Gli è andata male, al Bossi.
Se c'è qualcuno tra di voi che è europeista deve capire una cosa: è perchè è comunista.
Martedì 22 Ottobre 2002, 153
Bossi contro l'Ue: "Speravamo nell'Irlanda"
ROMA - Un eventuale "no" dell'Irlanda al trattato di Nizza era stato presentato da tutti i mezzi di informazione e da tutte le forze politiche rappresentate nel parlamento europeo come una catastrofe che avrebbe messo in discussione l'esistenza e il futuro della casa comune dell'Euro. Hanno vinto i sì, e questo ha rallegrato gran parte dei dodici paesi che fanno parte dell'area Euro, oltre a quelli che si sono candidati per entrarvi nei prossimi anni. Ma Umberto Bossi va controcorrente, e parla di "miracolo" mancato. Se i cittadini di Dublino si fossero rifiutati di aderire al trattato, secondo il Senatùr, avrebbero prima di tutto dato un colpo mortale al comunismo. Il leader della Lega affida queste sue riflessioni sull'Ue a un'intervista alla Padania, e - come al solito - non usa mezzi termini.
"Tanti speravano in Saint Patrick, nel suo miracolo, nel no che arrivasse dall'Irlanda al trattato di Nizza - dice il Senatùr - Tutti tranne i comunisti, ovviamente, che sperano nel ritorno del comunismo e nella fine del capitalismo occidentale. Così non è stato - continua - ma l'allargamento a Est dell'Europa è ancora lontano dal realizzarsi. Quei paesi non hanno nulla da guadagnare dall'ingresso nell'Europa".
E prendendo quindi posizione contro l'allargamento dell'Unione, che è tra l'altro il progetto più importante pianificato dalla presidenza di Romano Prodi insieme alla convenzione che - proprio in vista dell'allargamento a Est - dovrà riscrivere le regole comuni, Bossi ha continuato a indirizzare bordate contro Bruxelles: "Altro è aver libera apertura e circolazione ai loro prodotti - ha detto riferendosi ancora ai paesi dell'Est -Altro è, per entrare in Europa, rispettare le regole di Maastricht che li porterebbero al fallimento in men che non si dica".