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    Thumbs up Bossi: Troppi Rischi Per I Popoli Da Questa Ue Di Massoni

    «Ma il superStato europeo non passerà»
    di Gianluca Savoini

    Ministro Bossi, cosa ne pensa della posizione presa dal nostro giornale in merito al Trattaro di Nizza e all'ingresso diretto nell'Ue dei Paesi dell'Est?
    «Dico che bisogna stare molto attenti, la cosa è stata fatta mele. Come ho già avuto modo di dire, bisognerebbe far entrare nuovi Paesi in un Mercato comune europeo e non direttamente nell'Unione».
    Lei teme che le differenze economiche possano creare grossi problemi?
    «Altrochè. Di tutti i tipi, intanto bisognerà vedere quanto costerà il finanziamento per l'allarfamento. Inoltre, trattandosi di Paesi disastrati dal punto di vista economico, il rischio è che si rovescino milioni di diseredati a casa nostra, ponendo il problema della sopravvivenza dei nostri popoli e della nostra identità».
    C'è chi sostiene che al Sud siano contenti per questo allargamento dell'Ue. Eppure, segretario se i finanziamenti europei adesso andranno sull'asse Ovest-Est, non andranno più sull'asse Nord-Sud. O no?
    «In linea di massima lei ha ragione. Per il Sud si rischiano tempi difficili. E non potrebbero neppure più arrivare dei finanziamenti dalla Padania in sostituzione di quelli europei, perché al di fuori del quadro europeo sarebbe impossibile finanziare il Mezzogiorno. E poi la “torta” del Nord è ormai molto piccola».
    Va anche detto, segretario, che se questi nuovi Paesi avranno il diritto di voto, l’Europa diventerà per lungo tempo un’Europa di sinistra.
    «Anche questo è possibile, se gli sarà dato il diritto di voto in Europa».
    Tornando al Sud, ha sentito che il Fondo monetario internazionale propone le gabbie salariali per il Mezzogiorno? Come si deve interpretare questa ipotesi avanzata dal Fmi?
    «È evidente che il Sud, non ottenendo più i finanziamenti, nè europei nè dalla Padania, avrà difficoltà a produrre in maniera competitiva, nè tantomeno ci saranno imprenditori del Nord disposti a delocalizzarsi al Sud. Se i finanziamenti europei vanno ad est, chi vorrà delocalizzare la propria attività seguirà quella direzione».
    So che lei sarà costretto ad organizzare una Dieta sull’Europa, richiesta da parecchi dirigenti della Lega. Alcuni di loro infatti sostengono che il governo avrebbe dovuto impegnarsi a fermare le conseguenze del Trattato di Nizza.
    «Le rispondo che il governo deve fare la sua parte. Però quando siamo arrivati noi al governo del paese, il “mostro” era già in volo. La banda dei massoni, Amato e combriccola, erano già stati a Nizza ed è difficile arrestare il “mostro” quando è in volo. È difficile saltargli sopra. Bisogna aspettare che il “mostro” atterri per riuscire a colpirlo. Ad esempio, l’abbiamo già fermato in occasione del mandato di cattura europeo».
    Avete fermato anche la “dose minima di pedofilia”...
    «Tra l’altro! Adesso dobbiamo fermare il reato di razzismo, un reato ideologico gravissimo, che serve solo ad incarcerare chi è contrario al progetto di distruzione dei popoli portato avanti dal fondamentalismo massonico. Oggi tutti dicono che il mandato di cattura europeo era una cazzata, allora lo diceva solo la Lega».
    Quindi la posizione del movimento non è negativa, in quanto obbligherà l’Europa ad andarci cauta sui diritti da riconoscere a quei nuovi paesi. Insomma, il problema verte soprattutto sul diritto di immigrazione?
    «Sì, sostanzialmente è positivo chiarire i rischi che ci fa correre l’Europa dei massoni e dei comunisti. Diciamo però che le cose impossibili non le può fare neppure il governo, che deve aspettare che il “mostro” atterri».
    Atterrerà ad esempio sulla Convenzione Ue?
    «Vedrà che non ci sarà nessun Superstato europeo, ma l’Europa sarà un’unione di stati con incorporato per ciascuno il diritto ad andarsene quando si vuole. Questi sono i limiti dell’azione politica democratica, a meno di utilizzare i metodi dei ceceni. Ma per ora, e dico per ora, non siamo ancora in quella condizione».
    I mostri però non andrebbero mai creati, perché poi non rispettano nè le regole nè i patti. Non crede, onorevole Bossi?
    «In questa sua affermazione c’è molto di vero. Ma i frammassoni e i comunisti occupano i punti più alti delle istituzioni in molti paesi d’Europa e sono riusciti a mettere in volo il loro “mostro”, frutto del fondamentalismo laico più pericoloso. Comunque è bene che la Padania alzi bandiera di battaglia».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Ida Magli: Bossi ha mille ragioni,
    ma i tecnocrati di Bruxelles non torneranno indietro
    «Aboliamo Schengen o sarà un’invasione»
    di Mauro Bottarelli

    «Bossi ha non una ma mille ragioni quando dice che l’allargamento ad Est dell’Unione Europea porterà un’invasione di cittadini verso le nostre frontiere. A questo punto l’unica cosa da fare sarebbe abolire il trattato di Schengen, ovvero la libertà di circolazione, ma questi tecnocrati di Bruxelles non lo faranno mai perché non possono permettersi di tornare indietro». Ida Magli, antropologa e da sempre avversaria dell’Europa costruita sulla testa dei popoli, non ha dubbi nel valutare l’impatto che l’allargamento varato da Bruxelles avrà sulle nostre vite, non tanto dal punto di vista economico ma sociale e di sospensione della democrazia reale.
    Dottoressa Magli, nell’orgia di euroentusiasmo si sono alzate anche voci dissonanti, come quella di Sergio Romano e dell’economista Vaciago, preoccupato per l’economia e il rischio inflattivo. Lei cosa ne pensa?
    «Io penso che l’Unione Europea sia fin dall’inizio un progetto in cui si è messo il carro davanti ai buoi: prima di varare l’allargamento, infatti, bisognava decidere come governarlo. Per quanto riguarda le critiche dal punto di vista economico, poi, penso che siano il minore dei problemi vista il macroscopico progetto di svuotamento delle sovranità nazionali che l’Unione Europea rappresenta. E’ ovvio che l’economia è importante ma allora come mai Vaciago, che è uno dei padri dell’euro, si accorge dei problemi solo ora? La cosa inaccettabile è che sta nascendo un impero a tavolino progettato sopra la testa dei popoli europei, un impero che non cambierà nulla in meglio e che, stando a Prodi, costerà solo tre euro in più a cittadino».
    Lei è quindi più preoccupata dal dato di limitazione della democrazia che da quello economico?
    «Senza il minimo dubbio. La gente non capisce l’enormità politica di quanto sta accadendo, anche perché la stampa ha fatto calare una cappa di silenzio sulla questione Ue: parlare male dell’Unione è come parlare male della Madonna, nessuno vuole prendersi il rischio. Ma quanto è costato questo silenzio? Ripeto, sono conscia dell’importanza del dato economico e dei rischi che correremo ma non accetto di essere accomunata all’unico metro di giudizio dei banchieri e dei tecnocrati: ovvero il denaro. C’è in ballo qualcosa di più importante, la libertà e la democrazia dei cittadini d’Europa».
    Lei condivide il timore espresso da Bossi per un aumento dell’immigrazione dai Paesi dell’Est che entreranno?
    «Ovviamente. Ci sarà una vera e propria corsa di cittadini stranieri verso di noi, la Germania e la Francia. È paradossale la situazione in cui siamo. Per andare in aereo da Roma a Milano, io che sono italiana devo presentare la carta d’imbarco e un documento d’identità in ossequio alle procedure anti-terrorismo dopo l’11 settembre. In compenso si aprono le frontiere, questa volta in ossequio a Schenghen, a cittadini di dieci Paesi, otto dei quali del poverissimo Est. Ma come, io devo mostrare un documento per muovermi all’interno del mio Paese e per i nuovi membri dell’Ue non esistono frontiere, c’è totale libertà di movimento? È assurdo. Chiaramente verranno in massa: basta pensare un secondo e ragionare sulla realtà dei fatti. Saranno più polacchi a voler cercare la fortuna e il benessere in Italia o italiani a voler cambiar vita e andare nella poverissima Lituania?».
    Quindi la sua ricetta sarebbe di sospendere Schengen...
    «In linea teorica ovviamente sì, ma non lo faranno mai. Non possono permettersi di tornare indietro nemmeno di un passo nel loro progetto. E poi, parliamoci chiaro, l’operazione compiuta nei confronti dei popoli è stata curata nei minimi particolari. Nessuno ha potuto esprimersi, salvo quelli come gli irlandesi che hanno dovuto rivotare perché il primo esito non andava bene ai grandi capi di Bruxelles. Sull’Unione Europea non c’è dibattito, non c’è informazione libera e reale. Si figuri che, a mio avviso, due giorni fa la notizia da dare con grande rilevanza era la dichiarazione di Giscard d’Estaing riguardo la possibile introduzione nella Convenzione Europea della clausola di uscita immediata di uno Stato membro. Ovvero, chi vuole può andarsene senza problemi né preavviso. Io l’ho accolta con gioia e speranza per l’Italia, ma nei giornali è finita in un trafiletto. Ma cosa vuole, la gente accetta di avere un Parlamento che non fa le leggi... Si rende conto, non legifera: è una truffa, una farsa, un’antitesi storica e democratica assoluta e senza precedenti. Ma tutto va bene».
    C’è aria di pensiero unico, di veicolazione dell’informazione?
    «Guardi, per quanto riguarda l’Unione Europea noi siamo come quei poveri ostaggi del teatro di Mosca: anestetizzati dal gas della propaganda europeista. Si rende conto che l’italiano medio ha saputo dell’allargamento, di quanto stava succedendo, solo perché giornali e tv hanno parlato del referendum irlandese?». Bossi ha inoltre paventato il rischio di uno scontro tra popoli per non essere travolti e scomparire dalla nuova immigrazione dell’Est. Cosa ne pensa?
    «Penso che Bossi sia un ottimista, per il semplice fatto che per fare una guerra, per scontrarsi, bisogna prendere coscienza. E in un’Europa così anestetizzata di tempo per svegliarsi e reagire ne serve molto: noi, purtroppo, non ne abbiamo così tanto perché prima di poterci ribellare saremo schiacciati in casa nostra dai musulmani. L’atto di tradimento finale dei governanti europei a danno dei cittadini non si compirà: il tallone islamico sarà già sopra le nostre teste. E di questa situazione è enormemente responsabile anche la Chiesa, che forse ha compiuto il tradimento più grande nei confronti dei popoli».
    Un quadro totalmente a tinte fosche il suo, dottoressa Magli...
    «Come potrebbe essere diversamente. Quanto sta accadendo, a Bruxelles come nel teatro di Mosca, è tutto collegato. L’attentato dell’11 settembre, l’attacco a viso aperto all’Occidente, è stato perpetrato quando c’è stata la sicurezza che l’Unione Europea si sarebbe fatta e che l’euro sarebbe entrato in vigore. Chi ha colpito voleva essere certo che l’Europa sarebbe stata, come in effetti sarà, politicamente paralitica per molti anni, in modo da poterla conquistare senza troppa fatica e con armi come l’immigrazione e l’espansionismo culturale e religioso. Ripeto, Bossi è un ottimista: a mio avviso non abbiamo tutti gli anni necessari a creare consapevolezza nella gente. Faranno in tempo a distruggerci, prima».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    «Un referendum anche da noi»
    Calderoli: consultazione popolare sui pericoli dell’allargamento
    «Sono sempre stato molto critico nei confronti dell'Unione europea, anche se in senso propositivo. Non voglio dire no in generale all’Europa, ma non accetto l'Europa che ci viene proposta dai tecnocrati», ha affermato ieri il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. «A suo tempo abbiamo avuto le commissioni europee che studiavano il diametro del pisello piuttosto che la lunghezza del cetriolo - spiega - Quindi la dose minimi di pedo-pornografia. Poi si sentenziava un taglio delle nostre pensioni. E per finire l’idea di chi ha imposto l’euro e l’inflazione ad esso collegata». «Oggi il risultato del referendum irlandese ci pone però di fronte ad un problema ben più serio - prosegue l’esponente leghista - Gli effetti economici che produrrà sul nostro paese l'ingresso di 10 paesi nettamente al di sotto degli standard medi europei faranno sì che, mentre attualmente il cittadino italiano dà all'Ue più di quello che riceve (34 euro ciascuno), con i nuovi ingressi tutto andrà a favore dei 10 stati “neo-europei”, con buona pace per le aree depresse e gli aiuti infrastrutturali». Calderoli interviene così in merito alle polemiche causate dalle posizioni della Lega Nord sul Trattato di Nizza. «Ma non ci sono solo gli effetti economici - aggiunge Calderoli - L’ingresso di questi 10 paesi, il livello della loro povertà, la libera circolazione dei cittadini nell'Ue, determineranno una vera transumanza dalle aree povere a quelle più ricche, con conseguente scardinamento di quello che è il nostro tessuto sociale. Prendiamo quindi esempio dalla piccola grande Irlanda, che perlomeno ha avuto il coraggio di sottoporre l'argomento dell'allargamento Ue al quesito referendario. Sottoponiamo anche in Italia, a costo di cambiare la Costituzione, la Convenzione europea a referendum. In tal modo decisioni fondamentali come queste andranno a pesare sulle spalle di tutti i cittadini, secondo una logica realmente democratica».
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