Berlusconi, il lavoro nero dei cassintegrati Fiat e il Sistema Bancario

[Texwiller (POL)]

Sull'argomento FIAT vedi anche ---->
http://www.politicaonline.net/forum/...highlight=fiat
http://www.politicaonline.net/forum/...highlight=fiat
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Dopo avere sentito il passaggio al tg4 del capo della CDL con il quale sostiene che in fondo i più svelti faranno durante la cassa integrazione della Fiat un secondo lavoro, mi chiedo se non sarebbe il caso interrogarci sul significato di questo messaggio.

Echiesa potrebbe fare un apposito sondaggio con diverse possibili risposte, e credo ci potrebbe essere un elenco molto lungo da sottoporre al forum.

Personalmente sono disgustato dal pressapochismo del premier, dalla sua non comprensione dei problemi che comporterà nei fatti lo smantellamento della Fiat e dell'indotto, dell'immoralità del messaggio, dell'assenza della comprensione dello stato d'animo dei lavoratori.

Spero che anche in questa occasione come ultimamente sembra succedere, anche Glm si accorga della deriva che sta prendendo la CDL.

Tex Willer

[mcandry]

penso che questa volta non possiamo proprio parlare di una gaffe. ma di qualcosa di molto ma molto più grave, voglio infatti ricordare che nel passato molti governi sono caduti per molto meno.

[nuvolarossa]

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BERLUSCONI

"Cassintegrati Fiat fate un secondo lavoro"
LE REAZIONI

ROMA 7 DICEMBRE 2002 - «Le trattative con la Fiat hanno portato ad un ottimo risultato, credo il migliore risultato che il governo potesse ottenere e va dato atto anche ai dirigenti della Fiat di aver fatto il massimo sforzo». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al Tg4.

«Purtroppo - prosegue - vengono diffusi dall'opposizione, da certe parti sindacali, notizie che portano a dei comportamenti da parte dei lavoratori che sono lesivi anche della pace sociale, dei diritti degli altri cittadini. Ieri sera ho incontrato un gruppo di sindacalisti che mi hanno quasi aggredito verbalmente dando praticamente la colpa al governo di una situazione che certo bella non è, ma che invece il governo ha portato alla soluzione che si pensava fosse la migliore».

«Siamo riusciti - ha affermato il premier - ad ottenere dalla Fiat di non chiudere nessuno stabilimento e questo era l'obiettivo primario. Secondo punto, i dipendenti Fiat dopo alcuni mesi rientreranno nel loro posto di lavoro, resteranno per questo periodo dipendenti della Fiat a tutti gli effetti e riceveranno dallo Stato un assegno pari all'80% della loro retribuzione fino alla loro reintegrazione. I più volenterosi e i più fortunati di loro troveranno certamente un secondo lavoro, magari non ufficiale, che comporterà una entrata in più nelle casse della famiglia. Terzo punto, il governo ha concesso per 2.400 dipendenti vicini alla pensione il pensionamento anticipato con un trattamento anche migliore che per i semplici cassaintegrati. Per il primo anno riceveranno l'intero stipendio, il secondo l'80% e poi andranno in pensione».

Berlusconi ha poi sottolineato: «Meglio di così penso che il governo non potesse fare. Questi erano i traguardi che si volevano ottenere e si sono ottenuti».

Ricordando la trattativa Berlusconi ha detto: «Il mattino eravamo riusciti, contro ogni aspettativa, ad ottenere questi risultati, la non chiusura di stabilimenti specie Termini Imerese, nel pomeriggio ci siamo trovati di fronte ad un rifiuto della Cgil, poi gli altri sindacati sono andati dietro alla Cgil senza guardare la sostanza delle cose. Tutti i problemi sono stati invece risolti, compreso quello della non chiusura dello stabilimento di Termini Imerese».

[mcandry]

ho appena risentito lo spezzone del tg4, secondo me Berlusconi ha deciso di rendere sempre più impossibile per gli alleati la convivenza con le sue uscite. non sarebbe forse il caso che la Direzione del Pri tirasse un po' le orecchie al cavaliere? in fine dei conti mica possiamo sempre essere proni a tutte le sue fesserie!

[lucifero]

Dai propositi di emersione del sommerso, siamo ormai all'immersione nel sommerso.
Chiaramente, per farlo occorrerà, per alcuni, turarsi il naso.

Un'altra considerazione: visto che questo governo dice quello che bene o male tutti sanno, e che cioè:

• i cassintegrati si arrangiano lavorando in nero
• con la mafia bisogna convivere

siamo pragmatici! Per Termini Imerese, perché non fare un bell'accordo di programma anche con Mammasantissima? Agganci non ne mancherebbero.

[mcandry]

approvo la mozione con primo firmatario lucifero con il seguente intervento: "Tanto oramai ... "

[kid]

sconcertato ed indignato dalle parole del presidente del Consiglio.

[echiesa]

Roba da nulla: ma perchè ci rimanete ancora male??!!! me lo domando, ma che vi aspettavate??? Ma davvero credevate che Berlusconi ....ma nooooooo, non me lo dite!!!!!Ma davvero......??!!!
nOOOOOO, non ci posso credere!!!
saluti
echiesa

[nuvolarossa]

Sulle "gaffes" di Berlusconi interviene Gianni Pardo
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Quando si parla di Berlusconi, si può farlo in due modi, uno etico-teorico e uno storico-fattuale.

In senso etico-teorico, si può giudicare Berlusconi come fosse un signore che abita ad Arcore per i fatti suoi e si gode i suoi miliardi. Ovviamente, in questo caso si può dire che meriterebbe di governare il mondo o di andare in esilio nel Ponto Eusino, si può dire che è un genio o un malfattore, si può dire che è il più grande imprenditore del dopoguerra o uno che dovrebbe andare in galera. I commenti ed i giudizi sono interamente liberi.

In senso storico-fattuale invece si è obbligati a tenere conto, appunto, dei fatti e della storia. Se in teoria posso dire che la Bibbia è un libro noioso, dal punto di vista dei fatti non posso ignorare che è il massimo successo editoriale del mondo.

Si potrebbe sostenere che Napoleone, per decenni, ha avuto una fortuna sfacciata (il sole di Austerlitz!), che non era poi il grande stratega che dicono e perfino che in fondo era un mediocre. Ma questo solo dal punto di vista etico-teorico. In concreto, dal momento che ha vinto tante battaglie, è stato un grande stratega.

Lo stesso per Berlusconi. Non si può, in favore di un giudizio teorico, prescindere dalla realtà. Comunque si voglia raccontare la sua storia, questa storia finisce - fino ad ora - con un successo. Un po' come i film sulla seconda guerra mondiale: per quanto cattivi o valorosi, cretini o geniali siano i nazisti, poi la guerra la vincono gli Alleati. Questo perché, che meritassero di vincerla o di perderla, quella guerra, sta di fatto che l'hanno persa.

Partendo dalla fine, dalla carriera di Berlusconi, cioè dal punto di vista storico-fattuale, si deve cercare di spiegare il suo successo. Questo non corrisponde ad esserne innamorati: corrisponde ad uno sforzo di comprensione. Se, con le sue gaffe, Berlusconi inanellasse sconfitte, sarebbe facile concludere: "ovvio, è un gaffeur che fa ridere il paese, è normale che fallisca".

Se invece, malgrado le sue gaffe, quest'uomo va sempre più su, bisogna divenire umili come dinanzi alle strategie di Napoleone. Queste non corrispondevano agli schemi dei generali austriaci, solo che questi generali perdevano le battaglie e Napoleone le vinceva. Il piccolo sottotenente d'artiglieria, senza l'aiuto di nessuno, è divenuto Imperatore dei Francesi.

Io ho ottenuto d'essere qualificato un "Göbbels innamorato di Berlusconi" perché ho cercato di spiegare come mai le gaffe non erano tali ma corrispondevano al pensiero dei suoi elettori e per questo in fin dei conti gli erano utili (Giuliano Ferrara) o addirittura a questo scopo preordinate (Freccero).

Mi sbaglierò Ma coloro che fan di Berlusconi non sono, per spiegare il fenomeno non sanno dire altro che "gli elettori della Casa delle Libertà (più di metà del corpo elettorale) sono degli imbecilli". Il che non solo è esagerato, ma fa sorgere la domanda: e come mai la controparte non sa sfruttare l'imbecillità di tanta gente? Gente che per decenni ha detto bene di Stalin avrebbe dunque scrupoli?

Tutti siamo stati d'accordo che quest'uomo ha successo (e come si potrebbe negarlo?): rimane da spiegare perché. Perché ciò avvenga malgrado le gaffe che gli rimproveriamo in tanti. È un problema che dovrebbe porsi con serenità analitica anche chi di questo successo è dispiaciuto.

giannipardo@libero.it
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tratto dal sito liberaldemocratico
http://www.legnostorto.com/node.php?id=1350

[nuvolarossa]

Sulle "gaffes" di Berlusconi interviene Sergio Luciano direttore de IL NUOVO.It
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- Berlusconi colpisce ancora: parla e fa scandalo
- Come ha potuto legittimare il lavoro sommerso?
- E' la sua impoliticità che affascina o atterrisce
- Dice cose vere, ma fa temere che gli piacciano

Diciamolo: o è matto, e matto non è; oppure c'è una logica dietro queste provocazioni tambureggianti, dietro queste scandalose "gaffes" che, allora, gaffes non sono ma sono appunto provocazioni, o - chissà - seduzioni intese alla sua maniera, o ancora - o insieme - sistemazioni di vecchie e nuove pendenze... Comunque sia, mai come sul "caso Fiat" Silvio Berlusconi di offensive dialettiche pesanti e imbarazzanti ne ha inanellate una via l'altra, culminando due giorni fa con quel "magari potessi gestirla io!" e oggi con la sua tirata in rosa sull'accordo con Torino, pilotata arditamente prima verso una sorta di elogio della cassa integrazione e poi verso un'indiretta legittimazione del lavoro sommerso (o nero...) poi. Qualcosa di comparabile l'aveva fatta soltanto parlando di sua moglie e di Cacciari: ma allora aveva parlato di fatti suoi personali!

Cosa passa per la testa al premier? Come può dire che, insomma, durante la cassa integrazione "gli operai più volenterosi troveranno un lavoro, magari non ufficiale"? E' o non è a capo di un governo che fino a un mese fa inondava i nostri teleschermi con la pubblicità delle leggi anti-sommerso (quello spot dove qualcuno apriva finalmente la finestra inondando di luce uno stanzone buio pieno di gente al lavoro)? E come fa, allora, a parlar bene del sommerso, come di una sana valvola di sfogo della disoccupazione o della sottoccupazione?

Il punto è, ancora una volta, l'assoluta "impoliticità" di Berlusconi - almeno in questi suoi momenti di comunicazioni diretta - che gli serve per dire alla "gente", ai suoi elettori, quel che pensa veramente e quel che ritiene essi vogliano sentirsi dire. Vediamo un po' nel merito se in questi due casi ha detto sciocchezze o verità. Ebbene: basti pensare che un signore come Giorgetto Giugiaro si è visto respingere dalla Fiat, due o tre anni fa, la proposta di modelli come la Atos e la Matiz, poi venduti alla Toyota e alla Daewoo e diventati vetture di grande successo; basti pensare all'assurdità di non aver ancora provveduto a sostituire la Punto, il cui drammatico calo di vendite sta resecando alla base il fatturato Fiat; basti pensare al flop della Stilo, anch'essa disegnata "tutte curve" dal designer Walter Da Silva, poi lincenziato dal Lingotto, per essere sostituita dall'omonimo parallelepipedo semovente che arrugginisce sui piazzali... basta pensare a tutto ciò per capire che effettivamente negli ultimi anni la Fiat è stata mal gestita, e spiace dirlo perchè Paolo Cantarella aveva avuto una stagione di grandi e meritati successi manageriali. Ma in una situazione attuale dove effettivamente il governo non ha nè strumenti (soldi) nè spazi (norme europee) per intervenire con un vero e proprio salvataggio, lanciare quell'anatema: "Magari potessi gestire io la Fiat!" è un modo per dire: "Cari italiani, la frittata l'hanno fatta altri, ora io posso far poco per riparare i danni". Il che riporta alla mente, senza tappe intermedie, quella fase delicata e bizzarra della primavera-estate del '94, in cui una Fiat allora appena risanata (altri tempi, c'era Romiti) e quindi forte e ben munita giornalisticamente aveva sparato a pallettoni contro il primo governo Berlusconi, ottenendo poi dai successivi governi di centrosinistra quei congrui aiuti che furono le rottamazioni: uno sgarbo impensabile - il primo premier-imprenditore impallinato dal primo imprenditore d'Italia - che forse le più recenti profferte d'aiuto e collaborazione (Ruggiero alla Farnesina, vari apprezzamenti prima e dopo il voto del 2001) non hanno sanato.

Ma sull'uscita di oggi c'è da riflettere di più. Cosa ha detto Berlusconi? Ha detto che nel solco tradizionale del consociativismo italiano, la cassa integrazione - pilastro del nostro welfare, vera e propria riforma immanente dell'articolo 18, per la quale i licenziamenti collettivi si possono fare, tanto paga Pantalone - è stata da sempre utilizzata da centinaia di migliaia di lavoratori come un'occasione per darsi da fare, mettere fieno in cascina, cercarsi un altro lavoro: insomma, non starsene con le mani in mano. E l'"homo faber" Berlusconi pensa positivo su questo "statu quo", trascurando il piccolo particolare che tutto ciò significa e comporta evasione fiscale e contributiva, infortunistica, sfruttamento... Il premier sa che in Italia le cose sono sempre andate così, e sempre andranno così - e su questo ha ragione - ed è portato a vedere la parte piena che pure c'è in questo bicchere - che cioè molti cassintegrati nei mesi di disoccupazione guadagnano più di quando erano in fabbrica - dimenticando che la parte vuota è un buco nero nel nostro sistema e si chiama lavoro sommerso. Una gaffe, dunque? Sì e no: perchè se c'è stato un flop clamoroso nel programma dei cinque anni di governo dell'Ulivo, questa è stata la riemersione delle aziende in nero, che ha portato risultati talmente trascurabili da non essere stati usati neanche durante la campagna elettorale. E Berlusconi lo sa, e da "padre di famiglia ipertrofico" quale si sente, va al sodo e spiega: "Sulla Fiat il governo ha vinto, perchè ha ottenuto che nessuno stabilimento chiuda e che la cassa integrazione sia breve, nel frattempo quelli bravi guadagneranno anche di più...".

Così è Berlusconi, fuori dagli schemi. Chi lo ama, lo ama anche per questo, forse soprattutto. Chi lo teme, o addirittura lo abborrisce, lo fa per queste stesse ragioni, lette all'opposto. Perchè tanta impudicizia espressiva, sulle labbra del politico più potente del Paese, fa temere una deriva immanentista un "tutto cambi perchè nulla cambi", insomma una pragmatica ma grigia resa allo "statu quo", che inquieta e disturba gli animi innovatori, quelli che sperano e credono nella possibilità di migliorare le cose. Il bello è che Berlusconi in buona fede vorrebbe abolire il sommerso: ed è convinto che se potesse tagliare le tasse al 20% le aziende in nero riemergerebbero spontaneamente. Se potesse guidare la Fiat, se potesse tagliare le tasse...

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0...162819,00.html