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  1. #1
    anticomunista
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    La Dottrina Democratica del Repubblicanesimo


    [mid]http://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/A.Britti/A._Britti_-_Io_con_la_ragazza_mia.mid[/mid]

    ho notato che qui postano anche dei comunisti dichiarati. È anticomunista il repubblicanesimo? se si, quanto? l'anticomunismo è o non è presente nel DNA dei repubblicani?

    sondaggio:
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=91881

  2. #2
    laico progressista
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    Predefinito

    Complimenti per la domanda.
    Da domani credo che ci sarà battaglia, su questo thread.

    Personalmente ti posso dire quello che penso.
    Il repubblicanesimo in senso stretto si rivolge ad una forma di Stato, all'interno della quale può esistere qualunque tipo di dottrina politica.
    Ma se parliamo di tradizione repubblicana, intesa come genesi e storia del movimento repubblicano in Italia, allora possiamo dire che essa è antitetica al comunismo. Il comunismo nasce in seno alla sinistra marxista. Il filone repubblicano appartiene invece alla sinistra democratica. E ha sempre propugnato un modello oramai diffuso e acquisito da tutto il mondo occidentale, vincente rispetto al comunismo.

    La comune appartenenza alla sinistra del nostro Paese, nonché la comune lotta di liberazione contro il fascismo, però, ha fatto sì che tra comunisti e repubblicani il dialogo non si sia mai interrotto.
    C'è sempre stato un rapporto dialettico, di confronto e di rispetto, pur nella diversità delle scelte e delle concezioni politiche.
    Per questo suona male definire un repubblicano "anticomunista".
    Un repubblicano è semplicemente un democratico, un laico, un erede degli ideali mazziniani di fratellanza e di tolleranza.

  3. #3
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    Predefinito Preoccupante

    L'avater che si è scelto come liberaldemocratico......
    Tex Willer

  4. #4
    email non funzionante
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    Predefinito

    ariel, ti ripropongo alcuni passi dei "DOVERI DELL'UOMO" di Giuseppe Mazzini ... da dove si evince chiaramente cosa pensi del "comunismo" il "Padre Spirituale" del Partito Repubblicano Italiano.

    .... (omissis) ... L'abolizione della proprietà individuale nondimeno è il rimedio proposto da parecchi tra i sistemi socialisti dei quali vi parlo, e segnatamente del comunismo. Altri vanno oltre; e trovando il concetto religioso, il concetto governativo, il concetto di patria falsati dagli errori religiosi, dagli uomini del privilegio e dall'egoismo delle dinastie, chiedono l'abolizione d'ogni religione, d'ogni governo, d'ogni nazionalità. Questo è procedere di fanciulli o di barbari. Perché, in nome delle malattie generate da un'aria corrotta, non tenterebbero la soppressione d'ogni gas respirabile ?
    L' idea di chi vorrebbe, in nome della libertà, fondare l'anarchia e cancellare la società per non lasciare che l’individuo con i suoi diritti, non ha bisogno, con voi, di confutazioni da me; tutto il mio lavoro combatte quel sogno colpevole che rinnega progresso, doveri, fratellanza umana, solidarietà di nazioni, ogni cosa che voi ed io veneriamo. Ma il disegno di quei che, limitandosi alla questione economica, chiedono l'abolizione della proprietà individuale e l'ordinamento del comunismo, tocca l'estremo opposto, nega l’individuo, nega la libertà, chiude la via al progresso e "impietra", per così dire, la società.

    La formula generale del comunismo è la seguente: la proprietà d'ogni cosa che produce, terre, capitali, mobili, strumenti di lavoro, sia concentrata nello Stato; lo Stato assegni la sua parte di lavoro a ciascuno; lo Stato assegni a ciascuno una retribuzione, secondo alcuni, con assoluta eguaglianza, secondo altri, a seconda dei suoi bisogni.
    Questa, se mai fosse possibile, sarebbe vita di castori, non di uomini.

    La libertà, la dignità, la coscienza dell' individuo spariscono in un ordinamento di macchine produttrici. La vita fisica può esservi soddisfatta: la vita morale, la vita intellettuale sono cancellate, e con esse l'emulazione, la libera scelta del lavoro, la libera associazione, gli stimoli a produrre, le gioie della proprietà, che sono tutte ragioni che inducono a progredire. La famiglia umana è, in quel sistema, un armento al quale basta essere condotto ad una sufficiente pastura. Chi tra voi vorrebbe rassegnarsi a programma siffatto?

    L'eguaglianza è conquistata, dicono. Quale ? L'eguaglianza nella distribuzione del lavoro? E' impossibile. I lavori sono di natura diversa, non calcolabili sulla durata o sulla natura di lavoro compiuto in un'ora, ma sulla difficoltà, sulla minore o maggiore sgradevolezza del lavoro, per il dispendio di vitalità che trascina con sé, sull'utile conferito da esso alla società. Come calcolare l'eguaglianza di un'ora di lavoro passata in una miniera, o nel purificare l'acqua corrotta di una palude con un'ora passata in un filatoio? La impossibilità di siffatto calcolo è tale che ha suggerito a taluno tra i fondatori di sistemi l’idea di far che ciascuno debba compiere un certo ammontare di lavoro in ogni ramo di utile attività: rimedio assurdo che renderebbe impossibile la bontà dei prodotti senza giungere a sopprimere l' ineguaglianza tra il debole ed il robusto, tra il capace e il lento, nell' intelletto, tra l'uomo di temperamento linfatico e l'uomo di temperamento nervoso. Il lavoro può essere facile e gradito all'uno è grave e difficile all'altro.

    L'eguaglianza nel riparto dei prodotti ? È impossibile.
    O l'eguaglianza sarebbe assoluta e costituirebbe una immensa ingiustizia, non distinguendo tra i bisogni diversi, risultato dell'organismo, né tra le forze e le capacità acquistate per un senso di dovere e le forze e le capacità ricevute, senza merito alcuno, dalla natura. O la eguaglianza sarebbe relativa e calcolata sui bisogni diversi; e non tenendo conto della produzione individuale, violerebbe i diritti di proprietà che il lavorante deve avere per i frutti del suo lavoro.

    Poi, chi sarebbe arbitro di decidere intorno ai bisogni d'ogni individuo? Lo Stato?

    Operai, fratelli miei, siete voi disposti ad accettare una gerarchia di capi padroni della proprietà comune, padroni dello spirito per mezzo di una educazione esclusiva, padroni dei corpi per mezzo della determinazione dell'opera, delle capacità, dei bisogni? Non è questo il rinnovamento dell'antica schiavitù ? Non sarebbero quei capi trascinati dalla teoria d'interesse che rappresenterebbero, e sedotti dall'immenso potere concentrato nelle loro mani, fondatori della dittatura ereditaria delle antiche caste ?

    No; il Comunismo non conquista l'eguaglianza fra gli uomini del lavoro: non aumenta la produzione - che è la grande necessità dell'oggi - perché fatta sicura la vita, la natura umana, come s'incontra nei più, è soddisfatta, e l’incentivo a un accrescimento di produzione da diffondersi su tutti i membri della società diventa sì piccolo che non basta a scuotere la facoltà; non migliora i prodotti; non conforta al progresso nelle invenzioni, non sarà mai aiutata dalla incerta, ignara direzione collettiva dell'ordinamento. Ai mali che affaticano i figli del popolo, il Comunismo non ha che un rimedio per proteggerli dalla fame. Ora non può farsi questo, non può assicurarsi il diritto alla vita ed al lavoro dell'operaio, senza sovvertire tutto quanto l'ordine sociale, senza isterilire la produzione, senza inceppare il progresso, senza cancellare la libertà dell' individuo, e incatenarlo in un ordinamento soldatesco, tirannico?

    Il rimedio alle vostre condizioni non può trovarsi in organizzazioni generali, arbitrarie, architettate di sana pianta da uno o altro intelletto, contraddicenti alle basi universali adottate nel vivere civile e impiantate immediatamente per via di decreti. Noi non siamo quaggiù per "creare" l'umanità, ma per "continuarla": possiamo e dobbiamo modificarne, ordinarne meglio gli elementi costitutivi, non possiamo sopprimerli. L'umanità è e sarà sempre ribelle a disegni siffatti. Il tempo che voi spendereste intorno a quelle illusioni, sarebbe dunque tempo perduto ... (omissis) ...


    per una rilettura completa del testo,
    in versione pdf, clicca qua sopra
    ... entra nella Biblioteca e poi, con il cursore,
    scendi fino a trovare I DOVERI DELL'UOMO,
    di Giuseppe Mazzini

  5. #5
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    Predefinito SORPRENDENTE

    come il liberismo sia poi riuscito ad intessere i migliori affari con regimi dove primeggia ancora il comunismo (Cina), o come lo stesso comunismo si sia trasformato in liberismo (Russia).
    Tex Willer

  6. #6
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    Predefinito tex che la cina e la russia siano

    diventate liberiste tex lo apprendo da te oggi. La Cina non è liberista la Cina ha aperto al capitalismo ed il capitalismo con la dittatura funziona come funziona con la democrazia. Anzi funziona meglio perchè non ci sono rivendicazioni sindacali, non ci sono scioperi, non ci sono diritti dei lavoratori. Ma questo non è liberismo è l'opposto. In Russia c'è solo confusione economica in cui si sovrappongono molti elementi contrastanti fra loro e mi è difficile avere un quadro omogeneo e coerente di un pase che non mi sembra che riesca ad emanciparsi più di tanto. Il liberismo c'è in america, c'è nei paesi in cui la legislazione sociale non è applicabile in tutti i settori del mercato, ed è un'aspirazione a perdere vincoli e legami di ordine burocratico difficilmente realizzabile e difficilmente compatibile, è un'istanza di libertà economica a cui dovremmo guardare, noi per lo meno con una qualche simpatia, anche perchè è minoritaria nel complesso del sistema mondiale in cui lo Stato la fa ancora da padrone. Noto con piacere per la prima volta una presa di distanza molto netta e chiara dell'amico arsena sulla tradizione repubblicana e quella marxista. Me ne compiaccio, il punto è che è vero che l'antifascismo ha fatto stringere legami fra pci e repubblicani ed azionisti tanto da creare un rapporto molto forte, se non altro dialetticamente parlando. Il problema è sorto però in Spagna quando il segretario del partito repubblicano, Pacciardi comandante della brigata garibaldi, ritenne i comunisti nel loro asservimento a mosca responsabili della sconfitta militare delle forze internazionali e si convinse che essi erano una minaccia per la repubblica democratica anche nel dopo guerra. La differenza tra pacciardi e la malfa padre è che il secondo riteneva plausibile recuperare alla democrazia il psi, che per pacciardi era staliniano in nuce quanto il pci. Ma il giudizio di La Malfa sul pci è lo stesso di Pacciardi, per lo meno fino al '69, quando il pci condanna, al miele, i fatti di praga. Nella mia esperienza personale pesa molto aver avuto una famiglia azionista che dopo la resistenza si divise in comunisti e feroci anticomunisti. Essendo io cresciuto con famigliari che nel vecchio pci e negli attuali ds hanno ricoperto e ricoprono cariche importanti, conoscendoli bene insomma e dovendo frequetarli periodicamente per ragioni famigliari, mi considero anticomunista e ancora di più antidiessino. Ma posso capire che in questo vi è un tasso di visceralità che danneggia un'analisi oggettiva. Dovrei limitarmi all'anticomunismo.

  7. #7
    laico progressista
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    Predefinito Re: Preoccupante

    Originally posted by Texwiller
    L'avater che si è scelto come liberaldemocratico......
    Tex Willer
    L'avater è in linea con il concetto di esportazione della democazia propugnato da Bush. Semplicemente è un filoamericano convinto.

  8. #8
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    Predefinito Calvin rileggi

    Non ho mai detto che la Cina non sia ancora comunista.
    Ho detto che con la Cina comunista e con la Russi ex-comunista i liberisti fanno ottimi affari e tu me lo hai confermato.
    Ergo: i liberisti hanno tutto l'interesse a mantenere dei regimi comunisti (e tu me lo confermi).
    Che poi l'interesse sia di tutti, ma proprio di tutti, lasciamelo contestare (in questo qualche ragione sull'impatto sull'economia dell'apertura ai cinesi ed all'est europa Tremonti ce l'aveva...... e ora dimmi che sono in ritardo sul valutare correttamente gli sviluppi dell'economia e propendo per i dazi e le barriere doganali).
    Ti propongo una riflessione visto che vieni da una famiglia di comunisti se capisco bene:
    A Modena hanno intitolato una piazza ai giovani caduti di Tien an Men.
    Nella stessa piazza (in Cina) per caso qualche liberista ha costruito un McDonald?
    Tex Willer

  9. #9
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    Predefinito scusa tex ma ancora non ci capiamo

    i capitalisti fanno ottimi affari con la cina e la ex urss, non i liberisti. Il liberismo è una dottrina, non una pratica. Per spiegarmi, von Hayek è un liberista, Agnelli un capitalista. Agnelli ha fatto affari con l'Urss, von Hayek non ci aveva i soldi e se le avesse avuti escludo che sarebbe stato disposto ad investire nel paese dei soviet. Escludo che Agnelli si leggesse von Hayek o che si preoccupasse del pensiero di Hayek per i suoi affari. Non ho capito poi la storia del mac donald e piazza tien an men, sinceramente.

  10. #10
    laico progressista
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    Predefinito Re: tex che la cina e la russia siano

    Originally posted by calvin

    Noto con piacere per la prima volta una presa di distanza molto netta e chiara dell'amico arsena sulla tradizione repubblicana e quella marxista. Me ne compiaccio, il punto è che è vero che l'antifascismo ha fatto stringere legami fra pci e repubblicani ed azionisti tanto da creare un rapporto molto forte, se non altro dialetticamente parlando.
    Guarda che a livello concettuale sei sempre stato tu a forzare un mio pensiero mai espresso. Io non ho mai associato Mazzini a Marx a livello ideale. Ho sempre parlato di "terreno politico", cioè di classi sociali a cui si sono rivolti, di interessi che hanno saputo o meno incarnare. La loro contiguità sta in questo. Detta in soldoni, hanno parlato lingue diverse allo stesso bacino, e Marx ha attecchito di più. Anche su chi prima guardava a Mazzini.
    Poi sinceramente mi sono stufato di fare discorsi di lana caprina....

    Originally posted by calvin
    [B]Il problema è sorto però in Spagna quando il segretario del partito repubblicano, Pacciardi comandante della brigata garibaldi, ritenne i comunisti nel loro asservimento a mosca responsabili della sconfitta militare delle forze internazionali e si convinse che essi erano una minaccia per la repubblica democratica anche nel dopo guerra. La differenza tra pacciardi e la malfa padre è che il secondo riteneva plausibile recuperare alla democrazia il psi, che per pacciardi era staliniano in nuce quanto il pci. Ma il giudizio di La Malfa sul pci è lo stesso di Pacciardi, per lo meno fino al '69, quando il pci condanna, al miele, i fatti di praga. B]
    Io Pacciardi lo lascerei stare. Dopo il '63 gli ha dato di volta il cervello.

 

 
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