E' da un po' che osservo con sospetto Giuliano Ferrara, ex comunista.
Da qualche mese mi abbonda in articoli caustici sul movimento che lo vide protagonista di epiche lotte antikomuniste.
Qualche settimana fa ha addirittura accusato il PresidebteBerlusconi di essere poco lucido, non so se mi spiego.
Qualcuno dovrebbe ricordare al sig. Ferrara che il motto di Silvio è: "Non si sputa nel piatto dove si mangia". E lui mica ha solo mangiato, si è ingozzato.
Qua per esempio guardate come mi irride i colonnelli di Berlusconi. Non ditemi che non sembra un post sul pollismo, di quelli cattivi, intrisi di invidia e di veleno, di quell'odioso di Brunik, che come sapete è un nemico, non certo un amico.
Il Foglio, 9.9.2003
I quattro fedelissimi del Cav. che hanno fatto piangere Bondi
Roma. E chi sono dunque questi che hanno fatto lacrimare Sandro Bondi (e, Dio non voglia, magari pure inumidire il ciglio del Cav.)? Secondo le cronache dei giornali, un poker interregionale (“il piemontese Crosetto, l’emiliana Bertolini, il toscano Tortoli, il veneto Carollo”, dettaglia Repubblica) non si è fatto ammansire in quel di Gubbio, e tanti dubbi hanno piantato che alla fine una grana si annunciava. Così, tutto rimandato. Che poi, chi sono i quattro ben pochi oltre i confini regionali lo sanno, anche se tre di loro sono pure parlamentari nazionali. Tutti berlusconiani doc, chissà se bondiani, poco cicchittiani.
Tra i quattro, la più nota è forse Isabella Bertolini, bionda e granitica vicecapogruppo a Montecitorio. Una che dice pane al pane, e se lo riconosce pure sul suo sito Internet, sotto l’esemplare scritta: “Isabella Bertolini per Silvio Berlusconi”. E dunque si legge: “L’arrivo di Isabella Bertolini ai vertici regionali del Partito, e oggi alla Camera dei Deputati, non è passato inosservato. La novità di una donna assurta a queste cariche, il suo carattere schietto e franco…”. Cresciuta nella rossa Emilia, terra di missione per ogni liberale ben operante, la Bertolini è abituata a battagliare. Ha fronteggiato l’opposizione sul lodo Maccanico, ha avvertito sull’articolo 18 tanto a manca, “per la Cgil è il suicidio politico”, quanto a sinistra, “Ds allo sbando, il quesito sarà la loro tomba”. Ma da sensibile parlamentare modenese, con non meno vigore liberale esalta le vittorie della squadra locale: “Con la splendida e meritata vittoria sui cugini bolognesi, i Canarini hanno ‘vendicato’ l’ingiusta sconfitta dell’andata e volano sempre più in alto”. Però, innanzi e sopra a tutto, tifa per il Cav. Per esempio, in quattro risposte in un’intervista viene evidenziato: nella prima che “abbiamo il privilegio di avere un grande leader, l’unico leader politico vero che vi sia oggi in Italia”; nella seconda “la grande intuizione del presidente”, nella quarta “il grande intuito del presidente”.
Anche Roberto Tortoli, coordinatore della Toscana, “uomo d’azienda fino al 1993, politico per caso dal 1994”, ha fatto le dovute battaglie. Sempre nel nome del Cav., e se ha fondato FI in Toscana “lo ha fatto per lui”. Di grande impatto la sua dichiarazione sul granducato rosso della sua regione: “La Toscana è il buco nero della democrazia occidentale”. E più in là, ha precisato: “nemica della libertà e della liberalità”. Figurarsi che in una simile terra dei leoni il Cav. aveva meditato di comprarsi una villa, e ovviamente fu malamente accolto dai primitivi indigeni di Montalcino. Il Cav. poi spiegò di aver rinunciato, ma non per gli insulti; Tortoli, che quelle zone conosce, aveva invece avvertito che la triste assenza del Cav. tra i vitigni locali era purtroppo dovuta al “tipo di accoglienza che ha ricevuto, con frasi del tipo ‘mafioso’, il gesto dell’ombrello…”. Comunque, sul suo sito l’esponente azzurro, molto liberale seppure in terza persona, informa: “Se volete saperne di più dell’Evento Forza Italia potete interpellare Roberto Tortoli liberamente”. Un po’ meno noti gli altri due del poker interregionale.
Giorgio Carollo, unico non deputato, controlla il Veneto. “Molti pensano che io sia un visionario, perché ho una certa idea di partito”. Così a volte lo danno per dimissionario, intanto lui è lì saldo. E il Cav., nel corso di un colloquio di un’ora e mezzo con i telefoni staccati (cronaca dell’Arena), “mi ha detto: ma Giorgio vuoi che dopo dieci anni buttiamo via tutto?”. Non sia mai. Proprio Carollo ha scortato il Cav. ultimamente a Verona, dopo che è stato svelato il complotto dei fischietti. “Come vedete, qui fischi non ce ne sono, anzi sono sempre applausi. Come dovunque in Italia”.
A completare il poker, c’è poi il piemontese Guido Crosetto, che ha fatto il militare a Cuneo (alpino) e fa il deputato nel collegio Alba-Bra-Langhe-Roero, così che nel suo sito appare con bucoliche vigne sullo sfondo. Da ragazzo, è stato volontario al Cottolengo di Torino. Ultimamente ha difeso Gabriella Carlucci, che con la bandiera juventina voleva salire su un pullman carico di deputati milanisti. Dalla cronaca del Carlino: “Guido Crosetto, con i suoi due metri e i suoi 140 chili difende la collega che però diligentemente arrotola la bandiera”.
un dubbio: si sta allenando anche lui al salto della quaglia?