Anzlizziamo qualche motivo PLAUSIBILE del perche' Bush vuole tanto un conflitto:
1) CONTROLLO STRATEGICO DELLE RISORSE PETROLIFERE
Ecco aclune tabelline riassuntive. Tutti i dati rielaborati da questa fonte http://www.eia.doe.gov/emeu/iea/ invito tutti a controllare
RISERVE DI PETROLIO
Saudi Arabia 25.5%
Iraq 10.9%
United Arab Emirates 9.5%
Kuwait 9.4%
Iran 8.7%
Venezuela 7.5%
Russia 4.7%
Libya 2.9%
Mexico 2.8%
China 2.3%
Nigeria 2.2%
United States 2.1%
Others 11.5%
CONSUMO DI PETROLIO
United States 25.5%
Japan 7.0%
China 6.5%
Germany 3.6%
Russia 3.4%
Brazil 2.9%
Korea, South 2.8%
India 2.8%
France 2.6%
Mexico 2.5%
Canada 2.5%
Italy 2.4%
Others 35.6%
Ora per vedere quali paesi possono esportare nel medio-lungo periodo basta prendere le riserve in percentuale e sottrarre i consumi in percentuale. Cosi' si ha la produzione netta (=esportazioni). Solo chi ha valore positivo puo' esportare. Ecco la lista:
PRODUZIONE NETTA
Saudi Arabia 23.6%
Iraq 10.3%
United Arab Emirates 9.1%
Kuwait 9.0%
Iran 7.1%
Venezuela 6.8%
Libya 2.6%
Nigeria 1.8%
Russia 1.4%
Qatar 1.2%
Norway 0.7%
Algeria 0.6%
Angola 0.5%
Oman 0.5%
Yemen 0.3%
Kazakhstan 0.3%
Mexico 0.2%
Gabon 0.2%
Congo (Brazzaville) 0.1%
Brunei 0.1%
NB la tabella sopra e' la differenza tra % di riserve e % di consumi quindi la somma e' ZERO e non UNO. Per avere la % considerando solo i paesi esportatori (con produzione netta positiva) bisogna normalizzare, si veda la tabella sotto.
Gli USA hanno una domanda netta di 23,3%, prevista in aumento a circa il 30%. Dalla tabella sopra capite bene che IN OGNI CASO gli USA dipedono da uno o piu' degli stati oggi apertamente o parzialmente ostili. Tale dipendenza e' ancora maggiore se si considera che sul mercato il prezzo e' UNICO. Guardiamo chi ha maggiore influenza sul prezzo del petrolio normalizzando i valori della produzione netta in modo che sommino a 100%.
INFLUENZA
Saudi Arabia 30.8%
Iraq 13.5%
United Arab Emirates 11.9%
Kuwait 11.8%
Iran 9.2%
Venezuela 8.9%
Libya 3.4%
Nigeria 2.4%
Russia 1.8%
Qatar 1.6%
Norway 0.9%
Algeria 0.8%
Angola 0.6%
Oman 0.6%
Yemen 0.4%
Kazakhstan 0.4%
Mexico 0.3%
Gabon 0.3%
Congo (Brazzaville) 0.2%
Brunei 0.2%
E' paelese che le cose oggi stanno maluccio per gli USA. Per capire la posta in gioco basta considerare che una crisi petrolifera causa STAGFLAZIONE (si veda cosa e' capitato negli anni 70), oltre a vari problemucci strategici (non per nulla gli USA hanno messo su riserve strategiche in caso di emergenza http://www.fe.doe.gov/program_reserves.html). Ma non c'e' alcun dubbio che se volessero, Arabia Saudita ed Iraq da soli potrebbero fare il bello e cattivo tempo...
2) LOBBIES
Come ben noto, il sistema americano si basa su gruppi di pressione (lobbies) che sponsorizzano la campagna elettorale dei candidati ed hanno una notevole influenza (spesso proporzionale ai contributi) sulle decisioni.
Fortunatamente queste informazioni sono pubblcio dominio e possiamo controllare chi ha finanziato Bush ed i Repubblicani senza troppi problemi: http://www.opensecrets.org/industries/index.asp
Ho quindi fatto una tabella riassuntiva con le percentuali donate ai repubblicani nel 2000. Al solito invito tutti a controllare:
ENERGY/NAT RESOURCES 75%
AGRIBUSINESS 73%
TRANSPORTATION 72%
CONSTRUCTION 67%
DEFENSE 65%
HEALTH 60%
FINANCE INSURANCE 58%
COMMUNICATIONS 45%
LAWYERS 32%
LABOR 6%
Dei 5 gruppi che chiaramente hanno supportato Bush (>60%), 3 avrebbero certamente un forte interesse diretto ad un conflitto (Energy/Construction/Defense), Agrobusiness essendo un consumo di base si troverebbe in una posizione di indifferenza, Transportation e' incerto perche' la guerra da un lato vedrebbe calare sia i consumi di veicoli che gli spostamenti, dall'altro comprende parecchi gruppi industriali che forniscono direttamente o indirettamente (come indotto) la difesa.
Energy: vedrebbe un immediato profitto derivante dall'aumento del greggio e, successivamente, una maggiore espansione delle operazioni di estrazione in aree al momento non controllate. Entrambe gli effetti valgono svariate decine di miliardi di dollari.
Defense: ha gia' visto aumentare le commesse e gli appalti per cifre stratosferiche (multipli del deficit italiano). Anche parte di imprese incluse nel gruppo "transportation" che fanno parte dell'indotto difensivo beneficerebbe in maniera considerevole.
Constraction: Molte imprese americane sarebbero incaricate della ricostruzione irachena, stimata a 50+ miliardi di euro. Inoltre, da che mondo e mondo in caso di guerra le societa' di costruzione vedono il loro valore aumentare e sono le uniche ad andar bene in caso di attacco interno o catastrofe.
3) LOBBY EBRAICA
Ai gruppi sopra c'e' da aggiungere la lobby ebraica, certamente molto influente, ma la cui pressione non e' direttamente quantificabile dai dati sui finanziamenti (a meno di andarsi a spulciare uno ad uno i contributi di individui). Come noto gli ebrei hanno votato in blocco per Bush, nonostante la presenza di Lieberman con i democratici. Certamente anche tale gruppo ha un interesse alla guerra, per eliminare o indebolire alcuni potenziali nemici, e per mascherare un'ulteriore espansione degli insediamenti ed un maggior controllo dei territori palestinesi.
4) POLITICA KEYNESIANA
Una guerra presenta la possibilita' di effettuare politiche keynesiane fottendosene del deficit. In questo momento tale politica gioverebbe agli USA, ma si tratta di una scelta difficilmente giustificabile da parte del partito repubblicano, se non mascherando tali spese con una operazione militare.
5) DIVERSIVO
Inevitabilmente una guerra sposta l'attenzione degli elettori dai problemi interni, che non sono pochi (stagnazione economica -comunque oro comparato all'Italia...-, crisi aziendali etc...) a questioni di politica estera. Inoltre la guerra negli USA rafforza l'immagine del presidente.
6) SVALUTAZIONE DEL DOLLARO
C'e' il rischio che l'Opec, seguendo l'esempio dell'Iraq, adotti l'euro come valuta di scambio, portando ad una svalutazione permanente del dollaro....
Come vedete di motivi ce ne sono molti e non si tratta di certo di giustificazioni superficiali (a meno di voler considerare superficiali interessi per centinaia o migliaia di miliardi di dollari). Sicuramente sono molto piu' plausibili delle motivazioni "umanitarie".