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Chi ha ascoltato l'intervista di sabato scorso alla sette del dottor Cofferati ha compreso le ragioni della necessità di lasciare per tempo quella coalizione se non quelle di aderire alla Casa delle libertà. Cofferati ha detto a chiare lettere che la prospettiva laburista e liberale della sinistra e che l'Ulivo sarà il punto di incontro fra la tradizione socialista e quella cattolica, che come sappiamo hanno tante cose e da tanto tempo, in comune. A parte il fato che i toni di Cofferati sono alquanto supponenti rispetto allo stato del centrosinistra, ma evidentemente, se l'uomo si sente di poter parlare così, è anche certo di poter rivendicare con forza la sua futura leadership. I fatti gli danno ragione a proposito. D'Alema ha perso la sua scommessa riformatrice e del resto preferisce competere in regate di vela. Veltroni ha fiutato l'aria e si è eclissato, che, chi lo conosce, sa bene che non è fatto per la lotta. Rutelli ha perso contro Berlusconi ed è in rotta di collisione con i ds. Fassino non conta niente. Per cui tirate le somme, un po' rozzamente magari, ecco Cofferati puntare napoleonicamente alla corona, altro che seggio senatoriale! Ora sotto il profilo della chiarezza può essere anche meglio che la coalizione dell'ulivo lasci le sue ambiguità e si definisca su un asse che vede insieme a chiare lettere ed apertamente gli eredi di Dossetti e quelli di Togliatti e si spiega bene perchè noi non contavamo nel centrosinistra, visto che questa era la prospettiva a cui anche i riformisti si sono piegati. Dall'altra parte fatti due conti questo nuovo asse di Cofferati non ha un programma di governo e non l'avrà mai, perchè con Agnoletto e Casarini non si governa, è ovvio, ma non si ha la maggioranza con queste due anime evocate dai loro sacrari dal leader della Cgil. Per cui la sinistra si prepara ad una resa dei conti interna in questo quadro e ad una lunga e sbandierata opposizione l'unica che la galvanizzi la riorganizzi e magari con il tempo le dia pure una seconda occasione.
E' chiaro che in base a questa definizione di Cofferati gli amici che si sentono intimamente repubblicani nei Ds o come loro alleati faranno la loro valorosa battaglia a difesa di una tradizione che Cofferati nemmeno considera. E' anche chiaro che questa battaglia la perderanno e a quel punto o piegheranno la schiena o se la troveranno spezzata. Per cui la rottura con il cosiddetto centrosinistra, che questi chiari di luna li aveva presentati abbondantemente da più di un anno, era scritta. Per me era scritta financo nel nome di Prodi di cui conosco la storia e la cultura. Ma c'era anche Ciampi e Amato, che non si era ancora rivelato capace di corteggiare Berlinguer, quando D'Alema scopriva Craxi. Ora tutto questo da solo non giustifica un'alleanza con la casa delle libertà, ma in un sistema maggioritario mi pare quasi inevitabile, per non dire necessario, un contraccolpo così violento come quello procurato dalla sconfitta dell'ipotesi riformatrice all'interno di una coalizione nella quale eravamo profondamente impegnati. Poi io credo che fatto questo balzo si debba vedere quali passi debbano seguire, una volta ritrovato l'equilibrio, se lo si ritrova.