Nuove accuse della famiglia di Nicholas Berg, al presidente Bush e al segretario alla difesa.
«Mio figlio è morto per i peccati di George Bush e Donald Rumsfeld»
Nuove accuse della famiglia di Nicholas Berg, al presidente Bush e al segretario alla difesa. «Mio figlio è morto per i peccati di George Bush e Donald Rumsfeld. E' colpa di questa amministrazione», ha dichiarato il padre, Michael Berg in un'intervista rilasaciata alla radio Kyw-Am dalla sua casa di West Chester, in Pennsylvania. A due giorni dalla pubblicazioni su un sito Internet del video che mostra l'uccisione di Berg, sgozzato da un miliziano islamico incappucciato che, secondo i servizi statunitensi, era probabilmente Abu Musab al-Zarqawi, massimo esponente di al-Qaeda in Iraq, le polemiche non accennano a diminuire di intensità. Il padre dell'ostaggio ha lanciato pesanti bordate all'amministrazione Bush per l'invasione dell'Iraq e per aver promosso l'adozione del famigerato "Patriot Act", definito un "colpo di stato" da mister Berg. «Questa non è l'America in cui io sono cresciuto». Queste gravissime accuse si collocano in un quadro in cui ancora non è chiara la dinamica dei fatti precedenti la cattura del giovane civile il 9 aprile: il governo statunitense afferma che è stata la polizia irachena e non le autorità militari Usa in Iraq a tenere in custodia il giovane prima del suo sequestro. Affermazione contraddette dal capo della polizia di Mosul, la città dove era stato arrestato il 24 marzo.
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