Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Arte megalitica: la Sardegna dei nuraghi

    ETA’ NURAGICA
    (1800/111 A.C.)


    La più grande civiltà della Sardegna antica fu quella dei nuraghi, che si sviluppò a partire dall’età del bronzo fino all’età del ferro, dal 1800 a.C. alla definitiva conquista romana dell’isola avvenuta nel 111 a.C.. Per comodità di studio, l’età nuragica viene divisa in tre periodi, ciascuno caratterizzato da un particolare tipo di nuraghe e da un importante avvenimento storico.

    - Periodo arcaico: dalle origini (1800 a.C.) allo sbarco dei Fenici (800 a.C.), nuraghi a cupola.

    - Periodo apogeico: contemporaneamente alla presenza dei Fenici (800-500 a.C.). i Sardi raggiunsero l’apogeo, ossia il massimo della loro civiltà, nuraghi a castello e villaggi nuragici.

    - Periodo della decadenza: dalla conquista cartaginese (500 a.C.) alla conquista romana (111 a.C.). In questo periodo i Sardi si rifugiarono all’interno dell’isola ed eressero nuraghi a corridoio, meno belli ma più adatti a difendersi.

    Leggendo queste date, ci accorgiamo che solo il periodo arcaico si sviluppò nella preistoria, mentre gli altri due periodi si svilupparono nella storia, ossia quando era stata già inventata la scrittura.
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  2. #2
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    ARCHITETTURA: I NURAGHI

    I nuraghi erano abitazioni fortificate che venivano edificate sulla cima di piccole alture, dalle quali si potevano controllare la pianura e le valli sottostanti. Nel periodo apogeico, intorno alla torre centrale furono costruite altre torri collegate tra loro da possenti mura megalitiche; spesso al di fuori delle mura veniva costruito un villaggio di capanne anch’esse di pietra. Finora sono stati ritrovati un centinaio di villaggi nuragici distribuiti in tutta l’isola: se ne trovano sugli altopiani, sui monti, sulle colline, sulle pianure e persino in riva al mare. I villaggi ritrovati hanno da quaranta a duecento capanne ciascuno, le capanne hanno una base circolare ricoperta da rami o frasche che le fanno somigliare alle attuali “pinnetas” dei nostri pastori. Accanto ad ogni capanna si costruivano recinti per il bestiame. Ogni capanna ospitava una sola famiglia e in caso di pericolo si rifugiavano tutti all’interno del nuraghe. I nuraghi costruiti prima della comparsa dei Fenici e dei Cartaginesi servivano ai Sardi per difendersi dai Sardi stessi. La Sardegna, in quel periodo era formata da tanti piccoli stati spesso in lotta fra loro. Si pensa che a costruire i primi nuraghi siano state le comunità più deboli per difendersi da quelle più forti.
    Fra i nuraghi che sono stati riportati alla luce solo di recente dagli archeologi vi sono quello imponente di Palmavera (Alghero), poi Santu Antine (Torralba), Santa Cristina (Paulilàtino), Nuraghe Losa (Abbasanta) oltrechè il celeberrimo Su Nuraxi di Barumini, che è stato incluso alcuni anni fa dall’UNESCO nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità.



    Barumini: Su Nuraxi

    Barumini: il villaggio nuragico de Su Nuraxi visto dall’alto

    Abbasanta: il nuraghe Losa

    Torralba: il nuraghe Santu Antine visto dall’alto


    I confini dei territori tribali erano protetti da piccoli nuraghi/es d’avvistamento del nemico collocati in punti strategici alti.


    Esempi di nuraghi monotorre d’avvistamento


    Oggi si contano in Sardegna circa 7000 nuraghi/es, alcuni in buono stato di conservazione mentre di altri rimangono solo alcune pietre.

    Col periodo apogeico i villaggi divennero sempre più borgate, costituite dalle 40 alle 200 capanne in ognuna delle quali si calcola abitassero in media quattro persone, per una popolazione oscillante fra le 100 e le 1000 persone per villaggio.
    Come i borghi medioevali all’interno del castello essi sorgevano attorno a nuraghi sempre più complessi, con varie aggiunte e corpi sussidiari laterali e frontali.
    Le armi e gli oggetti in bronzo (vedi: l’arte dei bronzetti) si erano perfezionati nella qualità e nelle forme più evolute e riconoscibili.
    Pure la ceramica era diventata più raffinata nelle decorazioni.
    In una zona di contatto con la civiltà fenicia, nel Sinis di Cabras, a ridosso di Tharros, essi scolpirono nel secolo VI A.C. grandi statue celebrative di insigni guerrieri che fanno pensare a uno sviluppo della civiltà nuragica verso modi rappresentativi più spettacolari
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  3. #3
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    ARCHITETTURA: LE TOMBE DEI GIGANTI

    Nel periodo arcaico (II millennio a.C.) quando i membri dei klan più potenti morivano per accidente o giungevano al termine naturale della vita (l'età media allora era di circa 35 anni), venivano sepolti in tombe multiple che avevano la forma sacrale a testa di toro vista dall'alto.
    Costruite con tecnica megalitica comprendevano all'interno una lunga camera coperta alla quale si accedeva tramite uno stretto portello. La facciata a semicerchio si presentava tipologicamente costituita da lastre verticali che fiancheggiavano lateralmente una grande stele arcuata e ripartita orizzontalmente oppure costruita con filari regolari e sovrapposti più alti al centro che alle estremità. Talvolta al piede della facciata esisteva un sedile. Destinate alle sepolture collettive potevano comprendere anche trecento deposizioni.
    Sono chiamate tombe dei giganti perchè in passato le si riteneva, date le dimesioni, l'ultima dimora di creature gigantesche.
    Queste necropoli sono lunghe anche 24 metri, con circa 200 salme e sono disseminate in tutta l’Isola, da Palau (i Mizzani) a Castiadas (Pranu Camisa) a San Giovanni Suergiu (Creminalana).

    Dorgali: veduta aerea della tomba dei giganti di Enas e Torres con pianta a forma di corna di toro.

    Arzachena: veduta frontale della tomba dei giganti di coddu vecchiu.

    Corridoio interno di una tomba dei giganti

    Ricostruzione della struttura esterna (a testa di toro) di una tomba dei giganti con bètili
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  4. #4
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    ARCHITETTURA: I POZZI SACRI



    I riti pubblici in onore della Grande Madre e del Dio toro si celebravano all’aperto, in appositi templi a “mègarion” simili per forma a quelli greci, ma l’edificio che meglio caratterizza la religione dell’età nuragica è il pozzo sacro, dove si venerava l’acqua, la nuova divinità dei Sardi.
    Se si considera perché gli antichi egizi collocassero anche il Nilo fra le loro divinità possiamo facilmente comprendere come mai gli abitanti di una terra spesso soggetta alla siccità adorassero questo prezioso elemento.
    Questi luoghi sacri per la pianta rettangolare allungata con doppio ingresso in antis ricordano analoghe costruzioni greche e testimonierebbero i contatti con il mondo egeo confermati dal ritrovamento di ceramiche micenee in contesti nuragici.
    La figura del tempio a pozzo è semplice: da un atrio al livello del suolo una scalinata rettilinea conduce alla camera sotterranea, al cui centro si apre il pozzo sacro che era (e quasi sempre è tuttora!) alimentato da falda acquifera perenne.


    Paulilàtino: eduta esterna di pozzo sacro di Santa Cristina.


    Pozzo sacro di Santa Vittoria a Serri


    Olbia: pozzo sacro di Sa testa
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  5. #5
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    SCULTURA: L’ARTE DEI BRONZETTI

    Spesso, al fine di ingraziarsi le divinità, i Sardi nuragici lasciavano presso i propri templi caratteristiche statuette di bronzo, rappresentanti capotribù, guerrieri, uomini e donne comuni, animali e cose e la cui altezza raramente supera i 30 cm.
    Studiando attentamente, i bronzetti – in gran parte esposti nei musei archeologici di Cagliari e Sassari – ci permettono di capire come lavoravano, navigavano, combattevano, vivevano e operavano questi nostri antichi progenitori.
    Hanno inoltre un indiscutibile valore artistico , tanto che se ne conservano in numerosi musei d’Europa.
    I bronzetti furono eseguiti fra l’VIII e il III secolo a.C. da artigiani che avevano la bottega nel villaggio, o accanto ai templi o nei santuari, dove la gente affluiva numerosa nei giorni di festa o di mercato: essi in tal modo potevano smerciare più facilmente la loro produzione; in caso contrario vagavano di villaggio in villaggio, da veri venditori ambulanti, cercando di piazzare le figurine di bronzo.
    E gli acquirenti non mancavano giacchè i bronzetti avavano la stessa funzione degli oranti mesopotamici e dei moderni “ex voto”, se ne sono ritrovati infatti negli edifici religiosi, accanto ai sepolcri e nelle abitazioni private: tutti servivano come sostituti dell’uomo nell’atto dell’offerta alla divinità e agli stessi defunti e questo particolare ci spiega , tra l’altro, anche le loro ridotte dimensioni.


    Bronzetto raffigurante un capotribù








    Bronzetti raffiguranti guerrieri


    Bronzetto raffigurante due lottatori


    Bronzetto raffigurante un’imbarcazione
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  6. #6
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    CIVILTA' NURAGICA: RELIGIONE E ISTITUZIONI

    Di religione politeista, tutte le tribù, per crescere in popolazione e potenza, adoravano dei e dee che favorivano la fertilità, aiutavano la procreazione e proteggevano la vita in ogni sua espressione. Le principali divinità adorate erano la Madre Mediterranea, il dio Babai, le grandi effigi in pietra di organi genitali femminili e maschili (chiamati bètili), il Toro [vedi le Tombe dei giganti] e divinità naturali come la pioggia, i fiumi, l’acqua sorgiva [vedi i Pozzi sacri].




    Sculture raffiguranti la Dea Madre

    [IMG]http://www.sardiniatarget.com/images...i_Macomerx.jpg[/IMG]
    Macomer: serie di bètili collocati in località Tamùli (cliccare)


    Betili in località Santulussurgiu


    In determinati giorni dell’anno le tribù, in pace o in tregua, si radunavano in particolari luoghi di culto, specialmente con pozzo sacro, per pregare, intessere rapporti, scambiarsi prodotti in mancanza di monetazione ed informazioni orali dal momento che non conoscevano la scrittura.
    Sono noti almeno una ventina di questi templi, però i più belli sono quelli di Santa Cristina di Paulilàtino e di santa Vittoria di Serri.

    L’aspetto più interessante della civiltà dei Sardi Nuragici non è la cultura materiale (da non confondersi con quella più raffinata dei fenici ma piuttosto vicina a quella dei popoli limitrofi italici e ispanici) ma l’organizzazione politica, che era incentrata sul Parlamento del villaggio.
    Questo era composto da una trentina di notabili presieduta da un monarca che discuteva sulle principali questioni riguardanti la tribù o le tribù, se erano confederate.
    Nel vasto ambiente, all’occorrenza, veniva amministrata anche la giustizia.
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  7. #7
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    DAGLI APPRODI FENICI ALLA CONQUISTA ROMANA (1000 aC circa/238 aC)



    Intorno al 1000 A.C. presero a frequentare sempre più spesso le coste dell’Isola i fenici, che dal Libano si recavano a commerciare fino alla Britannia ed avevano bisogno di approdi sicuri per la notte o per riparasi in caso di maltempo.
    Col permesso dei capotribù locali costituirono degli approdi: quelli più frequentati si sarebbero poi chiamati Karalis, Nora, Bithia,Sulcis, Tharros, Olbia, che col tempo divennero importanti empori e poi vere e proprie cittadine abitate da fenici che commerciavano per mare e con i Sardi Nuragici dell’interno.


    Le rovine della città di Tharros

    Nel 509 A.C., poiché l’espansione nell’interno si faceva sempre più minacciosa e profonda, i Sardi Nuragici attaccarono le città straniere, le quali per difendersi chiesero aiuto a Cartagine.
    I Cartaginesi in varie campagne vinsero i Sardi Nuragici conquistando tutta l’Isola tranne la parte montuosa chiamata Barbaria (l’attuale Barbagia).
    Per 271 anni la splendida civiltà punica, dominante, venne a confronto con l’affascinante ma sottomessa civiltà nuragica, poi , nel 238 A.C., i cartaginesi, sconfitti dai romani nella I guerra punica, cedettero a questi ultimi la Sardegna che divenne così provincia romana.
    Ebbe così termine la storia della civiltà megalitica più importante ed evoluta d’Europa.
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  8. #8
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    Per concludere il thread vi consiglio un unico bellissimo sito da visitare: si tratta di un sito contenenti immagini della storia antica dell'Isola realizzate interamente in computergrafica.

    Non perdetevelo!

    L'URL è http://www.isolavirtuale.it/
    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

  9. #9
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    Grazie Josto per il thread molto interessante e complimenti per l'autore del sito sulla Sardegna poichè, a mio parere, è veramente uno dei migliori siti tematici che abbia visto.
    Un saluto.

  10. #10
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    Una bellissima immagine del castello e dell'annesso villaggio di Barumini (patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 1997).


    Ecco come appariva il castello all'apogeo della civiltà nuragica.


    http://www.artonline.it/img/large/i14g-073.jpg

 

 

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