Gianantonio Valli
Le radici ideologiche dell'invasione
Si tratta di un articolo comparso sul n° 52 del'encomiabile rivista "L'Uomo Libero". Reperibile presso la libreria Ar (http://www.libreriaar.it) oppure tramite casella postale 1658 cap 20123 Milano (http://www.uomolibero.com/).
L'articolo è eccezionale per la lucidità e la completezza con cui affronta le radici ideologiche del mondo moderno.
Una recensione dello stesso:
"Immigrare, falso mito
[…] che le argomentazioni addotte a sostegno dell’immigrazione da parte dei sui fautori siano liquidabili alla stregua di leggende metropolitane, per non dire di autentiche manipolazioni, ce lo spiega Gianantonio Valli nell’ultimo numero della rivista L’Uomo Libero (C.P. 1658, 20123 Milano. www.uomolibero.com). Attento studioso del fenomeno migratorio da molti anni, il Valli nel saggio pubblicato sul numero 52 di questa rivista (e significativamente intitolato “Le radici ideologiche dell’invasione“) smonta pezzo dopo pezzo le argomentazioni dei filomigratori. A cominciare da quella, forse la più assurda di tutte, che le migrazioni ci sono sempre state. “Come se fossero equiparabili - ribatte Valli citando Giovanni Damiano - gli spostamenti di popoli in un mondo quasi disabitato, con la situazione di oggi, che vede un pianeta già in larga parte sovrappopolato”. […] Ed aggiungiamo anche come, già in età antica, le migrazioni avvenute in terre già precedentemente popolate abbia sempre, immancabilmente portato alla scomparsa di uno dei due popoli interessati.
Pensiamo solo alle migrazioni dall’Europa alle Americhe, tra ’700 e ’800, che hanno prodotto l’annientamento quasi completo dei nativi americani, oggi ridotti a piccole minoranze rinchiuse in riserve-ghetto. […]
Gli immigrati sono una risorsa economico-sociale? “Sì, replica Valli - per chi pratica il lavoro nero, per gli industriali che comprimono il costo del lavoro, per i produttori di merci contraffatte, per il crimine organizzato (spaccio, contrabbando di sigarette, prostituzione), per affittuari irresponsabili, per la marea di persone che vive, grazie a contributi statali o a elargizioni del clero, nel mondo del “volontariato” (spesso tale solo di nome). L’immigrato è inoltre un futuro bacino elettorale per le sinistre in crisi di idee e di voti e per le varie chiese, incapaci di contrastare la dilagante secolarizzazione dell’Europa. Quanto all’effettiva utilità economica degli immigrati un solo dato: a fine 2000 erano un terzo dei detenuti nelle nostre carceri. Un carcerato costa allo Stato 550.000 al giorno. Il che vuol dire undici miliardi di lire al giorno, ben 4mila miliardi all’anno. Senza contare l’ammontare, senz’altro superiore, dei danni causati da questi delinquenti (non solo economici, pensiamo al danno morale di chi subisce una rapina in casa): migliaia di ore spese dai dipendenti della giustizia in processi e inchieste e dalle forze dell’ordine per indagini e interventi. Aggiungiamo al tutto i fondi destinati alle varie “Charitas” per i loro centri di accoglienza, il peso sul servizio sanitario nazionale e il mantenimento dei sempre più numerosi, grandi e inutili centri di accoglienza.
A un attento esame quindi non si può non concludere come l’immigrazione costi attualmente al contribuente italiano decine di migliaia di miliardi delle vecchie lire ogni anno mentre vengono chiesti sacrifici per ripianare lo stratosferico debito pubblico.[…]"
Gianantonio Valli
Le radici ideologiche dell'invasione
- Complici di Dio
- Le basi psico-ideazionali
- I pretesti per l'invasione
- La distruzione del Terzomondo
- L'unica possibilità di riscatto
- Le premesse politiche
- Il federalismo, faccia nascosta del mondialismo
- Strategia di morte
- ll vero autore della legge Mancino