Allla faccia delle olive, i Savoia hanno ben altri appetiti di quelli sponsorizzati dalla Saclà che a parer mio farebbe bene a questo punto cambiare immediatamente sponsor se non vuole perdere tutta la clientela piemontese. E' quasi tragicomica la lista presentata dalla Casa Reale al Governo e prevede lo spogliamento quasi totale dei beni artistico-architettonici del
Piemonte e non solo. Oltre alle auto blu, alle scorte armate e al jet personale infatti i Savoia avrebbero chiesto i "gioielli di famiglia". Valgono da 3000 a 5000 miliardi, fanno parte di un tesoro ancora più vasto e rientrano nelle trattative in corso col Governo, sono i gioielli che i Savoia rivogliono, diademi, bracciali, collane, spille; custoditi in un cofanetto presso la Banca d'Italia.
Ma non è tutto, il "listone" prevede:
Il castello di Sarre ad Aosta, con 5 ettari di terra.
Il castello di Pollenzo in prov di Cuneo e patrimonio dell'Unesco.
Tre tenute di caccia in Valle Gesso sempre nel Cuneese.
Le tenute laziali di Capocotta e Castelporziano (utilizzata dal Presidente della Repubblica).
Villa Savoia a Roma.
Il castello di Racconigi (anche questo protetto dall'Unesco).
La tenuta di San Rossore.
Palazzi e ville a Pisa e a Torino.
L'arredamento del Quirinale.
La Basilica di Superga a Torino.
Qualcuno diceva che i Savoia volevano rientare solo per ritornare in possesso delle loro ricchezze perdute, comincio a pensare che questo sia vero.