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  1. #1
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    Question Articolo 18 qual' è la posizione del P.R.I.? ... (Patto per l'Italia) ... Legge Biagi

    [mid]http://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Adamo/Adamo_-_Non_voglio_nascondermi.mid[/mid]

    visita anche
    COFFERATI e l'Art.18

    http://www.freeforumzone.com/viewmes...?f=4769&idd=60
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    le recenti prese di posizione del segretario nazionale del PRI , prima al consiglio nazionale , poi, con il messaggio al congresso nazionale della UIL ed infine con la nota a commento della decisione della UIL di aderire allo sciopero generale mi sembravano molto esplicite rispetto alla condivisione dell'atteggiamento del governo. Ma siccome queste si fermavano al 15/3/2002 non si capisce se siano attuali o meno visto che il 16/03/2002 Lauro Biondi, responsabile nazionale delle politiche sociali del Pri ha diramato un comunicato, apparso in alcuni giornali locali nel quale si afferma "il Governo sbaglia e rischia un conflitto senza senso sull'art. 18...giovedì scorso il governo ha riproposto la posizione pressochè uguale a quella iniziale. Tale conclusione esclude la possibilità di un confronto senza pregiudiziali con quelle parti sociali che avevano ritenuto di non assumere posizioni ideologiche e che ha fatto precipitare l'ipotesi di realizzare una riforma senza conflitto sociale".
    Nel merito ,io credo che l'autonomia del sindacato sia un valore che occorre rispettare senza tentativi di strumentalizzazioni a fini di lotta politica, quali che siano le scelte compiute. Questo valeva quando sembrava che la UIL si dissociasse dall'atteggiamento della CGIL e deve valere oggi se ha maturato la convinzione dello sciopero generale. Il problema ha assunto una valenza politica che va al di là delle vere ragioni di merito, perchè il governo vuole dimostrare che riduce il peso del sindacato e delle tutele, e il sindacato vuole ribadire il suo peso contrattuale.
    Credo che i casi realmente sottoposti all'art. 18 siano poche centinaia a livello nazionale ogni anno, quindi non si aggiungerebbe grande flessibilità al mercato del lavoro, ma è diventata una prova di forza ,dopo la decisione di liquidare qualsiasi politica concertativa.
    La sinistra si appiattisce sulle posizioni dei sindacati e la destra su quelle della confindustria, riproponendo una sorta di lotta di classe e sociale che sarebbe stato meglio evitare.
    Il professor Modigliani ,che non mi pare sia accusabile di essere filo Berlusconi, in questi giorni ha invitato la sinistra ad essere più disponibile ad una concezione di maggiore flessibilità del mercato del lavoro e a non irrigidirsi nella difesa dell'art. 18.
    Quindi, occorre entrare più nel merito del problema, sapendo che la stessa ricetta non è proponibile in zone del paese dove la disoccupazione è praticamente zero ,anzi c'è carenza di personale, come in Romagna o nel Triveneto, e in zone, dove ci sono cifre di disoccupazione giovanile e femminile che rasentano il 50%o addirittura, come la Calabria, dove si parla di un 70% di disoccupazione. Nelle prime, l'elemento di flessibilità è relativo, perchè essendoci la piena occupazione è difficile sostituire forza lavoro, ma questa situazione tutela anche i lavoratori perchè, in un mercato così ricettivo, la garanzia della stabilità del lavoro è dato dall'andamento dinamico del mercato e non dalla tutela statica di quel posto di lavoro.
    Nelle zone a disoccupazione alta non è l' abolizione dell'articolo 18 il rimedio vero, tuttavia, un minimo di flessibilità in più può aprire per i lavoratori del futuro qualche prospettiva maggiore, e questo va valutato serenamente.
    Se invece il superamento dell'art. 18 assume la caratteristica di scontro politico che mette in discussione il ruolo del sindacato, è evidente che si costringe il sindacato, tutto, a reagire duramente contro il governo.
    Sono convinto che il superamento del ruolo del sindacato che qualcuno insegue sarebbe una sciagura per il paese, perchè aprirebbe a forme di sindacalismo autonomo non certo più rispondenti all'interesse generale.
    Così come forme di eccessivo garantismo rischiano di penalizzare l'ammodernamento e l'occupazione e quindi costituiscono forme di conservatorismo, che la tradizione lamalfiana del pri ha sempre denunciato.
    Rimane il problema interno : il dissenso del responsabile nazionale del settore nei confronti delle posizioni del segretario non è un qualcosa che è riconducibile ad un dissenso personale di un dirigente o di un iscritto , il che sarebbe legittimo e plausibile , ma rimane un conflitto che sarebbe meglio chiarire : o con le dimissioni di Biondi dall'incarico , visto la contraddizione anche del suo atteggiamento , favorevole in consiglio nazionale ed apertamente in dissenso oggi sulla stampa ,oppure- ma sarebbe pretendere troppo- correggendo le posizioni del consiglio nazionale, come voleva Riscossa.
    Widmer Valbonesi

  2. #2
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    Smile solo una precisazione, anzi due, anzi tre.

    Apprezzo moltissimo questo intervento di Widmer, cosiccome gli altri sul Medio Oriente e le prospettive del Centro-destra, ancora sull'altro forum e che spero tutti abbiano letto.

    Voglio solo cogliere l'occasione per precisare un aspetto che finora avevo sentito solo in bocca a persone che facevano analisi di parte:

    Credo che i casi realmente sottoposti all'art. 18 siano poche centinaia a livello nazionale ogni

    Mi sembra evidente che sia così proprio perché l'art.18 esiste. Se non esistesse, dubito che i licenziamenti senza giusta causa rimarrebbero poche centinaia.

    La seconda cosa, che sento in questi ultimi giorni, è che solo 1/3 dei lavoratori è attualmente difeso dall'articolo 18: bizzarro però considerare come toatle dei lavoratori, ai fini di questo computo, anche i lavoratori autonomi (commercianti, avvocati, commercialisti)!

    La terza cosa è che ho sentito dire che dietro i sindacati non ci sia la gente, che si è espressa votando per la CdL; la gente ha votato CdL per una serie di diversi e nobilissimi motivi, ma il corpo elettorale ha respinto la richiesta in un referendum specifico su questa materia.

    Non vorrei però che queste mie osservazioni distogliessero dalla vera discussione che è quella aperta dall'amico Valbonesi; consideratelo solo uno sfogo.

    Saluti fraterni

  3. #3
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    Predefinito QUAL'E' LA POSIZIONE DI BIONDI

    Mi pare che la posizione del Pri sia, in materia di articolo 18, ben definita, tanto dal presidente del partito che dalla segreteria nazionale, cosa che questo forum ha sempre documentato come il sito nazionale. Lo stesso Widmer LO testimonia recependola nella sua esatta formulazione: "un po' di flessibilità" non guasta, e sinceramente non mi sembra che il governo volesse scatenare la guerra civile con un provvedimento tanto timido come quello in questione. Per cui mi chiedo qual'è la posizione di Biondi che, da quanto leggo, sembra piuttosto fuori linea.

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    per una ulteriore documentazione sull'argomento visita:
    COFFERATI e l'Art.18:

    http://www.freeforumzone.com/viewmes...?f=4769&idd=60
    -------------------------------------------------------------
    <bgsound src="http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/HANNOUCCISOLUOMORAGNO.mid" autostart="true" hidden="true" loop="infinite">



  4. #4
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    benritrovato all'amico widmer valbonesi

  5. #5
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    caro calvin vorrei saperlo anch'io visto che ce la siamo trovata pari pari come te l'ho riferitasui giornalicome posizione del responsabile politiche sociali del PRI.
    Spero che si faccia chiarezza perchè le opinioni in libertà si addicono a chi non ha responsabilità primarie, spero che il 20/03/queste questioni vengano risolte.

  6. #6
    Garibaldi
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    I Sindacati, in tempi di governo di CSX erano sempre a fare azioni di pompieraggio su tutti gli argomenti che potevano creare degli scioperi.
    Ora, come vendetta per le elezioni politiche perdute, porteranno in piazza anche le nonnette sulle sedie a rotelle, con la scusa di un argomento futile ma che faranno diventare rovente come un altoforno.
    Mi meravigliano i sindacalisti repubblicani, quelli alla Raffaele Vanni, per capirci, quelli della politica dei redditi, come mai tacciono!
    Forse nella uil non contano piu' nulla o forse si accontentano di aspettare il ventisette?

  7. #7
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    Dalla parte delle riforme

    Si può anche discutere sulle scelte tattiche fatte dal Governo nella gestione della riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Si può ritenere che esistessero margini per una intesa con la CISL e la UIL che fosse tale da isolare la CGIL, motivata allo sciopero generale da ragioni politiche comunque non rinunciabili. Si può discutere. Ma è evidente che il punto di fondo non è questo; e meno che mai lo è oggi, dopo la decisione di Governo e sindacati di procedere, per ora almeno, ognuno per proprio conto.

    L'esigenza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro - in Europa, non solo in Italia - è stata di recente ribadita dal vertice di Barcellona. Quanto all'articolo 18, l'Italia è ormai il solo paese europeo ad adottare una forma di tutela (apparente) così rigida, né dal sindacato sono venute proposte alternative che non fossero puramente tattiche.

    Il confronto è stato aperto e a questo punto bisogna scegliere, e scegliere senza ambiguità: tra l'Italia delle riforme e l'Italia della conservazione; tra l'impostazione modernizzatrice dell'Europa e quella di retroguardia del sindacalismo italiano; tra il laburista Blair e l'ex-comunista Cofferati.

    Il Governo Berlusconi ha scelto la via delle riforme, della modernizzazione, di Tony Blair. E i repubblicani non possono che approvarne e sostenerne la scelta.

    Roma 19 marzo 2002
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    tratto dal sito webhttp://www.pri.it
    del P.R.I.

  8. #8
    Garibaldi
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    La responsabilita' morale della uccisione del Consulente del Ministro del Lavoro ricade anche su coloro che hanno soffiato sulla criminalizzazione dell'articolo 18 sino a plagiare le giovani menti assassine aizzandole indirettamente all'omicidio di una persona perbene.
    Servira' a far riflettere qualcuno quanto accaduto?
    Lo scontro di piazza serve solo a rafforzare nella propria convinzione di essere nel giusto anche i piu' facinorosi ed intolleranti e favorisce lo scollamento tra il popolo ed i suoi rappresentanti democraticamente eletti.
    E' un modo reazionario e qualunquista di affrontare le tematiche politiche e la risoluzione dei problemi della povera gente.
    Basta con i girotondi e si torni a discutere ed a riflettere.!

  9. #9
    Forumista assiduo
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    Predefinito storia di regime

    La storia è semplice: quando si urla al regime, c’è sempre qualcuno che ritiene di poter colpire il presunto regime come meglio crede.
    Per queste ragioni il Pci e la Cgil di Lama erano estremamente prudenti su questo versante, arrivando a proporre una soluzione politica quale quella del compromesso storico con le positive conseguenze sociali che questa proposta produceva. Non mi pare che tale senso di realismo politico e di responsabilità civile ci sia stata in quest’anno fra il sostegno ai no global, le invettive alla polizia cilena, le urla contro le leggi di Berlusconi, i girotondi e le piazzate varie. Il clima ideale per arrivare dove si è arrivato.

  10. #10
    F***ing stubborn
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    Predefinito

    Attenzione però, senza che di là ci sia stato nessun tentativo di calmare le acque. Secondo qualcuno l'omicidio di D'Antona fu un regolamento di conti all'interno della sinistra, non scordiamocelo, ed a dire questa bestialità stavolta non fu Bossi.
    saluti
    echiesa

 

 
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