Pieffebi....questa credo meriti il giusto rilievo....a me sto Tremonti a furia di sentirgli dare addosso mi è diventato oltremodo simpatico
Col suo piano per Eurolandia Tremonti ha fatto centro
di Paolo Brera
Tremonti: investimenti pubblici per l'Europa
Consensi da Prodi, Monti e Commissione Ue
Un progetto keynesiano per destare l'economia
Una stilettata alla politica monetaria della Bce
Il tono delle reazioni che ci sono state in tutta Europa dopo la presentazione del piano Tremonti per il rilancio dell'economia mostra che il ministro ha decisamente fatto centro. È quella la via per far ripartire il sistema produttivo dell'Eurozona, ingessato da un demenziale Piano di Stabilità e (ah ah ah) Sviluppo e da una Banca Centrale che agisce sempre troppo poco e troppo tardi. Certo, oltre alla nuova spesa ci vorranno anche le riforme, ma queste hanno senso in sede nazionale più che in sede europea, e non sarebbero servite a niente senza la certezza che nuove risorse saranno iniettate nel sistema e daranno un po' di novocaina agli operatori. Ormai da un pezzo infatti il pessimismo degli operatori si stava avvitando su sé stesso.
Nonostante l'esperienza disastrosa della Grande Depressione degli anni Venti, infatti, l'Europa stava di fatto ripetendo gli stupidi errori commessi dai governi del mondo in quell'epoca: sia la politica fiscale che quella monetaria sono da anni restrittive, la prima a causa del Patto di Stabilità, la seconda per l'atteggiamento della Bce, unicamente preoccupata della stabilità dei prezzi. Non c'è stabilità maggiore di quella del rigor mortis, e l'economia in effetti è in stato semicomatoso: la stessa Bce nei giorni scorsi ha dovuto ridimensionare le sue stime sulla crescita dell'Eurozona, tagliandole di circa tre quarti di punto percentuale rispetto alle previsioni diffuse a dicembre. Le nuove proiezioni sull'inflazione indicano invece un rallentamento della dinamica dei prezzi più significativo di quanto previsto in precedenza. L'istituto di Francoforte ha portato le stime per la crescita economica del 2003 allo 0,4-1 per cento; per il 2004 la previsione è pari a 1,1-2,1 per cento, contro l'1,9-2,9 indicato prima della revisione. Questa si chiama depressione. L'inflazione si collocherà invece in una forchetta dell'1,8-2,2 per cento quest'anno e dello 0,7-1,9 per cento nel 2004.
In soldoni, il programma di Giulio Tremonti è costituito da grossi investimenti in infrastrutture di trasporto, in capitale umano e in ricerca scientifica e tecnologica. L'ostacolo del Patto di Stabilità viene superato con il finanziamento da parte della Banca Europea degli Investimenti (Bei), le cui spese non incidono sui bilanci nazionali, con la partecipazione di grandi imprese private. Oltre all'effetto macroeconomico, keynesiano, della spesa, valutata in 50-70 miliardi di euro all'anno da qui fino al 2010, il varo del piano comporta anche un cospicuo effetto annuncio, mentre a investimenti ultimati l'economia europea godrà di una migliore produttività grazie alle nuove infrastrutture.
La Commissione Europea ha già annunciato che le sue linee di lavoro sono analoghe a quelle che escono dalla proposta di Tremonti, e anche il governo tedesco ha espresso il proprio sostegno (la Bundesbank, al contrario, si è detta scettica). Fra gli italiani Romano Prodi e Mario Monti si sono pronunciati esplicitamente a favore, e ha fatto altrettanto il responsabile economico della Margherita, Enrico Letta: "Credo che il piano possa avere un ruolo utile a far ripartire la crescita in Europa", ha detto. Questo aspetto bipartisan è importante per un motivo diverso da quelli economici: alla vigilia del semestre di presidenza italiana – un semestre che si era già preannunciato molto discusso – il nostro Paese è riuscito a venir fuori con qualcosa per cui gli altri si complimentano. E Dio sa se non avevamo bisogno di un po' di prestigio in più!
I progetti infrastrutturali che dovranno beneficiare degli stanziamenti europei saranno decisi dalla Commissione fra quelli individuati dal gruppo di lavoro presieduto dal belga Karel Van Miert, che presenterà un rapporto entro la fine del mese. La Bei – la quale dopo tutto è la diretta interessata – si è fatta sentire attraverso la voce del vicepresidente Gerlando Genuardi, che ha pienamente accettato il piano, pur dichiarando alla Reuters che "le cifre esposte nel piano sono molto ambiziose e non possono basarsi solo sulla capacità di finanziamento della Bei, ma implicano una mobilitazione generale". Genuardi è andato più in là: "Un programma d'azione dettagliato potrebbe essere pronto per il vertice europeo di fine anno", ha detto infatti il vicepresidente. "Ma, una volta ottenuta l'investitura ufficiale, potremmo cominciare ad agire anche prima, sfruttando le varie opportunità offerte dal mercato".
Fino ad oggi la spesa europea per questo genere di progetti – il cui costo complessivo si aggira intorno ai 400 miliardi di euro – è stata di appena 15-20 miliardi all'anno, sia per i vincoli di bilancio degli Stati dell'Eurozona, sia per l'armonizzazione ancora insufficiente della norme dei singoli Stati che bisogna applicare: si parla di norme amministrative, ambientali e tecnologiche (sistemi di pedaggio). Il progetto Tremonti dovrebbe affrontare di petto anche questi nodi e darne una soluzione. Di che riempire di lavoro l'intero semestre italiano dell'Unione Europea. E anche tutti coloro che nell'economia sono da mesi fermi e in apnea in attesa di un segnale.
(16 GIUGNO 2003, ORE 13)