S. Benedetto è morto in piedi. Lo racconta s. Gregorio Magno: quando è venuto il momento in cui ha sentito che Dio lo chiamava, si è fatto portare in chiesa, ha voluto che si celebrasse l'Eucaristia e ha detto ai suoi discepoli di tenerlo in piedi con le mani alzate, in modo da morire nello stesso atteggiamento con cui aveva cantato il Suscipe ("Prendimi, Signore, secondo la tua parola e avrò la vita"). Questa descrizione di s. Gregorio Magno è molto bella: s. Benedetto è un uomo che è morto sulla breccia, è morto in piedi. Che dire della sua eredità? S. Benedetto non ha pensato a una estensione articolata del suo Ordine e non ha pensato a una missione europea ma questa eredità è venuta tanto più ricca quanto meno l'aveva pensata. Per dimostrarlo bisognerebbe fare una rapida corsa attraverso la storia…
Lasciate che evochi almeno quei tre grandi valori messi in luce da Paolo VI a Montecassino il 24 ottobre, quando dichiarò s. Benedetto "Patrono dell'Europa". Sono rappresentati da tre simboli: la Croce, il Libro, l'Aratro. La Croce evoca una dimensione divina: il Vangelo. Il Libro evoca, anzitutto, il Libro per eccellenza che è la Bibbia e, poi, gli altri libri, evoca la cultura spirituale e profana. L' Aratro è il simbolo del lavoro. Vangelo, Cultura, Lavoro: proprio su queste tre direttive si fonda l'eredità spirituale di s. Benedetto. Gli studi recenti, col catalogo generale dei monasteri benedettini, hanno messo in luce che in ogni regione italiana c'erano, facendo una media, più di duecento monasteri benedettini. Pensate un po' quale rete si era creata in tutta l'Italia. La situazione nel resto dell'Europa era sensibilmente analoga.
Le abbazie erano diventate un po' come il tessuto connettivo, e non solo spirituale, della società civile. La storia dimostra che molti paesi e città, si potrebbe dire la maggior parte, sono nati intorno a un'abbazia. I contadini che si accostavano all'abbazia lavoravano con i monaci; hanno costruito, poi, le loro case intorno all'abbazia e così è nato il paese. L'Ordine monastico si presentava allora come un alveare ordinato, incentrato su queste tre coordinate: "Vangelo, cultura, lavoro" e, coprendo l'Europa di monasteri, senza accorgersene, l'ha fatta diventare cristiana. Per gli altri paesi d'Europa ciò che ha agito di più è la peregrinatio dei monaci. Il pellegrinaggio era un motivo ascetico che spingeva i monaci a staccarsi da un luogo per raggiungerne un altro, proprio perché intorno alla loro fama di santità si era raccolta molta gente. Spostandosi hanno finito per seminare il Vangelo con la loro testimonianza di vita e con la loro parola. La storia delle successive fondazioni monastiche segna la genesi dell'Europa cristiana e i monaci ne sono come l'innervatura.
S. Benedetto questo non se l'era esplicitamente proposto, non l'aveva neanche programmato nella sua Regola, eppure ciò è avvenuto, proprio perché i suoi monaci hanno vissuto profondamente il Vangelo e, quindi, hanno portato l'attenzione ai problemi dell'uomo. Se guardiamo all'Europa di oggi, vien subito da dire che è un'Europa che cammina faticosamente verso l'unità in mezzo a mille difficoltà. E' un'Europa tecnicamente sempre più progredita ma spiritualmente sempre più povera. Pio XII diceva che l'Europa era tecnicamente gigante e spiritualmente atrofizzata; e quello che il grande Papa diceva ieri vale ancor più oggi. Perciò questa Europa, che ha rinnegato molti valori cristiani mediati da s. Benedetto, ha bisogno di riscoprirli per ritrovare la sua più profonda identità. E i valori essenziali sono la fede cristiana, il diritto e la ragione: Cristo ci ha dato la fede, che l'Europa ha ereditato dai monaci, Roma il diritto, la Grecia la ragione. Forse, mentre oggi crolla un mondo, un altro è in gestazione. Tutto sembra perduto ma vediamo anche tanti segni di speranza. E' un tempo chiaroscuro: non ci sono solo tenebre, ci sono pure punti luminosi. Bisogna ritornare a Cristo che è la speranza ed è il futuro dell'uomo. Sotto il segno di s. Benedetto l'Europa potrebbe veramente incamminarsi verso un mondo nuovo. Come tutti i grandi santi, s. Benedetto è una parola di Vangelo per tutti i tempi. Ci aiuta ad essere sempre uomini di speranza.
+ Mariano Magrassi – benedettino, arcivescovo emerito di Bari