...che governano.
Giustizia, la riforma di Castelli mette i giudici sotto il piede del governo
di Susanna Ripamonti
La controriforma dell’ordinamento giudiziario è passata mercoledì al Senato e presto sarà legge. Questo significa che all’indomani della pubblicazione delle nuove norme sulla Gazzetta Ufficiale, tutte le fondamentali regole che governano la giustizia verranno stravolte.
Oggi il giudice deve rispondere solo alla legge, come dice l’articolo 101 della Costituzione. Ma con la riforma dell’ordinamento giudiziario si introduce la gerarchizzazione della magistratura, nelle procure il procuratore diventa il dominus che può decidere le sorti di un’inchiesta, avrà il potere di nominare e revocare procuratori aggiunti di sua fiducia, dovrà convalidare tutti gli arresti chiesti dai suoi sottoposti, e sarà lui solo (o un suo delegato) a tenere i rapporti con la stampa. Il procuratore generale avrà un diritto generalizzato di avocazione e il ministro si riserva il diritto di indicare una rosa di candidati per collocare ai vertici della magistratura persone gradite al governo, con poteri di controllo e di censura che tendenzialmente potrebbero trasformare tutte le procure d’Italia in un indifferenziato porto delle nebbie.
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