Il tramonto del sondaggista Crespi Tradito o salvato da Berlusconi?
Europa 18-11-2003 Pagina 6
L'era Crespi è finita. Cresciuto all'ombra di Berlusconi, prima come consulente per la comunicazione, poi come sondaggista principe cori Datamedia, infine come cliente (attraverso il consorzio Nexus) di Rai e presidenza del Consiglio, il sondaggista fa la fine di Gianni Pilo, un altro ex pupillo finito nella polvere. È stato Berlusconi a "tradirlo"? Oppure è stato il governatore Fazio a chiedere alla Popolare di Lodi di chiudere i rubinetti per colmare i debiti della Hdc? Ma la domanda di tutti ora è: chi farà i sondaggi per il Cavaliere?
E ora, chi farà i sondaggi per Berlusconi? È questa una delle domande che circolano dopo che le banche si sono riprese la Hdc di Luigi Crespi, la creatura dell'ex delfino del presidente del consiglio che rischiava di finire strozzata dai debiti. Da lunedì prossimo Crespi non sarà più (nemmeno formalmente) il presidente della holding che passerà nelle mani di Efibanca, la merchant bank della Popolare di Lodi. Esclusa l'ipotesi liquidazione, la banca procederà alla ricapitalizzazione delle varie società nell'orbita Hdc per tentare poi di venderle al migliore offerente, o come "spezzatino" o attraverso l'ingresso in Borsa nel 2005.
L' era Crespi è quindi finita. Almeno per ora. Cresciuto (e in fretta) all'ombra di Berlusconi, prima come consulente per la comunicazione, poi come sondaggista fedele con Datamedia, infine come cliente (attraverso il consorzio Nexus) di Rai e presidenza del consiglio, Crespi fa la fine del collega Gianni Pilo, un altro ex pupillo finito nella polvere. Colpa anche delle mani bucate di questo vulcanico Falstaff della comunicazione che in pochi anni ha fatto shopping di società di sondaggi (Cirm, Directa e World Ricerche), giornali (Punto.com, Il Nuovo), società di comunicazione (Poster Up, Show Up, Metafora, Mediacomm) come se i soldi fossero infiniti e la bolla della new economy non fosse mai scoppiata. D'altra parte, solo due anni fa la stessa Popolare di Lodi che poi gli ha chiuso i rubinetti aveva valutato HDC 45 milioni di euro.
C'è chi dice che a "tradirlo" sia stato lo stesso Berlusconi. Nel 2001 e nel 2002 era stata infatti Forza Italia a farsi carico degli oneri finanziari dovuti ai ritardi per le fatture non pagate. Poi anche il partito amico, così come le banche, gli avrebbe voltato le spalle. E, colpo di grazia, la revoca della consulenza del ministero dell'economia. L'addio di Crespi sarebbe stato concordato da Gianpiero Fiorani, presidente di Bipielle, con il presidente del Consiglio che avrebbe già scelto un esperto americano di sondaggi per sostituire l'ex delfino. Il miliardario contratto di consulenza della Nexus con Rai e presidenza del consiglio scade infatti a fine 2004 e, in vista della campagna di primavera, il Cavaliere avrebbe bisogno di numeri "buoni". La tesi del tradimento sarebbe confermata anche dagli ultimi sondaggi Datamedia, pubblicati qualche giorno fa da Libero, sorprendentemente negativi per la Casa delle libertà. Una piccola vendetta dell'ex amico pugnalato alle spalle?
L'altra ipotesi, invece, è che a chiedere la testa di Crespi sia stato il governatore della Banca d'Italia. Fazio, avversario del ministro Tremonti, avrebbe costretto Bipielle a chiudere i rubinetti e a tutelarsi prendendo a pegno le azioni Hdc. In questo caso Bèrlusconi sarebbe intervenuto solo per trattare la resa onorevole di Crespi. Certo è che nei giorni scorsi Fiorani e il premier si sono incontrati. E al momento solo loro sanno chi sarà il nuovo Crespi.
(giovanni cocconi)