono sazio ; ho fatto indigestione ; sono morto di fame. Nulla osta a che si sia tutti sazi - "torta grande" veltroniana - mamma mia che brutta parola . Giuro di non usarla più ).
    La questione è rovesciata se, anzichè di abbondanza, parliamo di ricchezza. Che è termine non assoluto, ma ontologicamente RELATIVO.
    Se prima potevamo essere tutti sazi, ora non possiamo essere ricchi. Possono esistere ricchi solo se - ed in quanto - esistono poveri. Ciò è assiomaticamente vero, tanto nella nostra isola che nel mondo reale e moderno.

    Ora vorrei segnalare alla Vostra attenzione che :
    A) viviamo in un sistema capitalistico, in cui è assolutamente irrilevamte l'abbondanza (tanto è vero che siamo da anni in una crisi di sovrapproduzione ; e si distruggono risprse alimentari, mentre diffusa è l'inedia), bensì rileva unicamente la RICCHEZZA ;
    B) per tornare all'esempio della mia isoletta, siamo anche noi in un ecosistema chiuso (terzo capoverso), planetario e quindi più ampio, ma comunque chiuso ;
    C) per tornare ancora all'esempio della mia isoletta (sesto capoverso) siamo pure completamente stronzi.

    Amaramente premesso quanto sopra, credo che se la "torta fisica" della produzione possa certamente ingrandirsi (lo ha fatto costantemente per secoli) la "torta socioeconomica" della ricchezza non possa proprio farlo.

    Pregasi convincermi del contrario, anticipatamente ringrazio.

    Nella more, preparo il post per illustrare i motivi per cui, nell'era della globalizzazione, non potranno darsi conflitti regionali.

 

 
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