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  1. #1
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    Il Vaticano stia al suo posto !




    Se la ricostruzione della mediazione che ha consentito di porre fine all'assedio della Basilica della natività, ricostruita dall'Observer, fosse vera, l'Italia ha scampato un autentico disastro politico diplomatico. L'Observer scrive infatti, che "Tutti davano per scontato, sulla base delle conversazioni avute con il Vaticano che l'Italia avrebbe ospitato i fuggitivi. Nessuno si era preso la briga di verificare la disponibilità dell'Italia. L'accordo era fatto, ha detto un funzionario inglese, poi ci siamo accorti che nessuno aveva parlato con gli italiani". E' il Vaticano che decide cosa fa o non fa l'Italia, o così evidentemente ci si era abituati a pensare in questi ultimi anni. Quando con gli amici si discuteva dell'intesa che legava i repubblicani alla coalizione, ho sempre ricordato il prologo di politica estera che è alla base della nostra alleanza. Questo non fu approntato con il centrosinistra e ci siamo ritrovati nel caso, ben poco edificante, di Ocalan. Fini e Berlusconi hanno evitato che quell'episodio potesse ripetersi, con rischi maggiori, e riconsegnato il Vaticano al suo ruolo, che non prevede di impegnare il nostro governo con le sue decisioni. Chiaramente la soluzione adottata su mandato dell'Ue, mi preoccupa e non vorrei che l'Europa avesse commesso un errore quale quello di liberare i terroristi che si erano asserragliati nel luogo santo. Un errore che gli Usa comunque hanno avallato, il Vaticano ha premuto perchè si commettesse ed il governo Italiano ha saputo evitare, affermando la sua sovranità. Questa condotta del governo mi garantisce come repubblicano ben più di qualunque soluzione sul conflitto di interessi o che so di legge sulla tassa di successione. Visto, poi, che siamo giunti ad una soluzione transitoria, mi auguro che il governo italiano e con lui gli altri paesi europei coinvolti, consenta l'estradizione di questi terroristi, che non meritano nessuna impunità, il prima possibile.

  2. #2
    Garibaldi
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    Ma una volta il papato non si era trasferito in Francia? ad Avignone?
    Ma perche' non si trasferiscono in Palestina ? cosi' saranno ancora piu' vicini ai poverelli di spirito che vogliono assistere !

  3. #3
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    Predefinito questa sarebbe un'idea

    Questa di Garibaldi è un'idea. Diciamo che potevamo prendere tre palestinesi se a Betlemme si pigliavano il papa e due cardinali. Uno scambio alla pari e allora si che questo governo mi avrebbe davvero conquistato. Scrivo solo per ridere, niente di serio e di anticlericale, mi raccomando.

  4. #4
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    Predefinito tratto da LA STAMPA del 22 maggio 2002

    NAPOLI, SOTTO ACCUSA I LAVORI IN UN PALAZZO REGALATO ALLA CURIA
    Condanna al cardinale Giordano
    Quattro mesi e 15 giorni per abusi edilizi


    NAPOLI

    La notizia ha avuto l´effetto di una bomba nelle sale ovattate del palazzo della Curia.


    L´arcivescovo Michele Giordano è stato condannato a quattro mesi e quindici giorni di arresto (pena sospesa) per abusi edilizi, a Napoli. Condannati anche due suoi nipoti, Angelo Rosario (stessa pena) e Giovanbattista Giordano (5 mesi). Tutti e tre dovranno inoltre pagare 7 mila euro per le spese processuali.

    Si conclude così, con la prima condanna di un cardinale nella storia repubblicana, la complessa vicenda giudiziaria del presule che da quindici anni guida il clero napoletano. Altre inchieste si sono concluse con il proscioglimento, come quella, ben più grave, su un presunto giro d´usura nella Val D´Agri, in provincia di Potenza. Ma questa volta un giudice, Monica Amirante, ha emesso un verdetto di colpevolezza. Verdetto che può essere definito simbolico. Il reato, compiuto nel `98, dovrebbe infatti essere prescritto a gennaio dell´anno prossimo, ciò significa che probabilmente il giudizio in appello si risolverà con un nulla di fatto.

    Le parole pronunciate ieri dal presidente del tribunale bruciano come frustate per l´uomo che rappresenta la massima autorità della Chiesa a Napoli.

    Lo si capisce anche dalle dichiarazioni del difensore del cardinale, l´avvocato Enrico Tuccillo: «L´arcivescono non era nemmeno a conoscenza di quei lavori eseguiti per decisione del responsabile dell´Istituto opere di religione (l´avvocato Aldo Palumbo, morto cinque anni fa). Presenteremo subito appello ma temo che la prescrizione ci impedirà di avere piena giustizia. Questa sentenza, insomma, nasce già morta, però colpisce l´immagine del cardinale». Ma il giudice è di tutt´altro avviso. Ha dato ragione all´accusa basata su mesi di indagini dei vigili urbani che cinque anni fa visitarono il cantiere all´interno del palazzo Montemiletto, una splendida costruzione d´epoca nel centro di Napoli, con vista sul golfo, donato alla Curia da un privato. Nell´edificio, in cui erano state autorizzate solo opere di ordinaria manutenzione, gli agenti dell´antiabusivismo constatarono la realizzazione di sette mini-appartamenti. I lavori, sostiene l´accusa, furono eseguiti in assenza delle concessioni edilizie e dell´autorizzazione del ministero dei Beni Culturali: l´edificio era sottoposto al vincolo della Sovrintendenza. Per i lavori di ristrutturazione erano stati pagati, dall´Istituto opere di religione, duecento milioni di lire alla Glf. Titolare dell´impresa era un nipote dell´arcivescovo, Angelo Rosario, mentre Giovanbattista Giordano figurava come progettista e direttore dei lavori. Il pubblico ministero al processo, Stefania Buda, dice che «la sentenza dimostra come siano stati giudicati validi gli elementi raccolti dalla procura». Nessun accanimento, dunque, contro l´imputato: «Più volte, negli scorsi anni, si è parlato di persecuzione nei confronti del cardinale. Durante il dibattimento, invece, sono stati riscontrati elementi concreti». Ma anche il magistrato, come l´avvocato Tuccillo, sottolinea che «in realtà non si arriverà mai a una giustizia piena: i fatti contestati si prescriveranno a gennaio, dunque non si avranno i tre gradi del giudizio».

    Durante l´arringa il pm aveva sostenuto che il cardinale Giordano «non poteva non sapere» che nel palazzo Montemiletto erano in corso lavori abusivi: «Tutte le attività, dall´inizio alla fine, furono fatte su disposizione precisa dell´arcivescovo». Giordano, quindi, era il committente di quelle attività. Ma i guai giudiziari dell´arcivescovo di Napoli non sono finiti. Il 28 maggio comincerà un processo che lo vede imputato di frode fiscale.

    Fulvio Milone

  5. #5
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    Non passa giorno che non ci vengano propinate, dai telegiornali e dall'imperio
    mass-mediatico, notizie riguardanti la citta' del Vaticano
    e l'azione della Chiesa negli svariati campi di cui solitamente si occupa (tralasciando spesso quello strettamente religioso che dovrebbe appartenergli in esclusiva).

    Sarei curioso di saper quanti di voi non avvertano in cio' la assoluta mancanza di LAICITA' dello STATO e non avvertano prioritario questo problema che e' un problema di educazione civica delle masse popolari.

    Istituzioni pubbliche, partiti, giornali e televisioni sono ormai completamente genuflessi di fronte allo strapotere clericale. Quest'invadenza è ormai quotidiana e sempre più asfissiante.

    Stiamo forse tornando ai tempi bui del medio evo ?
    .

    ------------------------------------------------------------------------------------

  6. #6
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    tratto da

  7. #7
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    Predefinito DATEMI MILLE CAMICE ROSSE

    E UNA DECINA DI CANNONI

  8. #8
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    Predefinito ... e stia al suo posto anche l'Islam !

    L’Islam e la democrazia

    di Davide Giacalone

    L’Islam è compatibile con la democrazia? Il dubbio è lecito, ma il quesito contiene un tasso eccessivo d’ipocrisia. La risposta, del resto, non ha nulla a che vedere con la religione.

    Seicento anni dopo Cristo, Maometto non dovette ripetere di dare a Cesare. Non solo perché Cesare era morto, ma perché, dalle parti di Maometto, non era mai nato. Il cristianesimo, nelle sue varie versioni e diramazioni, dovette, fin da subito, fare i conti con l’impero, con l’entità statuale. Paolo lo capì, comprese quale enorme potenziale vi fosse nell’uso di quella forza e trasferì a Roma la capitale della cristianità. Maometto, ed i suoi discendenti, al contrario, furono essi stessi un collante d’identità protostatuale, vissero il problema in modo opposto: fu Maometto, dialogando con l’arcangelo Gabriele, a farsi Cesare; le città capitali ebbero a che fare con la sua biografia, non con la forza dello stato.

    Limitarsi, oggi, ad osservare che la democrazia non ha dato grandi prove di sé in territorio islamico serve a poco, e non serve, comunque, a stabilire una sorta d’incompatibilità. Il fatto è che la democrazia, per funzionare, richiede l’interiorizzazione del pensiero machiavellico, secondo il quale la morale politica è indipendente dalla morale religiosa.

    Non è privo di significato, oltre tutto, il fatto che l’Islam fu assai più tollerante, nei confronti degli infedeli, di quanto lo sia stato il cattolicesimo. E ciò dimostra che la deriva fondamentalista non è affatto iscritta nel suo codice genetico, non ne è una caratteristica derivata ed obbligatoria.

    La democrazia non è affatto incompatibile con l’Islam, né con nessun’altra religione. La democrazia è incompatibile con il fondamentalismo, ovvero con l’idea che sulla terra si applicano le leggi di dio (che un infedele, del resto, non considera affatto divine). La democrazia è incompatibile con le leggi coraniche tanto quanto lo è con le leggi bibliche. Il tribunale dell’inquisizione ed il papa re sono lontani, dalla compatibilità democratica, tanto quanto lo sono i tribunali islamici e gli sceicchi custodi della fede.

    La democrazia non è incompatibile con i partiti religiosi: ve ne sono in Israele, ve ne sono stati in Italia, in Germania, e così via. La democrazia è incompatibile con l’idea che la religione, ed il suo eventuale capo, abbiano una legittimità superiore alle leggi terrene, che regolano la civile convivenza. I convincimenti religiosi esercitano un’influenza sulla vita politica, lì come qui, ma la democrazia s’invera quando il passaggio di una norma non coerente con il credo (il divorzio, l’aborto, per parlare di casa nostra) non provoca altra conseguenza che il pubblico disappunto del clero.

    Ancora i nostri padri sono nati in un’Italia che non conosceva la libertà, che proclamava la religione di Stato, e con le gerarchie cattoliche che benedivano i gagliardetti fascisti. Invece di dar lezioni di presunta civiltà, quindi, si tratta di rimboccarsi le maniche per creare le condizioni di sviluppo, di libertà d’intrapresa, un’equa distribuzione del reddito. Per fare questo potrà occorrere, ed è occorsa, la forza, ma è l’unica possibilità che esiste per dare voce alle coscienze libere, che esistono lì cosi come esistettero ed esistono qui.

    Che siano le sinistre, oggi, a ritenere blasfema la lotta contro le teocrazie non depone a favore della buona salute di queste ultime, ma, semmai, a sfavore delle prime.

    tratto dal sito web del

  9. #9
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    Predefinito in sottofondo La Gazza Ladra, Overtoure

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