Con la guerra che sta divampando il grande Berlusca non trova di meglio che convocare una conferenza stampa con Tremonti per palare del problema della quota latte.
Il grande Berlusca ora ha un altro obiettivo: procurarsi un casus belli per uscire dall'Europa e da quel suo cacchio di problema dei parametri.
Il tempo stringe, tra tre anni ci sono le elezioni, e lui deve tagliare le tasse ma non può, anche perchè l'economia va male.
Vi ricordate le sceneggiate antieuropee dell'anno scorso, poi rientrate quando sembrava che la ripresa sarebbe ripartita?
Brutte notizie sono uscite ieri: la ripresa non ci sarà neanche nel 2003. Con sta guerra del cacchio, poi, andrà sempre peggio.
L'unica è litigare con l'Europa per eliminare sta storia che uno non puo' fare altri debiti se è già pieno fino al collo di debiti.
Ora è la quota latte, domani sarà qualcos'altro. L'importante è fare il duro e poi cedere per ottenere qualcos'altro, sai cosa gliene frega a lui del latte, ne ha mai parlato prima in due anni?
E poi c'è l'immagine del decisionista che da un po' di tempo era appannata, dopo la figura da marionetta che ha fatto con la storia della guerra.
Venerdì 21 Marzo 2003, 174
Berlusconi: Quote Latte Eredita' Governi Sinistra
(ASCA) - Bruxelles, 21 mar - Il problema delle quote latte ''non sta in piedi, e' un'eredita' della sinistra ed e' stato causato dall'incapacita' assoluta di coloro che ci hanno preceduto''. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, illustrando insieme al ministro dell'Economia Tremonti la discussione sul tema che si e' svolta al Consiglio europeo. La mancanza di un accordo sulla 'sanatoria' per gli allevatori ha indotto il nostro paese a non cedere sulla direttiva per la tassazione del risparmio che avrebbe comunque portato la Svizzera, come ha spiegato Tremonti, ''ad essere una piazza europea privilegiata. Bisognava allora fare un bilancio dei pro e dei contri - ha detto Tremonti - il bilancio ci e' sembrato negativo''. Quindi, non avendo ottenuto il si' per le quote latte, l'Italia si e' impuntata dicendo no alla direttiva sul risparmio. ''Tutto ha significato resistere per due ore e abbiamo dovuto interpretare il ruolo degli anticipatici che dicono sempre di no - ha aggiunto il presidente del Consiglio - contrariamente a quanto dice l'opposizione secondo cui noi siamo i professionisti del si'''. Quella delle quote latte, ha ribadito il premier, e' una vecchia questione ''di cui noi non abbiamo colpa''. Nasce dal fatto che all'Italia sono state assegnate delle quantita' inferiori rispetto agli altri paesi e rispetto alle potenzialita' di produzione. Berlusconi ha ricordato che le quote della Germania ammontano a 27 milioni di tonnellate, quelle della Francia a 23 milioni, mentre l'Italia ha soltanto 10 milioni di tonnellate, un quantitativo inferiore perfino a quello dell'Olanda che ha 11 milioni di tonnellate. ''Non credo - ha concluso Berlusconi - che si possa accettare una situazione come questa, che ci obbliga a importare il 44% del latte''.