Cuba
• Repubblica di Cuba
• Capo di stato e del governo: Fidel Castro Ruz
• Capitale: L’Avana
• Popolazione: 11,2 milioni
• Lingua ufficiale: spagnolo
• Pena di morte: mantenitore
Nel corso dell’anno diversi dissidenti, compresi giornalisti, oppositori politici e difensori dei diritti umani, hanno subito gravi molestie. Diverse centinaia di persone sono rimaste in carcere per reati di natura politica, alcuni di loro sono stati riconosciuti da Amnesty International come prigionieri di coscienza. Alcuni processi che hanno visto come imputati prigionieri di coscienza si sono svolti in maniera non conforme agli standard internazionali. Il governo cubano ha introdotto una nuova legislazione con l’intento di combattere il dissenso e allargare l’uso della pena di morte. Almeno 13 persone sono state ‘giustiziate’ e altre 9 si troverebbero nel braccio della morte. Sono giunte notizie di maltrattamenti e in alcuni casi i prigionieri hanno subito trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Contesto
Il presidente Fidel Castro continua a ricoprire l’incarico di capo di stato 40 anni dopo la presa del potere e il suo partito, il Partito comunista di Cuba, rimane il solo partito politico legale. Ad aprile la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso una censura nei confronti di Cuba a causa degli abusi dei diritti umani, chiedendo al governo il rispetto delle libertà fondamentali. A novembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha richiesto a grande maggioranza e per l’ottavo anno consecutivo la fine dell’embargo contro Cuba. Il mandato del Relatore speciale delle Nazioni Unite su Cuba, che scadeva nell’aprile 1998 senza che all’inviato fosse mai permesso di mettere piede nel paese, non è stato rinnovato.
Nuove leggi
A febbraio è stata approvata una nuova legge più restrittiva concepita per combattere il dissenso politico e proteggere l’economia cubana. La legge 88 - Legge per la protezione dell’indipendenza nazionale e dell’economia di Cuba -, operativa dal mese di marzo, prevede pene fino a 20 anni di carcere per diversi reati. Tra essi sono inclusi: fornire informazioni al governo USA; detenere, distribuire o riprodurre materiale prodotto dal governo USA o da altre entità straniere; collaborare a qualsiasi titolo e con qualsiasi mezzo con radio, televisioni, organi di stampa o altri media stranieri con l’intento di destabilizzare il paese o distruggere lo stato socialista.
Restrizioni al controllo sulle violazioni dei diritti umani
Le indagini sulle violazioni dei diritti umani a Cuba sono state ostacolate da restrizioni imposte dal governo: i gruppi per i diritti umani sono considerati illegali, mancano dati ufficiali sulla popolazione delle carceri, e le autorità hanno ostacolato l’accesso al paese da parte di osservatori indipendenti dei diritti umani e secondo alcune fonti, le autorità controllerebbero le telefonate e la posta.
Prigionieri di coscienza
Si ritiene che diverse centinaia di prigionieri politici, tra cui un certo numero di prigionieri di coscienza, si trovino in carcere a Cuba, la maggior parte dei quali condannati al termine di processi iniqui. Alla fine del 1999, Amnesty International si era occupata di 19 prigionieri di coscienza. L’assenza di dati ufficiali e le severe restrizioni poste alle indagini sulla situazione dei diritti umani rendono difficile la conferma di qualsiasi informazioni su eventuali altri prigionieri di opinione.
Nel corso del 1999 sono stati condannati diversi nuovi prigionieri di coscienza.
* Jesús Joel Díaz Hernández, direttore esecutivo dell’agenzia di stampa indipendente Cooperativa dei giornalisti indipendenti di Ciego de Àvila è stato arrestato il 18 gennaio, processato il giorno successivo e condannato a 4 anni di carcere per "pericolosità". Il processo non sarebbe stato conforme agli standard internazionali di equità, in particolare perché al suo avvocato non sarebbe stato concesso un tempo adeguato per preparare la difesa.
* A marzo Félix A. Bonne Carcasés, René Gómez Manzano, Vladimiro Roca Antúnez e Marta Beatriz Roque Cabello, tutti membri del Gruppo di lavoro della dissidenza interna per l’analisi della situazione socio-economica cubana, sono stati processati e condannati per "altre azioni contro la sicurezza dello stato" in relazione a un crimine di "sedizione". Le pene comminate vanno da tre anni e mezzo a cinque anni di carcere. I quattro erano stati arrestati nel luglio 1997 dopo la pubblicazione di una critica a un documento distribuito in occasione del V Congresso del Partito comunista cubano (vedi Rapporto 1998).
* A maggio si è svolto il processo nei confronti di Manuel Antonio González Castellanos, un reporter dell’agenzia di stampa indipendente Cuba Press, e di altre tre persone, Yoanis Caridad Varona González, Leonardo Varona González e Roberto Rodríguez Rodríguez (vedi Rapporto 1999). I quattro imputati sono stati condannati per "mancanza di rispetto". A tre di loro sono state comminate pene tra i 16 e i 31 mesi di carcere, Yoanis Varona è stata condannata a 18 mesi di libertà condizionata.
Rilasci
Alcuni prigionieri di coscienza sono stati rilasciati.
A marzo Reinaldo Alfaro García, vice presidente del gruppo non ufficiale Associazione per la lotta contro l’ingiustizia, è stato liberato a patto che lasciasse il paese. Reinaldo Alfaro, che si troverebbe ancora a Cuba, aveva scontato più della metà della sua condanna a tre anni di carcere per "diffusione di notizie false contro la pace internazionale" (vedi Rapporto 1999).
Tutti gli appartenenti al Partito per i diritti umani a Cuba che erano stati arrestati nell’ottobre 1997 e che si trovavano ancora in carcere a Santa Clara (vedi Rapporto 1998 e Rapporto 1999) sono stati liberati. Si tratta di Daula Carpio Mata, José Antonio Alvarado Almeida, Iván Lema Romero, José Manuel Llera Benítez, Lilian Meneses Martínez e Ileana Peñalver Duque.
A gennaio è stato rilasciato Lorenzo Páez Nuñez, presidente del Centro non governativo per i diritti umani "José de la Luz y Caballero" e corrispondente dell’agenzia di stampa indipendente Libertad. Egli aveva scontato una condanna a 18 mesi di prigione per "mancanza di rispetto" e "diffamazione".
Detenzioni di breve periodo e persecuzioni
Le libertà di espressione, associazione e assemblea hanno continuato a essere severamente limitate dalla legge e nella pratica. Le persone che hanno tentato di organizzare incontri, esprimere opinioni o creare associazioni che andassero contro la politica del governo sono state vittime di misure punitive e molestie di varia natura.
Si hanno notizie di detenzioni per brevi periodi, interrogatori, minacce, intimidazioni, sfratti, licenziamenti, restrizioni poste sugli spostamenti, perquisizioni, arresti domiciliari, intercettazioni telefoniche e atti di aggressione fisica e verbale effettuati da sostenitori del governo.
Detenzioni per brevi periodi
Molti dissidenti cubani sono stati frequentemente incarcerati per brevi periodi e si sono registrati casi di detenzioni di massa.
Il 14 gennaio, circa una dozzina di persone sarebbero state arrestate per impedir loro di partecipare a una marcia organizzata in coincidenza dell’anniversario della nascita di Martin Luther King.
Tra il 22 e il 27 gennaio almeno una dozzina di dissidenti sono stati arrestati dopo che alcuni membri della Fondazione Lawton dei diritti umani avevano tenuto un incontro pubblico per chiedere alla popolazione di unirsi alla loro causa. In quegli stessi giorni si dovevano svolgere altre manifestazioni pubbliche: il 25 gennaio era stato organizzato un pellegrinaggio in ricordo dell’ultima messa celebrata dal papa Giovanni Paolo II a Cuba nel 1998 e il 28 gennaio si doveva tenere una dimostrazione pacifica in favore dei diritti umani in occasione dell’anniversario della nascita dell’eroe cubano José Martí. Tutti gli arrestati sono stati in seguito rilasciati.
Ad agosto, più di venti dissidenti sono stati incarcerati temporaneamente per impedire che potessero partecipare a due dimostrazioni antigovernative. La prima, organizzata dal gruppo ecologista Naturpaz, si sarebbe dovuta tenere nel parco Lenin, a L’Avana, la seconda era prevista a Pedro Betancourt, nella provincia di Matanzas. Uno degli arrestati, Oscar Elías Biscet González, ha affermato di essere stato minacciato di lunga detenzione se non avesse lasciato il paese.
A settembre, sette oppositori sono stati arrestati all’interno del parco Butari a L’Avana dove stavano tenendo una lezione di disobbedienza civile. Gli arrestati sono stati portati in un commissariato e poi presso il Dipartimento tecnico di investigazione a L’Avana. Cinque di loro sono stati rilasciati poco dopo, mentre Marcel Valenzuela Salt e Marlon Cabrera sono rimasti in cella per due settimane. Marcel Valenzuela al momento dell’arresto sarebbe stato colpito al volto da un poliziotto in borghese.
A ottobre almeno dodici persone sono state arrestate dopo essersi riunite presso l’abitazione di Maritza Lugo Fernández per un incontro organizzato dal Forum del terzo millennio, un gruppo di associazioni non governative che avevano scritto ai presidenti dei paesi del summit ibero-americano chiedendo la democrazia e il rispetto dei diritti umani a Cuba.
A novembre e dicembre circa 260 dissidenti sono stati arrestati in occasione del summit ibero-americano a L’Avana. Molti altri sono stati posti agli arresti domiciliari. Alla fine del 1999 11 di queste persone erano ancora in carcere, fra di essi il dr. Oscar Elías Biscet González, presidente della Fondazione Lawton, arrestato il 3 novembre per "oltraggio ai simboli della patria". La data del processo non è stata ancora fissata. Il dr. González è considerato un prigioniero di coscienza.
Sfratti
Gli sfratti sono stati usati dalle autorità con l’intento di reprimere i dissidenti.
* Ad agosto, mentre si trovava temporaneamente in carcere a causa delle propria opposizione al governo, Ramón Humberto Colás Castillo è stato sfrattato dalla propria casa nella provincia di Las Tunas assieme alla moglie Berta Mexidor Vázquez e ai loro due figli. Ramón Colás e Berta Mexidor, fondatori della prima libreria indipendente a Cuba, avevano vissuto per 13 anni in quella casa prima di esserne considerati gli occupanti abusivi. Anche altri librai indipendenti hanno subito minacce, detenzioni per brevi periodi e la confisca dei propri libri.
Restrizioni ai movimenti
Vi sono stati casi in cui le autorità hanno imposto restrizioni ai movimenti di alcune persone.
* Il reverendo Santos Osmani Domínguez Borja è stato inviato nella provincia di Holguin a 700 chilometri dalla sua casa. Insieme al reverendo Lázaro William Urbina Dupont era stato imprigionato per breve tempo dopo aver formalmente chiesto al governo di poter tenere una celebrazione religiosa pubblica.
Minacce
Molte persone sono state minacciate di arresto allo scopo di intimidirle.
* Ad agosto Venancio Roberto Rodríguez Martinez appartenente all’associazione Hermanos fraternales por la dignidad, è stato minacciato di arresto per essere un controrivoluzionario.
Molti dissidenti sono stati minacciati di procedimenti penali sulla base della nuova legge 88. Hanno subito intimidazioni di questo genere Lázaro Estanislao Ramos González del Movimento civico ‘Máximo Gómez’, Raúl Rivero e Hirán González González, giornalisti indipendenti di Cuba Press e Oswaldo Paya Sardiñas del Movimento cristiano di liberazione. Hanno subito minacce anche diverse persone che in giugno hanno preso parte a uno sciopero della fame durato 40 giorni.
* Leonel Morejón Almagro del gruppo ecologista Naturpaz è stato costretto a lasciare il paese a causa delle molestie e delle intimidazioni di cui è stato vittima.
Convocazioni nei posti di polizia
Sono stati registrati numerosi casi di persone sospettate di attività antigovernative che sono state convocate presso le stazioni di polizia per essere interrogate.
Nel corso degli interrogatori, durati talvolta qualche ora, molti di loro sono stati minacciati di lunghe detenzioni.
Licenziamenti
Diversi oppositori del governo e i loro familiari sono stati licenziati, secondo alcune fonti per motivi politici.
* L’ex prigioniero di coscienza Eduardo Blanco Tolosa è stato licenziato e gli è stato detto che se non avesse trovato un nuovo lavoro sarebbe ritornato in carcere con l’accusa di ‘pericolosità’.
Pena di morte
Nel corso dell’anno il ricorso della pena di morte è aumentato, in particolare dopo l’introduzione a marzo della nuova legge che prevede la condanna a morte per gravi casi di commercio di droga, corruzione di minore e rapina a mano armata.
Almeno 13 persone sarebbero state ‘giustiziate’ e altre nove persone si troverebbero nel braccio della morte.
Maltrattamenti
Sono giunte molte notizie riguardanti pestaggi di prigionieri politici da parte delle guardie carcerarie e qualche altra riguardante maltrattamenti subiti da persone non detenute.
* Il 14 agosto il dr. Oscar Elías Biscet González, attivista per i diritti umani (vedi sopra), è stato arrestato in un parco mentre stava tenendo un discorso sulla resistenza civile. Al momento dell’arresto i poliziotti lo avrebbero percosso sul viso e sul collo e gli avrebbero bruciato un gomito con una sigaretta. Secondo quanto riportato, dopo essere stato messo in una cella sarebbe stato spogliato, picchiato e preso a calci. L’uomo in seguito è stato trasferito presso il comando del Dipartimento tecnico di investigazione dove avrebbe subito minacce di lunga detenzione se nel futuro avesse organizzato qualsiasi altra attività di opposizione. Il dr. González è stato rilasciato il 16 agosto.
Condizioni carcerarie
Le condizioni di vita nelle prigioni continuano a essere pessime, tanto da costituire in alcuni casi, soprattutto nelle celle di punizione, trattamenti crudeli, inumani o degradanti. A quanto si conosce, tra le misure punitive sarebbero comprese la negazione del cibo e delle cure mediche, la detenzione per mesi in celle prive di luce o letto, minacce, discriminazioni, insulti e pestaggi. Molti prigionieri sarebbero malati a causa della scarsa nutrizione e della pessima igiene. Gli effetti dell’embargo statunitense sulla disponibilità di medicinali ed equipaggiamenti contribuiscono al problema.
Rapporti di Amnesty International
Cuba: Some releases but repression and imprisonment continue
(AI Index: AMR 25/005/99)
Cuba: Prisoners of conscience - Manuel Antonio González Castellanos, Leonardo Varona
González and Roberto Rodríguez Rodríguez (AI Index: AMR 25/027/99)
Cuba: A worrying increase in the use of the death penalty
(AI Index: AMR 25/029/99)
Cuba: Current prisoners of conscience must be released
(AI Index: AMR 25/036/99)
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