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    Predefinito Ratzinger non è Papa: riflessioni connesse

    CARI AMICI,

    QUEST'ARTICOLO è STATO SCRITTO DA DON ANTHONY CEKADA, GIà ORDINATO SACERDOTE DA MONSIGNOR LEFEBVRE NEL 1977, ORA COLLABORATORE DI S.E.R. MONSIGNOR DANIEL DOLAN, DI POSIZIONI SEDEVACANTISTE, Già REDATTORE DELLA RIVISTA "SACERDOTIUM". EGLI HA PUBBBLICATO VARI SAGGI DI APOLOGETICA (TRA CUI CITO SOLO "INFALLIBILITà E INDEFETTIBILITà" E "BELLARMINO CONDANNA IL SEDEVACANTISMO?") E ALCUNI CONTRO LE DISTORSIONI E LE MUTILAZIONI MODERNISTICHE NELLA "NUOVA MESSA". (AD ESEMPIO "LA VALIDITà PERENNE DEL BREVE ESAME CRITICO DEL NOVUS ORDO MISSAE" E "I PROBLEMI CON LE PREGHIERE DELLA NUOVA MESSA")
    SACERDOTE ACUTO, POLEMISTA ED APOLOGETA NOTEVOLE, SA UNIRE AD UNA SIGNIFICATIVA PREPARAZIONE TEOLOGICA ANCHE UNA BUONA DOSE DI BUON SENSO "ALL'AMERICANA" CHE SPESSO è DAVVERO FOLGORANTE.
    NON SEGUE (PURTROPPO) LA TESI DI CASSICIACUM, FONDANDO LA SUA CONSTATAZIONE DELLA VACANZA DELLA SEDE APOSTOLICA, NON SULLA OGGETTIVA VOLONTà DI WOJTYLA DI NON FARE IL BENE DELLA CHIESA, BENSì SULLA SUA ERESIA OGGETTIVA.
    COME I FORUMISTI Più ATTENTI NOTERANNO, DON CEKADA SEGUE ANCHE L’OPZIONE CANONISTICA (canone 188) PER CONSTATARE LA SEDE VACANTE: COSA CHE NON è DI COMUNE ACCETTAZIONE E CHE NON è PROVATA.
    SOLO QUESTA NOTA DOVEVO AGGIUNGERE AD UN ARTICOLO, SOTTO MOLTI ASPETTI RAGGUARDEVOLE.

    IN QUESTA LETTERA-ARTICOLO, PUBBLICATA SUL NUMERO 15 DI "SACERDOTIUM" NELL'AUTUNNO DEL 1995, DON CEKADA CON IL CONSUETO STILE BRILLANTE, ANALIZZA I PROBLEMI PASTORALI CHE POSSONO ESSERVI NELLO SPIEGARE AI FEDELI CHE GIOVANNI PAOLO II NON è VERAMENTE IL PAPA E CHE LA SEDE APOSTOLICA è VACANTE.
    PUR PARTENDO DA UN PUNTO DI VISTA NON TESISTA, è UN ARTICOLO CHE MOSTRA COME POSSONO ESSERE FACILMENTE SUPERATE TUTTE LE OBIEZIONI "PASTORALI" CHE IL "DOSSIER PAGLIARANI" SUGGERISCE.

    UN CARO SALUTO

    GUELFO NERO

    -----------------------------

    "Sedevacantismo: Come dirlo a Zia Helen ?"

    DI DON ANTHONY CEKADA

    Nota dell'Autore: All'inizio del 1995 ho avuto un cordiale scambio epistolare sul tema del sedevacantismo con un sacerdote cattolico che tiene una cappella tradizionalista indipendente. In una sua lettera mi diceva che trovava convincenti le argomentazioni sedevacantiste ma che lo lasciava perplesso il lato "pastorale" di questa posizione. Temeva infatti che una posizione del genere avrebbe turbato i fedeli, presenti o potenziali, e li avrebbe condotti presumibilmente tra le braccia di gruppi ampiamenti compromessi come quelli indultisti. Come reagirebbe il semplice fedele? mi domandava. Cosa ne penserebbe, poniamo caso, mia zia Helen? Ecco la mia risposta.


    Caro Padre,

    grazie per la sua gentile lettera del 28 marzo 1995. Ho avuto molto da fare (Settimana Santa, viaggi...) e così non ho potuto risponderle velocemente. Pensavo di offrirle qualche riflessione a proposito della questione della Vacanza della Sede e sul Rito Tridentino, ma poi ho preferito trattare degli aspetti pastorale in generale riguardo questo periodo di vacanza della Sede Apostolica. Io certamente capisco la Sua perplessità. La Sua domanda “Cosa ne penserebbe Zia Helen?" è una buona domanda, nel senso che noi certamente non vogliamo spaventare la gente. Come comunicare questa Verità senza creare un cattiva impressione in un laico?
    Ecco le mie riflessioni:

    Sono stato sedevacantista fin da prima della mia ordinazione, ho avuto tra le mani questo problema pastorale in molti modi nel corso degli anni. Credo di avere imparato qualcosa dai miei errori. Questo genere di atteggiamenti non funzionano, (quando non si vuole affrontare la questione della vacanza della sede apostolica n.d.r.):

    -Colpire dal pulpito. Retorica fiammeggiante, denunce cariche d’emozioni. Questo si porta via i nuovi arrivati: é invariabilmente frainteso come “attacco al papa”;
    -solo rare e sottili allusioni all’argomento dal pulpito: privo di qualsiasi effetto. La gente non coglie le sottigliezze;
    -Discutere la questione della vacanza della Sede, solo privatamente.Può sembrare ingannevole nei confronti dei nuovi arrivati. Sembrerà loro che gli venga nascosto qualcosa;
    -presentare la sede vacante e l’opzione “io posso disubbidirgli ma lui ancora mio padre!” come se fossero opzioni e approcci egualmente accettabili. Illogico se uno crede che la Sede sia realmente vacante. Molta gente appena arrivata, trova poi l’opzione “disubbidire al papa” piuttosto sconcertante, dal momento che ”i buoni cattolici obbediscono al papa”;
    -Silenzio sull’argomento. La gente non avrà mai una spiegazione coerente per ciò che sta facendo. O saranno più facilmente addescati dal “novus Ordo” o dall’”Operazione Indulto”.
    I nuovi arrivati, spesso, sono dubbiosi sulla questione papale…
    Le conseguenze del non parlare dell’argomento sono gravi. Per anni, la gente in un cappella tradizionalista indipendente può non sentire una parola sulla questione dell’autorità e del papa oppure udire discorsi sentimentali oppure teologicamente sospetti come questi: “Noi sosteniamo il papa ma il vescovo possiamo rifiutarlo”, “il papa è davvero dalla nostra parte”,”il papa è ingannato dalla gente malvagia che lo circonda”, “la messa è l’unica cosa che conta veramente, del resto non dobbiamo occuparci”, “noi possiamo disubbidire ai cattivi ordini del papa e del vescovo”, “egli è ancora il papa,malgrado tutto”, “è tutto quello che abbiamo”etc. Una congregazione religiosa comunica ai fedeli roba di questo genere ogni momento ma un giorno un tipo indultista o della Fraternità di San Pietro va dai fedeli ad offrire “un patto col diavolo” (riconoscere Giovanni Paolo II come “papa” ed avere una messa tradizionale legalmente riconosciuta). Perché non accettare questo patto? I cattolici non dovrebbero voler essere “Uniti al papa”? è perfettamente logico se qualcuno lo riconosce come uno dei veri successori di Pietro.
    Questo è esattamente il modo in cui i modernisti furono capaci di impadronirsi della Cappella tradizionalista a Pequannock in New Jersey. Questo non sarebbe mai successo in una delle nostre cappelle. La maggioranza dei nostrI fedeli sa che Giovanni Paolo II e compagnia sono NEMICI della fede cattolica; preferirebbero bruciare le chiese piuttosto che permettere che i modernisti se ne impadroniscano.
    L’approccio alla questione papale, che io ho coi fedeli appena arrivati, è piuttosto diretto. Io trovo che, se si spiegano le cose chiaramente, nel modo giusto e subito, la gente si sentirà responsabilizzata e ci sarà una minore possibilità che vada a frequentare i modernisti o la combriccola indultista. Bisogna dar loro la possibilità di discuterne, ponendo anche delle obiezioni.

    Io affronto la questione come segue:

    1. Domando perchè è una persona ha lasciato la sua parrocchia ed è venuta alla Messa di San Pio V. (Inevitabilmente la risposta è che la “nuova messa” è irriverente, sacrilega, piena di errori, comunque cattiva, mentre la Messa cattolica è riverente, degna di ogni rispetto, nella piena ortodossia etc.)

    2.Io sottolineo come molti degli aspetti criticabili della nuova "messa" (“comunione” sulla mano, “adattamento culturale” etc.) sono ufficialmente permessi o persino raccomandati dalla “legislazione liturgica” approvata da Paolo VI e dai suoi successori.

    3. Come cattolici noi sappiamo che l’infallibilità della chiesa non è limitata meramente ai pronunciamenti “ex cathedra” , ma si estende invece anche alle leggi universali, in special modo ai suoi riti. È impossibile che la chiesa produca o approvi una legge o un rito che favorisca l’errore o danni per le anime.

    4. Problema: è per sè evidente che la “Nuova messa” promuova l’errore e danneggi le anime. Eppure, a causa dell’infallibilità, una legge o un rito, approvato dall’autorità della chiesa, non può promuovere errori o eresie.

    5. Siamo quindi di fronte ad una scelta. (1) o la Chiesa non gode dell’infallibilità —impossibile, contrario alle promesse di Nostro Signore oppure (2) gli uomini che hanno “promulgato” le leggi p i riti che promuovono errore e danno per le anime, non possedevano realmente l’autorità ecclesiastica.

    6. Come è possibile? L’eresia o la pubblica defezione dalla fede significa automatica perdita dell’incarico, poiché l’eresia pone fuori dalla chiesa. Esempio: l’Arcivescovo Cranmer, durante la rivolta protestante in Inghilterra. Quando ad un certo punto la sua eresia divenne manifesta, egli si pose fuori dalla Chiesa e perse l'autorità sui Cattolici. Egli appariva ancora come l'Arcivescovi di Canterbury (con tanto di mitra, croce pettorale, trono, cattedrale e faldistorio), ma a causa della sua defezione della fede, agli occhi di Dio, egli aveva oggettivamente perso la sua autorità ed il suo incarico.

    7. Questo principio si applica a chiunque detenga autorità o un incarico nella chiesa: un vescovo diocesano, un arcivescovo, un parroco, un papa persino.

    8. Persino a una papa? Quando uno viene eletto al papato, non perde la propria libera volontà. Può anche perdere scegliere di fare cose sbagliate, può anche perdere la fede e abbracciare l’errore come persona privata. Quando la sua defezione dalla Fede diventa automaticamente manifesta, egli perde il proprio incarico. (DOPO LE MONIZIONI CANONICHE CHE NE FACCIANO RISALTARE L'ERESIA PERTINACE, NON PRIMA. N.D.R.)

    9. Questa non è un’invenzione dei tradizionalisti. È l’insegnamento dei maggiori teologi e dei canonisti. Persino Papa Paolo IV disse che una situazione simile era possibile.

    10. Di fronte alla scelta di credere che: (1) L’autorità della chiesa promuova l’errore e il danno delle anime (infallibilmente data l’infallibilità della chiesa stessa) oppure che un “Papa” come privato individuo abbia abbandonato la fede cattolica e conseguentemente abbia perso il suo incarico (possibilità ammessa da teologi e persino papi) la logica della fede ci spinge a credere la seconda proposizione.

    11. Un cattolico, perciò, non è tenuto ad obbedire a chi non possegga veramente l’autorità ecclesiale. Condanne dalla gerarchia modernista del “Vaticano secondo” non dovrebbero dispiacerci, allo stesso modo in cui non dovrebbe disturbarci l’essere “condannati” da locali “vescovi” protestanti o anglicani.

    12. Allo stesso tempo , non sono certo io il papa, e non posso chiedere di sottoscrivere tutto questo, a chi venga a Messa qui. Questa posizione, comunque, sembra essere l’unica che abbia senso per difendere l’infallibilità della Chiesa.

    13. Certo questa può non essere la soluzione definitiva. Bisogna studiare, pensarci su, discuterne con altri, porre nuove questioni, preoccuparsene.

    IL principio su cui si fonda l’intera riflessione potrebbe essere sintetizzato grosso modo così: "Veri papi non possono aver promulgato il “Novus Ordo” ". Se infatti la nuova “messa” è cattiva, protestante e sacrilega, in altre parole, allora non può essere venuta da un vero papa (cioè da qualcuno che possegga realmente l’autorità agli occhi di Dio).
    Ho affrontato recentemente questi punti con dieci nuove famiglie l’anno appena trascorso. Nessuno mi è sembrato costernato, qualcuno ha posto questioni intelligenti, tutti hanno convenuto sulla ragionevolezza di questa posizione, e tutti (a mia conoscenza) ora frequentano una messa “non una cum johanne paulo”.
    Quello che Le ho scritto era per dimostrarLe che un approccio pastorale e ragionevole è possibile, quando si discuta di queste questioni con il laicato.
    […]
    L’assicuro delle mie preghiere per Lei, reverendo Padre.

    Fraternamente in Cristo

    Rev. Anthony Cekada

    (Sacerdotium, numero 15, Autunno 1995)

  2. #2
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    Predefinito Il canone 188 si può applicare a Giovanni Paolo II?

    Cari amici forumisti,

    l'aver tradotto il significativo e davvero cattolico, nel senso più concreto del termine, saggio di Don Cekada mi ha stimolato ad approfondire alcuni aspetti della via esclusivamente canonistica al sedevacantismo. Riporto quindi l'analisi dell'obiezione sesta contro la Tesi di Cassiaciacum con i corollari e le istanze che Monsignor Sanborn, allora solo Don, pubblicò sul numero 16 di "Sacerdotium" (primavera 1996).
    Mi scuso con i forumisti meno avvezzi a questo genere di riflessioni ma in un forum come questo, alcuni thread che approfondiscano l'attuale situazione dell'Autorità sono essenziali.
    Altrimenti un lettore disattento potrebbe pensare che questo sia il solito forum lefebvriano e protestatario contro la Santa Sede.
    Tutt'altro: qui non si attacca e non si impugna l'autorità del Papa, qui non si disubbidisce al Papa, qui non si insulta il Papa, qui non si oltraggia il Papato.
    Giovanni Paolo II, infatti, non è il Papa.

    un saluto a tutti

    Guelfo Nero

    ------------------

    "Il Canone 188 § 4 dice che colui che pubblicamente si sia allontanato dalla Fede cattolica tacitamente rinunzia al suo ufficio. Ora i “papi conciliari” (certamente Montini e Wojtyla) pubblicamente si sono allontanati dalla fede cattolica. Quindi hanno rinunciato tacitamente al loro ufficio. Quindi non sono papi né formalmente né materialmente"


    Risposta dell'Eccellenza Sanborn: Distinguo la maggiore: il Canone 188 § 4 dice che chi pubblicamente si sia allontanato dalla Fede cattolica tacitamente rinuncia al suo ufficio, se la sua imputabilità è pubblica, Concedo; tuttavia se è occulta Nego. La ragione è che la defezione dalla Fede deve essere constatata legalmente, il che avviene o con una dichiarazione o per notorietà. Ma la notorietà esige che non soltanto il fatto del reato sia noto pubblicamente, ma che lo sia anche la sua imputabilità (Canone 2197). Ora, nel caso di defezione dalla Fede cattolica o per eresia o per scisma (Paolo VI e Giovanni Paolo II), è necessario per essere imputabile che la defezione sia pertinace. Altrimenti la legge diventerebbe assurda: qualsiasi sacerdote che inavvertitamente in una omelia esprimesse un’eresia sarebbe reo di eresia notoria, con tutte le pene connesse e rinuncerebbe tacitamente al suo ufficio. Ora la defezione dalla Fede cattolica da parte dei “papi conciliari”, benché sia pubblica riguardo al fatto, non è pubblica riguardo all’imputabilità. Quindi non vi è tacita rinuncia. Ciò che è pubblico, è l’intenzione di questi “papi” di promulgare gli errori condannati dal magistero ecclesiastico e una prassi sacramentale che è eretica e blasfema. Dato che la situazione è questa, si deve concludere che necessariamente essi non posseggono l’autorità apostolica, né più né meno. Né più, perché soltanto l’autorità competente può accertare e dichiarare legalmente la realtà della loro defezione dalla Fede cattolica; né meno, perché è impossibile che l’autorità apostolica, a causa dell’infallibilità e dell’indefettibilità della Chiesa promulghi errori che sono stati con-dannati dal magistero ecclesiastico, e una prassi sacramentale che è eretica e blasfema".

    Istanza: Ma il Canone 188 dice che la rinuncia non richiede dichiarazione.

    Risposta: "Non richiede dichiarazione di vacanza dell’ufficio, se la defezione imputabile è notoria o dichiarata per legge, Concedo; se la defezione non è notoriamente imputabile o dichiarata, Nego. In altre parole, è necessario che la defezione pubblica dalla Fede cattolica abbia un certo riconoscimento giuridico o per notorietà dell’imputabilità o per dichiarazione legale".

    Istanza: Ma l’imputabilità della defezione di questi “papi” è notoria.

    Risposta: Nego. Perché l’imputabilità sia notoria, è necessario che 1) colui che ha espresso l’eresia riconosca pubblicamente di
    professare una dottrina contraria al magistero della Chiesa, come fece Lutero; oppure che 2) dopo essere stato ammonito dall’autorità
    ecclesiastica rifiuti pubblicamente detta autorità. Ora nei “papi conciliari” non sono soddisfatte nè l’una nè l’altra di queste
    condizioni. Quindi l’imputabilità della defezione non è notoria.

    Istanza: Ma il Canone 2200 presume l’imputabilità se il fatto del reato è stato provato.

    Risposta: "Distinguo: presume l’imputabilità, quando c’è stata
    violazione esterna della legge, Concedo; presume l’imputabilità quando non c’è stata violazione esterna della legge, Nego. Nel caso
    di defezione dalla Fede cattolica, la violazione della legge
    sottintende la pertinacia, se questa manca, la legge non è violata.
    Quindi, ove la pertinacia non sia né notoria né dichiarata per legge, non si può applicare il Canone 2200. Penso tuttavia che non vi sia una vera contraddizione tra coloro che sostengono il Canone 188 ed i sostenitori della Tesi: tutti concordano che Giovanni Paolo II non possiede l’ufficio del papato perché possedere l’ufficio è la stessa cosa che godere dell’autorità o giurisdizione. La Tesi insegna che Giovanni Paolo II mantiene il diritto al papato (ius in papatu) cioè mantiene una legale designazione al papato. Ora la designazione all’ufficio non è possesso dell’ufficio. Quindi non vi è incompatibilità tra le due argomentazioni. Tuttavia, facciano attenzione i fautori del Canone 188 perché logicamente la loro argomentazione implica che 1) Giovanni Paolo II è stato eletto legalmente al papato; 2) che egli, almeno per un periodo ha avuto il possesso del papato legittimamente e con pienezza [!!!], perché nessuno può rinunciare a un ufficio se prima non l’ha avuto; 3) che Giovanni Paolo II quale pieno possessore del papato è al di sopra del diritto canonico e perciò questo canone non può essere a lui applicato. La Tesi dell'Eccellenza Des Lauriers invero va oltre il diritto canonico e poggia su nozioni filosofiche dell’autorità stessa che possono essere applicate persino alla suprema autorità del Romano Pontefice.

  3. #3
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    Predefinito NON MOLLIAMO LA PRESA

    CARI AMICI,

    IL "DOSSIER PAGLIARANI" RICEVE e riceverà ANCORA IL NOSTRO INTERESSE: GIà DA 20 GIORNI ABBIAMO PRESO in considerazione ALCUNI ASPETTI FORSE SECONDARI MA NON PER QUESTO MENO ECLATANTI (abbiamo già parlato dell'argomento "Padre Pio", di quello propriamente "pastorale", della "sessionite inveterata", dell'appello al papa futuro, dell'irrazionalismo della prassi che attraversa tutto lo scritto, della falsità della "via prudenziale" della difesa dell'Eccellenza Thuc dalle calunnie, della presunta "unità" lefebvriana nei confronti della frammentazione sedevacantista, dell'inelegante e ignominioso glissare del dossier sul tema dell' "una cum"). LO FACCIAMO però IN TONO APOLOGETICO-POLEMICO (QUELLO CHE SPETTA A DEI LAICI), non certo in tono accademico-teologico, come farà certamente "Sodalitium".
    In più, pur citando un articolo di Don Cekada, non abbiamo dimenticato di parlare delle difficoltà della via canonistica (canone 188) al sedevacantismo (proprio dei "sedevacantisti completi").
    e ancora non abbiamo parlato dell'inadeguatezza (o inefficacia) dell'argomento billot, del sovrano disprezzo di certe leggi ecclesiastiche che è ampiamente notabile nell'articolo: un disprezzo "prudenziale" probabilmente...
    quello che facciamo, in termine pugilistico, si può definire "lavorare ai fianchi": una serie continuativa, veemente e caritatevole di attacchi alla fraternità.
    "hoc erat in votis": è quello che stiamo facendo.
    E ovviamente ne parleremo ancora, tenendo altissima la tensione su questo colossale "autogol" della fspx.
    come laici, è l'unica cosa che possiamo fare.

    un saluto cordiale a tutti gli amici della "Tradizione cattolica"

    guelfo nero

  4. #4
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    Predefinito

    Torneremo anche sulla questione della bolla di Papa Paolo IV CARAFA.

    A PRESTO

    Guelfo Nero





    S.S. PAOLO IV CARAFA (1555-1559)

  5. #5
    Moderatamente estremista
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    Predefinito

    scusate se mi intrometto:
    premessa la mia somma ignoranza sull'argomento, ho avuto modo di parlare di sedevacantismo con un conoscente di Torino, lui stesso sedevacantista (dopo essere stato lefebvriano). L'argomento mi interessa e il mio conoscente mi ha promesso testi e materiali sull'argomento.
    Quello che non mi è chiaro - a parte le basi teologiche del sedevacantismo, per le quali sarei comunque impreparato - è il momento di inizio temporale cui si fa risalire la vacanza della sede: se ho ben capito, ha a che fare con le decisioni (o con la stessa convocazione?) del Concilio ultimo. Significa che la Sede è vacante dalla morte di Papa Giovanni XXIII, e quindi a partire da Papa Paolo VI?
    Grazie per gli eventuali chiarimenti e complimenti per il forum (magari fosssero tutti come questo!).
    Un saluto

  6. #6
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    Predefinito VACANZA DELLA SEDE APOSTOLICA: QUANDO è INIZIATA?

    CARISSIMO CIAPARAT,

    GRAZIE PER I COMPLIMENTI (IMMERITATI: QUESTO FORUM DEVE ANCORA MOLTO MIGLIORARE) E PER L'INTERESSE CHE MI FA DAVVERO PIACERE.
    LA MATERIA DELLA "METAFISICA DEL PAPATO" CHE STA ALLA BASE DELLA POSIZIONE SEDEVACANTISTA è COMPLESSA, DI PRIMO ACCHITO, MA SE APPROFONDITA, PERMETTE DI USCIRE UN PO' DAI LUOGHI COMUNI DELL'ANTINFALLIBILISMO E DALL'ANTIPAPISMO OGGI IMPERANTE (SIA TRA I "PAPA BOYS" CHE LO IDOLATRANO E ACCLAMANO CARISMATICAMENTE MA SENZA OBBEDIRGLI, SIA TRA I LEFEBVRIANI CHE LO DISPREZZANO GALLICANAMENTE, PUR RICONOSCENDOLO COME PAPA).
    RISPONDO SINTETICAMENTE AL TUO QUESITO:

    CI SONO TRE DATE DA CUI FAR PARTIRE LA SEDE VACANTE (OVVERO LA SEDE MATERIALMENTE OCCUPATA MA FORMALMENTE VACANTE) DI CUI LA PRIMA è MORALMENTE ED ECCLESIALMENTE VINCOLANTE PER I CATTOLICI.

    8 DICEMBRE 1965: PAOLO VI (ALIAS GIOVAN BATTISTA MONTINI) "PROMULGA" I DOCUMENTI DEL "VATICANO II": PER LE ERESIE CONTENUTE IN "DIGNITATIS HUMANAE", IN "LUMEN GENTIUM" E PER I MOLTI GRAVI ERRORI DOTTRINALI"IN "GAUDIUM ET SPES", IN "NOSTRA AETATE" E IN ALCUNE ALTRE COSTITUZIONI E DOCUMENTI, è TEOLOGICAMENTE CERTO CHE PAOLO VI NON GODEVA DELL'AUTORITà PONTIFICIA, QUINDI DELL'INFALLIBILITà PONTIFICIA.
    NON ERA QUINDI PROPRIAMENTE IL PAPA.
    AFFERMARE CHE PAOLO VI GODESSE DELL'AUTORITà PONTIFICIA, SIGNIFICA DIRE CHE LA CHIESA è CADUTA IN CONTRADDIZIONE ED IN ERRORE, CIOè CHE LA CHIESA CATTOLICA NON è PIù CATTOLICA E CHE QUINDI ESISTE PIù.
    VORREBBE DIRE CHE LE PROMESSE DI INDEFETTIBILITà DEL SUO DIVIN FONDATORE SONO STATE VANE E MENZOGNERE (ABSIT!!!) ED QUINDI IN ULTIMO NEGARE LA STESSA DIVINITà DI CRISTO E LA SUA RESURREZIONE.
    QUESTA DATA, PER QUELLO CHE SIGNIFICA, è SOTTO OGNI ASPETTO VINCOLANTE PER UN CATTOLICO CHE OGGI VOGLIA DIRSI TALE E COMPORTARSI DI CONSEGUENZA.

    21 GIUGNO 1963: ELEZIONE DI PAOLO VI (G.B. MONTINI) è ALTAMENTE PROBABILE CHE MONTINI, SIA PER "MENS" CHE PER INDOLE, NON AVESSE INTENZIONE OGGETTIVA DI PROCURARE IL BENE DELLA CHIESA CATTOLICA. MASSONE? MARRANO? NEO-MODERNISTA? MOLTE SE NE SONO DETTE E PARECCHIE ERANO BENE FONDATE.
    NELL'OTTICA DI UN ORTO-TEOLOGIA DEL PAPATO, NESSUN PAPA ELETTO CHE FACCIA UN VERO ATTO DI ACCETTAZIONE, PUò CADERE IN ERESIA (Nè COME PRIVATO DOTTORE, Nè TANTOMENO COME PAPA). O NON SI è PAPI MAI O LO SI è SEMPRE (SALVO MORTE, LEGITTIMA RINUNCIA, INSANIA ASSOLUTA).
    GLI ESEMPI SCOLASTICI DI GRANDI TEOLOGI DEL PASSATO SUL "PAPA ERETICO" ERANO SOLO IPOTESI DI SCUOLA CHE HANNO OGGI SOLO VALORE DOCUMENTARIO, SOPRATUTTO DOPO IL CONCILIO VATICANO DEL 1870.
    GLI ESEMPI DI "ERESIA" DI PAPI DEL PASSATO CEDONO DI FRONTE AD UNA SEVERA CRITICA STORICA: PAPA LIBERIO, ONORIO, GIOVANNI XXII, SONO STATI PROGRESSIVAMENTE PURGATI DA FALSE ACCUSE E DA RICOSTRUZIONI TENDENZIOSE.
    è QUINDI ALTAMENTE PROBABILE (SENTENTIA PROBABILIOR ?) CHE PAOLO VI, FIN DAL PRIMO ISTANTE DEL SUO "PAPATO", NON ABBIA RICEVUTO DA DIO LA FORMA DEL PAPATO, PER UN OSTACOLO ONTOLOGICO E MORALE PRESENTE NEL SUO ANIMO.

    28 OTTOBRE 1958: ELEZIONE DI GIOVANNI XXIII (ANGELO GIUSEPPE RONCALLI). QUI LA QUESTIONE è DAVVERO APERTA. SE NE DISCUTE ACCANITAMENTE. GIOVANNI XXIII PREPARò, IMPOSTò, VOLLE IL CONCILIO, QUALE ERANO I SUOI INTENDIMENTI? QUALI I SUOI SCOPI?
    MODERNISTA DA SEMPRE, PROBABILMENTE MASSONE, SOTTO IL VELAME DI UNA CERTA PIETà POPOLARE E DI UN CERTO ATTACCAMENTO ALLE TRADIZIONE, SI NASCONDEVA PROBABILMENTE UNA PERSONALITà DECISA E PRONTA A TUTTO PER REALIZZARE UN PROGETTO CERTAMENTE ESTRANEO AD UN CATTOLICESIMO RETTAMENTE INTESO E COMUNQUE ELABORATO ALTROVE.
    MOLTI DEI SUOI ATTI, ALCUNI DEI SUOI DISCORSI, LA STESSA "PACEM IN TERRIS" CHE DOVREBBE ESSERE MAGISTERO ORDINARIO INFALLIBILE O ALMENO AUTENTICO DI QUEL "PAPA" FANNO PENSARE E FANNO RIFLETTERE.
    QUALUNQUE CONCLUSIONE PERò NON PUò PRETENDERE, IN SENSO ASSOLUTO, DI ESSERE VINCOLANTE PER UN CATTOLICO (COME LO è QUELLA DELL'8 DICEMBRE 1965)
    IO STESSO PROPENDO, COME MIA PERSONALE OPINIONE, PER IL 1958.
    SPETTERà POI ALLA SANTA SEDE FARE CHIAREZZA SULLA NATURA DI GIOVANNI XXIII, MAGARI CON UN PROCESSO CANONICO. (SCONTATO QUELLO A CARICO DI PAOLO VI E, REBUS SIC STANTIBUS, QUELLO A CARICO DI GIOVANNI PAOLO II )

    MI SCUSO SE HO UN PO' ALLARGATO IL TEMA: HO COLTO L'OCCASIONE PER PARLARNE NEL FORUM.
    SE VUOI APPROFONDIRE QUALCHE ALTRO ASPETTO, NON TI FAR PROBLEMI.


    IN OGNI CASO, UN CORDIALE SALUTO

    GUELFO NERO

  7. #7
    Moderatamente estremista
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    grazie per la ricchissima risposta.
    Quanto all'attuale Santo Padre: francamente e modestamente, mi sembrano eccessive certe critiche che gli muovete, mettendolo sullo stesso piano di un Paolo VI...
    Il fatto comunque che anche con la sua elezione al pontificato l'attuale pontefice sia considerato "nullo" (si può dire così?) dai sedevacantisti, discende dalle sue azioni concrete o semplicemente dal fatto di succedere ad altro pontefice "nullo"? In altri termini, se domani subentrasse un altro pontefice, resterebbe comunque la Sede vacante?
    Scusate il linguaggio non tecnico...

  8. #8
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    CARISSIMO CIAPARAT,

    POSSO RISPONDERTI SOLO BREVEMENTE.
    IN REALTà GIOVANNI PAOLO II, ALDILà DI ALCUNE PRESE DI POSIZIONE "CONSERVATRICI" IN AMBITO MORALE, è IL CONFERMATORE DEL "VATICANO II", NE è STATO UN DIVULGATORE ED UN APOSTOLO IN TUTTO L'ORBE.
    SOTTO MOLTI ASPETTI L'HA SUPERATO IN PIù PUNTI, TRAVALICANDO LA LETTERA E LO SPIRITO DEL CONCILIO.
    O MEGLIO LI HA DIALETTICAMENTE INVERATI, DANDOCENE UN'INTERPRETAZIONE "AUTENTICA E VERACE".
    COME DICONO SAGGIAMENTE ALCUNI AUTORI: VOLETE SAPERE COS'è STATO IL "VATICANO II"? GUARDATE AD ASSISI 1 E 2, ALLE RICHIESTE DI PERDONO, ALLE VISITE ALLA SINAGOGHE, ALLE MOSCHEE, AI TEMPLI PAGANI. QUELLO NE è LA REALIZZAZIONE PRATICA, LE "ENCICLICHE" WOJTYLIANE E IL "CODICE DI DIRITTO CANONICO DEL 1983" NE SONO LA PREPARAZIONE.
    OGGI DAVVERO LA GENTE COMUNE CREDE CHE IL CATTOLICESIMO DIFENDA DAVVERO LA LIBERTà RELIGIOSA, CHE IN FONDO TUTTE LE "RELIGIONI" ABBIANO QUALCOSA DI BUONO, CHE LE "RELIGIONI CRISTIANE" TENDANO PIù O MENO TUTTE AD UN MEDESIMO CENTRO CHE è CRISTO STESSO, CHE GLI EBREI SIANO I NOSTRI "FRATELLI MAGGIORI", CHE LA PERSONA UMANA SIA LUOGO DI DIALOGO CON I NON CREDENTI E ALTRE TRISTI SCIOCCHEZZE COME QUESTE.

    GIOVANNI PAOLO II HA QUINDI AGGIUNTO MOLTO DI SUO, CONFERMANDO IN TOTO IL "VATICANO II".
    SOLO RIGETTANDO GLI ERRORI VATICANOSECONDISTI, IN PRIMIS LA "DIGNITATIS HUMANAE" E LA "NUOVA MESSA", GIOVANNI PAOLO II O UN SUO SUCCESSORE PUò DIVENTARE IN SENSO PIENO IL PAPA.
    ALTRIMENTI RIMARRà UN ELETTO AL PAPATO MA PRIVO DI AUTORITà PONTIFICIA E DI CAPACITà MAGISTERIALE (PAPA MATERIALITER).
    QUANTO DURERà QUESTA CRISI? NON LO SI SA MA SI SPERA DURI ANCORA POCO.
    PREGHIAMO DIO CHE CI DONI PRESTO UN VERO PAPA.

    UN CARO SALUTO

    GUELFO NERO

  9. #9
    Eretico Arrosto!!!
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    Originally posted by ciaparat
    grazie per la ricchissima risposta.
    Quanto all'attuale Santo Padre: francamente e modestamente, mi sembrano eccessive certe critiche che gli muovete, mettendolo sullo stesso piano di un Paolo VI...
    Il fatto comunque che anche con la sua elezione al pontificato l'attuale pontefice sia considerato "nullo" (si può dire così?) dai sedevacantisti, discende dalle sue azioni concrete o semplicemente dal fatto di succedere ad altro pontefice "nullo"? In altri termini, se domani subentrasse un altro pontefice, resterebbe comunque la Sede vacante?
    Scusate il linguaggio non tecnico...
    Non v'è nulla, caro fratello, di cui deve scusarsi: non c'è tecnicismo nelle nostre discussioni, e se a volte si usano parole molto forbite è perché, in linea di massima, l'interlocutore dovrebbe comprenderle... si danno velocemente dei concetti altrimenti molto lunghi da spiegare.
    Ma questo non deve essere motivo di divisione: anzi.

    Mi fanno piacere le sue parole, perché aprono una finestra sul mio dramma. Infatti, io non sono molto diverso da lei, anche se da anni mi sono incamminato nella strada che, un giorno, mi auguro possa condurmi alla verità.

    GIOVANNI PAOLO II
    Partiamo da un fatto (e glielo dico con profonda commozione e sentito dolore): il magistero di Giovanni Paolo II è, forse, anche più lacunoso di quello di Paolo VI.
    Spiace dirlo, ma è così.
    Certo, in più di una occasione il Pontefice ha mostrato di non gradire la schiatteria con la quale si celebrano le messe e si costruiscono le chiese, e in campo morale ha rimesso un po' di ordine (il clima degli anni '70 era davvero simile a quello di Sodoma).

    Ma dobbiamo chiederci: da dove parte tutto questo?
    Ci sono due scuole di pensiero: 1) quella che accusa il Concilio Vaticano II direttamente, e 2) quella che accusa un certo "spirito" del Concilio.
    Fautori di questa ultima tesi sono cardinali, vescovi e laici "una cum" (cioè in comunione) con l'attuale gerarchia e l'attuale pontefice.

    Al di là di come la si intenda la faccenda, non possiamo negare che il Vaticano II non ha dato frutti, se non quelli del peccato, della disobbedienza, dello sbando morale e gerarchico. Se, poi, prendiamo per buona la seconda (che è poi la posizione del card. Ratzinger), perché il Sommo Pontefice non interviene? Infatti, molto della Chiesa attuale (usi, costumi et cetera), è frutto delle "riforme" post- conciliari .... una commissione teologica vale più d'un Papa?
    Evidentemente, c'è chi pensa tutto quello che vediamo sotto i nostri occhi come logica conseguenza di quel Concilio, nato sotto una stella ambigua: quella di rendere pastorale la Dottrina, cioè, diciamolo meglio, fare in Concilio quello che la Chiesa ha sempre fatto dai pulpiti e dai confessionali. L'ambiguità era già nel progetto.

    SOLO LATINO?
    Ricordo che il problema liturgico non è l'unico: è solo la punta dell'iceberg e, va ribadito con forza, non è solo problema di latino. Non è stata mutata la lingua (cosa in sé meno grave e, al limite, comprensibile): è stata mutata la sostanza della messa stessa.
    Questo aspetto non va dimenticato



    ATTI NEFASTI
    Non c'è dubbio che Giovanni paolo II consideri il vaticano II come il nuovo Evangelo, ma c'è di peggio ( e concludo con ciò).

    Il Papa ha baciato il corano..... d'accordo, cortesia (e la cortesia verso Dio????????????).

    Il Papa ha incontrato stregoni africani.... d'accordo, deve incontrare tutti (Gesù, però, incontrava i peccatori pentiti, mentre erano i Farisei che andavano da lui).

    Ha offerte libagioni..... qui, già, c'è poco da giustificare.
    Ma sa che ha fatto inoltre? Si è fatto segnare sulla fronte come usano gli induisti, in offerta al loro dio.
    Sa perché ciò è scandaloso?

    1) Perché lì siamo stati segnati il Giorno del Battesimo.
    2) Perché lì saremo segnati dall'Agnello, se avremo l'onore di essere dei suoi, o dalla Bestia, che segnarà i suoi con famoso numero 6** ....

    ........ capisce perché quel gesto è vergognoso???????

    SEDEVACANTISMO?
    Caro fatello, si prenda tutto il tempo che vuole: la Tesi di Cassiacium è una tesi, appunto, e dunque non ha nulla di sicuro.
    La studi, la mediti, ma lo faccia "in ginocchio", pregando. La Tesi è nuova, proprio perché nuova è la situazione nella Santa Chiesa: mai era accaduto. Mediti, e si mantenga saldo nella Fede. Dio non abbandonerà il suo popolo, e non ci imputerà colpe non nostre.

    Dominus Tecum!


    Fra Tommaso

  10. #10
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    Grazie delle gentili parole e auguri.

    Forse c'entra poco, ma voglio raccontare un episodio che mi ha colpito e che mostra come spesso lo stesso clero, mi pare, non abbia le idee chiare sulla sue missione.
    In Etiopia per motivi di lavoro, ho soggiornato a lungo presso una missione cattolica in una regione abbastanza remota. Ho scoperto, con una certa sorpresa, che quei bravi missionari (detto senza ironia - si tratta veramente di ottime persone) non si pongono l'obiettivo di evangelizzare proprio nessuno.
    Come sapete, in Etiopia si pone il problema - unico in Africa - del rapporto con la chiesa "copta", nazionale, che cerca essa stessa di espandesi e che mal tollera la "concorrenza" cattolica. Il problema e' stato risolto, mi spiegavano, in modo diverso da congregazioni missionarie diverse. Quella cui appartiene la missione dove mi trovavo (non ne dirò il nome, ma solo che si tratta di un ordine missionario fondato da un ebreo francese convertito, e il cui clero è oggi soprattutto francese e irlandese...) l'ha risolto nel senso della "collaborazione" e del "sociale": collaborano con la chiesa copta (che, a detta degli stessi missionari, in genere li "snobba" comunque) perchè essa adotti una linea più "moderna" e si dedicano alle attività sociali: prevenzione dell'AIDS, assistenza ai malati, istruzione tecnica.
    Tutte cose sacrosante, per carità, ma... dov'è l'evangelizzazione?
    Naturalmente non tutte le congregazioni si comportano allo stesso modo, ci tengo a sottolinearlo.
    Il risultato è che i padri e i fratelli più inclini alla "religiosità" e alla meditazione restano colpiti dall'indubbio fascino della chiesa ortodossa etiopica. In almeno un caso, un frate era sul punto di convertirsi. Tornato in Europa, risiede attualmente in un convento "interconfessionale" in Belgio dove si trovano sia cattolici che membri delle chiese orientali.
    Scusate la divagazione.

 

 
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