I sistemi elettorali si dividono in tre grandi famiglie, come è noto:
-maggioritari;
-proporzionali;
-misti.
Caratteristica capitale del maggioritario è quella di garantire, generalmente, la stabilità governativa, favorendo un sistema politico bipolare o bipartitico. Esempio paradigmatico è la Gran Bretagna: qui due soli partiti si alternano al governo. Questo sistema presenta tuttavia un grande limite: le minoranze sono eliminate dalla scena politica o, comunque, sottorappresentate; questo è un danno anche alla democraticità del sistema, dal momento che lede la rappresentatività e, di conseguenza, la legittimità del parlamento. Sempre la G.B. ci offre un esempio evidente di ciò: il partito liberal-democratico, pur raggiungendo il 19% e oltre dei suffragi totali, ha una rappresentanza parlamentare quasi inesistente. La scarsa rappresentatività del parlamento può portare anche a problemi pratici non indifferenti: taluni output, provenienti da parti della società non maggioritarie, verrebbero sistematicamente ignorati, col rischio di non affrontare talune questioni e, pertanto, di aggravarne la situazione. Altro pesante limite di tale sistema è l’incapacità di rinnovarsi: prima che un partito si esaurisca e lasci lo spazio a soggetti nuovi passano molti anni di “limbo” in cui il partito declinante è ancora troppo forte da scomparire e lasciare il passo a nuovi soggetti e troppo debole da rendersi partito di governo. Ultimo limite evidente è lo scarsa scelta che gli elettori hanno: si sceglie il partito o la coalizione, accettando il candidato del proprio collegio, che il più delle volte è scelto dall’alto.
Diversamente, il sistema proporzionale, assegnando i seggi in proporzione ai voti ottenuti, spesso rende difficile la creazione in sede parlamentare di forti maggioranze, favorendo la creazione di partiti di piccole dimensioni. Però presenta indubbi vantaggi nel risolvere i problemi presentati dal maggioritario: la sottorappresentazione è limitata, e, quindi, il parlamento è maggiormente legittimato e rappresentativo. I partiti possono affermarsi e dimostrare la validità del proprio progetto politico in maniera graduale, senza bisogno di “uccidere” i partiti con lo stesso bacino elettorale e la nascita di questi nuovi soggetti –o la loro crescita- non è inibita dal meccanismo del “voto utile”.
Peraltro, al sistema proporzionale, è facile attuare dei correttivi che favoriscano la governabilità. I principali sono le soglie implicite od esplicite e il premio di maggioranza.
Questi sono, molto brevemente, alcune delle motivazioni principali che dovrebbero farci riflettere senza pregiudiziali sul ritorno di un sistema proporzionale.