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  1. #1
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    Il "fallimento" del Risorgimento ... Montecitorio 14 novembre 2002

    [mid]http://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Articolo 31/Articolo_31_-_Domani_smetto.mid[/mid]

    Ha detto bene Pierferdinando Casini, oggi con la visita del pontefice a Palazzo Montecitorio, che non era certo più la Camera dei deputati, si è concluso il conflitto fra Stato e Chiesa. Non ci ha detto però chi lo ha vinto. Bene ve lo dico io fratelli mazziniani e garibaldini, massoni e carbonari della prima ora, giudei ed azionisti: lo ha vinto il Vaticano. Ci siamo battuti per niente, o peggio per vedere il Papa entrare in quella che era la Camera dei deputati, ai suoi piedi il capo dello Stato ed il capo del governo muti, attoniti, e lui, Ella, sua santità, a illustrarci il programma di un governo che se l'Italia non assumerà, perchè è libera di non assumerlo ovviamente, resterà quella repubblica di straccioni, che è sempre stata da quando i suoi predecessori si sono ritirati oltre il Tevere. Ma deliziosi italiani, non temete: l'autorità morale del papa vi è sempre vicina, e se vorrete vi ispirerà, vi verrà in soccorso e per quanto siate caduti in basso, vi sosterrà. E noi vogliamo, no? Lo vuole D'Alema, lo vuole Berlusconi, lo vuole Fini, lo vuole sinanco Rutelli e il pacifista Bertinotti. Tutti insieme ad ascoltare l'inno vaticano nell'aula che fino a ieri, da oggi non lo è più, era la sede legislativa della Repubblica.
    In fondo che cosa è la Repubblica a fronte del regno millenario della Chiesa? Noi siamo transeunti, ci siamo, ci siamo stati, ma potremmo anche non esserci, mentre la Chiesa, per definizione non può non esserci. Avete ascoltato il Papa, miserabili senza fede? La religione cristiana è il fondamento della vita democratica, e senza questa c'è solo la dittatura. Per il nostro contadino polacco il comunismo e la democrazia sono lo stesso, se non hanno il cristianesimo alla loro base. Ed ecco che a Montecitorio il contadino polacco ha illustrato ad una classe politica imbelle di cui mi vergogno profondamente, come italiano e con la quale non ho più rapporti, se mai ne ho avuti, oltre a quelli imposti dalle leggi della cortesia e dalla convivenza civile, il programma di governo, della repubblica teocratica che bisogna tornare ad essere. Evviva il papa re. Bene cari fratelli della notte, cuccioli ciechi di pipistrelli, che posso aggiungere? Aveva o non aveva ragione Bossi quando voleva la secessione? Ma era meglio la secessione, per lo meno il nord est entrava nell'orbita austrotedesca, che non è di cultura papista, il Piemonte aveva il suo re legittimo, il centro Italia tornava regno della Chiesa e diventava potenza mondiale e per il mezzogiorno, mi dispiace, cavoli loro. In questo quadro può anche darsi che si ricominciasse daccapo, con qualche inquieto, disperato, valoroso, pronto a riannodare il filo della storia su se stesso. Ma anche Bossi era li ad appaludire, con il suo fazzolettino verde, solo un po' meno convinto. Che pena. A questo punto è meglio sfasciare tutto, no? Dove sono i sani secessionisti che rifiutano Roma baldracca, ladrona e papalina?
    Però vedete, io credo che se non Casini, Berlusconi, avrà qualche difficoltà ad attuare il programma politico del pontefice e non è detto che Berlusconi si dimetterà per non poterlo attuare, al limite si dimette per aver bucato la Finanziaria. Ma non temete, non confido in Berlusconi, ci mancherebbe. Io confido proprio nel contadino polacco, che almeno crede, per dio, è un uomo di fede è la fede è una forza, di questo sono sicuro, quale che essa sia però, non per forza la sua. E nella presunzione che la sua soltanto sia la legge ha commesso un errorino. L'errorino è che quella guerra fra Vaticano è Stato era già stata vinta e nel '46. Ma i prudenti vescovi romani, i loro ossequiosi politici democristiani evitavano di farlo vedere, anzi occasionalmente digerivano anche sonore batoste, che so il divorzio, in nome della modernità. Che gliene importava? Oggi, invece, hanno mostrato il loro volto da trionfatori e messo la bendiera bianco oro sul nostro palazzo Montecitorio, che è tornato al Vaticano. Perchè la Camera può esporre una bandiera francese e vorrei vedere, può anche ospitare un re spagnolo, abbiamo cacciato il nostro, ma il papa, mi dispiace no, lo si riceve in altra forma, con altri onori, salvaguardando in toto i nostri vertici istiotuzionali. E chissà che così non sia proprio l'unico a farmi amaro il sangue e a dirmi, bene questa dannata repubblica va rimessa in piedi, nella sacralità delle sue istituzioni dall'affronto subito. Una rigenerazione sarà pur necessaria, in nome di Dio e nel nome del popolo.



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  2. #2
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    Predefinito

    Purtroppo il fallimento del Risorgimento non è nella visita del Papa a Montecitorio ma nel non essere riuscita a realizzare l'Unità degli Italiani.
    E' il paradosso di questo fallimento è che quelli che non vogliono più l'Italia unita non sono i meridionali ma i "padani".
    Esistereberro numerose argomentazioni storiche per giustificare dei sentimenti "antiunitari" da parte delle regioni del Sud e invece chi si lamenta sono proprio alcuni settori di quelle aree geografiche che si sono realmente giovati della nascita della nazione Italia.
    "Roma ladrona", "terroni buoni a nulla" sono gli slogan di chi non conosce la Storia Italiana ma conosce bene quella dei propri affari.
    E "Padania, questo grottesco neologismo, non è altro che il tentativo di tagliare la corda dopo aver per raccolto il malloppo.

  3. #3

  4. #4
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    Predefinito Roma, 9 novembre 2002 Agenzia (ANSA)

    questa e' una delle tante agenzie ed articoli di quotidiani che hanno preceduto la visita del Papa a Montecitorio
    -----------------------------------------------------------------------------------
    Papa a Montecitorio/La Malfa: eviti temi che toccano a Stato

    ''Nel rivolgere un saluto rispettoso al pontefice, esprimo la fiducia che egli sappia evitare, nel prendere la parola nel luogo sacro alla legislatura di uno Stato laico, di toccare temi che riguardano le libere scelte dello Stato italiano, dei suoi rappresentanti democratici e la molteplicita' delle ispirazioni laiche e religiose dell'Italia''. Lo afferma il presidente del Pri Giorgio La Malfa a pochi giorni dalla visita di Giovanni Paolo II prevista per giovedi'.

    ''Le vicende storiche della formazione dello Stato italiano, la complessa 'questione romana', il contestato concordato che ha posto la chiesa cattolica in posizione diversa dalle altre confessioni religiose - osserva La Malfa - impongono che venga mantenuta una particolare prudenza nei rapporti fra lo Stato italiano ed il Vaticano''. E aggiunge: ''non sappiamo se l'iniziativa del presidente della Camera di invitare il pontefice a rivolgere un discorso al Parlamento sia stata preceduta da un esame attento di tutti i delicati profili che tale invito ed il modo del suo svolgimento puo' investire''.

    ''In particolare - conclude La Malfa - segnaliamo la circostanza per la quale il discorso del pontefice non abbia luogo nel corso di una visita di Stato, ma preveda una forma che non ha, ci sembra, precedenti, con la contemporanea presenza in parlamento di tutti i vertici politici istituzionali del Paese per ascoltare il discorso di un capo religioso''.

  5. #5
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    Predefinito

    Mi unisco alle parole di Calvin, e non ho parole.
    sarò passato, vecchio, inutile, le mie sempre state battaglie di minoranza, " ma chi siete, ci siete sempre ,che fate, che volete, ma chi rappresentate".Mha!!!!!
    saluti
    echiesa

  6. #6
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    Predefinito Roma, 14 novembre 2002 Agenzia (ANSA)

    Papa/La Malfa: confermo inopportunità iniziativa

    Giorgio La Malfa conferma il giudizio
    che e' alla base della sua decisione di non essere presente oggi in aula per la visita del Papa in Parlamento. ''Confermo il mio giudizio dell'inopportunita' politica e istituzionale dell'iniziativa. L'aver messo il Papa al centro del luogo sacro alla formazione della volonta' politica e legislativa dell'Italia democratica e repubblicana e' - secondo il presidente del Partito repubblicano - foriero di confusione sia perche' manifesta una incomprensibile sottovalutazione della nostra storia nazionale, sia perche' indebolisce la distinzione tra politica e religione che devono rimanere libere e incondizionate, ciascuna nel proprio ambito. Il Pontefice - prosegue La Malfa - ha pronunciato parole certo non di circostanza su tu temi cruciali come la famiglia, la scuola, l'aborto, le carceri, la Costituzione europea, la guerra e la pace: materie su cui il Parlamento e il Governo saranno chiamate ad assumere importanti decisioni. Ne consegue che il Governo e le forze politiche si sono create delle difficolta' di cui l'Italia certo non aveva bisogno. Se infatti si procedera' lungo il percorso tracciato dal Papa l'Italia rinuncera' a quel pluralismo dei valori e della tutela della liberta' di scelta individuale che caratterizza la sua Carta costituzionale, se lo rifiutera' avra' imprudentemente svalutato il cosi' alto magistero del papato''.

  7. #7
    libero pensatore
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    Predefinito

    Io laicamente la vedo in maniera diversa.

    Innanzitutto la vista del Papa a Montecitorio è una vittoria per la Repubblica e non una sottomissione del Parlamento al Pontefice.
    Se dopo 132 anni dopo Porta Pia finalmente un papa si decide a entrare nella camera dei Deputati questo rappresenta il riconoscimento più eclatante di una Roma italiana e non papalina.

    Il discorso del papa ha riguardato orientamenti etici generali mi pare nel completo rispetto del pluralismo e dell'autonomia dell'aula.

    Che un Papa si ponga inoltre il problema invece di "interferire" con i mezzi e nelle sedi più vistose nelle decisioni riguardanti una possibile e drammatica guerra mi sembra giustissimo.

    Giustamente Pio XII è stato attaccato come "Papa del silenzio" per aver taciuto sulla strage degli ebrei da parte dei nazisti, a questo invece vogliamo rimproverare di parlare troppo?

    I democratici, i repubblicani e gli italiani in genere non dovrebbero preoccuparsi tanto delle viste del Papa quanto piuttosto del fatto che tra i signori deputati siedano individui che senza pudore professano il loro disprezzo verso gran parte dei loro connazionali.

    E' questo il "dramma del Risorgimento" che già Mazzini aveva individuato in tempi non sospetti:
    " Avevo creduto di evocare l'anima dell'Italia ma non mi trovo di fronte che ad un cadavere!".

  8. #8
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    Predefinito Che avvilimentooooo!!!!!!!!!


    14/11/02
    Che pena!!! Tutti lì che pendono dalle labbra di Re Carlo da Polonia.
    Ma del resto l’andazzo l’avevamo già visto subito dopo la nomina di baffino a capo del Governo.
    In verità l’inizio della fine della laicità dello Stato, dell’autonomia dei legislatori, coincide con la spasmodica ricerca di legittimazione degli orfani del comunismo.
    Ma il più deprecabile di tutti è il violante che prima ha cercato la sponda dei fasci repubblichini e poi ha avviato la pratica del ritorno a Montecitorio del prete di Cracovia forse nella speranza di conquistare un posto di prestigio nell’aldilà.
    L’unico conforto per me è essere tornato ad apprezzare quanto fatto da La Malfa in quest’occasione.
    Ah!!!! più passa il tempo e più rimpiango la grandiosità di tutti quelli, politici e popolani, che fecero la Repubblica Romana.
    Tristi saluti a tutti
    Phoxy

  9. #9
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    Predefinito Re: il fallimento del risorgimento

    Originally posted by calvin
    Non ci ha detto però chi lo ha vinto. Bene ve lo dico io fratelli mazziniani e garibaldini, massoni e carbonari della prima ora, giudei ed azionisti: lo ha vinto il Vaticano.
    ecco , chiediti anche il perchè
    Addio Tomàs
    siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle

  10. #10
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    Predefinito perchè è il Vaticano

    che esprime meglio l'animo degli italiani, non certo siamo noi. Noi siamo una minoranza. Cesare Baccaria, io non mi preoccupo del papa, mi preoccupo di un parlamento che nella sua ritualità si genuflette al papa. Purtroppo io sono logico nelle conseguenze e visto che amo la concordia nazionale e il Papa la trova su un programma politico di governo, oltretutto, indichi il papa anche un presidente del Consiglio che attui quel programma etico politico che egli ha indicato e sicuramente le camere plaudenti dimenticheranno i loro dissidi per attuare detto programma.
    Questo sarebbe, a mio modo di vedere, una eccezionale semplificazione e positiva e gioiosa della vita politica italiana: il vaticano detta la linea, il parlamento con letizia applaude ed esegue. Si chiama repubblica teocratica, o islamica e da queste parti prima di quello sconcio che è stato il risorgimento, per cui i nostri avi sono morti, si chiamava papa Re.

 

 
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