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  1. #1
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Arrow Donne e teologia, la scuola del Concilio

    Da oggi al prossimo 6 novembre un convegno presso il Marianum riflette sull'influsso del Vaticano II nel promuovere l'originalità della presenza femminile nell'attività pastorale e di ricerca

    Da Roma Laura Badaracchi

    Il Vaticano II?
    Ha segnato l'apertura delle donne alle facoltà ecclesiastiche: i primi esempi di allieve straordinarie al Pontificio Istituto biblico risalgono all'ottobre del 1965, mentre la Gregoriana vide dal '66 l'iscrizione delle studentesse ordinarie.

    Se ne discuterà da oggi fino al 6 novembre presso la Pontificia facoltà teologica «Marianum», in occasione del IX Colloquio promosso dall'Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa. «Donne e teologia a quarant'anni dal Concilio Vaticano II» è il tema scelto per sondare l'itinerario femminile compiuto in questi quattro decenni nell'ambito della realtà ecclesiale, più specificamente la produzione in campo teologico. Infatti, «se oggi le donne sono ormai presenti in tutte le facoltà ecclesiastiche, occorre fare il punto sulla loro produzione teologica e su aspetti pratici e operativi riguardanti la pastorale: dal servizio alla Parola alla liturgia», commenta Cettina Militello, docente al Pontificio istituto liturgico Sant'Anselmo e al Marianum, che sottolinea: «Nei lavori cercheremo di tracciare una sorta di bilancio non perché il Concilio in sé abbia elaborato il tema "donne e teologia", ma perché in ogni caso ha aperto nuove prospettive per la partecipazione delle donne alla vita ecclesiale. Ben sapendo, comunque, che il Vaticano II non si è concluso: non è un evento consegnato alla memoria, ma che ci proietta nel futuro perché non è ancora completamente penetrato in molte comunità».

    Oggi pomeriggio apriranno i lavori don Silvano Maggiani, monsignor Luca Brandolini e monsignor Igino Roger, con una sessione su «Donne e liturgia»; interverranno le teologhe Antonella Meneghetti e Valeria Trapani. Partecipa e sostiene il Colloquio anche il Coordinamento teologhe italiane (Cti), che a partire dall'8 novembre alle ore 18.30 ha organizzato insieme al Comune di Roma (presso la Sagrestia del Borromini della chiesa di Sant'Agnese in Agone, nella centralissima piazza Navona) quattro «Colloqui conciliari»: le teologhe del Coordinamento cercheranno di rileggere il Vaticano II con il contributo di varie personalità del mondo della cultura: giornalisti, storici, giuristi e sociologi. Il primo appuntamento sarà condotto da Marinella Perroni, presidente del Cti, e dal vaticanista Gianfranco Svidercoschi; si confronteranno lo storico Augusto D'Angelo e la teologa Stella Morra.

    Seguiranno altre tre serate (il 15, 22 e 29 novembre) sulla libertà di coscienza, la pace come scopo primo e ultimo di tutte le religioni, la laicità; l'iniziativa si propone di essere «divulgativa, per contribuire a tessere i fili di una memoria del Concilio condivisa a livello ecclesiale», fa notare la Perroni, evidenziando che «proprio l'accesso delle donne allo studio e all'insegnamento accademico della teologia e il loro inserimento a pieno titolo nella vita ecclesiale è stata una delle profonde trasformazioni avviate da quell'assise conciliare».

    www.avvenire.it

    ****************************

    confesso che nonostante sia donna ero critica sul momento....fino a quando non ho letto di un illustre laico (chissà perchè sempre a Bologna) seppur filosofo....comunque UOMO..che ne ha sparata un altra delle sue CONTRO NIENTE MENO CHE RATZINGER.....

    Un filosofo cattolico fa l’apologia del relativismo
    È Dario Antiseri. Espone le sue tesi sulla rivista ufficiale dell’Università Cattolica di Milano. E critica a fondo le posizioni di Benedetto XVI su relativismo, nichilismo e legge naturale

    clicca qui per il testo del Sandro Magister:
    http://www.chiesa.espressonline.it/d...o.jsp?id=41533

    E l'Università CATTOLICA di Milano glielo concede.....
    forse la Chiesa di Dottori Donne ne ha fatte poche
    poche ma buone, vero.....ma chissà che non sia il caso di iniziare ad ascoltarne qualcuna dal tipico calore come la senese di Fontebranda???
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  2. #2
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    Predefinito

    Parlando di teologhe e Concilio Vaticano II non possiamo non citare Adrianza Zarri.

    Teologa e scrittrice cattolica, Adriana Zarri, nata a S. Lazzaro di Savena nel 1919. abita da molti anni nelle campagne di Albiano, non lontano da Ivrea.

    Più di trent’anni fa ha scelto di vivere in un casale e di seguire uno stile di vita monastico. Vive sola, ma non si è rinchiusa nella solitudine. La domenica si rivolge al pubblico del quotidiano "Il Manifesto". Nella sua rubrica, intitolata "Parabole", non mancano mai commenti acuti e a volte pungenti sulla società e la politica italiane. E la sua casa, grande e spaziosa, alcune volte l’anno si riempie di gente, di amici, che discutono con lei di temi religiosi, in uno spirito di libertà e di ricerca.


    Adriana Zarri, è stata l’unica donna ammessa ufficialmente, come Uditrice, al Concilio Ecumenico Vaticano II. Ha collaborato, e in parte collabora ancora, con molti periodici scientifici e divulgativi: Humanitas, Concilium, Anna, Rivista di Teologia Morale, Micromega, Avvenimenti, Il Regno, Servitium, La Rocca. Attualmente è nota al gran pubblico soprattutto per la sua collaborazione a Il Manifesto (dove cura la rubrica domenicale "Parabole"), e per la sua partecipazione al "Comitato Internazionale 8 Marzo - Donne del Mondo". Tra i suoi libri: Giorni feriali, L’ora di notte, La Chiesa nostra figlia, e, più recentemente, L’uovo e l’anima."

  3. #3
    torquemada
    Ospite

    Thumbs down Adriana Zarri

    Cattolica? E scrive su "Il Manifesto", Concilium, Micromega?
    brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
    Avevo letto delle cose sue che non mi piacciono assolutamente.

  4. #4
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Predefinito

    Originally posted by ragazzosemplice
    Parlando di teologhe e Concilio Vaticano II non possiamo non citare Adrianza Zarri.

    Teologa e scrittrice cattolica, Adriana Zarri, nata a S. Lazzaro di Savena nel 1919. abita da molti anni nelle campagne di Albiano, non lontano da Ivrea.

    Più di trent’anni fa ha scelto di vivere in un casale e di seguire uno stile di vita monastico. Vive sola, ma non si è rinchiusa nella solitudine. La domenica si rivolge al pubblico del quotidiano "Il Manifesto". Nella sua rubrica, intitolata "Parabole", non mancano mai commenti acuti e a volte pungenti sulla società e la politica italiane. E la sua casa, grande e spaziosa, alcune volte l’anno si riempie di gente, di amici, che discutono con lei di temi religiosi, in uno spirito di libertà e di ricerca.


    Adriana Zarri, è stata l’unica donna ammessa ufficialmente, come Uditrice, al Concilio Ecumenico Vaticano II. Ha collaborato, e in parte collabora ancora, con molti periodici scientifici e divulgativi: Humanitas, Concilium, Anna, Rivista di Teologia Morale, Micromega, Avvenimenti, Il Regno, Servitium, La Rocca. Attualmente è nota al gran pubblico soprattutto per la sua collaborazione a Il Manifesto (dove cura la rubrica domenicale "Parabole"), e per la sua partecipazione al "Comitato Internazionale 8 Marzo - Donne del Mondo". Tra i suoi libri: Giorni feriali, L’ora di notte, La Chiesa nostra figlia, e, più recentemente, L’uovo e l’anima."

    CHEEEEEEE?????????????????

    LA CHIESA NOSTRA FIGLIA???????????????

    mio Dio che ORRORE..........

    la rivista Conclium?? quella che lo stesso Ratzinger poi abbandonò??? aa avemo capito.........

    pure il Manifesto......manca nient'altro all'appello per dire chiaramente che è una teologa progressista???
    e naturalmente non poteva non piacere a ragazzo semplice

    immagino pure che sia teologa femminista........
    e sarà pure per l'uguaglianza dei sessi..visto che la Chiesa sarebbe NOSTRA FIGLIA.........non mi stuperei di altre strampalate....a già.lei è teologa........
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  5. #5
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    Il Marianum, ricordo pochi anni fa, ospitò anche l'apostata Severino, cacciato anni prima per il suo immanentismo monista.

    Non dev'essere granchè avveduto il responsabile del collegio quanto alla scelta dei suoi relatori. E' un fatto.

    Come altro fatto fu che Capanna uscì dai bei chiostri bramantini, c'è un'ala "progressista" in Cattolica che dura a morire, ahimè...

 

 

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