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    Predefinito Mandato Di Arresto Europeo: Ritorna Arcipelago Gulag

    Il ministro Bossi lancia l'allarme sul pericolo che incombe su libertà e diritti dei cittadini
    L'intervista di Bossi all'Ansa


    L'agenzia Ansa ha diffuso ieri il testo di questa intervista con il ministro Umberto Bossi.
    Ministro Bossi, il premier Berlusconi ha detto a Strasburgo che il Parlamento italiano si occuperà entro l'anno del mandato di cattura europeo contro cui lei e la Lega vi siete sempre battuti con forza. Cosa ne pensa?
    «Dal punto di vista tecnico diciamo che il progetto europeo è completamente incostituzionale e quindi il Parlamento non potrà che bocciarlo. Dal punto di vista politico siamo di fronte a una mostruosità, alla riproposizione del regime del terrore e per conseguenza ai giudici che agiscono su mandato politico. Il mandato di cattura europeo fa pensare che questa Europa sia la sintesi di Rivoluzione Francese e Rivoluzione Bolscevica. Il mandato di cattura europeo, non dimentichiamolo, prevede tra l'altro il sequestro dei beni delle persone che ne vengono colpite e prevede inoltre la loro deportazione. È quindi un obbrobrio, un crimine, che richiama storicamente l'articolo 58 del codice penale sovietico del 1926 e la famigerata Legge sui Sospetti del 22 pratile. Leggi attraverso cui fu possibile, durante la rivoluzione bolscevica e la rivoluzione francese istituire il Grande Terrore. I soloni che propugnano il mandato europeo vadano a rileggersi il libro "Arcipelago Gulag"».
    La Lega quindi è durissima su questo punto?
    «Noi non ci presteremo al ritorno del terrore nella storia, si arriverebbe alla criminalizzazione di milioni di europei privandoli di ogni difesa. La tecnica per instaurare questo nuovo terrore è sempre la stessa: la legislazione penale è formulata in termini il più possibile generici, così da permettere ai giudici di regime di agire per togliere di mezzo chiunque in qualunque momento. Nessun cittadino quindi potrebbe sentirsi sicuro di non finire nelle mani di questa giustizia criminalmente voluta dai neogiacobini e dai neobolscevichi europei. Una giustizia fatta per colpire chi discrimina, perché, per loro, chi discrimina è fondamentalista. La prima ad essere colpita potrebbe essere la Chiesa che, ad esempio, "discrimina" le donne nelle cariche di vescovo o di Papa. O, per fare un altro esempio, c'è stata una parlamentare socialista spagnola, Maria Izquierdo Rojo, che sosteneva che l'Europa doveva tagliare i fondi alla Grecia perché in quel Paese le donne non potevano mettere piede in certi monasteri. La Lega, forza di libertà, si opporrebbe sino alle più estreme conseguenze a queste follie come alla negazione del giudice naturale».
    Ministro Bossi, lei sostiene che la pericolosità è nella estrema genericità della legge penale...
    «Certamente, estrema genericità coincide con illimitata offensività. Abolendo i limiti della competenza territoriale e il controllo delle estradizioni si sostituiscono i diritti penali dei singoli Stati inventando un diritto comunitario unico che cancellerà la residua autonomia degli Stati. Bisogna opporsi con la massima forza a questa follia nazista».
    (Ansa)
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    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito

    La Lega compatta contro l'iniziativa europea che prevede il sequestro dei beni e deportazione
    Mandato di cattura Ue, follia nazista: nessun cittadino sarà più al sicuro


    Per l'europarlamentare socilademocratico tedesco Martin Schulz è una questione di vita o di morte. Il suo cruccio, o forse il suo compito ultimo, è quello di spronarne l'approvazione ma, sembra, solo per fare un dispetto all'Italia. Stiamo parlando del mandato di cattura Ue e della nascita di una Superprocura europea che possa controllare poliziescamente ogni cittadino, magari colpendo politici nazionali scomodi. E ieri, al Parlamento di Strasburgo, durante l'intervento del premier Silvio Berlusconi in qualità di presidente di turno dell'Ue, Schulz ha preso la palla al balzo per attaccare nuovamente il governo italiano. In particolare, nel mirino dell'europarlamentare tedesco, è finito il ministro delle Riforme Umberto Bossi, reo, a giudizio del "tedescone", di aver attaccato il concetto di "mandato di cattura Ue". Schulz ha chiesto espressamente a Berlusconi di "richiamare all'ordine Bossi" e "fare tutto il possibile perchè, quanto prima, entri in vigore il mandato di cattura europeo" e anche la Superprocura europea. Schulz, nel suo intervento all'europarlamento, ha fatto riferimento, in particolare, ad una intervista rilasciata l'altro giorno dal leader leghista al "Giornale" nella quale - ha riferito Schulz - "afferma che se il mandato di cattura venisse approvato, di questo passo si andrà verso la dittatura, verso il terrore". L'europarlamentare tedesco, con tono sarcastico, ha tra l'altro citato le parole di Bossi secondo il quale se il mandato di cattura venisse approvato lui sarebbe la prima vittima.
    Ma Schulz non è nuovo a questo tipo di uscite polemiche. Già il 2 luglio 2003, giorno del fatidico siparietto con il nostro presidente del Consiglio, andava affermando: "Chiedo che cosa intenda fare la presidenza italiana della Ue per far avanzare il mandato di cattura europeo, e cosa conti di fare per la realizzazione di una procura europea?".
    Il primo a rispondere alle provocazioni dell'euro parlamentare tedesco è stato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: «Le dichiarazioni di "Herr Schulz" sono la dimostrazione del clima di terrore che si instaurerebbe con il mandato di cattura europeo e del rischio che correrebbe la vita democratica del Paese con l'introduzione di un istituto che fa a calci con la nostra Costituzione». «Ogni volta che sento parlare di Schulz -ha sottolineato l'esponente leghista - condivido sempre di più la storiella del "Kapo", ma non riesco più ad arrabbiarmi: la questione è forse più psichiatrica che politica».
    In linea teorica il primo gennaio 2004 tutti i Paesi membri dovranno aver già recepito le norme sul mandato di cattura europeo. Ma finora solo quattro Paesi su Quindici hanno fatto proprie tali norme, tra l'altro estremamente vaghe nei contenuti e nei modi.
    Va ricordato che per recepire la direttiva bisognerebbe mettere mano alla Costituzione. La Francia lo sta facendo, ma cinque governi Ue sono da sempre contrari sia all'istituzione di una super-procura europea che al mandato di arresto Ue. Regno Unito, Olanda, Irlanda, Svezia e Danimarca non sono a favore della loro creazione.
    Fortemente perplessa della situazione, Carolina Lussana, responsabile Giustizia della Lega, che non nasconde i suoi dubbi sulla questione del mandato di arresto europeo, il cui iter in Italia è stato di fatto accelerato dalle parole di Berlusconi a Strasburgo. «Ci sono dei profili di costituzionalità che devono essere valutati - ha affermato l'esponente del Carroccio - alcuni principi sono in aperto contrasto con la nostra Costituzione, bisogna capire se si deve procedere con una legge ordinaria o con una legge costituzionale. Non a caso - ha precisato Lussana sottolineando che la commissione Giustizia ha rimesso la questione alla commissione Affari Costituzionali - il ministro Castelli aveva avanzato delle riserve che permangono e che condividiamo».
    A bacchettare il premier ci pensa invece l'eurodeputato del Carroccio Francesco Speroni: «Quella sulla procura europea è un'apertura che non ho gradito, perchè queste cose andrebbero valutate all'interno del Governo. Diciamo che oggi (ieri per chi legge, ndr) Berlusconi ha parlato più da presidente del Consiglio Europeo, giustamente perchè era in quella veste. Poi, però, bisognerà chiarire le cose all'interno della maggioranza - ha detto Speroni in'intervista ad "Affaritaliani" - e stabilire quale dovrà essere la posizione di Berlusconi in qualità di capo del governo italiano e non di presidente del Consiglio Europeo».
    Per il vicepresidente della Lega a Montecitorio, Guido Rossi «non casca certo il mondo se alla fine dell'anno non avremo ratificato il mandato d'arresto europeo. Un provvedimento che noi non condividiamo e che è sicuramente in contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione». Secondo l'esponente del Carroccio la norma, definita "un vero incubo", tradisce la Carta Costituzionale. «Innanzitutto prevede l'estradizione per motivi politici, mentre la nostra Costituzione tutela i cittadini e gli stranieri per le proprie convinzioni politiche. Inoltre con il mandato di cattura Ue si verificherebbero situazioni di grave disuguaglianza tra le persone: in Italia, per esempio, c'è il ricorso in cassazione, il giusto processo, e in Europa? Ma soprattutto i nostri cittadini potrebbero essere accusati da un giudice straniero di un reato che il nostro ordinamento non prevede».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Il ministro della Giustizia: sarà il Parlamento a decidere
    Castelli: norma negativa e anticostituzionale


    Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha parlato di «un provvedimento sbagliato dal punto di vista sostanziale e contiene numerosi aspetti contrastanti con la Costituzione italiana. Ma sarà il Parlamento "a decidere". In ogni caso, bene farà la Lega ad opporsi al mandato di arresto Ue, con la speranza che le decisioni si possano concretizzare prescindendo da logiche di natura puramente partitica e da meschini piani dettati da ambizioni personali». «Da ministro della Giustizia -premette Castelli - non posso far altro che prendere atto del fatto che il governo italiano, attraverso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha sottoscritto a Laaken il 5 dicembre 2001 l'impegno a recepire nel proprio ordinamento la decisione quadro sul mandato d'arresto europeo». Ma già a suo tempo, durante la discussione di «un provvedimento che ho giudicato e continuo a giudicare negativamente», il Guardasigilli ricorda di aver fatto notare che «esso presentava numerosi aspetti contrastanti con la Costituzione italiana». «Fu questo il motivo per cui negai il mio assenso a questa decisione quadro, senza mai calare le braghe come sembra affermare Buttiglione», aggiunge. «Il mio parere era del resto suffragato - spiega Castelli - dalle osservazioni di numerosi e autorevoli costituzionalisti e credo che proprio per questo motivo in sede di approvazione da parte del presidente del Consiglio venne espressa per conto dell'Italia la seguente dichiarazione: "Per dare esecuzione alla decisione quadro sul mandato di cattura europeo il governo dovrà avviare le procedure di diritto interno per rendere la decisione quadro stessa compatibile con i principi supremi dell'ordinamento costituzionale in tema di diritti fondamentali e per avvicinare il suo sistema giudiziario e ordinamentale ai modelli europei"». Una dichiarazione di cui il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni ha preso atto in sede di adozione formale della decisione quadro, avvenuta il 13 giugno 2002. «Da uomo libero - conclude Castelli - non ho mai nascosto cosa penso del mandato d'arresto europeo. Ritengo che sia incostituzionale dal punto di vista tecnico e completamente sbagliato dal punto di vista sostanziale».
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    Borghezio: lotteremo con ogni mezzo
    «Vogliono fondare un regime totalitario»


    «Contro il moloch giudiziario europeo lotteremo come partigiani della libertà»: così l'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio accoglie l'annuncio della prossima discussione nel Parlamento italiano del mandato di cattura europeo.
    Borghezio tiene a sottolineare che la "promessa" italiana ieri a Strasburgo è stata volutamente «strappata» dal «solito Martin Schulz, che si è anche scagliato contro gli esponenti del governo italiano per l'intervista rilasciata da Umberto Bossi al Giornale, in cui il segretario esprime la sua contrarietà al progetto». E da parte sua annuncia che «la Lega darà vita a una forte iniziativa popolare di contrasto».
    Per l'onorevole Borghezio il mandato di cattura europeo «è una proposta inaccettabile, che coinvolge diritti alla libertà irrinunciabili: dovrebbe togliere il sonno a chiunque abbia a cuore le garanzie poste dalla nostra Costituzione a salvaguardia del principio sacrosanto del giudice naturale precostituito per legge. E'evidente, infatti -prosegue l'europarlamentare leghista -, che stravolgendo le procedure e annullando le garanzie, si pone il cittadino alla mercé di un moloch giudiziario europeo senza patria e senza volto». Insomma, si tratta di «un progetto illiberale, incostituzionale, che delinea uno scenario totalitario».
    Si preannuncia una grande battaglia. «Non si può non tener conto del fatto che c'è una parte considerevole del Paese che è contraria al mandato d'arresto europeo e questa parte guarda caso è il Nord, più facilmente soggetto alla censura della libertà - spiega l'onorevole Borghezio -. Il mio auspicio è che la Lega dia vita a una forte iniziativa popolare per contrastare un provvedimento inaccettabile. Di fronte a pericoli di questo genere noi patrioti padani, veri partigiani della libertà, non possiamo stare inerti. Occorre battersi con ogni mezzo lecito per impedire la realizzazione di questo oscuro progetto che annullando le garanzie previste da ogni ordinamento nazionale a tutela della libertà dei cittadini, realizzerebbe un sistema totalitario come preconizzato da George Orwell».
    A. B.
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    Predefinito PROSPETTIVA GULAG: IL MANDATO DI ARRESTO EUROPEO

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  6. #6
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    Da Televideo

    Mandato arresto Ue: no di Bossi, sì Fini

    "Il Parlamento italiano non può che bocciare il mandato di cattura europeo perché è incostituzionale e criminale". E' quanto sostiene il ministro per le Riforme, Bossi, secondo cui "dal punto di vista politico si tratta di una mostruosità, alla riproposizione del regime del Terrore, ai giudici che agiscono su mandato politico, alla sintesi tra rivoluzione francese e bolscevica".

    "Sono d'accordo con il mandato di arresto europeo", ribatte il vicepremier Fini che aggiunge: "Credo che anche Castelli sia d'accordo".

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    Non c'è dubbio che, in mezzo a tanto scempio, l'unico sussulto di dignità e di rispetto per la cultura giuridica tradizionale provenga da Bossi, purtroppo destinato a fare da vox clamans nel deserto del vile conformismo politicamente corretto... Aggiungo solo che:

    a) Mai come adesso ho avuto la fortissima tentazione di chiedere, tramite e-mail, l'iscrizione alla Lega Nord da Messina...

    b) Se, come è pressoché certo, questo mostriciattolo diventerà reale, spero con tutto il cuore che qualche magistrato straniero ultrasinistroide riesca ad applicarlo fino in fondo contro Berlusconi (fra i reati per cui è previsto c'è anche la corruzione),,, Così imparerà a rispondere a Schulz, invece di umiliare se stesso e l'Italia ai suoi piedi...

  8. #8
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    Prima Pagina

    Il mandato d'arresto europeo
    Prospettiva Gulag


    GIGI MONCALVO
    --------------------------------------------------------------------------------
    Avete mai immaginato di poter essere deportati in un carcere della Bulgaria o della Turchia per un ipotetico fatto da voi compiuto in Italia e non previsto come reato dalla legge italiana, ma considerato tale da quella bulgara oppure turca? Avete mai pensato di dovervi difendere in un Paese di cui non parlate e non comprendete la lingua, in cui non avete un avvocato di fiducia (poiché far arrivare il vostro legale dall'Italia e tenerlo vicino a voi durante l'inchiesta o il processo costerebbe un occhio della testa), dimenticati da un'opinione pubblica che neppure sa della vostra esistenza?
    Avete mai pensato che i vostri beni, la vostra casa, la vostra azienda, i vostri conti correnti potrebbero essere sequestrati e bloccati per ordine di un giudice belga o lituano o polacco, sulla base di presunti e non provati reati di tipo fiscale e doganale, magari inventati da un vostro cliente cui voi avete regolarmente consegnato beni e servizi e che lui non vuole pagarvi, architettando falsi teoremi ed accuse?
    Le prospettive che si aprono con il mandato di arresto europeo sono queste, ed ancora peggiori. In seno all'Unione Europea si sta approntando un impressionante meccanismo repressivo dei "reati" di opinione, con lo scopo di allontanare e di sradicare il "candidato alla deportazione" dai propri luoghi di appartenenza, dalla propria terra, dalla propria famiglia, dal proprio Paese. E anche di depredarlo di ogni bene nel caso in cui abbia i mezzi per approntare una difesa all'estero, di "silenziarlo" in ogni senso, mettendolo in condizione di non potersi difendere o, se osasse farlo, di non essere in grado di farsi capire o di comprendere le varie sfumature dell'inchiesta e del processo.
    L'Unione Europea in questo modo, con questo mostro "giuridico" (che è tutt'altro che giuridico) spezza ogni legame con numerosi ed elementari principi di civiltà giuridica che sono, anzi devono sempre essere, alla base di ogni ordinamento.
    Primo fra tutti viene minato il principio di certezza del diritto, in quanto l'individuazione di reati di opinione contemplati dalla normativa europea con espressioni giuridicamente fumose e di larghissima portata, consente in astratto di criminalizzare chiunque.
    È chiaro quale sia lo scopo coperto dietro al pretesto di uno spazio di sicurezza europeo: reprimere ogni dissenso, ogni forma di opposizione o resistenza, fornendo alle "lobbies" egemoni la possibilità di incidere profondamente nel tessuto ideale e sociale, amputando a piacere le parti non gradite e impedendo loro di nuocere ai disegni delle élite del potere e degli affari che in Europa spadroneggiano in maniera vergognosamente anti-democratica.
    La legge dei sospetti, alla base dell'epoca del terrore rivoluzionario giacobino e l'art. 58 del codice penale sovietico, fondamento della repressione staliniana, hanno impressionanti somiglianze con il mandato di arresto europeo. D'altronde Lenin, entusiasta cultore degli ideali giacobini, aveva osservato, parlando dei mezzi di repressione contro i dissenzienti: «Occorre formulare (la norma) con la massima ampiezza possibile, perché soltanto la coscienza giuridica rivoluzionaria e la coscienza rivoluzionaria stessa potranno suggerire la sua applicazione di fatto, più o meno larga».
    Abbiamo attinto queste note dall'introduzione delle 73 pagine scritte da un magistrato, Carlo Alberto Agnoli. Le ha raccolte nel suo libro intitolato "Prospettiva Gulag: il mandato di arresto europeo". Agnoli è attualmente presidente del Tribunale per i minorenni di Trento, è entrato in magistratura a 25 anni, nel 1964, vi ha svolto per molti anni funzioni tanto inquirenti quanto giudicanti, queste ultime sia in primo grado che in grado di appello. Nel suo quasi quarantennale curriculum figurano anche oltre cinque anni di magistratura di sorveglianza, che gli hanno dato occasione di conoscere da vicino il mondo e i problemi delle carceri.
    "La Padania" in questi giorni pubblicherà ampi stralci di questo libro fondamentale per la comprensione delle minacce che incombono sui nostri diritti e sulla nostra libertà, come ha giustamente sottolineato il ministro Umberto Bossi lanciando questo allarme, anzi riproponendolo dopo i primi allarmi di qualche mese fa, vista la drammatica attualità del pericolo che incombe su ciascun cittadino.
    I lettori, certamente non solo in questi ultimi giorni, ma tra la fine del 2001 e i primi mesi del 2002, hanno sentito parlare del "mandato d'arresto europeo", ma quasi altrettanto certamente appartengono a quella stragrande maggioranza degli italiani, anzi degli europei che, senza soffermarsi sul problema, hanno dimenticato il tema o non gli hanno dato l'importanza che meritava. Eppure quel tema è attualissimo e di enorme importanza: esso mette in gioco la libertà non solo morale, ma anche fisica dei cittadini di tutti gli Stati dell'Unione Europea, e quindi anche quella di ciascuno di noi.
    La Lega Nord, attraverso le parole e la decisa azione del proprio leader, ha già annunciato la propria assoluta contrarietà. Ed ha il merito di aver lanciato l'allarme e di aver risvegliato le coscienze, non solo dei cittadini ma anche di quella parte della classe politica che ha a cuore temi come quelli della giustizia ma, soprattutto, dell'inalienabilità dei diritti fondamentali e irrinunciabili di ogni cittadino. Quella legge, anche se ci sono segni di enormi pressioni e di sotterranei intrecci politici per farla approvare ed entrare in vigore, non può, non deve assolutamente passare. È questa la nuova, grande battaglia della Lega contro questa Europa-Forcolandia. Questa legge obbrobriosa ed iniqua, in caso di approvazione, cambierà profondamente la nostra vita, forse la travolgerà, mettendo in dubbio perfino il nostro diritto alla libertà personale e alla possibilità di poter avere la disponibilità dei propri beni.
    Vale dunque la pena di documentarsi, di informarsi, di riflettere su questo tema. E di prepararsi a difendere se stessi, i propri cari, la propria vita, la propria libertà, i propri beni.
    Vogliamo aiutare i lettori ad acquisire tutti gli strumenti conoscitivi di questo gigantesco problema, proprio attraverso le pagine e i ragionamenti del libro del giudice Agnoli. A lui dobbiamo essere grati per aver usato ogni cura per renderle accessibili anche a chi è del tutto digiuno di diritto.
    Subito dopo il primo segnale di allarme lanciato dal ministro Bossi alcuni mesi fa e prima del libro del giudice Agnoli, in Italia si era occupato del tema un altro libro, che non ha certo avuto l'eco che meritava: "Il bavaglio europeista - Come l'Europa uccide la libertà", scritto da Mario Spataro (Edizioni "Il Settimo Sigillo", Roma, 2002).
    Abbiamo deciso di rompere il silenzio che circonda il tema del mandato di arresto europeo: questo silenzio è per noi motivo di estrema preoccupazione poiché ci fa temere che qualcuno volesse metterci di fronte al fatto compiuto, quando sarebbe stato ormai troppo tardi. È merito ancora una volta dell'on. Bossi e della Lega Nord aver portato all'attenzione dei cittadini (che rischiano di diventare sudditi), del governo, delle forze politiche un tema così fondamentale e decisivo per il mantenimento dei nostri diritti e della nostra libertà.
    Gigi Moncalvo
    --------------------------------------------------------------------------------


    [Data pubblicazione: 24/10/2003]
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    Predefinito PROSPETTIVA GULAG: IL MANDATO DI ARRESTO EUROPEO

    Prospettiva Gulag: Il Mandato Di Arresto Europeo Post #1 di 1

    All'indirizzo:
    www.cattolicipadani.org/gulag.htm

    E' scaricabile la seconda stesura, corretta ed ampliata,
    dello studio del dr. Carlo Alberto Agnoli, Presidente del
    Tribunale per i minorenni - Trento, dal titolo:
    "PROSPETTIVA GULAG: IL MANDATO DI ARRESTO EUROPEO
    Costituzione addio".

    E' possibile anche scaricare l'intervista, in formato mp3,
    rilasciata a TelePadania, sullo stesso argomento.

    L'INTERVISTA SARA' REPLICATA DOMENICA 2 NOVEMBRE 2003,
    SEMPRE SU TELEPADANIA. Se ne consiglia la visione, lo
    studio e la diffusione.
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