Giorni di lutto nel mondo dell'arte

[Nebbia]

E' morto improvvisamente nel suo appartamento domenica 9 novembre a Torino l'artista Mario Merz, il padre dell'arte povera.
Lo scorso 22 ottobre, a Tokyo aveva ritirato un prestigioso premio dedicatogli dalla famiglia imperiale giapponese.
Parallelamente si è spento lo stesso giorno in una casa di riposo - dimenticato da tutti - Edmondo Maneglia, ultimo grande impressionista torinese meno conosciuto a livello internazionale, ma perno fondamentale dell'identità "turineisa". Famosi i suoi dipinti della vecchia Torino, spesso utilizzati nei calendari torinesi per rappresentare la Torino della bell' epoque.


Uno dei famosi igloo di Mario Merz



mercatino rionale di Edmondo Maneglia

[Tullio (POL)]

Due artisti diametralmente differenti l'uno dall'altro ma al tempo stesso ambedue molto importanti per l'identità non solo artistica del capoluogo subalpino. Il primo creava visioni moderne e contribuiva a rendere Torino metropolita, il secondo ricordava e imprimeva nella tela una Torino dimenticata, romantica ma ancor oggi viva nei nostri monumenti. Che strana triste coincidenza, sono morti tutti e due lo stesso giorno, nella stessa città, erano nati lo stesso anno, e il loro nome cominciava per M. Quasi fosse un monito, un messaggio fatale per una città che è e sarà costretta a cambiare volto dopo averlo già cambiato almeno due volte: la prima quando la città era esattamente quella che Maneglia amava ritrarre nei suoi quadri, la seconda quando con Merz si era affacciata in una realtà metropolitana e molto industriale con l'avvento della Fiat. Oggi con i giochi olimpici, gli investimenti in infrastrutture e la fine dell'esperienza automobilistica si apre per la città una nuova fase, una fase obbligata di rinascita. Chissà che la morte dei due artisti non abbia voluto significare qualcosa.

[Armonia]

Mi ha rattristato molto la notizia della morte di Maneglia, devo dire il principale ispiratore delle mie opere. E sono rimasta mortificata dall'ingenerosa attenzione rivolta dal quotidiano torinese La Stampa nei riguardi della sua scomparsa.
La Regione o perlomeno la Provincia avrebbero dovuto sollecitare maggior risalto alla sua figura e a quello che ha sempre rappresentato, la Torino dei vecchi tempi, la tradizione, la storia piemontese; tra l'altro artisticamente ben rappresentata.
Mi rendo conto che anche in questo caso la politica e le scelte politiche di un pittore piuttosto che di un altro portano a risultati diversi. Eppure Edmondo aveva dato tanto a questa città, e le sue opere erano fino a ieri quotate dai 300 ai 3000 euro.
Addio Edmondo, ci hai regalato a noi e alla storia una Torino che non rivedremo mai più.

[Nebbia]

Anch'io sono rimasto rattristato. Mi aspettavo almeno una pagina intera dedicata alla morte di un pittore: Maneglia; che per decenni aveva rappresentato la Torino di un tempo non solo nelle sue opere, ma nei calendari "piemunteis", nei libri di Brero, negli album fotografici. Hanno preferito citare la sua scomparsa in un articoletto di cronaca del tutto irrilevante, una manchevolezza che offende. La mia famiglia non può certo dimenticarlo, del resto è stato proprio mio padre a "scoprirlo" e a "lanciarlo" quando invece allora disegnava ancora cartelloni pubblicitari e certo nessuno avrebbe scommesso un nichelino sulla sua carriera di pittore.