Da dove viene l’acqua e di chi è?
Provate a rispondere a queste domande.
L’acqua è un bisogno primario, dovrebbe essere di tutti, gestito dalle autorità pubbliche.
Di acqua ce ne sarà sempre meno e le guerre in futuro si faranno per l’acqua. Dal 2000 ci sono stati 31 guerre, rivolte e atti terroristici a causa dell’acqua.
Privatizzarla non mi sembra il caso, quando è stata privatizzata il suo prezzo è sempre aumentato.
Pubblico una lettera che ho ricevuto e che parla di acqua e dei nostri diritti, voglio prima però fare un applauso a Vendola, presidente della Regione Puglia perché ha nominato presidente dell’acquedotto pugliese una persona onesta e competente:
Riccardo Petrella.
“Carissimo Beppe Grillo,
i comitati civici di Napoli, Caserta e province, insieme ad Alex Zanotelli, si sono riuniti, e così hanno deciso di spedirle i 20 righi, così come accordatici per telefono, a proposito della privatizazione del SII (servizio idrico integrato), e prima di un incontro con Bassolino(che fino ad ora non si è fatto sentire).
I 136 comuni dell'ATO2 (ambito territoriale ottimale) Na-Ce rischiano di vedere la loro acqua svenduta, e gestita dai privati.
Il 23 novembre 2004 l'ATO2 ha deliberato per una gestione mista (60% pubblico e 40% privato, che diverrebbe 51% al pubblico e 49% al privato nel giro di due anni).Quel giorno molti sindaci e/o delegati votarono per delega: anche fino a 18 deleghe alla stessa persona. Si votò per un piano d'ambito obsoleto, letto da nessuno dei votanti, e per di più chiedendo ai presenti di votare, scegliendo solo tra gestione privata o mista, escludendo la terza opzione, cioè la gestione pubblica, detta "in house".
Per le prime due occorre trovare il gestore/privato attraverso un bando di gara europeo, mentre per la terza no.
I comitati civici, espressione dei cittadini, chiedono che la delibera venga ritirata, che l'acqua sia pubblica, e che si ripubblicizzino le infrastrutture ,delle sorgenti dell'ATO2 e dell'ATO3, che la giunta Bassolino ha dato in gestione ad Eniacqua, oggi Acqua Campania SpA.
I comitati dicono NO alla privatizzazione dell'acqua, perché è un DIRITTO di tutti, non merce su cui lucrare. No ai privati perché nelle decisioni essi avrebbero diritto di prelazione sul pubblico.
No perché i comuni perderebbero la gestione della loro acqua.
I comitati hanno lanciato, insieme ad Alex, martedì scorso, la campagna che chiede ai cittadini di esporre una bottiglia vuota, con su scritto "No alla privatizzazione dell'acqua", fuori dalla finestra.
Basta con le acque minerali, simbolo della mercificazione del prezioso oro azzurro da parte delle multinazionali!
I comitati hanno sollecitato le circoscrizioni e i comuni a convocare consigli al più presto e ad esprimersi chiaramente in merito alla gestione dell'acqua: pubblica o privata. Fino ad ora hanno detto no alla privatizzazione sei circoscrizioni, e alcuni comuni.
Grazie di cuore da parte di Zanotelli, dei comitati civici per la difesa dell'acqua di Napoli, Caserta e province, e del nodo di Napoli di Rete Lilliput".
http://www.beppegrillo.it/2005/09/loro_blu.html
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La privatizzazione dell'acqua
La foga privatizzatrice di Antonio Bassolino non si è fermata davanti a nulla, ricordiamo agli elettori di sinistra la privatizzazione delle aziende di trasporto, delle ex-municipalizzate, dell'aeroporto di Capodichino, il primo privatizzato in Italia, l'utilizzo indiscriminato del project financing (il privato finanzia e gestisce) la dichiarata volontà di trasformare in Fondazione privata l'Istituto per la lotta ai Tumori Pascale di Napoli, la privatizzazione delle Stu (società di trasformazione urbana) come quella impegnata nella svendita alla speculazione edilizia della zona orientale di Napoli o come la Bagnoli futura Spa a cui è stata affidata la "bonifica" dell'area ex-Italsider di Coroglio e la contemporanea cessione a lotti dei terreni edificabili dei quartieri di Bagnoli, Cavalleggeri e Fuorigrotta, fino all'ultima gravissima privatizzazione del bene più essenziale per l'umanità: l'acqua.
A dicembre dello scorso anno infatti con due delibere della giunta regionale della Campania, firmate in calce proprio dal governatore Bassolino, è stata ceduta alla multinazionale Eniacqua la gestione dell'acquedotto della Campania nord-occidentale, comprese le sorgenti. Il 23 novembre del 2004 il Consiglio d'amministrazione dell'Ato2 Napoli-Volturno, con il voto favorevole della maggioranza dei sindaci dei due poli del regime neofascista e dei loro delegati, vara una delibera che spalanca la porta ai privati per la gestione dei servizi idrici di 136 comuni tra Napoli e Caserta. Bassolino, insieme alla neopodestà di Napoli Iervolino, ai presidenti delle province di Napoli e Caserta, Di Palma (Verdi) e Ventre (FI), cerca in tutti i modi di nascondere all'opinione pubblica il grave crimine commesso ai danni delle masse popolari. La delibera prevede infatti a brevissima scadenza l'espletamento di un bando di gara di appalto per l'affidamento ad un soggetto privato del 40% dei servizi idrici e la privatizzazione totale nel giro di due anni. E ciò significherà che gli appalti e il patrimonio campano di infrastrutture e di finanziamenti pubblici finiranno nelle mani della camorra, di piccoli e grandi pescecani capitalisti; la popolazione e gli enti locali saranno costretti a elemosinarla dai privati proprietari degli acquedotti, delle reti, delle sorgenti; lieviterà il prezzo dell'acqua, ci sarà un'ondata di licenziamenti tra i lavoratori del settore e peggiorerà ulteriormente il sistema dei controlli sanitari.
Infine, nel quadro del federalismo, la parcellizzazione privatistica delle fonti idriche sarà causa di contenziosi e "guerre" tra i comuni, le province e le regioni-Stato.
http://www.pmli.it/bilanciofalliment...solino2005.htm