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  1. #1
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    Divagazioni su Mazzini ...

    [mid]http://www.irevan.com/nap/La_bella_Gigugin.mid[/mid]

    sollecitato da franco damiani sul thread 'Cara vecchia ... laicità'

    franco damiani scrive
    >credo che non si sarebbe riconosciuto, lui, l'autore dei "Doveri dell'uomo", nella battaglia per il preservativo (che tra l'altro è una truffa, come ampiamente dimostrato), che sa tanto di squallido materialismo ed edonismo.<

    esprimo la mia :
    credo che invece a Mazzini avrebbe fatto molto comodo, vista la sua attività indefessa di tombeaur de femme, il preservativo (nella sua veste odierna) e quindi non vedo perché non giovarsene.

    quanto al farne una battaglia, bisogna ricordare che :
    1) oggi esiste l' AIDS ed è trasmissibile x via sessuale ;
    2) esiste l' epatite ed è trasmissibile x via sessuale ;
    3) oggi come ieri i ragazzi hanno diritto a dare sfogo alle pulsioni giovanili senza rischi;
    4) gli incontri occasionali tra adulti non sono così infrequenti;

    comunque, se un mezzo esiste ..........
    .................................................. ................................

    Mazziniani in SARDEGNA
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=73060
    Associazione Mazziniana Italiana
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=2011
    Bicentenario nascita Giuseppe Mazzini (1805-1872)
    http://www.politicaonline.net/forum/...hreadid=133506
    Mazziniani in PIEMONTE
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=15575
    Mazziniani nel VENETO
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=4105
    Mazziniani in SICILIA
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=29799
    Il Risorgimento ..... e dintorni
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=2302
    Mazziniani in EMILIA e ROMAGNA
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=11850
    Discussione su Mazzini e il Repubblicanesimo - consensi - immagine - visibilita'
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=21596
    Socialismo Mazziniano....per rafforzare il P.R.I ... dal Pensiero all'Azione ...
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=5260
    Un 20 Settembre di 132 anni fa...."la breccia di Porta Pia"
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=25441
    Mazziniani nel LAZIO
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=15218
    Mazziniani in Lombardia
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=3144
    Mazziniani in Friuli e nella Venezia Giulia
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=11489
    Mazzini e Garibaldi
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=27459
    Aurelio SAFFI...triunviro della Repubblica Romana ... con MAZZINI e ARMELLINI
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=5485
    Influenza del Pensiero Mazziniano sull'Azionismo
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=62791
    Mazzini in Chiesa ... e nella vita di tutti i giorni
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=7109
    Chi onora Mazzini / Garibaldi / Oberdan etc etc ... in ricordo dei nostri Eroi
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=14893
    Pisa & Domus Mazziniana
    http://www.politicaonline.net/forum/...hreadid=111677
    Mazziniani in CALABRIA
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=18657
    Itinerari storico turistici : Le colline del Risorgimento
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=3072
    Il "fallimento" del Risorgimento....Montecitorio 14 novembre 2002
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=32035
    Garibaldi e Anita, benedette nozze
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=17719
    Mazzini batte Marx
    http://www.politicaonline.net/forum/...&threadid=5382
    Mazziniani nelle MARCHE
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    Mazziniani in UMBRIA
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    Mazziniani in ABRUZZO
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    Mazziniani in TOSCANA
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=11487
    Divagazioni su Mazzini ...
    http://www.politicaonline.net/forum/...threadid=43038
    Mazziniani in Campania
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  2. #2
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    Ho inserito il tuo messaggio anche in coda al thread aperto da franco damiani per un miglior svolgimento dei ragionamenti....click...

  3. #3
    F***ing stubborn
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    Daccordo con tutto caro Mazzini, come si può essere contro?? ma sai, viste le ultime pubblicazioni del Ministero della P.I. e visto che siamo per le tre i, non vorrei che qualcuno saltasse fuori che insomma......Mazzini faceva seguire l'ogino-knaus alle sue femmes.
    Dopo le bandiere...
    saluti
    echiesa

  4. #4

  5. #5
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    Predefinito tratto da www.pri.it 28 gennaio 2005

    [color=dark blue]Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini

    Costituito il comitato per le celebrazioni
    [/color]
    Elenco prime adesioni

    La Direzione Nazionale del Pri, nella riunione di mercoledì 12 gennaio 2005, ha deliberato una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale per celebrare il 200° Anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini. Preposto all’organizzazione degli eventi un apposito Comitato che avrà anche il compito di recuperare, tutelare e promuovere la valorizzazione dei complessi architettonici, culturali, artistici e bibliografici situati nel territorio nazionale. Il Comitato, composto, nella parte onorifica, da personalità del mondo della cultura, delle arti, delle professioni e, per l’operatività, da tutti i componenti la Direzione Nazionale, dai segretari regionali, potrà richiedere ogni intervento utile alla conservazione ed alla valorizzazione degli edifici intitolati a Giuseppe Mazzini, al fine di promuoverne la conoscenza a tutta l’opinione pubblica interessata.

    A giorni, e non oltre il 30 gennaio 2005, verrà presentato al Senato della Repubblica un disegno di legge, primo firmatario il Sen. Antonio Del Pennino, per utilizzare tutte le potenzialità della legislazione vigente e contemplate nella Legge 1° dicembre 1997, n.420.

    Un primo importante e significativo appuntamento sarà il 9 febbraio 2005, a Roma, in occasione del 156° Anniversario della Repubblica Romana. Presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, via Poli n. 13, si terrà una pubblica conferenza sul tema "Mazzini nostro contemporaneo" con l’introduzione di Salvo Mastellone e le testimonianze di personalità del mondo della cultura e del Parlamento.

    Analoghe iniziative saranno ripetute nell’arco dell’anno in tutti i capoluoghi di Regione cercando di coinvolgere i movimenti culturali e il mondo scolastico. Il Comitato, infine, d’intesa con la Fondazione Ugo La Malfa, sta predisponendo ogni utile iniziativa per coinvolgere i mass-media nazionali e locali con il compito di programmare sceneggiati e trasmissioni che ricordino l’opera ed il pensiero di Giuseppe Mazzini.

    Le numerose, qualificate e significative adesioni sono la testimonianza della validità e dell’importanza della decisione della Direzione Nazionale. A parere del Coordinatore Nazionale del Comitato, On. Stelio De Carolis, il grande evento del 2005 rappresenterà l’occasione per superare ogni dialettica del passato e del presente, per confermare il Pri come unico e insostituibile partito di Giuseppe Mazzini. Del resto – sempre secondo De Carolis - oltre alle tante adesioni in territorio nazionale, quella della Mazzini Stiftung, la Fondazione Mazzini Grenchen (cittadina nei pressi di Zurigo che esule lo ospitò) è ulteriore conferma per i nostri convincimenti.

    Riportiamo di seguito un primo elenco di adesioni, fino ad ora confermate o pervenute:

    On. Oddo Biasini - già Segretario Nazionale del PRI, On. Giorgio La Malfa - Presidente Nazionale PRI, Mazzini Stiftung - Fondazione Mazzini Grenchen, Dott. Giancarlo Mazzuca - Direttore Resto del Carlino, Prof. Fabio Roversi Monaco - Presidente Fondazione Carisbo, On. Oscar Mammì, Adriano Musi - Segretario Confederale UIL, Prof. Bruno Grandi - Vice Presidente CONI e Presidente Internazionale Ginnastica Artistica , Dott. Carlo Bassi - Manager comuncazione, D.ssa Emilia Sarogni- Scrittrice, Sen. Antonio del Pennino, Sen. Guglielmo Castagnetti, Sen. Luigi Compagna, On. Giorgio Medri, On. Gerolamo Pellicanò, On. Enzo Santacroce, On. Gaetano Gorgoni, On. Italico Santoro, On. Aristide Gunnella, On. Denis Ugolini, On. Gianni Ravaglia, On. Giunta Roberto, On. Carlo Di Re, Giannantonio Mingozzi - Vice sindaco di Ravenna, On. Francesco Nucara - Segretario Nazionale del PRI, Avv. Comm. Alberto Gamberini, Prof. Stefano Orazi - Docente storia contemporanea, Prof. Bruno Ficcadenzi - Docente storia contemporanea, Dott. Maurizio Monticelli – Cardiologo, Dott. Massimo Scioscioli – Storico, Prof. Roberto Balzani - Docente universitario, Prof. Luigi Lotti - Presidente Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea, Prof. Cosimo Ceccuti - Docente Universitario, D.ssa Margherita Ghinassi – Giornalista, Prof. Katia Mammola - Docente universitario, Fabrizio Tomada – Dirigente, Dott. Alfredo Boschini – Dirigente, Rag. Mario Da Massa - Presidente Cooperativa " A Fratti"- Forlì, Rag. Virginio Pasini - Presidente Collegio Probiviri PRI, Cav. Riccardo Rosati - Associazione Mazziniana, Sandro Malucelli - Associazione Mazziniana, Dott. Agostino Grattarola - Associazione Mazziniana, Silvana Dell’Omo Arlotti – Rimini, Rodolfo Lopes Pegna - Segretario Generale Enti Feristici Italiani, Prof. Luigi Ascanio- dirigente scolastico, Prof. Luciano Biasini, Dott. Aurelio Cicognani – Imprenditore, Rag. Antonio Zoli - Imprenditore, Africo Morellini, Dario Barnaba, Lorenzo Boretto, Loris Brizio, Prof. ssa Flavia Ciulli, avv. Sergio Pacor, Patrizia Serventi Longhi, Amerigo Battistulli, Luigi Foschi - Segr. Prov. Uil - Forlì, Giuliano Zignani - Segr. Prov. Uil - Cesena, Riberto Neri - Segr. Prov. Uil - Ravenna, Daniele Bertaccini - Agente SIAE, La Direzione Nazionale Pri e i segretari regionali, Arnaldo Nasolini - Presidente "Cooperativa Casa Repubblicana G. Mazzini" – Cesenatico (FO), Renato Placucci - Presidente "Cooperativa Casa Repubblicana G. Mazzini"- S. Andrea in Bagnolo di Cesena, Pietro Liverani - Presidente "Unione Cooperativa "G. Mazzini" - Modigliana (FO), Pier Giorgio Casalboni -Vicepresidente "Cooperativa G. Mazzini" – Cesena, Pierino Braschi - Presidente "Unione Cooperativa G. Mazzini" - Meldola (FO), Oscar Cagnani - Presidente "Cooperativa G. Mazzini" - Dovadola (FO), Ildo Cappelli - Presidente "Unione Cooperativa G. Mazzini"- Forlì, Raffaele Magri - Presidente "Cooperativa G. Mazzini e Case Repubblicane" – Ravenna, Silvano Zanarini - Presidente "Cooperativa culturale Ricreativa Giuseppe Mazzini Società Cooperativa" - Marina di Ravenna, Sauro De Lorenzi - Presidente "G. Mazzini Madonna dell’Albero società cooperativa", Madonna dell’Albero (RA), Gino Neri - Presidente "Giuseppe Mazzini di San Marco Società Cooperativa", S. Marco (RA), Giuseppe Raggi - Presidente "Giuseppe Mazzini - Ville Unite Società Cooperativa" - S. Stefano (RA), Orazio Mantovani – Presidente "Cooperativa Culturale Ricreativa Giuseppe Mazzini Società Cooperativa" - S. Zaccaria (RA), On. Stelio De Carolis - Coordinatore Comitato Bicentenario della nascita di Mazzini, Dott. Giancarlo Camerucci - Amministratore Comitato Bicentenario.

    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/CERASELLA.mid[/mid]

  6. #6
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    Predefinito tratto da SESTO POTERE 30 gennaio 2005

    BICENTENARIO NASCITA MAZZINI, DE CAROLIS (PRI) AL LAVORO: LE PRIME ADESIONI

    (Sesto Potere) - Roma - 30 gennaio 2005 - La Direzione Nazionale del Pri, come già riportato nel nostro Notiziario, ha deliberato una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale per celebrare il 200° Anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini.
    Preposto all’organizzazione degli eventi un apposito Comitato che avrà anche il compito di recuperare, tutelare e promuovere la valorizzazione dei complessi architettonici, culturali, artistici e bibliografici situati nel territorio nazionale.
    Il Comitato, composto, nella parte onorifica, da personalità del mondo della cultura, delle arti, delle professioni e, per l’operatività, da tutti i componenti la Direzione Nazionale, dai segretari regionali, potrà richiedere ogni intervento utile alla conservazione ed alla valorizzazione degli edifici intitolati a Giuseppe Mazzini, al fine di promuoverne la conoscenza a tutta l’opinione pubblica interessata.

    A giorni, verrà presentato al Senato della Repubblica un disegno di legge, primo firmatario il Sen. Antonio Del Pennino, per utilizzare tutte le potenzialità della legislazione vigente e contemplate nella Legge 1° dicembre 1997, n.420. Nel merito, De Carolis ha spiegato che si prevede di valorizzare (anche attraverso il sostegno economico) le terre storiche "mazziniane".

  7. #7
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    Predefinito tratto da http://www.pri.it

    Conferenze su Mazzini: Luisa Babini in Argentina/Un ciclo tenuto all'Università di La Plata con Piera Angela Bezzi

    Ispirò la prima forma di Costituzione

    La Consigliera Luisa Babini si è recata in Argentina su invito del Decano della Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di La Plata, il Prof Hector Luis Adriani, e del Consolato Generale Italiano che ha sede a La Plata, capitale della provincia di Buenos Aires. Scopo della visita, un ciclo di tre conferenze su Giuseppe Mazzini che la Consigliera ha tenuto assieme alla prof. Piera Angela Bezzi nell'ambito delle manifestazioni organizzate per celebrare il bicentenario della nascita di Mazzini.

    Luisa Babini ha ripercorso per i numerosi studenti che hanno partecipato alle conferenze, le principali tappe della vita del patriota soffermandosi in particolare sul momento della proclamazione della Repubblica Romana del 1849. In questo contesto, a Mazzini e ai suoi ideali si ispirò la prima forma di Costituzione italiana, quella appunto della Repubblica Romana, che è alla base della Carta tuttora vigente, promulgata però cento anni più tardi, dopo la seconda guerra mondiale. Mazzini è, per la Consigliera, un grande anticipatore (a suo tempo pressoché incompreso) di quei valori di libertà democrazia giustizia e repubblicanesimo che l'Italia sarebbe stata in grado di assorbire pienamente solo dopo aver vissuto le tragedie di due guerre mondiali e della dittatura fascista.

    "Le lezioni su Giuseppe Mazzini che ho tenuto all'Università di La Plata – ha dichiarato la Consigliera - hanno rappresentato degli importanti momenti di riflessione e approfondimento sull'attività di Giuseppe Mazzini come politico e pensatore. Gli studenti si sono dimostrati particolarmente interessati alle vicende del grande patriota Italiano e sensibili a temi che sono attuali ancora oggi, come quello della difesa della Costituzione quale carta contenente una serie di valori ampiamente condivisi, espressione di un'intera comunità.

    Attraverso questa esperienza ho potuto constatare come la figura di Mazzini sia molto amata anche fuori dall'Italia ed in particolare in Argentina dove è stato persino imbarazzante per me vedere quanto il patriota italiano è amato e conosciuto. Gli studenti, attraverso il desiderio di approfondire il personaggio e il suo periodo storico di riferimento, hanno dimostrato di saper valutare anche meglio di quanto succede in Italia, il peso e l'importanza politica che Mazzini ha avuto nella storia."
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/BRAVAMINA.mid[/mid]

  8. #8
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    Predefinito tratto da BRESCIA OGGI 21 giugno 2005

    Gli obiettivi, le aspirazioni e i contatti nel Vecchio Continente e nel mondo
    Sognava gli Stati Uniti d’Europa

    Mazzini ebbe per primo l’idea di un movimento politico militante, che , coalizzando le forze di di diverse organizzazioni rivoluzionarie nazionali, realizzasse una federazione dei popoli d’Europa, finalmente indipendenti, liberi e democratici, contro l’assolutismo imposto dal Congresso di Vienna: la «Giovine Europa» (1834). Il fallimento dei moti del 1848-49 fu invece la logica conseguenza del prevalere fra i popoli insorti del nazionalismo e del municipalismo, a cui l’Esule contrappose, nel 1850, un «Comitato Centrale Democratico Europeo», per collegare gli sforzi della rivoluzione europea contro la tirannide della seconda Restaurazione, facendo propria la formula di Carlo Cattaneo «Stati Uniti d’Europa».
    Da rifare era dunque la carta dell’Europa: ineluttabile era lo smembramento degli Imperi «prigioni di popoli», l’Asburgico e l’Ottomano, per far posto quest’ultimo a una Confederazione balcanica presieduta dalla Grecia, con Costantinopoli città «Amfizionica».
    Gli Stati Uniti d’Europa, in cui i popoli, prima soggetti agli Imperi suddetti, avrebbero stretto fra loro un «patto» federale, divenne, nel 1867, un punto programmatico irrinunciabile dell’ultima organizzazione mazziniana: l’«Alleanza Repubblicana Universale» che, prima ancora che in Europa e in Italia, si diffuse negli USA, con l’adesione di una quarantina di deputati del Congresso.
    Campione della democrazia (che egli preferiva chiamare «governo sociale»), Mazzini la identificava con la Repubblica, unitaria, ma articolata in larghe autonomie locali e caratterizzata da un forte contenuto sociale, mediante la libera associazione e la gestione pubblica con un Governo espresso da un’unica Assemblea, eletta a suffragio universale.
    Deciso avversario del comunismo («Tirannide. Essa vive nelle radici del Comunismo e ne invade tutte le formule»), il Genovese rimproverava ai socialisti di tutte le scuole di non apprezzare nel giusto valore le forme istituzionali e di spaventare con visioni apocalittiche quegli elementi della piccola borghesia che avrebbero potuto assecondare gli sforzi di emancipazione degli operai e di scindere il campo democratico a tutto vantaggio della reazione.
    In Spagna, fu apprezzato dagli esponenti del repubblicanesimo come Pi y Margall ed Emilio Castelar, col quale carteggiò, e dal socialista cooperativista Fernando Garrido. In Francia, subì dapprima l’influenza del Buonarroti e del Saint-Simon; corrispose con George Sand (che gli fu amica), Louis Blanc, Lamennais, Michelet, Quinet e Ledru-Rollin (che fu con lui nel «Comitato Democratico Europeo») e con la contessa Maria d’Agoult (Daniel Stern, compagna di Franz Liszt e madre di Cosima, la donna amata da Wagner e corteggiata da Nietzsche.
    La Svizzera servi a Mazzini come base d’operazione per i tentativi sull’Italia e come rifugio, ma vi trovò amici e collaboratori fedeli, come i ticinesi Battaglini, Franscini e Arcioni.
    In Inghilterra, il grande italiano trovò una seconda patria e fervidi amici, seguaci attivi, come, tra i capi operai delle Trade Unions, il cooperativista G.J. Holyoake, tra i letterati, scrittori e poeti come W.S. Landor, G. Meredith, A.C. Swinburne, tra gli uomini politici, il cartista Th. Duncombe e non mancò di far sentire la sua influenza su Gallesi e Irlandesi.
    Nell’America del Sud, nel Rio Grande brasiliano, usci il settimanale «O Povo» («Il Popolo»), con citazioni dalla «Giovine Italia» mazziniana; lo redigeva l’esule italiano Luigi Rossetti, amico di Garibaldi.
    Negli USA, Mazzini ebbe rapporti con la «Christian Alliance», con la «Young America», con gli antischiavisti Alcott, Conway, Garrison, Gerrit Smith e altri, tanto che i suoi scritti furono letti anche dal celebre John Brown; mazziniana e testimone delle vicende della Repubblica Romana fu anche la scrittrice Margaret Fuller, precocemente scomparsa in un naufragio.
    Tra le aspirazioni di Mazzini vi era l’unificazione dei tedeschi in uno Stato democratico, che avrebbe contribuito alla dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico. In Germania, corrisposero con lui patrioti come A. Ruge e K. Blind, mentre Ludmilla Assing tradusse, lui vivente, le sue opere e nel Novecento, Siegfried Flesch, direttore della «Kritische Tribune», che venne, nel 1915, ad arruolarsi nell’esercito italiano.
    Gli fu amica una scrittrice di altissimo sentire, Malwida von Meysenburg, amica e confidente anche di Nietzsche.
    Nel mondo slavo, Mazzini vide nella Polonia la sorella dell’Italia: lo spiritualismo di A. Mickiewicz era affine al suo ed egli lavorò con J. Lelewel e S. Konarski; in Boemia circolarono scritti mazziniani tradotti nella lingua del paese; così fra gli Slavi del Sud, con traduzione in serbo, in croato e in sloveno; lo cantò, in particolare, il poeta serbo Jovannovich; in Russia, operò una clandestina «Giovine Russia» e furono amici del grande italiano A. Herzen e N. Ogarev; con M. Bakunin, la iniziale familiarità cedette il passo a durissime polemiche; il grande Tolstoj promosse invece una traduzione dei mazziniani «Doveri dell’Uomo».
    In Romania,l’opera di Mazzini si estese attraverso D. Bratianu, N. Golescu e N. Balcescu, che validamente coadiuvarono l’impegno democratico europeo del Genovese.
    Infine, non si può passare sotto silenzio l’influenza che Mazzini esercitò sul movimento per l’indipendenza dell’India e sui suoi capi, come S. Banerjee, Savarkar, lo stesso Mahatma Gandhi e il Pandit Nehru, che ripetutamente citarono la sua vita e le sue opere, tradotte anche in hindustani, richiamandosi ad essa.

    Silvio Pozzani

  9. #9
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  10. #10
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    Predefinito Attualità e inattualità in Mazzini

    Attualità e inattualità in Mazzini

    Di Riccardo Bruno.

    In viaggio verso Lugano, ad un passo alpino fra la Svizzera e l’Italia, Mazzini incrociò su una carrozza il pensatore tedesco Federico Nietszche. Fu lo stesso autore della Volontà di potenza ad annotare tale singolare incontro nelle sue carte lasciando la testimonianza diretta di come egli rimase fortemente colpito dalla maschera di Mazzini: quella di un uomo interamente assorbito nella sua vocazione politica, nella sua missione rivoluzionaria. Politica e rivoluzione non erano proprio cose per un filologo come Nietzsche, ma ciononostante la personalità di Mazzini osservata attentamente nel corso del tragitto comune, apparirà a Nietzsche come la prova tangibile di ciò che egli intende per “superuomo”, cioè colui che meglio sa mettere da parte la propria aspirazione personale, la sua stessa individualità, per conseguire un fine generale con tutte le proprie forze e per quanto il prezzo da pagare possa essere alto. Quale poteva essere la ragione per la quale la persona di Mazzini si impresse in maniera tanto indelebile nella fervida fantasia di Nietszche in una circostanza occasionale? L’unica risposta plausibile è che Nietzsche colse nel solo aspetto del Mazzini i tratti marcati della diversità rispetto agli uomini comuni del suo tempo. La passione di Mazzini gli ricorda la purezza astratta e visionaria di uno Zaratrustra reincarnato. In fondo l’apostolo, definizione che ricadde storicamente sul Mazzini, diffonde la parola e l’esempio, è dunque un nuovo profeta, intento alla creazione di scenari futuri, perché insoddisfatto di quelli presenti. In questo senso Mazzini poteva ben apparire un uomo profondamente inattuale rispetto alla sua epoca, perché assorbito interamente nel compito di realizzarne una nuova. Una digressione sul concetto di inattualità in Nietszche, consente allora di comprendere meglio la possibile attualità di Mazzini e cosa esattamente si voglia intendere con questa formula. Nietzsche identifica immediatamente Mazzini come un pensatore ed un uomo inattuale e questo fa di lui una risorsa preziosa, perché chi è inattuale oggi potrebbe essere attuale domani. Ma quello che è importante tenere saldo da questa testimonianza diretta è l’idea secondo il quale il pensiero di Mazzini non è ancora stato attuato, la sua opera non è stata e non è ancora attuale. Se poi vogliamo lasciamo da parte il giudizio estemporaneo, ma sicuramente attento di Nietsche, e ci atteniamo al giudizio storico su Mazzini, non possiamo ignorare certo la doppia sconfitta politica subita dal mazzinianesimo e sul piano dei rapporti con il movimento operaio, che si organizzerà principalmente in maniera ideologica, attratto dal richiamo marxiano della lotta di classe, e sul piano dell’unità nazionale, la quale avverrà attraverso un’azione congiunta tra la monarchia italiana e l’esercito imperiale francese con ampie garanzie per il papato. Di fatto il Risorgimento non si completa, vale il giudizio di Gramsci sullo stesso e questo perchè le masse prevalentemente agrarie restano estranee, se non contrarie ai moti insurrezionali e l’unità del paese ottenuta è dunque posticcia, così come la forma repubblicana dello Stato non si profilerà affatto. Questa mortificazione del processo risorgimentale resta alla base delle difficoltà e delle crisi della vita nazionale negli anni a venire, fascismo incluso. Anzi, non bisogna sottovalutare la presa del nazionalismo fascista su molti ambienti della borghesia illuminata proprio con la promessa mazziniana di compimento del risorgimento, vedasi il ruolo del Grandi, così come le adesioni al partito fascista di Italo Balbo o di intellettuali repubblicani come Delio Cantimori. Ma sarebbe anche sbagliato ritenere il fascismo come dittatura, un tradimento del pensiero democratico del Mazzini. Perché la democrazia del Mazzini è innanzitutto una fase agitatrice contro il controllo degli imperi centrali sull’opinione pubblica e la libera espressione delle masse, ma soprattutto la forma repubblicana e la stessa formula democratica, non sono contraddette dalla figura del dittatore, vedasi l’esempio della Roma antica, che prevede l’istituzione del consolato in un momento di crisi, come il conferimento di poteri straordinari ad una figura extraistituzionale, ma carismatica, sulla base del consenso popolare. Pensiamo a Cincinnato, ad esempio. Non a caso lo stesso Italo Balbo, di formazione mazziniana, suggerirà a Mussolini il ritorno alle urne dopo la vittoria della guerra in Eritrea, a spiegazione della fine dell’emergenza politica e nazionale che l’avvento del fascismo aveva sintetizzato. Semmai il tradimento vero del fascismo nei confronti del mazzinianesimo avviene sulla base del compromesso con la monarchia e con il concordato siglato con la Chiesa cattolica. La stessa triste Repubblica di Salò, riprenderà i motivi politici e sociali del mazzinianesimo, anche se solo programmaticamente. In ogni caso la cultura democratica liberale ed i suoi principali rappresentanti, Gobetti, Croce, Salvemini, compiono uno strappo molto grave, perché invece di preoccuparsi di interpretare Mazzini in maniera da distinguerlo dal fascismo, sottraendoglielo, glielo consegnano, preferendo eleggere Marx a campione del pensiero moderno, e commettendo così un errore che lascerà un segno profondo negli anni dell’antifascismo. Perché mentre Mazzini traeva la sua linfa vitale dalla crisi del romanticismo, il riconoscimento e la critica alla rivoluzione francese, il pensiero di Marx si disponeva nel solco del razionalismo hegeliano, irrigidiva le categorie logiche del pensiero, e cosa più grave pensava di sostituire lo Stato con unico soggetto dominante, il partito, perdendo completamente di vista la libera dialettica e l’indipendenza fra le diverse istituzioni dello Stato, che veniva così ridotto alle sole esigenze del dominio di una classe. Volendo colpire il fascismo con uno dei suoi simboli culturali, il rango a cui Gentile aveva elevato Mazzini, i democratici liberali, aprivano la strada ad una teoresi assolutista ancora più feroce, e soprattutto estranea al complesso delle pulsioni e dei sentimenti nazionali. In queste condizioni il mazzinianesimo è divenuto, da inattuale che era, inattualissimo, proprio nel momento ultimo della liberazione antifascista, ritraendosi, quale sostrato ideale di una minoranza politica esigua come quella repubblicana. In questa maniera si lacerava drammaticamente la storia patria non solo sul piano politico,come era pure necessario, visto il disastro compiuto dalla dittatura, ma anche sul piano dell’identità culturale. La patria, perdeva i suoi numi tutelari, che pure non l’avevano tutelata, per altri profeti, altre fonti di ispirazione ideali, tutti ben lontani dalla dottrina e soprattutto dall’esempio mazziniano. Il problema dunque è che se il fascismo, nonostante i suoi propositi teorici, non riuscì ad attuare Mazzini, la repubblica democratica antifascista lo discriminò, stendendo sulla sua figura una specie di velo polveroso. E mai come nel dopoguerra Mazzini è apparso relegato e al passato a cui pure non appartenne mai, se non per origini biografiche. Questo perché non c’ è stata un’ epoca di Mazzini in senso proprio, mentre ce ne è stata probabilmente una di Marx, dal 1848 fino al 1917 almeno, il suo grande avversario. Ma chi in Italia usò Mazzini per combattere il marxismo andò molto oltre il naturale mandato ideale dell’apostolo, ma anche molto al di sotto delle sue ambizioni. Tanto bastò per archiviare ogni questione in merito, nella futura repubblica. Non sarà dunque un caso che dopo un altro lustro il pensiero di Mazzini ritorna di attualità, forse anche come problema. Il nostro paese vive infatti una crisi di identità, di assenza di punti di riferimento e di valori, come non si è quasi mai verificato in nessun altro momento della sua storia, dal primo dopoguerra ad oggi. Forse lo studio di Mazzini non può di per sé offrire una soluzione, anche perché si tratta di affrontare passaggi complessi ed equivocabili su molti questioni dirimenti. Basta pensare alla questione religiosa in Mazzini, che a volte è stata sottovalutata e che pure ha fondamentale importanza per la sua opera intera. E potrebbe essere che egli oggi appaia davvero lontano nel tempo e troppo difficile la realizzazione dei suoi ideali, rispetto a momenti della storia che avrebbero potuto essere più fortunati. Ma se anche l’attualità di Mazzini fosse soltanto la riscoperta della sua ispirazione ideale, il desiderio di un paese capace di rialzare la testa e di darsi uno status autonomo e liberale, sviluppando e non comprimendo le sue migliori risorse, questa sua attualità mai attuale, sarebbe comunque una buona attualità e comunque l’unica sicuramente esperibile.


 

 
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