carissimi amici di Tradizione cattolica, vorrei proporre alla vostra attenzione una di quelle domande fondamentali che ogni cattolico dovrebbe, prima o poi, affrontare.
Si tratta del libero arbitrio. Non voglio richiamare qui nessun ipse dixit, nè suscitare una dotta discussione teologica, ma soltanto confrontare argomenti su un quesito di fondamentale importanza.
Lo pongo in questi termini:
secondo la nostra Tradizione religiosa, Dio rispetta il libero arbitrio dell'uomo, la capacità di scelta della creatura voluta dal Creatore.
Questo porta come conseguenza allo smarrimento, all'incertezza, alle scelte sbagliate, ed al "male". Con il naturale corollario di sofferenza e disorientamento nichilistico dell'uomo.
Perchè Dio vuole che sia così? la sua evidente assenza, lontananza, è apparentemente motivata dalla "preoccupazione" di non interferire con la libertà umana. Ma così si crea un paradosso: standoci lontano, Dio permette all'uomo di cadere nella sofferenza. È questa una prova d'amore...?!
facciamo l'ipotesi invece di un Dio che interviene di più, che si mostra, che si fa manifesto, come gli dei pagani dell'antica grecia. Si avrebbero risultati positivi in termini di sicurezza, di buone scelte, di benessere spirituale?! la domanda è aperta a risposte positive o negative.
per fare più chiarezza avanzo l'ipotesi che l'uomo, metaforicamente, sia simile ad un bambino più che ad un adulto. Un minore bisognoso di guida paterna autorevole, talvolta severa, ma in linea di massima amorevole. Il Dio di Israele non era forse così?!
L'ipotesi si rafforza se pensiamo allo stato di sfacelo morale e spirituale che viviamo oggi, che fa pensare ad una società di minori nel paese dei balocchi, ovvero senza orientamento, privi di diritture morali, dispersi nel mare magnum del baccanale consumista in cui tutto è permesso e tutto è valido.
saluti