Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    Registered User
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Roncadelle
    Messaggi
    27
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Derby Lazio - Roma... La solita pagliacciata all'italiana!!!

    Non so, ma io ho l'impressione che tutto il casino successo ieri sera nel derby romano sia stato dettato tutto dalla situazione economica delle due società... Forse un atto intimidatorio del tipo "O ci date i soldi per restare in serie A oppure qua non si gioca più a calcio"... E in tanto più di un miliardo di persone di tutto il mondo ha visto un'altra pagliacciata... Non è che magari si sono divertiti di più cosi che guardando la partita???

  2. #2
    ANTIMASSONE
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    BRESCIA
    Messaggi
    4,891
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Interessante editoriale di Gigi Moncalvo

    On. Berlusconi, le ricordiamo che domani è il 25 marzo... e che il 95% del Paese non vuole aiuti di Stato ai club
    Ecco il movente dell'Olimpico


    GIGI MONCALVO
    --------------------------------------------------------------------------------
    Le vogliamo dire chiare e tonde le cose, la vogliamo raccontare tutta la verità su quanto è accaduto domenica sera all'Olimpico, sui retroscena, sui perché, sugli interessi, sul denaro, sui miliardi, sui mandanti, sui nomi e sui cognomi? Ecco tutto.
    IL MOVENTE - Domenica sera, prima che iniziasse il derby, un migliaio di teppisti fuori dallo stadio ha dato vita a sassaiole, scontri, tafferugli con le forze dell'ordine. Si trattava di mille persone che avevano deciso di dedicare almeno tre ore a questo "passatempo" organizzato e di conseguenza avevano stabilito di non assistere alla partita. Quindi avevano premeditato l'assalto e gli scontri. Loro erano fuori ad accendere la miccia e a creare il clima, gli altri erano dentro pronti a intervenire nell'intervallo con la "sòla" del bambino travolto e ucciso da un mezzo della polizia. Gentaglia che ha perfino detto a Totti per rendersi credibile, per indurlo a non giocare, per spaventarlo: "France', fidate: c'ha chiamato la mamma der ragazzino...".
    Torniamo ai mille violenti fuori dello stadio che stavano attuando la prevista e preordinata "fase 1", in attesa che nell'intervallo i complici passassero all'esecuzione della "fase 2": mentre i mille fuori ovviamente erano in attesa di dar vita alla "fase 3" e cioè gli incidenti, gli incendi, gli scontri del dopo-partita.
    L'ANTEFATTO - Per alimentare il motore di mille scalmanati ci vuole della... benzina, ci vogliono soldi (o subito o sotto forma di promesse di soldi futuri), ci vogliono capi, leader, coperture sicure o assicurate da qualcuno, ci vogliono obiettivi e finalità. Il tutto sempre in nome dei quattrini, del business. Il ragionamento di questi pazzi è: "Ahò, lo dicono tutti: i padroni delle squadre siamo noi tifosi, le società appartengono a noi. E qui circola un mare di soldi. Non li devono guadagna' solo sti str... dei calciatori, pure noi dobbiamo avere una fetta. Ce la dobbiamo conquistà". Qual è dunque l'obiettivo finale di questi sfaccendati, molti dei quali con precedenti penali e chiare propensioni criminali? La storia comincia martedì 2 marzo (e "la Padania" ha pubblicato per due giorni di fila una foto, la stessa foto, in prima pagina col titolo: "A che gioco stanno giocando?", seguito dall'altro titolo: "Abbiamo scoperto a che gioco stanno giocando"). In quell'immagine ci sono il vicepremier Gianfranco Fini, il sindaco di Roma Veltroni, il presidente del Coni Petrucci, il presidente della Roma e quello della Lazio. Si sono incontrati in Campidoglio e hanno trovato questa prima soluzione per risolvere almeno in parte il problema dei debiti delle due società di calcio capitoline: la gestione a tre, Coni-Roma-Lazio, dello Stadio Olimpico, di proprietà del Coni. Gestione in comune vuol dire dividere i proventi, magari caricando di costi la collettività.
    L'IDEA PERVERSA - È in questa fase che ai capi delle frange più estreme della tifoseria viene la seguente idea (o qualcuno gliela dà): "I tre gestiscono lo Stadio, affidano la sicurezza delle tribune alla polizia, ma hanno bisogno di qualcuno cui affidare, dietro compenso, la sicurezza delle curve. E questo compito, questo business deve essere lasciato a noi, capi del tifo organizzato. Dobbiamo mettere le mani su questo affare". E il primo segnale da mandare è stato quello dell'altra sera: "Vedete, se non vi affidate a noi, in una sera accade che qualcuno possa procurarvi un miliardo di danni. E, se vuole, ve ne può procurare molti di più impedendo addirittura lo svolgimento della partita. Siamo noi che comandiamo dentro lo stadio, e anche fuori, siamo noi che abbiamo in pugno la situazione. È a noi, quindi, che dovete fare riferimento, sia tu Sensi che tu Longo. Ogni nostra mossa può procurarvi danni enormi e rivolte, ribellioni, tumulti. Dovete tenere conto di noi, dovete fare i conti con noi". L'obiettivo finale dunque è quello di far sì che Lazio e Roma affidino a questi sedicenti "capi" del tifo organizzato il compito, retribuito, di organizzare la vigilanza e la sicurezza delle curve, impedire scontri e tafferugli, garantire la pace dentro e fuori lo stadio, evitare danni, multe, sanzioni sportive e tutto il resto. Per non parlare del crollo delle azioni in Borsa, come è avvenuto lunedì per la Roma. Quel 2 marzo in Campidoglio, dietro le quinte, un po' in disparte c'erano pure Stefano Ricucci e Matteo Masoni, due dirigenti della Lazio. Così come nell'ombra, a distanza, c'erano i russi della "Nafta Moskva" (o anche i fratelli Toti o l'imprenditore Coppola di cui si parla come possibili acquirenti). Tutta gente, gli uni e gli altri, che sono pieni di quattrini e farebbero comodo agli ultras, molto più dello spremuto Sensi o degli "eredi" di Cragnotti.
    A MILANO - Prima di passare a esaminare chi sono questi "capi" e l'immenso potere che hanno, vediamo i precedenti in materia. A Milano è già accaduto qualcosa del genere. La prova generale si ebbe parecchi anni fa a San Siro la sera di Milan-Salisburgo, allorché le curve sembravano essere in mano non a tifosi di calcio ma alla feccia più violenta e sanguinaria del "Leonkavallo". La società rossonera capì la lezione e in modo responsabile corse subito ai ripari. Per fortuna il capo della tifoseria milanista, "il Barone", è una persona per bene, non ha niente a che fare con la teppaglia, è un signore riverito e stimato. Ma è un dato innegabile che, dopo quella notte di Coppa, il Milan per avere la "pace" nel terzo e nel secondo anello del Meazza, ha dovuto stipulare un "accordo" con ex appartenenti alla "Fossa" e alle "Brigate Rossonere". Sono loro gli "sceriffi", ed è curioso il loro destino di incendiari che sono diventati pompieri. Il che, se vogliamo, è anche utile dal punto di vista del recupero sociale di frange emarginate e dimostra quale possa anche essere il compito di una società di calcio.
    INTER - L'Inter non è ancora riuscita a risolvere bene questo delicato problema e forse questo è uno dei veri motivi delle sfortune dei nerazzurri. Il lancio della moto dal secondo anello, o quel tale che sparava acqua sulla folla con un idrante poche domeniche fa, o la molotov fatta scoppiare in curva qualche tempo fa, sono il segno che il fuoco cova sotto la cenere e ogni tanto qualcuno vuole toccare il tempo a Massimo Moratti. Vanno inquadrati come frequenti "avvertimenti" di questo tipo, anche episodi quali la vetrina infranta del "Baci&Abbracci", il ristorante di Vieri o dell'ex pizzeria di proprietà di Cannavaro. Così come episodi messi a tacere come la famosa volta in cui Vieri e Di Biagio chiesero di non giocare Inter-Modena e di lasciare la Pinetina. La motivazione ufficiale fu che il riscaldamento in camera era troppo alto, in realtà si sarebbe trattato di vere e proprie, terribili minacce subìte dai due appena usciti da casa e diretti verso il ritiro. Anche episodi apparentemente inspiegabili come Ronaldo che saluta tutti e se ne va, o la sconfitta con la Lazio nell'ultima partita (il famoso 5 maggio), o le contestazioni a Vieri, o la "protezione" a Xavier Zanetti e Materazzi, insieme a certe strane sconfitte dell'Inter a San Siro contro le provinciali, sarebbero da ricondurre a un certo clima e a certi messaggi trasversali di qualcuno. E il nome che ricorre sempre è quello di Caravita, il capo-tifoso (?) al quale, dieci minuti prima della fine di ogni partita, viene consentito di entrare tranquillamente negli spogliatoi. E ogni due lunedì va con la sua moto in via Durini a ritirare (pagandoli pochi giorni dopo) migliaia di biglietti da distribuire ai bagarini (con una tassa di 5 euro) o ai club (con soprattassa identica). Un business da miliardi. Caravita è un pregiudicato che prima della partita d'esordio in panchina di Zaccheroni, tanto per far capire chi era, salì sul pullman dell'Inter a catechizzare i giocatori. Il povero Zac credeva si trattasse di un agente della Digos e faticarono a convincerlo che quello là era il "padrone", tollerato dalla società, delle curve, in grado di organizzare contestazioni o striscioni a favore o contro Moratti, Facchetti, Bartolozzi, Oriali, Branca & C.
    ROMA E LAZIO - Torniamo a Roma. Andiamo a vedere i nomi, i cognomi, le professioni, gli intrecci, i punti in comune di chi è salito alla ribalta domenica sera e lunedì. Cominciamo da uno che era a casa e quindi ha un alibi perfetto. Si chiama Fabrizio Toffolo, è il capo degli "Irriducibili" della Lazio. Toffolo sta scontando una condanna a quattro anni per lesioni gravi: è stato condannato per aver spaccato la testa con un martello a un marocchino. È agli arresti domiciliari, e noi ci domandiamo come sia possibile che costui da casa via cellulare (nel senso di telefonino) coordini la "coreografia" della Curva Nord, o tenga sotto controllo la situazione, se si trova ai domiciliari. Allo stesso modo ci domandiamo come sia possibile che gli venga consentito di rilasciare a destra e a manca interviste a radio e tv. Dicono che è ai domiciliari per le sue condizioni di salute. Urge un controllo approfondito per capire se la sua casa è il luogo più opportuno dei suoi soggiorni e della sua centrale di comunicazione.
    POLITICA - Insieme a Toffolo, un altro capo laziale è Fabrizio Piscitelli, ovvero "Diabolik", altro leader degli "Irriducibili" che, insieme alla "Banda de Noantri", costituiscono dei due gruppi ultrà che hanno qualcosa in comune con i loro colleghi della Roma: l'ideologia politica di estrema destra, sotto l'etichetta riconducibile a "Forza Nuova". Sul fronte opposto, infatti, oltre a "er Marione", al secolo Mario Corsi, di cui abbiamo parlato diffusamente ieri, ci sono i gruppi "Giovinezza", "Tradizione Distinzione", "AS Ultrà Roma", "Arditi" che fanno ugualmente capo al gruppo fascista "Forza Nuova". Ecco quindi che gruppi che la domenica dividono il loro tifo calcistico, durante la settimana si vedono, si frequentano e organizzano "cose" insieme, incontrandosi per ragioni politiche. Ecco come nasce il "coordinamento", l'azione comune, il sincronismo d'azione, anche se alla partita ci si trova su due curve opposte, distanti più di 150 metri l'una dall'altra.
    L'AMICO DI COSTANZO - Passiamo ai tre che sono entrati in campo domenica sera saltando la recinzione della curva Sud. Ripetiamo i loro nomi e vediamo qualcosa di più, rispetto alle prime scarne notizie: Stefano Carriero, 29 anni, Roberto Maria Morelli (27) e Stefano Sordini (34). La cosa più incredibile è che due di questi, in qualche modo, prendono lo stipendio da... Berlusconi. Nel senso che Sordini, quello rasato in testa nelle foto, è un promotore finanziario della Banca Mediolanum, mentre Carriero, quello col berrettino di lana nero, è un cameraman che lavora per Maurizio Costanzo, in una delle società di produzione che fornisce i programmi della signora Costanzo a Canale 5 (che si tratti della "Fascino" di proprietà di Costanzo e di suo marito?). Sull'appartenenza di due dei tre arrestati ai gruppi fascisti non ci sono dubbi.
    I MASS MEDIA - Il nome di Maurizio Costanzo ci induce a fare una serie di considerazioni riguardanti i mass-media. Ricordiamo una trasmissione di qualche mese fa in cui, per tenersi buoni questi e altri ultras delle tifoserie, Costanzo dedicò loro una puntata del suo show. C'erano come ospiti Caravita arrivato da Milano, "er Marione" e tanti altri. In particolare un paio alla vista dei quali Pietro Calabrese, direttore della "Gazzetta dello Sport", in collegamento audio-video da Milano, disse: "Io con quelli non parlo. Hanno aggredito un mio cronista nel ritiro della squadra". Maurizio Mosca fece lo stesso. Applausi (nostri) a lui e Calabrese, Costanzo non capì un'acca. Evidentemente quegli ospiti erano stati reclutati e portati da Stefano Carriero, il quale in questo modo aveva aumentato il suo peso specifico e quindi il suo conseguente potere, all'interno di quel tipo di organizzazioni. Sì, perché costoro hanno trasmissioni tv e rubriche radiofoniche, contratti con emittenti e relazioni varie con i media e quindi riescono a fare un duplice gioco: si accreditano agli occhi dei tifosi come personaggi noti e "potenti" (proprio perché vanno in TV o parlano alla radio) e al tempo stesso vengono blanditi e ricercati dai media al fine di tenersi buone le curve e poter dire: "Avete visto, noi diamo spazio non solo ai dirigenti ma anche alle tifoserie, attraverso i loro portavoce". E così quando i club decidono di scendere a patti, forzatamente, con gli ultras per evitare guai, debbono per forza sedersi al tavolo delle trattative avendo come partner proprio costoro, i più noti, quelli resi più famosi proprio da radio e tv.
    ANSA, TG1, TG24 - E qui ci si addentra in un tema spinoso che riguarda gli addetti all'informazione. Ci rivolgiamo all'Ansa, al direttore del Tg1 e a quello di Sky Tg 24. Non vi pare di aver dato troppo spazio a costoro, a questi presunti "capi-tifosi"? Non vi pare di aver contribuito, intervistandoli senza parlare del loro pedigree penale, a dare loro un lustro che non meritano? Come è possibile che costoro vengano messi allo stesso livello di caratura e di importanza di un uomo, di un'Istituzione come il Prefetto Achille Serra o il Questore Nicola Cavaliere o il presidente Adriano Galliani o addirittura il ministro Maroni? Come si permettono costoro di contestare, di confutare, di ribattere, di replicare alle parole dei responsabili dell'ordine pubblico o dei ministri? Perché è stato dato loro tanto spazio accrescendo la loro autorevolezza e la loro fama? Perché se io intervisto Serra o Cavaliere vengo considerato il "servo di due sbirri" e invece, per coprirmi le terga, devo andare a intervistare questi teppisti che hanno fatto gridare e gridato "infami" o "assassini" alla Polizia? Tg1, SKY e Ansa hanno dato credibilità a Toffolo & C. Io tengo per un celerino o per un vicequestore da due milioni al mese piuttosto che per questi pregiudicati. E mi meraviglio che al celerino e al vicequestore non vengano concessi gli stessi spazi radio-tv di cui godono quei teppisti e i loro portavoce. Come si permettono costoro di criticare Galliani, Serra, Pisanu, Maroni, Cavaliere? Lo facciano, esiste la libertà di parola, ma nessuno gli dia eco e spazio oltre il dovuto o il lecito. E, se lo si fa, si dica anche che cosa dice il loro certificato penale. Non bisogna dare loro questa patente di credibilità: non ne hanno alcuna. Dov'è una radio, una TV, un giornale che abbia fatto le pulci a questo Toffolo spiegando bene chi è e perché si trova ai domiciliari?
    GALLIANI - E veniamo a cose più serie. Lo abbiamo scritto ieri e lo ripetiamo oggi, con maggior cognizione di causa: non è giusto dare addosso ad Adriano Galliani, insultarlo, criminalizzarlo, additarlo all'opinione pubblica come colui che è uscito dal seminato e addirittura, come ha detto qualche consueto ubriaco in TV, si è comportato "come se fosse il ministro dell'Interno". Adriano Galliani è l'unico che ha preso una decisione e che si è assunto alcune responsabilità, mentre nella Tribuna Vip dell'Olimpico mezzo governo stava a perdere tempo, a cazzeggiare e a domandarsi - come ha confidato il ministro Gasparri - chi avesse in capo la responsabilità e il potere di decidere se sospendere o continuare la partita. E raccontiamo che cosa è accaduto davvero sul fronte Galliani. Egli continua a tacere, ma ci sono testimoni oculari che si trovavano nello stesso ristorante dove egli stava cenando domenica sera, "La Fabbrica della Birra", in via Ripamonti a Milano. Il presidente della Lega Calcio stava cenando e guardando la partita sul grande schermo. È suonato il suo telefonino. Lo chiamava Oreste Cinquini della Lazio: "Presidente, qui non si può giocare. C'è una situazione drammatica. Le passo Baldini". Ecco Baldini, il direttore generale della Roma: "Qui non possiamo andare avanti, presidente. È una bolgia. I giocatori si rifiutano di giocare. Le passo Fabio Capello". Galliani ha avuto per dieci anni Fabio prima come collaboratore e poi come allenatore al Milan, che ha imparato tante cose da Berlusconi. Ha risposto volentieri, anzi ha ascoltato le sue parole: "Presidente, qui brucia tutto. Ci sono le fiamme sugli spalti. C'è un bambino morto, c'è stata un'invasione di campo. Le passo l'arbitro Rosetti". Galliani stava guardando le immagini e stava sperimentando il primo effetto video-telefono osservando su Sky i volti di coloro con cui stava parlando. Avrebbe potuto vedere anche il labiale dei suoi interlocutori se Baldini non avesse fatto cenno all'arbitro di coprire la bocca per impedire di far scoprire dalle TV le sue parole (che cosa temeva, Baldini?). Rosetti dice: "Le confermo che i giocatori della Roma non vogliono continuare. E anche quelli della Lazio: Mihajlovich mi ha preso il pallone e lo ha calciato lontano". A quel punto Galliani, come riferiscono coloro che erano ai tavoli vicini e che hanno allungato le orecchie, esprime tutte le sue perplessità all'arbitro, si fa ripetere bene le cose e alla fine lo si sente esclamare: "Rosetti, valuti lei se fermare la partita. Se lo ritiene, fermi la gara. Ma guardi che solo le autorità di pubblica sicurezza hanno il potere di sospendere o ordinare la sospensione della partita. Loro però non possono ordinare ai calciatori di giocare. Non siamo controllori di volo o pompieri o tramvieri: non possiamo essere precettati". Galliani è stato sentito dire questo a Rosetti, il quale gli ribadisce: "Qui i giocatori si rifiutano di continuare".
    L'ORDINE DI SERRA - Galliani non poteva sapere quello che il prefetto Serra aveva detto all'arbitro, a Baldini e Cinquini: e cioè che era lui, il prefetto, ad assumersi la responsabilità di far continuare la partita e che, allo scopo di far convincere i giocatori a disputarla, sarebbe salito in tribuna per parlare con Sensi e Longo, i due presidenti, cercando di convincerli a intervenire sui capitani e sulle due squadre. Serra aveva lasciato soli quei fatali minuti Rosetti, Baldini e Cinquini. Non avrebbe mai immaginato che, per paura dello 0-3 inevitabile sulla Roma che sembrava più propensa della Lazio a non giocare, Baldini avrebbe indotto Cinquini a telefonare a Galliani, approfittando dell'assenza del prefetto salito di corsa verso la tribuna. Baldini e Cinquini hanno disubbidito al prefetto, avrebbero dovuto aspettare il suo ritorno quando Serra avrebbe portato la risposta dei due presidenti. Cinquini e Baldini hanno chiamato Galliani senza informarlo delle parole del prefetto e della sua intenzione di far disputare la gara. E quindi, che colpe ha Galliani? È stato l'unico ad avere i nervi saldi, come faceva a 600 km di distanza a sapere qual era davvero la situazione, anche se in TV ha visto e sentito cose drammatiche? Galliani, diciamolo chiaro, ha commesso un solo errore: non ha spento il suo telefonino, oppure non ha mandato al diavolo Cinquini, Baldini, Capello e Rosetti, ma soprattutto i primi due che in quel momento, invece di pensare all'incolumità della folla e ai problemi veri, pensavano solo a come salvarsi dalla sconfitta a tavolino, che avrebbe certo nuociuto solo alla Roma.
    Gigi Moncalvo 24/03/2004
    La massoneria il vero nemico!

  3. #3
    ANTIMASSONE
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    BRESCIA
    Messaggi
    4,891
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Talking Carraro, Matarrese e Petrucci indagati a Roma

    Carraro, Matarrese e Petrucci indagati a Roma. L’accusa: ammesse al campionato 2002 squadre con i bilanci in disordine


    Sotto inchiesta i vertici del calcio

    Berlusconi: il decreto? Non mi piego alla piazza. Aspetto proposte dalle istituzioni sportive


    La Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il presidente della Federazione italiana gioco calcio (Figc) Franco Carraro, il vicepresidente vicario della Lega Calcio Antonio Matarrese e il presidente del Coni Gianni Petrucci. Estate 2002. I fatti su cui indagano i magistrati risalgono all’estate 2002 e prendono lo spunto dal fallimento della Fiorentina e dal diverso «trattamento» che sarebbe stato riservato alla Lazio.
    Le ipotesi di reato sono abuso e omissione in atti d’ufficio. L’inchiesta è una delle tre attualmente condotte dalla Procura di Roma sui bilanci, le attività e gli stipendi dei manager delle società di serie A e B, soprattutto delle squadre più grandi.
    Il premier. Sui debiti dei club Silvio Berlusconi ha detto: «Non mi piego alla piazza, aspetto proposte dalle istituzioni sportive».
    La massoneria il vero nemico!

 

 

Discussioni Simili

  1. DERBY! Lazio-Roma
    Di Alessandro.83 nel forum AS Roma
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 10-02-14, 13:17
  2. Derby Roma-Lazio (domenica ore 15:00)
    Di Haxel nel forum SS Lazio
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 22-09-13, 21:00
  3. Derby Lazio-Roma in diretta.......
    Di Danny nel forum Fondoscala
    Risposte: 119
    Ultimo Messaggio: 21-01-05, 20:08
  4. Lazio-Roma, che derby sia
    Di Nirvana nel forum Termometro sportivo
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 06-01-05, 12:48
  5. Incredibile Derby Lazio-Roma!!!!!!
    Di Danny nel forum Termometro sportivo
    Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 22-03-04, 00:12

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito