Appuntamento settimanale al Bar Sport per sentire cosa ci spara stavolta il Ministro Bossi, che gli avventori del bar chiamano europirla.
Vota la sparata che ti è piaciuta di più.
Alla fine potremmo fare un torneo con le altre europirlate ed eleggere l'europirlata del mese e dell'anno, con eliminatorie, semifinali e finali.
Che ne dite?
(La StampaDel 30/10/2002 Sezione: Interni Pag. 8)
«1996: IN 500 PRONTI A MORIRE»
Bossi e i leghisti «kamikaze»
MILANO. «Nel '96 potevano esserci le condizioni, oggi per la secessione quelle condizioni non ci sono più». Lo ha dichiarato il ministro per le riforme, Umberto Bossi, che è intervenuto in diretta a Radio Padania libera per replicare ad una serie di telefonate giunte a «Libera Compagnia Padania» a favore della secessione. Secondo Bossi il sogno leghista della secessione è morto a causa della «vittoria del consumismo che ha sconfitto il Romanticismo con i suoi simboli e le sue bandiere». «In quell'epoca - ha ricordato Bossi - io valutai che c'erano solo circa 500 uomini veri, pronti a farsi saltare per aria per la libertà. Tutti gli altri erano chiacchieroni». Il ministro per le riforme ha quindi ricordato che la Lega è l'unica forza politica «in grado di portare uno scontro di massa contro lo Stato». Quindi rivolto ai leghisti che oggi si sono dichiarati a favore della secessione ha ammonito: «Oggi si cadrebbe solo nel piccolo terrorismo. La Lega il terrorismo lo ha bandito perché è odiato dai popoli». Bossi ha anche smentito i leghisti che hanno parlato di Gianfranco Miglio, per anni ideologo della Lega, come secessionista. «Vi sbagliate perché è stato un certo Umberto Bossi che vi ha portato al Po e a Venezia. Miglio, quando contro Fini e Berlusconi non riuscii a farlo nominare ministro, se ne andò. E se ne andò proprio con Berlusconi che è contro la secessione».
Ansa